HOME Forum Proposta di un piano anticorruzione (creativo e partecipato) QUINTO ANNO La corruzione e la “maladaministration” all’epoca dell’e-procuremet.

Questo argomento contiene 10 risposte, ha 10 partecipanti, ed è stato aggiornato da  Fabio Fasce 3 anni, 6 mesi fa.

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    Articoli
  • #1747

    Fabio Fasce
    Partecipante

    TITOLO: “La corruzione e la “maladaministration” all’epoca dell’e-procuremet. Nuove forme e modalità di contrasto.”

    Problema
    L’introduzione delle piattaforme informatiche per l’espletamento delle procedure di gara ha sicuramente costituito uno degli elementi più efficaci di contrasto alla piaga della corruzione e della “maladministration”. L’e-procurement ha sostanzialmente blindato la procedura di gara. Non sono più possibili manomissioni delle offerte presentate dagli operatori economici. In tal senso si sono espressi anche numerosi TAR che hanno ritenuto non più necessaria la presenza di rappresentanti delle imprese alle sedute pubbliche di apertura della documentazione di gara. Questo perché l’integrità della stessa è garantita dalla piattaforma informatica che registra oltretutto ogni azione compiuta dai funzionari pubblici preposti.
    Ma nonostante l’affermarsi dell’ e-procurement la corruzione e la “maladministration” non sono sparite. Si sono evolute ed ha trovato nuove forme di espressione più sofisticate. Esse si annidano non più nella procedura di gara ma nella documentazione istitutiva della procedura. Nei capitolati tecnici soprattutto e negli schemi di valutazione delle offerte quando il criterio di aggiudicazione è quello dell’offerta economicamente più vantaggiosa. I soggetti coinvolti non sono più i funzionari degli uffici che gestiscono le procedure di gara. Spesso la corruzione e la “maladministration” agiscono all’insaputa di chi si occupa della procedura di gara. Perché è il personale degli uffici che definiscono le caratteristiche del servizio della forniture da acquistare quello più esposto. E nei loro confronti il principio della rotazione negli incarichi non si applica.
    Accade spesso che a fronte di un certo numero di imprese che in sede di indagine di mercato hanno manifestato interesse a partecipare ad una procedura di gara per l’affidamento di un servizio o di una fornitura, in sede di gara solo una o due presentino offerta. E chi si aggiudica alla fine la gara è spesso chi già ha eseguito forniture o servizi analoghi alla medesima stazione appaltante. Questo “risultato” si può ottenere in due modi: 1) con una documentazione tecnica estremamente dettagliata che di fatto individua un servizio o una fornitura con caratteristiche ben precise che solo poche imprese sono in grado di eseguire. Un ulteriore vantaggio, quando il criterio di aggiudicazione è quello dell’offerta economicamente più vantaggiosa, può essere ottenuto da criteri di valutazione che tendono a premiare le peculiarità del servizio o l’esperienza pregressa; 2) con documentazione estremamente generica in cui le caratteristiche del servizio o della fornitura sono descritte in modo poco chiaro. Ciò avviene soprattutto con i servizi informatici. Questo perché solo la ditta che ha accesso ad informazioni aggiuntive in via privilegiata o che ha già svolto il servizio sa di cosa si tratta e quindi è in grado di presentare un offerta valida.
    Difficile dimostrare la corruzione vera e propria nei casi sopra enunciati a meno di non cogliere i soggetti interessati in flagranza di reato. Spesso non c’è un vero scambio di denaro. Spesso si tratta di scambio di favori. Di favorire un soggetto amico che alla prima occasione saprà dimostrarsi riconoscente.
    Si tratta in realtà di un problema etico e morale più che giudiziario il più delle volte. E’ la mancanza della consapevolezza che quello che si sta gestendo è denaro pubblico proveniente dalle tasse pagate dai cittadini italiani ed europei. Che andrebbe gestito per garantire servizi e forniture di qualità alla propria utenza pubblica, sia essa rappresentata da studenti, anziani o semplici cittadini.
    Ed invece tali risorse sono spesso gestite come fossero soldi propri da spendere senza neanche la cura richiesta al buon padre di famiglia.

    Destinatari diretti: dipendenti pubblici

    Destinatari indiretti: imprenditori, ordini professionali, cittadini, massmedia.

    Obiettivi
    1. Sensibilizzare il dipendente pubblico sull’importanza della sua missione al servizio dei cittadini e quindi anche di se stesso.
    2. Sensibilizzare la pubblica opinione, e quindi anche gli operatori economici, sui danni arrecati ai servizi pubblici da un cattivo uso delle risorse pubbliche attraverso campagne pubblicitarie anche di forte impatto emotivo (la morte di una persona cara a causa di una fornitura in ambito sanitario di scarsa qualità o per una scarsa manutenzione ad esempio. Si pensi al crollo del Ponte Morandi di Genova e a quello che sta emergendo dalle inchieste a carico del concessionario autostradale)
    3. Migliorare la qualità “etica” dei dipendenti pubblici già in fase di concorso.

