HOME Forum Proposta di un piano anticorruzione (creativo e partecipato) SETTIMO ANNO Titolo: “La correttezza: l'ordinarietà dà risultati straordinari”

Questo argomento contiene 10 risposte, ha 8 partecipanti, ed è stato aggiornato da  Loredana Donzella 1 anno, 6 mesi fa.

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  • #2622

    Loredana Donzella
    Partecipante

    PROBLEMA:
    I dati dimostrano che gli italiani percepiscono la corruzione come fenomeno di ampia diffusione che coinvolge una realtà più vasta di quella effettivamente interessata. Se ciò genera, ad una prima superficiale osservazione, una sorta di sollievo in realtà una analisi più attenta rivela la gravità di tale percezione che conduce il cittadino a legittimare la “Maladministration” che viene così intesa come l’ordinarietà, a cui il cittadino non può sottrarsi perché “così fan tutti” e “c’è la vie”.
    L’incapacità di percepire la cattiva amministrazione come comportamento da fortemente condannare (più che come realtà immutabile da accettare) risulta l’ostacolo principale ad una sua efficiente lotta e prevenzione. La convinzione che non esista una “ordinarietà di correttezza” diventa così gioco-forza della corruzione (“La più grande astuzia del diavolo è farci credere che non esiste” C. P. Baudelaire).
    Diventa pertanto fondamentale avvicinare il cittadino ed aiutarlo ad un “cambio di mentalità” che trasformi l’equazione “cosa pubblica=cosa di nessuno” a “cosa pubblica = cosa di tutti = cosa anche mia”.
    Risulta interessante osservare come un ulteriore ostacolo alla prevenzione della corruzione sia la mancata disponibilità da parte del cittadino della conoscenza della normativa e delle informazioni relative ai corretti iter procedimentali inerenti le diverse istanze presentate e, in generale, della gestione della “cosa pubblica”: tutto ciò oltre a privarlo della consapevolezza della violazione dei propri diritti, lo spoglia del potere di agire in propria difesa in base ai rimedi, peraltro, normativamente previsti.

    Destinatari diretti: cittadini, attività produttive, relativi professionisti incaricati
    Destinatari indiretti: dipendenti pubblici, politici, scuole

    Obiettivo 1: favorire i rapporti PA/Cittadini ed avvicinare i cittadini alle istituzioni, ispirando loro una maggior fiducia nelle stesse, ed ai valori costituzionali (buon andamento e imparzialità dell’amministrazione) alla base della nostra Repubblica. Rendere i cittadini più “esperti della cosa pubblica”, capaci così, non solo di esercitare, mediante un accresciuto impegno civico, un maggior controllo sociale, ma di accompagnare le Amministrazioni Pubbliche lungo il percorso dell’efficienza amministrativa.
    In particolare, trasformare la percezione dei cittadini rispetto alle Amministrazioni Provinciali, viste troppo spesso come realtà “autoritarie” e “poco utili” in enti “autorevoli” e “strategici a supporto della Comunità”.

    Azione 1: aumentare la presenza nella vita dei cittadini attraverso una maggiore diffusione delle informazioni non solo strettamente legate alla vita istituzionale degli Enti (es. nomine/designazioni, convocazione consigli ecc..) ma anche dei loro servizi (es. interruzione strade, chiusure scuole superiori ecc…), anche mediante l’uso di social network (la Provincia di Asti dispone, oltre al sito istituzionale, anche di una pagina Facebook e di un canale Istagram), app specifiche (la Provincia di Asti utilizza l’app Municipium che informa mediante notifiche sul cellulare) e servizi di messaggistica massiva (nell’Amministrazione Provinciale di Asti, esiste un servizio sms massivo, ad oggi limitato ai soli Comuni, di cui potrebbe essere utile avvalersi per le comunicazioni ai cittadini richiedenti) . Tali strumenti dovrebbero essere maggiormente pubblicizzati (spesso infatti i cittadini non ne beneficiano perché ne ignorano l’esistenza) e dovrebbero essere gestiti da personale opportunamente formato, non solo da un punto di vista prettamente tecnico, ma soprattutto mediatico, che abbia acquisito le competenze sufficienti per garantire al cittadino una comunicazione chiara, tempestiva, puntuale e continua.
    Tempistica:
    > Attivazioni ulteriori strumenti/pubblicizzazione degli strumenti già attivi e formazione per le skills mediatiche necessarie → 2-3 mesi
    > Gestione del servizio ed aggiornamento formativo → continuo

