HOME Forum Proposta di un piano anticorruzione (creativo e partecipato) NONO ANNO COMPRENDERE L’ENTITÀ DELLA CORRUZIONE NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

Questo argomento contiene 4 risposte, ha 5 partecipanti, ed è stato aggiornato da  Michele Badalucco 3 giorni, 6 ore fa.

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  • #2919

    Paolo Falco
    Partecipante

    COMPRENDERE L’ENTITÀ DELLA CORRUZIONE NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE: IL RUOLO CRUCIALE DEL WHISTLEBLOWING E DELLA SENSIBILIZZAZIONE DEGLI OPERATORI ECONOMICI LA PERCEZIONE DELLA CORRUZIONE E IL RUOLO DEL WHISTLEBLOWING

    Il fenomeno della corruzione è spesso percepito in modo diverso a seconda delle esperienze personali e del contesto sociale di ciascuno. Essa non riguarda solo la frequenza con cui i cittadini credono che i fenomeni corruttivi si verifichino, ma anche quanto si fidano delle istituzioni. Quando i cittadini ritengono che i rappresentanti dello Stato operino a vantaggio proprio, piuttosto che della collettività, si diffonde un clima di sfiducia. Questo atteggiamento può rendere la società più incline ad accettare la corruzione come un elemento immutabile del sistema.
    Il whistleblowing è uno strumento cruciale per opporsi a questa situazione, perché permette a chi lavora nella Pubblica Amministrazione e nel settore privato di segnalare condotte scorrette, spesso senza esporsi a rischi personali. Tuttavia, l’efficacia del whistleblowing è limitata se non vi sono misure di tutela adeguate per chi denuncia, se l’ambiente di lavoro non supporta la trasparenza e se esistono pressioni o intimidazioni che scoraggiano le segnalazioni.
    Per affrontare queste difficoltà, sono necessarie politiche che garantiscano la protezione dei whistleblower. Questa tutela, oltre a rendere le persone più propense a denunciare situazioni illecite, contribuisce alla costruzione di un ambiente basato su valori come l’integrità e la responsabilità, aiutando a rafforzare la fiducia nella Pubblica Amministrazione.
    LA NECESSITÀ DI SENSIBILIZZARE GLI OPERATORI ECONOMICI
    È essenziale che gli operatori economici siano informati sul fenomeno della corruzione per costruire un contesto economico più etico e trasparente. Essendo in contatto con la Pubblica Amministrazione, una loro maggiore consapevolezza su questi temi aiuta a prevenire comportamenti illeciti e a promuovere interazioni più corrette.
    Incoraggiare la conoscenza delle pratiche anticorruzione permette agli operatori di riconoscere e rifiutare condotte scorrette e, in caso di necessità, di segnalare irregolarità senza timori. Così facendo, si rafforza una cultura di integrità che favorisce la fiducia tra settore pubblico e privato, creando un ambiente più sicuro e responsabile.
    LA FASE CONTRATTUALE ED ESECUTIVA: DUE FACCE DELLA STESSA MEDAGLIA
    La fase contrattuale e quella esecutiva rappresentano due momenti distinti ma interconnessi nella gestione dei progetti pubblici, ognuno dei quali presenta specifiche criticità rispetto alla corruzione.
    Nella fase contrattuale, il rischio maggiore risiede nelle possibili pratiche di favoritismo e nelle negoziazioni non trasparenti, che possono influenzare l’assegnazione degli appalti.
    Una maggiore sensibilizzazione degli operatori economici su questi temi, unita al supporto di strumenti come il whistleblowing, permette di individuare e segnalare eventuali irregolarità già in questa fase, prevenendo così danni futuri e rafforzando l’equità nei processi di selezione.
    La fase esecutiva richiede invece attenzione al rispetto degli impegni contrattuali e alla qualità dell’esecuzione dei lavori. In questa fase, la trasparenza e il monitoraggio continuo sono fondamentali per evitare che eventuali discrepanze o negligenze compromettano il progetto. L’integrità e la responsabilità degli operatori economici, incoraggiate anche da una cultura anticorruzione, garantiscono che ogni intervento sia in linea con gli standard previsti.
    Insieme, queste due fasi richiedono una sinergia tra trasparenza, controllo e sensibilizzazione: solo così è possibile mantenere elevata la fiducia nel sistema pubblico e ridurre il rischio di pratiche corruttive lungo tutto il processo di realizzazione di un progetto pubblico.
    L’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC), l’ente che vigila sulla correttezza dei processi amministrativi nel settore degli Appalti pubblici, ha spesso sottolineato la necessità di rafforzare i controlli nella fase esecutiva per garantire trasparenza e conformità alle leggi.
    OBIETTIVI E AZIONI PER MIGLIORARE IL PIANO ANTICORRUZIONE
    Alla luce di quanto esposto, è possibile delineare tre obiettivi per rafforzare il piano anticorruzione e individuare azioni specifiche per ciascuno di essi.
    Obiettivo 1: Migliorare la trasparenza nella fase esecutiva degli appalti.
    Azione 1:
    per migliorare la trasparenza nella fase esecutiva degli appalti in Italia potrebbe essere l’integrazione e l’ampliamento del Portale degli Appalti già esistente (BDNC-ANAC). Questa iniziativa prevede di rendere disponibili in modo ancora più dettagliato e accessibile informazioni relative a ogni aspetto degli appalti pubblici, dalle fasi di gara all’esecuzione dei contratti.
    In particolare, si potrebbe implementare:
    1. Dati in tempo reale: Pubblicazione in tempo reale dello stato di avanzamento dei lavori, dei pagamenti effettuati e delle eventuali modifiche contrattuali.
    2. Interfaccia interattiva: Creazione di una piattaforma user-friendly che consenta ai cittadini e agli operatori economici di navigare facilmente tra le informazioni, con strumenti di ricerca avanzata e grafici di sintesi.
    3. Accesso ai report di monitoraggio: Integrazione di report periodici degli appaltatori, comprese le verifiche di conformità condotte da enti esterni, per fornire una visione completa dell’andamento dei progetti.
    4. Funzione di segnalazione: Implementazione di un sistema che permetta agli utenti di segnalare facilmente irregolarità o sospetti di corruzione direttamente attraverso il portale, garantendo anonimato e protezione ai segnalatori.
    Obiettivo 2: promuovere e incentivare il whistleblowing come strumento di segnalazione di anomalie.
    Azione 2:
    utilizzo dei mass-media per lanciare campagne di comunicazione allo scopo di favorire la cultura della trasparenza. Questo implica non solo informare i dipendenti e i cittadini sull’importanza del whistleblowing, ma anche promuovere attivamente un ambiente in cui segnalare irregolarità sia considerato un comportamento virtuoso. Una cultura della trasparenza incoraggia le persone a sentirsi sicure nel segnalare anomalie, sapendo di essere supportate e protette, contribuendo così a rafforzare l’integrità e la responsabilità nelle organizzazioni segnalazione.