    Azioni e tempo di realizzazione
    1. Introdurre forme di premialità per i dipendenti che hanno concorso alla realizzazione di servizi o forniture di qualità alla propria utenza di riferimento. Il giudizio sulla qualità deve essere demandato all’utenza stessa mediante sondaggi o questionari. Particolare attenzione dovrà essere data agli aspetti innovativi non necessariamente solo tecnologici. La cadenza di tale azione potrebbe essere annuale.
    2. Organizzare campagne di sensibilizzazione utilizzando i principali canali di comunicazione mediante brevi spot in cui è raccontata di volta un caso di “maladministration” o di “ buona amministrazione” a favore dei cittadini. Si può utilizzare la televisione (possibilmente nelle fasce di maggiore ascolto), Facebook o Instagram. Molto efficace, a mio avviso, sarebbe la realizzazione di video “virali” che possono essere condivisi. Questa dovrebbe essere un’azione di lungo periodo i cui potranno essere visti solo dopo molto tempo.
    3. In fase di concorso dovrebbe essere posta attenzione alle qualità etiche del candidato mediante test psicoattitudinali o mediante colloqui con uno psicologo del lavoro il cui giudizio concorrerà alla valutazione complessiva del candidato.

    #1781

    Sandra Innocenti
    Partecipante

    Apprezzabile nel Piano proposto l’approccio attivo e il coinvolgimento che si ritiene utile attribuire alla collettività; la sensibilizzazione dell’opinione pubblica attraverso forme comunicative che sicuramente rendono più evidente e palpabile l’esistenza di un problema all’origine della corretta esecuzione di un’opera o gestione di un servizio.
    Sempre più spesso di quanto si pensi la perdita economica è solo una delle facce della medaglia e le conseguenze della maladministration portano altresì a danni per la salute pubblica o ripercussioni gravi per la collettività.
    Allo stesso modo considero essenziale la previsione del coinvolgimento dell’utenza quale beneficiario ultimo e per questo massimamente interessato al fatto che la PA operi correttamente nello svolgimento delle proprie attività.

    #1795

    Emanuele Zavoli
    Partecipante

    Il piano prevede spunti molto interessanti, soprattutto in tema di “buona amministrazione” (non solo mettere in cattiva luce l’amministrazione) mediante sensibilizzazione della collettività attraverso canali di comunicazione.

    #1798

    Daniela Sanseverino
    Partecipante

    Mi piace poter pensare ad un’amministrazione dotata della figura dello psicologo del lavoro in maniera stabile che possa seguire, un po’ come il medico del lavoro, il candidato – poi dipendente – nell’arco della sua carriera.
    Queste figura presente nelle grandi realtà private dovrebbe essere adottata anche dalle P.A.e assieme all’etica potrebbe valutare anche le attitudini, la capacità di lavorare in gruppo, il problem solving, le aspirazioni del dipendente per poter garantire un ambiente armonico, dinamico e innovativo, sicuramente orientato al fare bene e meglio insieme.

    #1826

    La sensibilizzazione dell’opinione pubblica è sicuramente un obiettivo molto ambizioso da raggiungere tenuto conto che necessariamente si rivolge a soggetti con cultura e professionalità differenti. Essa è tuttavia imprescindibile per fare in modo che i cittadini possano correttamente valutare l’operato della pubblica amministrazione.
    Non condivido invece il fatto di legare eventuali premialità al giudizio dell’utenza. Se è vero che l’obiettivo finale al quale deve aspirare l’attività della PA dovrebbe essere la soddisfazione dell’interesse pubblico è vero anche che a volte la tendenza è quella di accogliere con poco favore i cambiamenti. In altre parole un funzionario potrebbe fare una procedura ineccepibile ma il risultato finale potrebbe non essere soddisfacente per l’utenza finale vuoi per scelte strategiche che non dipendono dal dipendente, vuoi per ragioni che dipendono dal comportamento dell’aggiudicatario, vuoi dal fatto che l’utenza finale potrebbe essere variegata o non in possesso degli strumenti per valutare correttamente la bontà o meno di un progetto. Si pensi a tutte le innovazioni in ambito informatico che spesso si scontrano ad es. con la “pigrizia” degli utenti finali di imparare ad utilizzare un nuovo applicativo o coinvolge persone particolarmente restie all’utilizzo di procedure informatizzate. Considerare come risultato dell’azione del dipendente pubblico la soddisfazione dell’interesse pubblico è veramente ciò a cui tende la normativa o in questo caso l’obiettivo dovrebbe essere quello di avere, a monte, una procedura corretta, “pulita” ed adeguata prescindere dalla soddisfazione dei destinatari?
    Condivido invece l’obiettivo di migliorare la qualità etica dei dipendenti in fase di concorso. Potrebbe essere interessante introdurre come obbligatoria in tutti i concorsi pubblici la materia “deontologia del dipendente pubblico”.

