HOME Forum Proposta di un piano anticorruzione (creativo e partecipato) QUINTO ANNO PIANO CREATIVO ANTICORRUZIONE Massimiliano Tricarico

Questo argomento contiene 18 risposte, ha 11 partecipanti, ed è stato aggiornato da  Enrico Piccato 3 anni, 6 mesi fa.

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  • #1745

    PIANO CREATIVO ANTICORRUZIONE
    Massimiliano Tricarico

    TITOLO: “Conoscere i nostri collaboratori e colleghi”

    Problema
    Conoscere sia da un punto personale che professionale i propri colleghi e collaboratori è un’aspetto fondamentale per instaurare una proficua e onesta relazione umana e professionale con essi.
    La scarsa conoscenza delle “persone” che lavorano in un determinate ambiente può avere la conseguenza di assegnare un ufficio o un compito ad un collega o collaboratore non propriamente indicato per quella mansione favorendo così la creazione di potenziali problematiche di mala admistration

    Destinatari diretti:
    superiori gerarchici, colleghi e collaboratori

    Destinatari indiretti:
    familiari, imprenditori (per chi è autorizzato a svolgere attività extra-istituzionale), scuola, università, chiesa, associazioni, precedenti datori di lavoro

    Obiettivi

    Obiettivo 1
    Avere un quadro il più corretto possibile di eventuali problematiche economiche del personale

    Obiettivo 2
    Avere un quadro il più corretto possibile delle motivazioni che hanno portato il personale a scegliere quell “lavoro” presso l’azienda o l’ente pubblico

    Obiettivo 3
    Avere un quadro il più corretto possibile delle aspirazioni a cui tende il dipendente sia professionalmente che personalmente

    Azioni

    Azione 1 (riferita a obiettivo 1)
    Creare un ambiente lavorativo favorevole al dialogo cercando di capire se il personale dipendente ha impegni economici in sospeso o non rispettati oppure se in futuro potrebbero esserci. Risulta fondamentale anche cercare di capire la percezione del grado di adeguamento del livello stipendiale con il carico di lavoro assegnato
    Tempo
    Attività costante

    Azione 2 (riferita a obiettivo 2)
    Individuare la modalità di assunzione del personale e il periodo storico in cui questo è avvenuto, cercando di instaurare forme di dialogo con esso anche attraverso momenti di ascolto
    Tempo
    Conoscenza prima iniziale e poi adeguata nel tempo

    Azione 3 (riferita a obiettivo 3)
    Capire l’attitudine del personale all’aggiornamento professionale nel settore o ambito di impiego, monitorare la quantità di ore di straordinario effettuato e la tendenza a cambiare mansione. Cercare di capire da un punto di vista personale attraverso forme di dialogo e ascolto il livello di soddisfazione dello stesso nel lavorare in quell’azienda o ministero e nell’attuale sede di servizio, l’aspirazione a migliorare le condizioni economiche e sociali sue e dei suoi familiari. Per quest’ultimo aspetto occorre capire da chi è composto il nucleo familiare e la tipologia di relazioni familiari
    Tempo
    Attività costante

    #1761

    Marcella Cusimano
    Partecipante

    TITOLO: “Piano Anticorruzione Creativo e Sostenibile”

    NOME e COGNOME: Marcella Cusimano

    Problema

    Per poter affrontare il problema della maladministration e combattere la corruzione che ostacola pesantemente lo sviluppo e la stabilità economica del Paese occorre agire sul rafforzamento della cultura della legalità.
    L’obiettivo n. 16 degli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile è dedicato alla promozione di società pacifiche ed inclusive ai fini dello sviluppo sostenibile.
    Si propone di fornire l’accesso universale alla giustizia e a costruire istituzioni responsabili ed efficaci a tutti i livelli.
    In particolare, il Goal 16.5 intende “Ridurre sensibilmente la corruzione e gli abusi di potere in tutte le loro forme”.