    Azione 2: preparare i cittadini attraverso una campagna informativa “a pillole”, anche in collaborazione con le scuole superiori, per rendere i cittadini maggiormente esperti della “cosa pubblica”.
    La collaborazione con le scuole superiori e gli altri enti pubblici consentirebbe l’utilizzo di parte dello stage svolto dagli alunni delle scuole superiori presso le PA per la realizzazione di video, di pochi minuti, in grado di presentare con un linguaggio semplice ed accattivante i diversi servizi degli Enti (“chi fa/che cosa”). Il coinvolgimento dei ragazzi potrebbe generare una maggiore diffusione delle “pillole di amministrazione” mediante una condivisione a cascata sui diversi profili di genitori/compagni/amici ed il relativo “passa-parola”. L’iniziativa, debitamente pubblicizzata, attraverso canali dell’Ente (sito istituzionale, social network), scuole e mass media locali, potrebbe essere accompagnata da un bando per premiare le migliori “pillole”, finanziato anche con risorse private, capace di maggiormente incentivare la partecipazione e l’interesse pubblico.
    Tempistica:
    > Attivazione stage e bando → 6/9 mesi (da riproporre annualmente)

    Azione 3: aderire e pubblicizzare, nei siti istituzionali degli Enti e nei rispettivi social network, le iniziative, regionali e nazionali orientate ad una maggiore condivisione dei “buoni” valori, di natura pubblica (come la rete costituita dai Comuni Virtuosi) ma anche di natura non pubblica come ad esempio il movimento dei Signori Rossi (www.signorirossi.it) che rimangono ancora realtà poco conosciute ai più e viste come limitate unicamente a poche singole iniziative.
    Tempistica:
    > Adesione alla rete “Comuni Virtuosi” → 1/2 mesi
    > Condivisione e pubblicizzazione delle realtà già attive → 1-2 mesi

    Obiettivo 2: Aumentare l’efficienza, e quindi la sua conseguente percezione, nell’ambito del rilascio di autorizzazioni/concessioni, attività rilevata ad elevato rischio di corruzione nei diversi piani nazionali e, più in particolare, nel vigente Piano Triennale per la Prevenzione della corruzione e della trasparenza adottato dalla Provincia di Asti.
    In particolare, l’attività oggetto di autorizzazione o concessione viene percepita come la “più vicina” al cittadino, nell’accezione più ampia del termine che include, oltre al singolo individuo, anche le attività produttive, che sono forse le più interessate dall’ottenimento di autorizzazioni/nulla osta/concessioni per lo svolgimento delle loro attività di riferimento.
    La normativa nazionale (DPR 160/2010) ha previsto, per agevolare le realtà imprenditoriali, l’istituzione dello Sportello Unico delle Attività Produttive (SUAP), ufficio che, diventando unico punto di accesso per tutte le pratiche (di qualsivoglia natura, dalle autorizzazioni edilizie a quelle commerciali) relative alle attività produttive dovrebbe, anche grazie all’obbligo dell’uso della telematica, condurre ad una maggiore efficienze e semplificazione amministrativa. Spesso purtroppo tale ufficio si trasforma in semplice “passa-carte” che invece di semplificare le procedure aggiunge solo un ulteriore passaggio all’iter procedimentale o talvolta, coincidendo con l’ufficio autorizzante, “eredita” le stesse inefficienze.

