Questo argomento contiene 10 risposte, ha 9 partecipanti, ed è stato aggiornato da  Elisa Zamboi 1 anno, 6 mesi fa.

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  • #2609

    Elisa Zamboi
    Partecipante

    PROBLEMA
    Nell’agire pubblico, il cittadino-funzionario dimentica spesso la prima parte del suo essere, quella che lo vede, appunto, cittadino e dunque “appartenente allo Stato comunità”. Si finisce con lo svilire il ruolo che si riveste, che è di servizio verso se stessi e gli altri (dai più prossimi parenti ai più lontani sconosciuti). Spesso si dimentica che comune è anche nostro, è anche delle persone a cui vogliamo bene. Ciò è vero anche quando ci occupiamo di compiere l’azione più banale del nostro impiego pubblico, poiché certamente essa si incastra in un più ampio quadro di necessità comune.
    DESTINATARI DIRETTI: dipendenti pubblici, cittadini
    DESTINATARI INDIRETTI: operatori economici.
    OBIETTIVO 1: promuovere la cultura dell’interesse comune e della solidarietà nell’intera collettività;
    OBIETTIVO 2: rendere edotti gli addetti ai lavori circa l’importanza del proprio operato all’interno della macchina amministrativa;
    AZIONE 1: la creazione di una coscienza comune, fatta di valori etici comuni, passa attraverso l’educazione. Quest’ultima ci viene, senza dubbio, dalla famiglia che ci inculca, in maniera “casalinga”, i rudimenti del nostro essere in comunità, ma in primis e soprattutto in modo ricercato e “studiato”, dall’istituzione scolastica. Prevedere nell’insegnamento un filo conduttore sull’idea di comunità che passi dalla filosofia, alla storia (ad esempio aumentando le ore dedicate allo studio della storia contemporanea), all’educazione civica e che “silenziosamente” formi le menti di chi sarà sicuramente cittadino ed in qualche caso anche funzionario pubblico.
    AZIONE 2: incentivare l’agire efficiente del dipendente pubblico prevedendo premialità per chi eccelle nel proprio lavoro garantendo prestazioni elevate in tempi adeguati, evitando gli sprechi di tempo che si tramutano in maggior oneri per la finanza pubblica (vedasi l’abuso del lavoro straordinario).
    Sulla base di indicatori comuni, ogni pubblica amministrazione potrebbe prevedere settori e tabelle di punteggi premiali che siano il più oggettivi possibile, chiaramente prevedendo anche un controllo più stringente sulla concessione di tali premialità, affinchè non diventino semplicemente il modo per arrotondare lo stipendio.
    Allo stesso modo si potrebbero prevedere avanzamenti di carriera legati al merito e non all’età anagrafica o a vincoli di permanenza in un incarico.
    AZIONE 3: creare un sistema di recensioni per i servizi pubblici. Una sorta di tripadvisor della pubblica amministrazione attraverso cui: i cittadini possano condividere le proprie esperienze con la PA (per i settori della PA più esposti al pubblico), si possa monitorare il gradimento dell’azione amministrativa, i dipendenti pubblici possano sentirsi gratificati da chi usufruisce dei servizi resi.
    AZIONE 4: garantire un costante aggiornamento ai dipendenti pubblici che passi dal confronto e dalla condivisione di esperienze e di casi pratici. Per questo si potrebbe prevedere la creazione di una piattaforma di condivisione dei funzionari che metta assieme gli addetti ai lavori di tutta Italia (ad esempio nel settore contratti pubblici), magari con la possibilità di interessare anche esperti di ANAC, prevedendo anche la possibilità di interagire in maniera spedita, concreta e meno formale in un forum online.