    La cultura della legalità è fondamentale per poter raggiungere l’obiettivo di uno sviluppo sostenibile; occorre, pertanto, agire con programmi e azioni concrete volti a far comprendere l’importanza della legalità e della responsabilità di ogni cittadino, delle istituzioni e delle imprese.

    Destinatari diretti: dipendenti pubblici

    Destinatari indiretti: cittadini, istituzioni, imprenditori, cittadini, politici, istituzioni, scuole
    >Obiettivi

    Obiettivo 1
    Diffondere la cultura della legalità creando un vero e proprio brand di legalità.
    Obiettivo 2
    Cambiamento culturale: Cambiare le Menti attraverso la prevenzione e la diffusione delle buone pratiche.
    Obiettivo 3
    Rendere più efficiente la Pubblica Amministrazione e creare reti e spazi di pubblico confronto con le altre Pubbliche Amministrazioni, con i cittadini e con le imprese.

    AZIONI (riferita a obiettivo 1)
    Usare la tecnica dello Storytelling (nelle scuole, nelle istituzioni, nelle aziende) per sensibilizzare e educare alla legalità e alla lotta alla corruzione.
    Rafforzare la cultura della legalità e l’impegno civico con la tecnica della narrazione porta l’interlocutore nella storia di integrità e efficienza che si sta raccontando e lo si coinvolge emotivamente.
    Con il coinvolgimento e la fiducia si può creare il brand della legalità.
    C

    AZIONI (riferita a obiettivo 2)
    Pianificazione di incontri periodici volti a promuovere e diffondere le buone prassi per prevenire fenomeni di maladministration.

    AZIONI (riferita a obiettivo 3)

    Piani formativi innovativi per dipendenti pubblici volti all’analisi e allo studio congiunto delle buone prassi: azioni e procedure che hanno consentito di ottenere buoni risultati nei vari contesti di riferimento.
    Al stesso modo, lo studio e l’analisi delle prassi peggiori consente di evitare errori già commessi che hanno creato inefficienza e spreco di risorse.
    Per fare ciò è utile e necessario creare delle reti e spazi di pubblico confronto tra la Pubblica Amministrazione, i cittadini e le imprese volte a mantenere un dialogo e confronto continuo.

    TEMPI:
    12 mesi per attuare le azioni e successivamente attività costante.

    #1768

    Sandra Innocenti
    Partecipante

    Concordo con il collega che – per comprendere se una risorsa sia o meno qualificata per intraprendere percorsi di crescita o impegnarsi a sostenere ruoli o funzioni complesse – sia fondamentale che in ogni Ente si mettano in campo politiche mirate ad indagare la specifica propensione al ruolo e si verifichi il senso di soddisfazione e di appartenenza dei Funzionari all’Ente stesso. La formazione che si richiede venga erogata ai Pubblici Dipendenti potrebbe risultare infatti lettera morta e persino inefficace se non viene preceduta da un’accurata analisi del contesto, delle aspirazioni e del potenziale magari inespresso dei vari Funzionari operanti nei più disparati settori (fatto che esula dai titoli che gli stessi possono detenere). Dove si ha insoddisfazione nello svolgere la propria attività potrebbe annidarsi il germe della superficialità e l’adozione di comportamenti magari confliggenti con il rispetto delle regole.
    Apprezzo la vista mirata al singolo riguardato come Risorsa.

    #1784

    Sandra Innocenti
    Partecipante

    Il Piano della collega Cusimano esprime in maniera chiara la necessità di rendere patrimonio comune e collettivo la cultura della legalità e isolare i fenomeni che si discostano dalle best practices anche attraverso la disamina puntuale dei casi di buona o cattiva amministrazione.

