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Questo argomento contiene 3 risposte, ha 4 partecipanti, ed è stato aggiornato da Luca Carcione Grillo 5 mesi, 1 settimana fa.
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gennaio 18, 2024 alle 7:52 pm #2776
Problema
A seguito della legge 6 novembre 2012, n. 190 l’ANAC adotta il Piano nazionale anticorruzione , che costituisce uno strumento di regolazione nei confronti degli Enti chiamati alla redazione dei propri Piani anticorruzione, assorbiti dai nuovi Piani Integrati di Organizzazione e Attività (PIAO) introdotti dal d.l. 9 giugno 2021, n. 80, convertito in l. 6 agosto 2021 n. 113 per assicurare la qualità e la trasparenza dell’attività amministrativa e migliorare la qualità dei servizi ai cittadini e alle imprese e procedere alla costante e progressiva semplificazione e reingegnerizzazione dei processi, per le pubbliche amministrazioni.
L’ente per il quale lavoro, la Regione Piemonte, ha approvato con Deliberazione della Giunta Regionale 30 gennaio 2023, n. 3-6447 il Piano integrato di attività e organizzazione (PIAO) della Giunta regionale del Piemonte per gli anni 2023-2025.
Nel piano viene individuato come momento fondamentale quello dedicato alla formazione del personale, che persegue due obiettivi orientati alla riduzione del rischio: l’accrescimento della competenza professionale dei soggetti coinvolti, nonché la diffusione ed il rafforzamento della cultura della legalità e dei valori connessi all’etica decisionale. Il fine non è solo quello di prevenire il rischio di corruzione, ma anche quello di sviluppare una “cultura“ comune a tutto il personale dell’ente in materia di legalità e trasparenza dell’azione amministrativa.
Il rischio dei piani, per quanto ben scritti ed articolati, è il “copy out” di normative nazionali non contestualizzate, la formalizzazione sulla carta di processi dei quali occorrerebbe monitorare l’efficacia e l’efficienza. La formazione non può essere ridotta ad un mero adempimento ma dovrebbe essere valutata la sua valenza a produrre cambiamenti nel contesto in cui opera.
Spesso nella Pubblica Amministrazione, soprattutto negli enti minori, ma anche in strutture più articolate c’è la tendenza ad agire secondo alcuni modelli “perché si è sempre fatto così”; la forza rivoluzionaria dei piani e soprattutto la loro applicazione consiste proprio nel produrre operativamente cambiamenti di azioni perseguendo la logica del risultato, lo stesso principio enunciato all’art. 1 del d.lgs. 36/2023.
I piani inoltre, per quanto riguardanti la sfera di azione dei dipendenti pubblici anche con il contesto esterno, spesso considerano quest’ultimo nella sua interazione statica; il cittadino sovente non ha percezione dei processi con cui la Pubblica Amministrazione deve misurarsi nell’operato quotidiano, per molti i concetti di legalità e trasparenza sono concetti astratti, sottintesi, a volte disattesi o percepiti come “fisiologicamente” disattesi ma manca una conoscenza diffusa della materia.Destinatari diretti: dipendenti pubblici, cittadini, studenti
Destinatari indiretti: enti in generale, intesi come raggruppamenti dei singoli destinatari diretti, istituzioni, cittadini
Obiettivi
Obiettivo 1: formazione adeguata del personale regionale promuovendo la responsabilizzazione ed il senso di appartenenza degli stessi
Obiettivo 2: elaborazione del piano anticorruzione regionale in collaborazione con gli enti locali del territorio in uno scambio bottom-up e top-down al fine del coordinamento e dell’elaborazione di best practises
Obiettivo 3: coinvolgimento dei cittadini e degli studenti delle scuole superiori attraverso la promozione di eventi e giornate informative e formative al fine di generare una nuova cultura civica ed educare all’impegno civico
Azioni
Azione 1 (riferita a obiettivo 1)
Promozione di corsi anticorruzione e trasparenza rivolti ai dipendenti pubblici, evitando le sole lezioni frontali ma coinvolgendo gli stessi in percorsi partecipati attraverso modalità interattive, appassionanti e propositive quali ad esempio il “gioco di ruolo” condotto da attori e comunicatori preparati.
Promozione di incontri con uomini e donne che raccontino la propria testimonianza diretta in relazione ad avvenimenti significativi occorsi in merito alle tematiche in esame.