    #2615

    Elena Merlatti
    Partecipante

    rispetto al punto 4, in effetti concordo sul fatto che manchi una piattaforma di condivisione fra gli addetti ai lavori. In passato ho lavorato in altri settori comunali e ricordo che ad esempio per i servizi demografici ci sono associazioni nazionali che, attraverso tesseramento, mettono a disposizione per gli addetti ai lavori interpretazioni, modulistiche, eventi formativi..ecc…

    #2627

    Loredana Donzella
    Partecipante

    Condivido quanto espresso, è necessario avere consapevolezza ed orgoglio del proprio ruolo per poter al meglio operare. Solo se si ha la cognizione di poter fare la differenza, si può far si che il nostro “pezzettino” componga un quadro di servizi pubblici efficienti ed adeguati.
    Il riconoscimento del merito unitamente alla condanna, soprattutto sociale più che disciplinare, degli atteggiamenti scorretti è elemento fondamentale in un percorso motivante che appassioni il dipendente e lo invogli a fare sempre meglio e che aiuti il cittadino a vedere nella PA un alleato e non un nemico.

    #2635

    Davide Rosso
    Partecipante

    In merito all’azione 3 posso portare l’esperienza dell’ente presso cui lavoro: abbiamo un sistema di questionari anonimi che annualmente consente di valutare la soddisfazione degli utenti per i diversi servizi forniti dall’Ateneo.
    La funzione appalti è costantemente al fondo della classifica di gradimento, spesso considerata eccessivamente ed inutilmente burocratica da un’utenza che desidererebbe acquisti rapidi senza troppi vincoli dettati da rotazione, concorrenza, ecc.
    Non potendo soddisfare tali aspirazioni, il mio ufficio ha deciso di iniziare una attività di maggior dialogo con gli utenti, cercando di motivare maggiormente le ragioni di una richiesta o la scelta di una procedura competitiva al posto di un affidamento diretto. Col tempo e la condivisione del nostro punto di vista contiamo di risalire qualche posizione..

    Per quanto riguarda invece l’incentivazione dell’efficienza tramite premialità (azione 2), pur condividendo il principio (se chi lavora più e meglio del collega ottiene lo stesso compenso sarà incentivato ad allinearsi verso il basso..) segnalo alcuni aspetti problematici:
    – non sempre le attività amministrative sono confrontabili sulla base di parametri oggettivi e misurabili. Anche la stessa attività svolta da due persone diverse potrebbe dare problemi di misurazione. Se per esempio volessi provare a valutare chi tra A e B è più efficiente negli acquisti, potrei utilizzare il parametro del numero di buoni d’ordine gestiti mensilmente. Tuttavia B potrebbe aver un valore doppio rispetto al collega poiché A si è occupato di procedure più complesse che richiedono maggio tempo e competenza (procedure su piattaforme telematiche, richieste di garanzie, verifiche requisiti, ecc). Perciò dovrei introdurre un parametro che tenga conto del valore medio degli ordini ed eventualmente del numero di contenziosi e così via. Il tutto per individuare un algoritmo che “oggettivamente” arrivi a definire chi premiare.
    – se le risorse per gli incentivi sono di modico valore, non ha senso investire risorse nella ricerca dell’algoritmo perfetto, perciò ci si affida alla valutazione del Responsabile del Team, il quale per quieto vivere attribuirà punteggi simili a tutti con equa divisione dei premi (l’effetto arrotondamento dello stipendio descritto).
    Perciò anche in questo ambito andrebbero sperimentate nuove strade per innovare la pubblica amministrazione provando a pensare a incentivi non necessariamente solo economici.

    • Questa risposta è stata modificata 1 anno, 9 mesi fa da  Davide Rosso.
    #2645

    Rosangela Villella
    Partecipante

    L’idea da cui parte il tuo piano, quella cioè dell’appartenenza di ciascun dipendente pubblico alla medesima comunità di cui è a servizio, di per sé è di grande semplicità ma racchiude una verità che fa riflettere.
    Nel nostro agire quotidiano al lavoro stiamo soddisfacendo le esigenze ed i bisogni non solo dei cittadini che stanno fuori dal “palazzo” ma anche nostri. Il buon funzionamento dei servizi (scuole, trasporti….) portano benefici anche a noi così come i comportamenti lesivi dei diritti e le condotte di maladministration ci danneggiano.
    Basterebbe interiorizzare questa consapevolezza per operare nel rispetto dei principi di buona amministrazione e legalità, null’altro.
    Condivido ed ho sviluppato anch’io l’idea della necessità di un percorso di educazione alla cittadinanza nelle scuole perché credo che spargere buone idee nelle giovani generazioni possa portare frutti a lungo termine nei cittadini di domani.
    Mi piace molto la tua proposta di creare una sorta di Trip Advisor della PA come vetrina delle buone pratiche e sono d’accordo con la necessità di gratificare con equità chi si impegna nel proprio lavoro con benefici a favore dell’intera collettività.
    Gli incentivi conferiscono entusiasmo e innescano processi di reiterazione delle buone pratiche nonchè miglioramenti.