    #1802

    Daniela Sanseverino
    Partecipante

    Valorizzare “la persona” e considerarla come “risorsa” da cui trarre il massimo facendo coincidere le ambizioni professionali con quelle sociali è un obbiettivo aulico che apprezzo nell’idea del collega Massimiliano.
    Una P.A. attenta a questi aspetti dovrebbe avere dirigenti illuminati e responsabili del personale di ampie vedute con competenze non strettamente amministrative.
    Fondamentale è il ruolo dei colleghi, l’affiatamento, la reciproca fiducia etc..che vanno sviluppati e stimolati con momenti formativi specifici da svolgere anche al di fuori dell’ambiente strettamente lavorativo.
    Sarebbe interessante organizzare dei Family Day a cadenza annuale, momenti di conoscenza e convivialità, incontro dei nuclei familiari, visita dei luoghi di lavoro, illustrazione dei ruoli e dei progetti di successo portati avanti.

    #1803

    Daniela Sanseverino
    Partecipante

    “Cambiare le Menti attraverso la prevenzione e la diffusione delle buone pratiche” è la frase che mi ha colpito nel piano di Marcella. Obbiettivo ambizioso e sicuramente non a breve termine al quale si può lavorare con il COINVOLGIMENTO degli “attori” e degli “spettatori”.

    #1808

    Trovo molto interessante l’idea della collega Daniela riguardante l’organizzazione dei “family day” a cui si potrebbero aggiungere degli incontri annuali con i rappresentanti delle istituzioni locali (scuola, forze dell’ordine, prefettura, agenzie delle entrate e del territorio, ecc..). In un mondo che si sta trasformando è molto importante cambiare anche le proprie dinamiche relazionali con le altre istituzioni. Ritengo che sia fondamentale cominciare a pensare in ottica unitaria tutta la P.A. perché penso che sia anacronistico al giorno d’oggi pensare che ogni “istituzione pubblica” abbia procedure diverse e “regole diverse”. Per raggiungere questo ambizioso obiettivo è fondamentale a mio avviso che le varie “amministrazioni” si conoscano maggiormente e pertanto ben vengano tutti i momenti di incontro reciproco

    #1828

    Maria Stefanelli
    Partecipante

    La proposta del collega Massimiliano è apprezzabile. La P.A. è fatta anzitutto di persone e la valorizzazione delle competenze e delle potenzialità di ognuno di esse condurrebbe ad una P.A. più efficiente e virtuosa.
    Interessante l’idea suggerita da Daniela circa l’organizzazione di Family day e di momenti di conoscenza e di convivialità.

    #1831

    Maria Stefanelli
    Partecipante

    Ottima la proposta di Marcella di diffondere la cultura della legalità creando un vero e proprio brand di legalità.
    Originale e d’effetto lo slogan “Cambiare le Menti attraverso la prevenzione e la diffusione delle buone pratiche”. L’obiettivo è certamente ambizioso in una prospettiva di medio/lungo termine.
    Condivido, infine, la necessita di creare piani formativi innovativi volti all’analisi e allo studio congiunto delle buone prassi, unitamente allo studio e all’analisi delle prassi peggiori al fine evitare errori già commessi, fonte di inefficienza e spreco di risorse.

    #1832

    Piano di Massimiliano:
    Di questo piano ho apprezzato il coraggio di mettere nero su bianco il fatto che conoscere bene il contesto in cui si opera e le persone con cui si lavora a volte può aiutare ad evitare situazioni problematiche, inopportune e difficili da gestire. Detto ciò a mio avviso il confine tra ciò che è lecito e ciò che può finire per essere discriminatorio è molto labile. Pur essendo innegabile che lavoro, famiglia e situazione economica sono elementi tra loro inevitabilmente correlati non mi piace pensare che la mia situazione famigliare o economica possa essere oggetto di “valutazione” in ambito lavorativo. Conoscere bene i propri dipendenti creando dei rapporti umani, oltre che professionali, può indubbiamente creare un contesto lavorativo più favorevole e può aiutare a capire in quali situazioni vale la pena puntare su una crescita professionale. Tuttavia a mio avviso bisognerebbe pretendere da tutti i dipendenti, a prescindere dalle aspirazioni (che a volte possono anche non esserci), uno sforzo per garantire un costante aggiornamento/crescita professionale. A volte la sensazione è quella che il personale amministrativo di livello più basso si senta, oltre che deresponsabilizzato, anche esonerato da questo dovere formativo e non credo che la pubblica amministrazione si possa ancora permettere un approccio di questo tipo. L’aggiornamento, la formazione non possono essere solo un mezzo per il raggiungimento delle aspirazioni professionali del dipendente, dovrebbero essere considerati un dovere del dipendente per il solo fatto che lavora all’interno di una pubblica amministrazione al servizio della collettività, perché è il lavoro stesso che lo richiede. Dovrebbero, a mio avviso, prescindere dalle aspirazioni, dalla situazione economica, famigliare e persino dell’attitudine dei dipendenti.