    Azione 1: costituire, come previsto dalla vigente normativa, uffici comuni per l’attività di SUAP in grado di disporre di maggiori professionalità e di, grazie alla terzietà dell’ufficio, garantire all’attività produttiva imparzialità e rispetto dei termini procedimentali (la cui mancanza è il principale sintomo di maladministration).
    In tal senso, la Provincia di Asti, quale funzione di supporto ai Comuni (spesso microenti con soli 1-2 dipendenti a scavalco con altri comuni limitrofi), ha, dal 2019, costituito (mediante convenzione art. 30 TUEL) un ufficio comune, lo Sportello Unico di Area Vasta (SUAV), in grado di supportare gli Enti ed i privati, mettendo a disposizione, dei, oggi 38, Comuni aderenti le risorse umane e professionali necessarie per la gestione dello Sportello Unico Attività Produttive.
    La nascita del SUAV ha portato alla sottoscrizione, a marzo 2022, di un accordo tra la Regione Piemonte, la Provincia di Asti, l’ANCI e l’UPI Piemonte per la sperimentazione di strumenti finalizzati al rafforzamento della capacità amministrativa degli Sportelli Unici per le Attività Produttive, identificando l’iniziativa quale buona pratica capace di costituire un modello di sistema regionale.
    Risulta ad oggi, però, poco evidenziato il ruolo strategico di tale strumento nell’ambito della prevenzione di fenomeni di corruzione e di cattiva amministrazione, in quanto, se ben strutturato ed organizzato, risulta capace di fornire, grazie al competente personale assegnato, risposte rapide agli istanti ed ai Comuni e ridurre i tempi amministrativi, favorendo un atteggiamento imparziale nei confronti degli istanti. Inoltre grazie alla sua natura di terzietà, lo sportello consente di attivare gli istituti, a tutela dell’istante, normativamente previsti (ai sensi della L. 241/90 e smi e dalle specifiche normative di settore) quali ad esempio l’accesso documentale, l’adozione del silenzio-assenso, il potere sostitutivo, le comunicazioni dei motivi ostativi all’accoglimento delle istanze. Tali istituti risultano ad oggi ancora sconosciuti o comunque poco noti dagli istanti o dai relativi professionisti incaricati.
    La gestione associata consente di, mediante solleciti opportuni a ridosso delle scadenze e richiami al potere sostitutivo (art. 2 del L. 241/90) ed alle connesse conseguenze disciplinari, nonché, in ultimo, al silenzio-assenso, di giungere al rilascio dei relativi provvedimenti autorizzativi nel rispetto dei tempi normativamente previsti.
    Un ufficio terzo inoltre incoraggia gli istanti ed i relativi professionisti a lamentare inefficienze senza timori di “ritorsioni” sulle pratiche in corso o future, consentendo di analizzarne le cause e di attivare le più opportune misure correttive, anche tramite il coinvolgimento degli organi di vertice degli enti interessati dagli uffici inadempienti (il SUAV acquisisce così anche il ruolo indiretto di “monitoraggio” e garante sui vari procedimenti amministrativi).
    Tempistica:
    > Costituzione e funzionamento uffici comuni → 4/5 mesi (per l’attivazione)
    > Gestione del servizio ed aggiornamento formativo → continuo

    Azione 2: formare il personale dipendente e costituire rete fra i diversi Sportelli presenti sul territorio ed il settore regionale di competenza.
    In tal senso il SUAV partecipa e diffonde le iniziative per la formazione del personale (quali ad es. il ciclo formativo, organizzato, mediante webinar, dalla Regione Piemonte in collaborazione con FormezPA periodo 2021/2022) e prevede, come da convenzione istitutiva, un Comitato Tecnico con funzioni consultive e propositive composto dai referenti tecnici degli Enti aderenti.
    Tempistica:
    > Creazione di reti e comitati tecnici → 2/3 mesi
    > Aggiornamento formativo → continuo

    Azione 3: aumentare le tutele a favore degli istanti, mediante la maggior conoscenza dei diversi iter procedimentali e dei rimedi normativamente previsti e, mediante l’adozione di linee guida operative standard e comuni, fra gli enti, orientate alla semplificazione amministrativa.
    Oltre all’iniziativa già citata prima dell’Amministrazione in pillole, pubblicizzare, non solo mediante il sito istituzionale ed i social network ma anche affiggendo, nei diversi uffici aperti al pubblico (soprattutto nelle sala d’attesa), manifesti illustranti, mediante uso di un linguaggio chiaro e semplice e di schemi ed immagini, gli obblighi dell’Ente ed i diritti dell’istante (es. comunicazione avvio del procedimento art. 7 e 8 della L. 241/90, potere sostitutivo, rimedi amministrativi oltre a quelli giurisdizionali ecc..)
    Prevedere specifici momenti formativi per professionisti e titolari delle attività produttive con lo scopo di spiegare “cosa e come fare per” e “che cosa fare se non”, così da aumentare la diffusione delle buone pratiche e, a cascata, trasferire le competenze (e le conoscenze sugli strumenti di tutela), in modo generalizzato, anche tramite il passa-parola, ai singoli cittadini.
    Tempistica:
    > Realizzazione materiale e distribuzione dello stesso → 2/3 mesi
    > Formazione specifica → 3-6 mesi (riproporre con cadenza almeno biennale)

    Azione 3: translare le competenze e buone pratiche anche ad altri ambiti relativi al rilascio di autorizzazioni/concessioni costituendo uffici dedicati al cittadino che siano in grado di instradarlo ed accompagnarlo nel corretto iter procedimentale, nonché di supportarlo in caso di cattiva gestione delle rispettive pratiche.
    Tempistica:
    > strategie sul lungo periodo