    #2659

    Elisa Zamboi
    Partecipante

    grazie delle vostre risposte. I tuoi dubbi Davide (mi permetto di darti del tu) sono anche i miei in realtà, proprio perchè spesso la PA lavora senza l’obiettivo di un prodotto concreto, tangibile. Però credo anche che si possa arrivare a stilare alcuni parametri, e ciò solo sentendo i pareri degli addetti ai lavori che hanno più contezza del valore delle azioni da valutare e degli eventuali punti critici nella valutazione.

    #2661

    Roberta Salerno
    Partecipante

    Condivido l’importanza degli obiettivi indicati e, devo ammettere, più volte al giorno penso che se ciascun dipendente pubblico fosse davvero consapevole dell’importanza del proprio lavoro nella gestione di un bene che è di tutti, tanto potrebbe migliorare già moltissimo l’operatività della pubblica amministrazione.
    Con riferimento all’azione n. 4 ritengo una piattaforma sarebbe utilissima.
    Pochi mesi dopo il mio ingresso in ASL TO4 (poco più di un anno fa) ho deciso di associarmi all’A.P.E. che, sebbene non abbia ideato piattaforma telematica, cerca (con un’attività del Presidente davvero intensa) di organizzare incontri formativi abbastanza frequenti su tematiche relative ai contratti pubblici. Credo siano iniziative molto interessanti che andrebbero coltivate ed estese; una volta consolidato il contatto “di persona” potrebbe avere un’ottima riuscita anche quello virtuale/telematico.

    #2671

    Giuseppe Silvestro
    Partecipante

    Molto interessante l’accento posto sull’incentivazione. A mio parere aumentare la qualità del risultato prodotto stimolando il lavoratore dipendente pubblico a migliorarsi continuamente.

    #2676

    Domenico Calabrese
    Partecipante

    Quanto rappresentato apre alla disamina di un ulteriore vasto tema che è quello della capacità di gestione delle risorse umane da parte di un’organizzazione. Tema articolato soprattutto se rapportato alla maggiore/minore complessità di ogni organizzazione.

    #2690

    Paola Novara
    Partecipante

    Analisi approfondita e curata. Mi piace molto l’AZIONE 3. Significa metterci la faccia ed avere la volontà di crescere e di migliorarsi. Tendenziamente ha più senso una valutazione di servizi esterni per sondare la “customer satisfaction” dei cittadini e correggere il tiro se necessario, ma anche i servizi rivolti all’interno, quale gli appalti, hanno utenti a cui rendere conto ed un questionario di gradimento è da considerare una opportunità che consente di conoscere i propri punti deboli e lavorare su di essi.