    #1856

    Federica Fresco
    Partecipante

    La rotazione degli incarichi è un principio che può essere attuato nelle grandi realtà, in quelle piccole è estremamente difficile se non impossibile alternarsi negli uffici, il personale è poco e vive per lo più di autoformazione; molto spesso i capitolati finiscono con l’essere redatti con le indicazioni e la supervisione di chi è il precedente esecutore/fornitore perché chi li redige non ha la formazione adeguata o non ha il tempo necessario (altra grande piaga: ridursi all’ultimo nella redazione di un progetto).
    Mi piace lo spunto relativo alla sensibilizzazione della comunità, portando alla sua attenzione casi positivi e casi negativi con strumenti immediati e di immediata comprensione (e non interviste o “papirazzi” da leggere).

    #1861

    Francesco Curci
    Partecipante

    Concordo pienamente l’utilizzo di piattaforme informatiche atte a tracciare chi fa che cosa e responsabilizzare i funzionari pubblici coinvolti.
    Riguardo al coinvolgimento dell’utente/cittadino va bene nella fase di individuazione dei bisogni, ma successivamente la struttura tecnica/organizzativa della P.A. deve operare per raggiungere il massimo livella di qualità, con il minor costo e nel tempo più breve possibile

    #1972

    Maria Luisa Piras
    Partecipante

    Riconosco nel collega la conoscenza del sistema della redazione delle specifiche tecniche in sanità. Spesso chi redige le specifiche è uno specialist che è abituato a utilizzare le tecnologie di una certa marca. Ho rilevato che mettere insieme componenti di diverse strutture per predisporre le caratteristiche tecniche di una attrezzatura scientifica può portare innovazione e possibile concorrenza. Il concetto che spendiamo soldi pubblici, anche nostri, non è sempre presente.
    Sul versante della formazione etica dei pubblici dipendenti, ho sempre rilevato una sottovalutazione. Anche quando si fa formazione è sempre su argomenti “alti”, senza tenere conto che il primo e più importante è proprio quello. Resiste il concetto del “posto al sole”.

    #2053

    Andrea Sanna
    Partecipante

    Il piano proposto dal collega evidenzia un problema molto presente nella nostra società, la corruzione e la maladaministration sono visti come distanti dalla collettività e riguardano solo ambiti specifici della cosa pubblica. In realtà ci toccano o possono toccarci da vicino e questo non viene percepito in maniera adeguata dalla collettività, che punta il dito contro e prende atto della situazione solo a giochi fatti, scagliandosi poi in maniera indiscriminata sulle amministrazioni. Trovo molto interessante l’idea di una campagna di spot informative sulla corruzione e la maladaministration da portare avanti in parallelo ad esempio reali e consolidati di buone pratiche delle nostre SA.

    #2087

    Francesco Domanico
    Partecipante

    Disamina molto interessante che mette in luce come la corruzione, specie con i sistemi di e-procurement, possa annidarsi comodamente anche nelle fasi di programmazione/progettazione e di esecuzione del servizio. In queste fasi è forse anche più difficile da individuare. Il coinvolgimento etico del personale è uno strumento valido, ma talvolta è difficile da mettere in pratica con azioni dall’alto. Il controllo (verifica anche esterna dei capitolati, collaudo esterno dell’esecuzione) resta la misura principe.

    #2119

    Fabio Fasce
    Partecipante

    TITOLO: “La corruzione e la “maladaministration” all’epoca dell’e-procuremet. Nuove forme e modalità di contrasto.”