    #2643

    Rosangela Villella
    Partecipante

    Il tuo piano, ben articolato e ricco di spunti interessanti, si contraddistingue dagli altri per l’indirizzarsi ai destinatari e fruitori dell’azione pubblica (siano essi cittadini od operatori economici) anzicchè agli attori protagonisti (pubblici dipendenti).
    Cambia il punto di vista da cui si affronta il medesimo problema: il rischio corruttivo.
    Il tuo intento è di potenziare la conoscenza dei processi amministrativi nei non addetti ai lavori in modo tale da dotarli di strumenti in grado di riconoscere e smascherare i casi di maladministration, eventualmente celati negli adempimenti burocratici che li riguardano, e di renderli consapevoli di avere a disposizione strumenti efficaci per far valere i propri diritti.
    Il tema conduttore è la TRASPARENZA, uno dei più formidabili antidoti per contrastare la corruzione e l’illegalità: trasparenza in senso lato per il primo obiettivo e trasparenza in un campo d’azione specifico come il SUAV, tua area di competenza.
    Gli efficaci metodi e strumenti che suggerisci possono essere ugualmente applicabili, con gli opportuni adattamenti, anche per altri settori dell’attività pubblica (appalti, concessioni di contributi…).
    “Anticorruzione” e “Trasparenza” sono concetti strettamente correlati. L’uno implica avversione alle pratiche di violazione dei doveri collegati alle funzioni pubbliche con pregiudizio degli interessi generali, l’altro denota chiarezza, pubblicità dell’agire della P.A.
    L’obiettivo del tuo progetto coincide con l’ambizioso disegno cui ogni politica anticorruzione tende: rendere l’Amministrazione una “casa di vetro”.
    Aggiungerei a completamento del processo di trasparenza suggerito , un impegno da parte dei dipendenti a prestare attenzione massima all’aspetto formale degli atti soprattutto in relazione a quanto dispone l’art. 3 della L. n.241/1990 che
    esige che ogni provvedimento della P.A. indichi “presupposti di fatto e le ragioni giuridiche che hanno
    determinato la decisione dell’amministrazione, in relazione alle risultanza dell’istruttoria”.
    Al fine della massima trasparenza è necessario che le premesse di fatto degli atti e l’illustrazione delle
    ragioni giuridiche – specie in quelli aventi riflessi economici come quelli inerenti l’ambito di attività del SUAV – siano completi al fine di rendere conoscibile il percorso seguito dalla P.A. L’esposizione dovrebbe essere quanto più possibile chiara, non ambigua, perchè è noto che un testo involuto, prolisso e non chiaro contribuisce a tentativi di corruzione.

    #2651

    Davide Rosso
    Partecipante

    Considerando che non ho le competenze necessarie per esprimermi sul secondo obiettivo, mi limiterò a qualche considerazione sul primo: rendere i cittadini più “esperti della cosa pubblica”.
    Premesso che condivido pienamente l’aspirazione ad un cambio di mentalità nel cittadino, ritengo che delle tre azioni proposte la 1 e la 3 potrebbero trovare rapida attuazione, soprattutto la prima, più orientata a rendere edotti gli utenti circa i servizi offerti e i rimedi.
    Credo che sarà più difficile trovare consensi (e disponibilità ad investire) sulla numero 2. Se a parole ogni forza politica si dichiarerebbe a favore di una crescita della consapevolezza e senso civico dei cittadini, nei fatti temo che sorgerebbero parecchi intoppi (risorse limitate da destinare ad interventi più urgenti) poiché la crescita del senso civico si accompagna inevitabilmente a quella (meno gradita) del senso critico.
    Ricordiamo che nel nostro Paese l’educazione civica non è più materia di studio nelle scuole..

    #2653

    Davide Rosso
    Partecipante

    Mi correggo! Da settembre 2020 l’educazione civica è tornata tra le materie scolastiche!

    #2657

    Loredana Donzella
    Partecipante

    Grazie per i Vs spunti di riflessione, condivido l’opinione circa le difficoltà nel fornire, o meglio nel voler fornire, da parte della PA, strumenti concreti di controllo ed azione sul proprio operato al cittadino, che reso edotto, risulta più “pericoloso” e più pronto ad evidenziare le eventuali inefficienze dell’Ente. Penso però che gli ostacoli principali saranno paventati, più che dalla parte politica (anche se forse solo per fini propagandistici), dalla parte amministrativa, su cui grava la maggior parte di responsabilità.
    Inoltre è opportuno considerare che l’inefficienza degli uffici, a volte, deriva da mancanze di risorse disponibili (umane e non solo) o da problemi strutturali/interpretazioni normative di difficile risoluzione, situazioni più difficili da far comprendere al cittadino, specie se arrabbiato.
    E, per tale motivo che reputo fondamentale un radicale cambio di mentalità: il miglioramento passa necessariamente dal passaggio da una logica competitiva ad una collaborativa e quindi necessario prendere la distanza da logiche “I win – you lose” e passare a logiche “I win – you win”.
    Magari anche la parte organizzativa, a fronte di un maggior e miglior coinvolgimento del cittadino, che potrebbe costituire una riduzione del carico di lavoro (riducendo ad es. la necessità di fornire chiarimenti generici all’utenza), sarebbe più incline ad attivarsi per una maggior diffusione delle conoscenze.
    Spesso si è poco disponibili a trovare soluzioni condivise per la risoluzione delle problematiche, che necessitano di più innovazione e coraggio rispetto al più comodo “si è sempre fatto così”.