    #2721

    Elisa Zamboi
    Partecipante

    VERSIONE FINALE (Progetto rivisto sulla base dei commenti nel forum – modificate azioni 2,3 e 4)
    PROBLEMA
    Nell’agire pubblico, il cittadino-funzionario dimentica spesso la prima parte del suo essere, quella che lo vede, appunto, cittadino e dunque “appartenente allo Stato comunità”. Si finisce con lo svilire il ruolo che si riveste, che è di servizio verso se stessi e gli altri (dai più prossimi parenti ai più lontani sconosciuti). Spesso si dimentica che comune è anche nostro, è anche delle persone a cui vogliamo bene. Ciò è vero anche quando ci occupiamo di compiere l’azione più banale del nostro impiego pubblico, poiché certamente essa si incastra in un più ampio quadro di necessità comune.
    DESTINATARI DIRETTI: dipendenti pubblici, cittadini
    DESTINATARI INDIRETTI: operatori economici.
    OBIETTIVO 1: promuovere la cultura dell’interesse comune e della solidarietà nell’intera collettività;
    OBIETTIVO 2: rendere edotti gli addetti ai lavori circa l’importanza del proprio operato all’interno della macchina amministrativa;
    AZIONE 1: la creazione di una coscienza comune, fatta di valori etici comuni, passa attraverso l’educazione. Quest’ultima ci viene, senza dubbio, dalla famiglia che ci inculca, in maniera “casalinga”, i rudimenti del nostro essere in comunità, ma in primis e soprattutto in modo ricercato e “studiato”, dall’istituzione scolastica. Prevedere nell’insegnamento un filo conduttore sull’idea di comunità che passi dalla filosofia, alla storia (ad esempio aumentando le ore dedicate allo studio della storia contemporanea), all’educazione civica e che “silenziosamente” formi le menti di chi sarà sicuramente cittadino ed in qualche caso anche funzionario pubblico.
    AZIONE 2: incentivare l’agire efficiente del dipendente pubblico prevedendo premialità per chi eccelle nel proprio lavoro garantendo prestazioni elevate in tempi adeguati, evitando gli sprechi di tempo che si tramutano in maggior oneri per la finanza pubblica (vedasi l’abuso del lavoro straordinario).
    Sulla base di indicatori comuni, ogni pubblica amministrazione potrebbe prevedere settori e tabelle di punteggi premiali che siano il più oggettivi possibile, chiaramente prevedendo anche un controllo più stringente sulla concessione di tali premialità, affinchè non diventino semplicemente il modo per arrotondare lo stipendio. Chiaramente non sempre le attività amministrative sono confrontabili sulla base di parametri oggettivi e misurabili (per cui spesso si ovvia affidando ad un responsabile la valuatazione dei dipendenti che, “per quieto vivere”, vengono valutati allo stesso modo). Per evitare questo si potrebbe stilare una lista di parametri sentendo i pareri degli addetti ai lavori che hanno più contezza del valore delle azioni da valutare e degli eventuali punti critici nella valutazione.
    Allo stesso modo si potrebbero prevedere avanzamenti di carriera legati al merito e non all’età anagrafica o a vincoli di permanenza in un incarico.
    AZIONE 3: creare un sistema di recensioni per i servizi pubblici. Una sorta di tripadvisor della pubblica amministrazione attraverso cui: i cittadini possano condividere le proprie esperienze con la PA (per i settori della PA più esposti al pubblico), si possa monitorare il gradimento dell’azione amministrativa, i dipendenti pubblici possano sentirsi gratificati da chi usufruisce dei servizi resi. Tendenziamente ha più senso una valutazione di servizi esterni per sondare la “customer satisfaction” dei cittadini e correggere il tiro se necessario, ma anche i servizi rivolti all’interno hanno utenti a cui rendere conto ed un questionario di gradimento (rivolto a chi si occupa dell’esecuzione contrattuale) è da considerare una opportunità che consente di rendere più efficiente l’apparato pubblico. In alcune amministrazioni è già presente un sistema di questionari anonimi che annualmente consente di valutare la soddisfazione degli utenti per i diversi servizi forniti (es. università) e dai quali emerge che la funzione appalti è costantemente al fondo della classifica di gradimento, spesso considerata eccessivamente ed inutilmente burocratica.
    AZIONE 4: garantire un costante aggiornamento ai dipendenti pubblici che passi dal confronto e dalla condivisione di esperienze e di casi pratici. Per questo si potrebbe prevedere la creazione di una piattaforma di condivisione dei funzionari che metta assieme gli addetti ai lavori di tutta Italia (ad esempio nel settore contratti pubblici), magari con la possibilità di interessare anche esperti di ANAC, prevedendo anche la possibilità di interagire in maniera spedita, concreta e meno formale in un forum online. Alcune esperienze in tal senso mi sono state condivise nel forum.

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