Questo argomento contiene 3 risposte, ha 4 partecipanti, ed è stato aggiornato da  Salvatore Cardito 5 mesi fa.

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  • #2784

    Marzia Marangon
    Partecipante

    Problema:
    Processi, flussi e procedure interni all’ente spesso complessi ed eccessivamente burocratizzati. Difficoltà e reticenza a semplificare e ad agire responsabilmente.

    Destinatari diretti: funzionari e dipendenti pubblici.

    Destinatari indiretti: pubblica amministrazione, imprenditoria, cittadini, ordini professionali.

    Obiettivo 1
    Semplificazione processi, flussi e procedure interni all’ente di appartenenza.

    Obiettivo 2
    Demandare all’automazione dei processi attività ripetitive e standardizzate, consentendo di dirigere le risorse a disposizione verso attività qualificate e qualificanti, anche e soprattutto innovative, superando la reticenza a esplorare percorsi e azioni non consolidati, valorizzando la capacità di adattamento e di risposta al cambiamento.

    Obiettivo 3
    Assunzione di responsabilità individuale (l’individuo assume il ruolo di parte attiva nella gestione delle attività affidate e non si sente “vittima” e soggetto passivo delle stesse), indipendentemente da ruoli e organigramma, e consapevolezza che la propria attività è finalizzata e preordinata al perseguimento dell’interesse comune pubblico.

    Azione 1 (riferita a obiettivo 1)
    Introduzione di processi interni a supporto dell’operatività dei singoli automatizzati, digitalizzati (e non meramente dematerializzati), interoperabili e quanto più standardizzati per la gestione di tutto il ciclo di vita del contratto.
    Fattore tempo: 1 anno

    Azione 2 (riferita a obiettivo 2)
    Formazione qualificata e certificata su ambiti innovativi, che possa ingenerare nuove opportunità finalizzate alla gestione efficace, efficiente e trasparente delle risorse pubbliche, anche attraverso la costituzione e l’alimentazione di reti di competenza qualificate tra PA e mondo accademico.
    Fattore tempo: azione continuativa.

    Azione 3 (riferita a obiettivo 3)
    Valorizzazione del pensiero critico e laterale dell’individuo.
    Diffusione di una cultura collaborativa e fiduciosa nel cambiamento, inteso come generatore di valore e di comportamenti etici e socialmente sostenibili.
    In particolare, diffusione della cultura “dell’errore” affinché un errore possa trasformarsi in “innovazione” (intesa come risorsa, nuova opportunità, iniziativa costruttiva) attraverso la combinazione e la promozione di tre fattori principali: responsabilità, clima, leadership.
    Il fattore “responsabilità” riguarda principalmente con colui che ha commesso l’errore: il dipendente che ha consapevolezza di qualcosa che non ha funzionato nella propria pratica lavorativa e che deve, dunque, trovare il coraggio di metterlo in luce ed essere pronto a rispondere a sé stesso e all’ente di appartenenza di quanto accaduto, evitando così di assumere il ruolo di “vittima”, ma di individuo responsabile delle proprie azioni e pronto a porre rimedio agli sbagli commessi.
    Il fattore “clima” percepito, invece, deve essere quello di un ambiente che promuove la sicurezza psicologica, grazie alla quale è possibile che avvengano pratiche che guidano e supportano le interazioni costruttive, quelle in cui gli scambi sono aperti e avvengono con piena fiducia reciproca. Il dipendente, non solo si assume pienamente la responsabilità di quanto accaduto, ma è anche il primo a riflettere e proporre soluzioni innovative assumendosi il rischio legato alla proposizione di nuove idee.
    Il fattore “leadership”, legato alla capacità di promuovere lo sviluppo dell’individuo, deve essere orientato a stabilire rapporti trasparenti e basati sulla fiducia reciproca, spingendo alla consapevolezza di sé. Leadership come baluardo di fiducia, impegno e sponsorizzazione del raggiungimento di una performance effettiva ed efficace, ma soprattutto sostenibile nel lungo periodo.
    Fattore tempo: azione continuativa.

    #2814

    Barbara Roncarolo
    Partecipante

    Cara Marzia,
    Nel tuo intervento hai toccato tre punti fondamentali che mi pare si possano ben interrelare tra loro: digitalizzazione, formazione di alto livello e valorizzazione delle iniziative bottom up.
    Mi trovo particolarmente d’accordo con te per quanto riguarda l’idea di trasformare l’errore in opportunità di crescita e miglioramento.
    Purtroppo nella PA italiana storicamente c’è sempre stata una sorta di diffidenza nei confronti della cultura della valutazione.
    Credo che questo sia in parte connesso al fatto che la valutazione personale è spesso legata all’ incentivazione economica.
    Consentire agli “errori” di emergere, senza che questo comporti necessariamente uno svantaggio economico, potrebbe generare interessanti occasioni di crescita e miglioramento.
    Anche la creazione di reti informali, in cui sia consentito un confronto aperto e non giudicante tra pari, può offrire importanti spunti e occasioni di miglioramento continuo.

    #2840

    Luca Della Ventura
    Partecipante

    Ciao Marzia,
    interessante il tuo progetto, volto nel suo complesso a superare “la paura della firma” o altrimenti chiamata “burocrazia difensiva”. L’idea di trasformare “l’errore” in opportunità di crescita e miglioramento potrebbe essere messo a sistema con un sistema di audit nel significato anglosassone del termine, ossia di verifica delle procedure e processi aderenti al lavoro svolto, per trasformare “l’errore” in analisi per migliorarsi.
    La digitalizzazione può essere d’aiuto ma non deve essere la “via di fuga”.

    #2866

    Salvatore Cardito
    Partecipante

    Ciao Marzia, condivido molto il tuo piano e in particolare l’obiettivo tre (con le discendenti azioni) che in parte ho cercato di considerare nel mio.

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