    #2658

    Elisa Zamboi
    Partecipante

    anch’io non posso esprimermi sul secondo punto, ma quanto detto al primo punto in merito alla conoscenza, al sapere che può guarire, trovo sia giustissimo. Proprio per capire lo stato dell’arte ho chiesto ad un pò di ragazzi che conosco se educazione civica fosse oggetto di insegnamento (confermo dal 2020). Tutti mi hanno risposto di sì, ma è trattata come una materia di ultim’ordine. Questo non può essere tollerato perché i principi vanno insegnati, appunto, al principio, al più in età adulta vanno consolidati e le azioni che hai proposto in tal senso mi sembrano tutte molto interessanti, soprattutto la numero uno.

    #2662

    Roberta Salerno
    Partecipante

    Ottimi spunti di riflessione. Provenendo da un’azienda sanitaria forse non ho gli strumenti per comprendere al meglio gli aspetti connessi all’obiettivo n. 2.
    Mi chiedo se non possa avere un senso (per raggiungere gli obiettivi indicati) incentivare la collaborazione dei cittadini attraverso il coinvolgimento degli enti del terzo settore. Servendosi degli strumenti offerti dagli artt. 55 e ss del Codice del Terzo settore si possono sottoscrivere convenzioni, avviare procedimenti di coprogrammazione o coprogettazione… Sono strumenti che, adattati alle varie realtà, possono dare supporto alla gestione della cosa comune (anche attraverso attività di volontari) e al contempo creare un circolo virtuoso di controllo (da parte degli enti del terzo settore) ed educazione. Gli enti del terzo settore possono aiutare nella risoluzione di problemi pratici per cui magari non vi siano fondi e sia anche importante coltivare aspetti solidali, farsi portavoce degli interessi dei cittadini, comprendere i problemi delle amministrazioni e creare così un circolo virtuoso (magari con attività che coinvolgano anche i più piccini, per una buona educazione sin da piccoli).

    #2670

    Giuseppe Silvestro
    Partecipante

    Ritengo ottimi spunti di riflessione. Con riferimento all’obiettivo 1, sicuramente auspicabile sarebbe il maggior coinvolgimento del cittadino nella cosa pubblica: ciò favorirebbe un maggior controllo e verifica delle attività svolte, magari riducendo l’insorgere di fenomeni corruttivi.

    #2677

    Domenico Calabrese
    Partecipante

    In merito alla disamina proposta è pienamente condivisibile il fatto che gli attori in gioco, il cittadino e la pubblica amministrazione devono avere un rapporto aperto di condivisione, farei quasi un raffronto con il concetto di economia circolare. In tal senso concordo sull’adozione di un politica win-win.

    #2689

    Paola Novara
    Partecipante

    Condivido assolutamente. Avvicinare i cittadini alla PA è estremamente importante per far capire che essa è al servizio dei cittadini. A mio avviso occorre trasmettere un’immagine della “cosa pubblica” come affidabile, coerente, presente. La comunicazione deve entrare nelle case dei cittadini parlando il loro linguaggio. I siti devono essere curati, aggiornati, contenere, oltre ai dati istituzionali, anche altre informazioni espresse in modo semplice ed intuitivo. Nuovi canali devono essere attivati, anche per capire che cosa la gente sia aspetta dalla PA. Cittadini e pubblica amministrazione devono lavorare insieme verso un obiettivo comune.