    Problema
    L’introduzione delle piattaforme informatiche per l’espletamento delle procedure di gara ha sicuramente costituito uno degli elementi più efficaci di contrasto alla piaga della corruzione e della “maladministration”. L’e-procurement ha sostanzialmente blindato la procedura di gara. Non sono più possibili manomissioni delle offerte presentate dagli operatori economici. In tal senso si sono espressi anche numerosi TAR che hanno ritenuto non più necessaria la presenza di rappresentanti delle imprese alle sedute pubbliche di apertura della documentazione di gara. Questo perché l’integrità della stessa è garantita dalla piattaforma informatica che registra oltretutto ogni azione compiuta dai funzionari pubblici preposti.
    Ma nonostante l’affermarsi dell’ e-procurement la corruzione e la “maladministration” non sono sparite. Si sono evolute ed ha trovato nuove forme di espressione più sofisticate. Esse si annidano non più nella procedura di gara ma nella documentazione istitutiva della procedura. Nei capitolati tecnici soprattutto e negli schemi di valutazione delle offerte quando il criterio di aggiudicazione è quello dell’offerta economicamente più vantaggiosa. I soggetti coinvolti non sono più i funzionari degli uffici che gestiscono le procedure di gara. Spesso la corruzione e la “maladministration” agiscono all’insaputa di chi si occupa della procedura di gara. Perché è il personale degli uffici che definiscono le caratteristiche del servizio della forniture da acquistare quello più esposto. E nei loro confronti il principio della rotazione negli incarichi non si applica.
    Accade spesso che a fronte di un certo numero di imprese che in sede di indagine di mercato hanno manifestato interesse a partecipare ad una procedura di gara per l’affidamento di un servizio o di una fornitura, in sede di gara solo una o due presentino offerta. E chi si aggiudica alla fine la gara è spesso chi già ha eseguito forniture o servizi analoghi alla medesima stazione appaltante. Questo “risultato” si può ottenere in due modi: 1) con una documentazione tecnica estremamente dettagliata che di fatto individua un servizio o una fornitura con caratteristiche ben precise che solo poche imprese sono in grado di eseguire. Un ulteriore vantaggio, quando il criterio di aggiudicazione è quello dell’offerta economicamente più vantaggiosa, può essere ottenuto da criteri di valutazione che tendono a premiare le peculiarità del servizio o l’esperienza pregressa; 2) con documentazione estremamente generica in cui le caratteristiche del servizio o della fornitura sono descritte in modo poco chiaro. Ciò avviene soprattutto con i servizi informatici. Questo perché solo la ditta che ha accesso ad informazioni aggiuntive in via privilegiata o che ha già svolto il servizio sa di cosa si tratta e quindi è in grado di presentare un offerta valida.
    Difficile dimostrare la corruzione vera e propria nei casi sopra enunciati a meno di non cogliere i soggetti interessati in flagranza di reato. Spesso non c’è un vero scambio di denaro. Spesso si tratta di scambio di favori. Di favorire un soggetto amico che alla prima occasione saprà dimostrarsi riconoscente.
    Si tratta in realtà di un problema etico e morale più che giudiziario il più delle volte. E’ la mancanza della consapevolezza che quello che si sta gestendo è denaro pubblico proveniente dalle tasse pagate dai cittadini italiani ed europei. Che andrebbe gestito per garantire servizi e forniture di qualità alla propria utenza pubblica, sia essa rappresentata da studenti, anziani o semplici cittadini.
    Ed invece tali risorse sono spesso gestite come fossero soldi propri da spendere senza neanche la cura richiesta al buon padre di famiglia.

    Destinatari diretti: dipendenti pubblici

    Destinatari indiretti: imprenditori, ordini professionali, cittadini, massmedia.

    Obiettivi
    1. Sensibilizzare il dipendente pubblico sull’importanza della sua missione al servizio dei cittadini e quindi anche di se stesso.
    2. Sensibilizzare la pubblica opinione, e quindi anche gli operatori economici, sui danni arrecati ai servizi pubblici da un cattivo uso delle risorse pubbliche attraverso campagne pubblicitarie anche di forte impatto emotivo (la morte di una persona cara a causa di una fornitura in ambito sanitario di scarsa qualità o per una scarsa manutenzione ad esempio. Si pensi al crollo del Ponte Morandi di Genova e a quello che sta emergendo dalle inchieste a carico del concessionario autostradale)
    3. Migliorare la qualità “etica” dei dipendenti pubblici già in fase di concorso.

    Azioni e tempo di realizzazione
    1. Introdurre forme di premialità per i dipendenti che hanno concorso alla realizzazione di servizi o forniture di qualità alla propria utenza di riferimento. Il giudizio sulla qualità deve essere demandato all’utenza stessa mediante sondaggi o questionari. Particolare attenzione dovrà essere data agli aspetti innovativi non necessariamente solo tecnologici. La cadenza di tale azione potrebbe essere annuale.
    2. Organizzare campagne di sensibilizzazione utilizzando i principali canali di comunicazione mediante brevi spot in cui è raccontata di volta un caso di “maladministration” o di “ buona amministrazione” a favore dei cittadini. Si può utilizzare la televisione (possibilmente nelle fasce di maggiore ascolto), Facebook o Instagram. Molto efficace, a mio avviso, sarebbe la realizzazione di video “virali” che possono essere condivisi. Questa dovrebbe essere un’azione di lungo periodo i cui potranno essere visti solo dopo molto tempo.
    3. In fase di concorso dovrebbe essere posta attenzione alle qualità etiche del candidato mediante test psicoattitudinali o mediante colloqui con uno psicologo del lavoro il cui giudizio concorrerà alla valutazione complessiva del candidato.

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