HOME Forum Proposta di un piano anticorruzione (creativo e partecipato) QUINTO ANNO La rotazione dei referenti di divisione

Questo argomento contiene 2 risposte, ha 3 partecipanti, ed è stato aggiornato da  Rita Lanzalaco 3 anni, 6 mesi fa.

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  • #2075

    Paolo Delazzaro
    Partecipante

    La rotazione dei referenti per l’anticorruzione e per la trasparenza come strumento di diffusione della cultura del contrasto ad ogni forma di corruzione

    Il Piano Triennale Anticorruzione di Consip è molto dettagliato nella definizione delle aree di rischio, dei relativi interventi e nel suo monitoraggio segnalando una buona attenzione nella prevenzione dei fenomeni di corruzione, cosa che rappresenta l’obiettivo principale del piano. La normativa spinge però ad allargare la sfera di azione delle attività definite nel piano, in modo da contrastare il fenomeno della corruzione inteso in senso più ampio, vale a dire di limitare le aree di inefficienza che possono diventare prodromiche alla comparsa di fenomeni corruttivi in senso stretto.

    Per fare ciò è necessario che il piano e le attività in esso previsto siano conosciute da tutto il personale dipendente in modo maggiore di quanto non avvenga, e infatti il Piano Nazionale Anticorruzione afferma che “nonostante la previsione normativa concentri la responsabilità per il verificarsi di fenomeni corruttivi in capo al RPC, tutti i dipendenti delle strutture coinvolte nell’attività mantengono, ciascuno, il personale livello di responsabilità in relazione ai compiti effettivamente svolti”, concetto poi ribadito dalle linee guida ANAC che impongono a tutto il personale e non solo ai dirigenti il “dovere di collaborare attivamente con il RPC, dovere la cui violazione deve essere ritenuta particolarmente grave in sede di responsabilità disciplinare”.

    In questo senso è centrale il ruolo dei referenti per l’anticorruzione e per la trasparenza, i quali oltre a partecipare all’attività di redazione del piano, sono responsabili della sua attuazione nella divisione di loro competenza, avendo l’obbligo di segnalare eventuali violazioni. A questo fine si propone di attribuire questa funzione di referente ogni anno a dipendenti diversi, in modo da diffondere nel tempo la cultura del contrasto alla corruzione, intesa in ogni suo aspetto, e quindi anche come inefficienza nella gestione dei processi, nel modo più capillare possibile.

    • Questo argomento è stato modificato 3 anni, 6 mesi fa da  Paolo Delazzaro.
    #2094

    Daniela Sanseverino
    Partecipante

    Trovo che la rotazione del personale proposta sia strumento di crescita professionale e di responsabilizzazione, quindi sono essenzialmente favorevole alla proposta del collega a patto che sia preceduta da un adeguato percorso di formazione specifico.

    #2103

    Rita Lanzalaco
    Partecipante

    La rotazione è una misura organizzativa strategica per assicurare una sana amministrazione tenuto conto che con la rotazione si realizzano due obiettivi su fronti differenti. Infatti se da un lato, con la rotazione, si minano situazioni di controllo dei procedimenti dall’altro si professionalizzano i dipendenti che sono chiamati a svolgere mansioni differenti, nell’ambito del profilo di appartenenza. Nell’ambito della esperienza concreta la rotazione è una innovazione “traumatica” e molto difficile da attuare. Bisogna pianificare tutte le fasi e molto spesso la resistenza dei dipendenti diventa difficile da superare specie nella ipotesi, delle amministrazioni locali, dove la vicinanza con gli organi politici, trasforma la riorganizzazione e quindi la rotazione in una scelta della politica. Avere reso obbligatoria la rotazione sicuramente, nelle predette organizzazioni, aiuta ad assicurare una buona amministrazione.

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