    #2728

    Loredana Donzella
    Partecipante

    PIANO CREATIVO AGGIORNATO A SEGUITO DELLE OSSERVAZIONI/SUGGERIMENTI FORNITI:

    LA CORRETTEZZA: L’ORDINARITA’ DA’ RISULTATI STRAORDINARI”

    PROBLEMA:
    I dati dimostrano che gli italiani percepiscono la corruzione come fenomeno di ampia diffusione che coinvolge una realtà più vasta di quella effettivamente interessata. Se ciò genera, ad una prima superficiale osservazione, una sorta di sollievo in realtà una analisi più attenta rivela la gravità di tale percezione che conduce il cittadino a legittimare la “Maladministration” che viene così intesa come l’ordinarietà, a cui il cittadino non può sottrarsi perché “così fan tutti” e “c’è la vie”.
    L’incapacità di percepire la cattiva amministrazione come comportamento da fortemente condannare (più che come realtà immutabile da accettare) risulta l’ostacolo principale ad una sua efficiente lotta e prevenzione. La convinzione che non esista una “ordinarietà di correttezza” diventa così gioco-forza della corruzione (“La più grande astuzia del diavolo è farci credere che non esiste” C. P. Baudelaire).
    Diventa pertanto fondamentale avvicinare il cittadino ed aiutarlo ad un “cambio di mentalità” che trasformi l’equazione “cosa pubblica=cosa di nessuno” a “cosa pubblica = cosa di tutti = cosa anche mia”.
    Risulta interessante osservare come un ulteriore ostacolo alla prevenzione della corruzione sia la mancata disponibilità da parte del cittadino della conoscenza della normativa e delle informazioni relative ai corretti iter procedimentali inerenti le diverse istanze presentate e, in generale, della gestione della “cosa pubblica”: tutto ciò oltre a privarlo della consapevolezza della violazione dei propri diritti, lo spoglia del potere di agire in propria difesa in base ai rimedi, peraltro, normativamente previsti.

    Destinatari diretti: cittadini, attività produttive, relativi professionisti incaricati
    Destinatari indiretti: dipendenti pubblici, politici, scuole

    Obiettivo 1: favorire i rapporti PA/Cittadini ed avvicinare i cittadini alle istituzioni, ispirando loro una maggior fiducia nelle stesse, ed ai valori costituzionali (buon andamento e imparzialità dell’amministrazione) alla base della nostra Repubblica. Rendere i cittadini più “esperti della cosa pubblica”, capaci così, non solo di esercitare, mediante un accresciuto impegno civico, un maggior controllo sociale, ma di accompagnare le Amministrazioni Pubbliche lungo il percorso dell’efficienza amministrativa.
    In particolare, trasformare la percezione dei cittadini rispetto alle Amministrazioni Provinciali, viste troppo spesso come realtà “autoritarie” e “poco utili” in enti “autorevoli” e “strategici a supporto della Comunità”.

    AZIONE 1: aumentare la presenza nella vita dei cittadini attraverso una maggiore diffusione delle informazioni non solo strettamente legate alla vita istituzionale degli Enti (es. nomine/designazioni, convocazione consigli ecc..) ma anche dei loro servizi (es. interruzione strade, chiusure scuole superiori ecc…), anche mediante l’uso di social network (la Provincia di Asti dispone, oltre al sito istituzionale, anche di una pagina Facebook e di un canale Istagram), app specifiche (la Provincia di Asti utilizza l’app Municipium che informa mediante notifiche sul cellulare) e servizi di messaggistica massiva (nell’Amministrazione Provinciale di Asti, esiste un servizio sms massivo, ad oggi limitato ai soli Comuni, di cui potrebbe essere utile avvalersi per le comunicazioni ai cittadini richiedenti). Tali strumenti dovrebbero essere maggiormente pubblicizzati (spesso infatti i cittadini non ne beneficiano perché ne ignorano l’esistenza) e dovrebbero essere gestiti da personale opportunamente formato, non solo da un punto di vista prettamente tecnico, ma soprattutto mediatico, che abbia acquisito le competenze sufficienti per garantire al cittadino, in modo semplice ed intuitivo, una comunicazione chiara, tempestiva, puntuale e continua. Per aumentare la conoscenza degli strumenti messi a disposizione dalle PA ed il conseguente aumento del relativo bacino d’utenza, risulta strategico, anche mediante convenzioni, coinvolgere una molteplicità di soggetti, oltre alle PA, alle Associazioni di Categoria, utile appare altresì il coinvolgimento degli Enti del Terzo Settore, che risultano molto presenti e vicini ai singoli cittadini. Tali soggetti, opportunamente informati e coinvolti, potrebbero collaborare sin dalla fase di co-programmazione e co-progettazione, al fine di ottimizzare il percorso per il raggiungimento del predetto obiettivo.
    Tempistica:
    > Attivazioni ulteriori strumenti/pubblicizzazione degli strumenti già attivi e formazione per le skills mediatiche necessarie → 2-3 mesi
    > Gestione del servizio ed aggiornamento formativo → continuo