Tempo: Programmazione annuale. A seconda del tipo di corso dovranno essere valutate le tempistiche adeguate. Saranno tuttavia previsti almeno tre incontri l’annoAzione 2 (riferita a obiettivo 2)
Il piano anticorruzione predisposto dall’ente, nel mio caso la Regione Piemonte, visto il suo carattere di tipo sovraterritoriale potrebbe porsi in confronto continuo con i piani degli enti territoriali minori (Città Metropolitana, Province e Comuni) in un proficuo scambio di esperienze e “buone prassi”.
L’ufficio preposto alla redazione del piano, oltre a cooperare con gli altri uffici interni, potrebbe attivare collaborazioni con gli uffici territoriali scadenziando riunioni periodiche di confronto volte allo scambio di esperienze concrete relative alle attività svolte ed in particolare al loro monitoraggio.
Tempo: Programmazione annuale. Incontri bimestrali.Azione 3 (riferita a obiettivo 3)
La Regione Piemonte ha già previsto nel PIAO di organizzare incontri periodici sul tema anticorruzione e trasparenza aperti a chiunque voglia parteciparvi per iniziare a creare dei “cittadini informati” oltre alla realizzazione di iniziative per la promozione della cultura della legalità. Prevede di attuare collaborazioni con altre istituzioni e/o organismi interessati per concordare iniziative di promozione della legalità; sensibilizzazione e informazione alla cittadinanza avvalendosi degli uffici di relazione con il pubblico (URP) e sviluppo della comunicazione in tema di “buone prassi”.
Un esempio è stata la collaborazione con l’Università di Torino per l’organizzazione della Giornata della Trasparenza 2023, “Semplificare, Integrare, Digitalizzare”, svoltasi in data 9 marzo 2023.
La misura potrebbe essere implementata attraverso la stipula di Protocolli di Intesa con altri enti volti a sensibilizzare la cittadinanza sui gravi danni causati dalla corruzione, ad attuare azioni di contrasto alla corruzione e a stimolare l’attivazione per il controllo sociale intorno alla gestione dei beni comuni tramite la pubblicizzazione di campagne informative congiunte, studi, dibattici pubblici, pubblicazioni, occasioni di educazione civica e di sviluppo della “buona amministrazione”.
Potrebbero essere studiati percorsi di educazione civica volti alla responsabilizzazione degli studenti attraverso il confezionamento di un progetto apposito di “PCTO”.
Tempo: Programmazione annuale.- Questo argomento è stato modificato 10 mesi fa da Dorotea Dagna.
febbraio 15, 2024 alle 4:48 pm #2813Dorotea,
Ho letto con interesse il tuo intervento e in particolare ho trovato molto utile la relazione circolare che si instaura grazie al rapporto tra enti e attraverso meccanismi bottom up e top down per quanto riguarda la condivisione delle best practices.
Ho trovato interessante e indubbiamente fruttuosa l’idea di coinvolgere i giovani e le scuole: credo che l’abitudine alla legalità sia un tratto culturale che si può radicare in maniera sentita e profonda, se compreso e condiviso anche nei gruppi sociali dei quali fanno parte i giovani. La loro consapevolezza è fondamentale per arricchiere la società di cittadini in grado di orientare le politiche pubbliche grazie a una partecipazione attenta e responsabile. D’altra parte il futuro inizia nel presente!marzo 4, 2024 alle 3:42 pm #2836Ciao Dorotea,
interessante il tuo piano e le proposte. Molto interessante in particolare l’organizzazione della “Giornata della Trasparenza” che, come Tu suggerisci, potrebbe/dovrebbe essere aperta a più enti, prevedendo una maggiore partecipazione dei cittadini.
Si potrebbe sfruttare il concetto di “cognitive warfare” (come giornalmente accade), e quindi con la pubblicità, le campagne informative, i dibattiti e incontri (a partire dalle scuole), sensibilizzare i cittadini alla buona amministrazione, ai danni provocati dalla cattiva amministrazione sulla vita di tutti i giorni ed alla necessità di interrompere questa pratica.giugno 5, 2024 alle 6:22 am #2859Ciao,
interessantissimo il progetto della Regione Piemonte, con il quale si vuole favorire una cultura della trasparenza e dell’anticorruzione. Di particolare importanza, a mio parere, i meccanismi di bottom up e top down, necessari a condividere le best practices. Da questo punto di vista, ritengo che gli Enti maggiori, quali appunto le Regioni, avendo a disposizione maggiori risorse economiche e professionali dovrebbero includere maggiormente gli Enti più piccoli, spesso abbandonati a se stessi. Una formazione regionale, tanto in materia di trasparenza e anticorruzione quanto in altri ambiti, sarebbe un traguardo di notevole importanza, che aumenterebbe l’importanza dell’Ente Regionale e professionalizzerebbe gli enti minori.
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