    #1834

    Piano di Marcella:
    Gli obiettivi della collega sono sicuramente molto ambiziosi ed apprezzabili. Il personalissimo senso di legalità dipende a mio avviso dal contesto storico, sociale, famigliare in cui il soggetto è vissuto e dal livello di istruzione. Questo per dire che non so se davvero si possono “cambiare le menti”. Spesso chi pone in essere comportamenti di questo tipo conosce perfettamente il disvalore della propria condotta e decide scientemente di far prevalere i propri interessi personali sull’interesse pubblico. In questi casi mi verrebbe da dire che ad una sentenza passata in giudicato o ad un decreto penale di condanna divenuto irrevocabile, o ancora ad una sentenza di applicazione della pena su richiesta, ai sensi dell’articolo 444 del codice di procedura penale bisognerebbe far conseguire l’isolamento sociale del soggetto proprio perché il disvalore del suo comportamento rileva non solo dal punto di vista penalistico ma anche sociale (ad es. attraverso la pubblicazione di estratti dei provvedimenti sui principali quotidiani).
    Quanto ai bambini credo che l’educazione ad una cultura della legalità debba essere data loro sin dai primissimi anni di vita perché è attraverso le nuove generazioni che si può realizzare una nuova cultura della legalità che potrà consentire forse un giorno di avere una pubblica amministrazione meno complessa e delle procedure più snelle perché magari la corruzione e la maladministrazion non saranno più dei “mostri” da combattere. Le azioni ipotizzate dalla collega in tal senso potrebbero essere assolutamente efficaci.

    #1843

    Fabio Fasce
    Partecipante

    Le proposte del collega sono apprezzabili tuttavia nella mia personale esperienza ho riscontrato approcci assai diversi al lavoro soprattutto su base generazionale. La carenza di posti di lavoro ha portato giovani laureati (anche avvocati) a tentare l’accesso al pubblico impiego. Molte Amministrazioni si trovano con posizioni di vertice occupate da “vecchi funzionari” che sono visti dalle nuove generazioni di dipendenti pubblici come un ostacolo all’innovazione e al miglioramento dell’azione amministrativa.

    #1866

    Francesco Curci
    Partecipante

    Interessante la proposta, ma forse realizzabile solo idealmente

    #1900

    Federica Fresco
    Partecipante

    Concordo con il collega Massimiliano rispetto alla opportunità di conoscere il percorso di studi, il percorso di lavoro, il percorso di vita (nel limite della privacy!) e le aspirazioni dei singoli; sono elementi che spesso i nostri responsabili non conoscono, o che se conosciuti non vengono valorizzati, e che potrebbero essere sfruttati per una migliore organizzazione del lavoro.

    #1901

    Federica Fresco
    Partecipante

    Della proposta della collega Marcella mi piace l’idea di impostare nelle scuole percorsi di sensibilizzazione e di educazione, che dovrebbero però porsi in continuità con altri contesti (famiglia, sport, attività ricreative…) e l’analisi anche delle prassi peggiori per non incorrere nei medesimi errori.

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