    AZIONE 2: preparare i cittadini attraverso una campagna informativa “a pillole”, anche in collaborazione con le scuole superiori, per rendere i cittadini maggiormente esperti della “cosa pubblica”.
    La collaborazione con le scuole superiori e gli altri enti pubblici consentirebbe l’utilizzo di parte dello stage svolto dagli alunni delle scuole superiori presso le PA per la realizzazione di video, di pochi minuti, in grado di presentare con un linguaggio semplice ed accattivante i diversi servizi degli Enti (“chi fa/che cosa”). Il coinvolgimento dei ragazzi potrebbe generare una maggiore diffusione delle “pillole di amministrazione” mediante una condivisione a cascata sui diversi profili di genitori/compagni/amici ed il relativo “passa-parola”. L’iniziativa, debitamente pubblicizzata, attraverso canali dell’Ente (sito istituzionale, social network), scuole e mass media locali, potrebbe essere accompagnata da un bando per premiare le migliori “pillole”, finanziato anche con risorse private, capace di maggiormente incentivare la partecipazione e l’interesse pubblico.
    Tempistica:
    > Attivazione stage e bando → 6/9 mesi (da riproporre annualmente)

    AZIONE 3: aderire e pubblicizzare, nei siti istituzionali degli Enti e nei rispettivi social network, le iniziative, regionali e nazionali orientate ad una maggiore condivisione dei “buoni” valori, di natura pubblica (come la rete costituita dai Comuni Virtuosi) ma anche di natura non pubblica come ad esempio il movimento dei Signori Rossi (www.signorirossi.it) che rimangono ancora realtà poco conosciute ai più e viste come limitate unicamente a poche singole iniziative.
    Tempistica:
    > Adesione alla rete “Comuni Virtuosi” → 1/2 mesi
    > Condivisione e pubblicizzazione delle realtà già attive → 1-2 mesi

    Obiettivo 2: Aumentare l’efficienza, e quindi la sua conseguente percezione, nell’ambito del rilascio di autorizzazioni/concessioni, attività rilevata ad elevato rischio di corruzione nei diversi piani nazionali e, più in particolare, nel vigente Piano Triennale per la Prevenzione della corruzione e della trasparenza adottato dalla Provincia di Asti.
    In particolare, l’attività oggetto di autorizzazione o concessione viene percepita come la “più vicina” al cittadino, nell’accezione più ampia del termine che include, oltre al singolo individuo, anche le attività produttive, che sono forse le più interessate dall’ottenimento di autorizzazioni/nulla osta/concessioni per lo svolgimento delle loro attività di riferimento.
    La normativa nazionale (DPR 160/2010) ha previsto, per agevolare le realtà imprenditoriali, l’istituzione dello Sportello Unico delle Attività Produttive (SUAP), ufficio che, diventando unico punto di accesso per tutte le pratiche (di qualsivoglia natura, dalle autorizzazioni edilizie a quelle commerciali) relative alle attività produttive dovrebbe, anche grazie all’obbligo dell’uso della telematica, condurre ad una maggiore efficienze e semplificazione amministrativa. Spesso purtroppo tale ufficio si trasforma in semplice “passa-carte” che invece di semplificare le procedure aggiunge solo un ulteriore passaggio all’iter procedimentale o talvolta, coincidendo con l’ufficio autorizzante, “eredita” le stesse inefficienze.

    AZIONE 1: costituire, come previsto dalla vigente normativa, uffici comuni per l’attività di SUAP in grado di disporre di maggiori professionalità e di, grazie alla terzietà dell’ufficio, garantire all’attività produttiva imparzialità e rispetto dei termini procedimentali (la cui mancanza è il principale sintomo di maladministration).
    In tal senso, la Provincia di Asti, quale funzione di supporto ai Comuni (spesso microenti con soli 1-2 dipendenti a scavalco con altri comuni limitrofi), ha, dal 2019, costituito (mediante convenzione art. 30 TUEL) un ufficio comune, lo Sportello Unico di Area Vasta (SUAV), in grado di supportare gli Enti ed i privati, mettendo a disposizione, dei, oggi 38, Comuni aderenti le risorse umane e professionali necessarie per la gestione dello Sportello Unico Attività Produttive.
    La nascita del SUAV ha portato alla sottoscrizione, a marzo 2022, di un accordo tra la Regione Piemonte, la Provincia di Asti, l’ANCI e l’UPI Piemonte per la sperimentazione di strumenti finalizzati al rafforzamento della capacità amministrativa degli Sportelli Unici per le Attività Produttive, identificando l’iniziativa quale buona pratica capace di costituire un modello di sistema regionale.
    Risulta ad oggi, però, poco evidenziato il ruolo strategico di tale strumento nell’ambito della prevenzione di fenomeni di corruzione e di cattiva amministrazione, in quanto, se ben strutturato ed organizzato, risulta capace di fornire, grazie al competente personale assegnato, risposte rapide agli istanti ed ai Comuni e ridurre i tempi amministrativi, favorendo un atteggiamento imparziale nei confronti dei proponenti. Inoltre grazie alla sua natura di terzietà, lo sportello consente di attivare gli istituti, a tutela dell’istante, normativamente previsti (ai sensi della L. 241/90 e smi e dalle specifiche normative di settore) quali ad esempio l’accesso documentale, l’adozione del silenzio-assenso, il potere sostitutivo, le comunicazioni dei motivi ostativi all’accoglimento delle istanze. Tali istituti risultano ad oggi ancora sconosciuti o comunque poco noti dagli interessati.
    La gestione associata consente di, mediante solleciti opportuni a ridosso delle scadenze e richiami al potere sostitutivo (art. 2 del L. 241/90) ed alle connesse conseguenze disciplinari, nonché, in ultimo, al silenzio-assenso, di giungere al rilascio dei relativi provvedimenti autorizzativi nel rispetto dei tempi normativamente previsti.
    Un ufficio terzo inoltre incoraggia gli istanti ed i relativi professionisti a lamentare inefficienze senza timori di “ritorsioni” sulle pratiche in corso o future, consentendo di analizzarne le cause e di attivare le più opportune misure correttive, anche tramite il coinvolgimento degli organi di vertice degli enti interessati dagli uffici inadempienti (il SUAV acquisisce così anche il ruolo indiretto di “monitoraggio” e garante sui vari procedimenti amministrativi).
    Tempistica:
    > Costituzione e funzionamento uffici comuni → 4/5 mesi (per l’attivazione)
    > Gestione del servizio ed aggiornamento formativo → continuo

    AZIONE 2: formare il personale dipendente e costituire rete fra i diversi Sportelli presenti sul territorio ed il settore regionale di competenza.
    In tal senso il SUAV partecipa e diffonde le iniziative per la formazione del personale (quali ad es. il ciclo formativo, organizzato, mediante webinar, dalla Regione Piemonte in collaborazione con FormezPA periodo 2021/2022) e prevede, come da convenzione istitutiva, un Comitato Tecnico con funzioni consultive e propositive composto dai referenti tecnici degli Enti aderenti.
    Tempistica:
    > Creazione di reti e comitati tecnici → 2/3 mesi
    > Aggiornamento formativo → continuo

    AZIONE 3: aumentare le tutele a favore degli istanti, mediante la maggior conoscenza dei diversi iter procedimentali e dei rimedi normativamente previsti e, mediante l’adozione di linee guida operative standard e comuni, fra gli enti, orientate alla semplificazione amministrativa.
    Oltre all’iniziativa già citata prima dell’Amministrazione in pillole, pubblicizzare, non solo mediante il sito istituzionale ed i social network ma anche affiggendo, nei diversi uffici aperti al pubblico (soprattutto nelle sala d’attesa), manifesti illustranti, mediante uso di un linguaggio chiaro e semplice e di schemi ed immagini, gli obblighi dell’Ente ed i diritti dell’istante (es. comunicazione avvio del procedimento art. 7 e 8 della L. 241/90, potere sostitutivo, rimedi amministrativi oltre a quelli giurisdizionali ecc..)
    Prevedere specifici momenti formativi per professionisti e titolari delle attività produttive con lo scopo di spiegare “cosa e come fare per” e “che cosa fare se non”, così da aumentare la diffusione delle buone pratiche e, a cascata, trasferire le competenze (e le conoscenze sugli strumenti di tutela), in modo generalizzato, anche tramite il passa-parola, ai singoli cittadini.
    Tempistica:
    > Realizzazione materiale e distribuzione dello stesso → 4/5 mesi
    > Formazione specifica → 3-6 mesi (riproporre con cadenza almeno biennale)

    AZIONE 4: translare le competenze e buone pratiche anche ad altri ambiti relativi al rilascio di autorizzazioni/concessioni costituendo uffici dedicati al cittadino (e non solo alle attività produttive) che siano in grado di instradarlo ed accompagnarlo nel corretto iter procedimentale, nonché di supportarlo in caso di cattiva gestione delle rispettive pratiche.
    Tempistica:
    > strategie sul lungo periodo

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