    Obiettivo 3: incrementare la percezione di controllo e responsabilità da parte degli operatori economici coinvolti negli appalti.

    Azione 3:
    Un’azione concreta, mutuata dai Paesi anglosassoni, per incrementare la percezione di controllo e responsabilità tra gli operatori economici è l’implementazione di un sistema di “due diligence” per gli appaltatori. Questo sistema richiede che gli operatori economici dimostrino di avere pratiche solide di gestione del rischio e di conformità alle normative anticorruzione prima di essere autorizzati a partecipare agli appalti. Tale misura non solo garantisce che gli appaltatori siano responsabili delle loro azioni, ma aumenta anche la fiducia nelle loro capacità di operare in modo etico e trasparente.

    In conclusione, affrontare la corruzione nella pubblica amministrazione richiede un impegno strategico focalizzato sul potenziamento del whistleblowing e sulla sensibilizzazione degli operatori economici. Questi strumenti sono fondamentali per costruire una cultura della trasparenza e della responsabilità, in cui le segnalazioni di irregolarità siano supportate e protette. Implementando azioni concrete come la formazione, i sistemi di monitoraggio e campagne di comunicazione, possiamo promuovere una Pubblica Amministrazione più etica e responsabile con il solo fine di perseguire l’ineludibile “interesse pubblico”.

    #2935

    Nicola Di Stasio
    Partecipante

    Ciao Paolo.
    Condivido pienamente l’importanza delle campagne di comunicazione, soprattutto se distinte e mirate.
    Condivido anche il potenziamento del whistleblowing, e mi sono posto dei quesiti tratti dalla mia esperienza. Chi meglio del personale interno può davvero avere contezza di eventuali irregolarità? Non necessariamente si tratta di episodi di corruzione, ma anche di situazioni in cui non viene applicata correttamente la norma, con conseguenti gravi inefficienze. Ad esempio la nomina di una commissione aggiudicatrice non competente.
    Possiamo davvero fidarci che un ente garantisca la tutela effettiva di chi fa una segnalazione? E soprattutto, come ci si tutela nei casi in cui le persone segnalate abbiano agito in buona fede (nella migliore delle ipotesi) o, peggio, quando la segnalazione porta a mettere in difficoltà persone o strutture interne? Soprattutto negli enti di dimensioni ridotte, il rischio di essere identificati e additati è una preoccupazione concreta.

    #2944

    Rita Saiu
    Partecipante

    Ciao sono Rita alias lo studente Paperino,

    Parto da due affermazioni virgolettate prese dal testo di Paolo e riporto due brevi commenti:

    “Nella fase contrattuale, il rischio maggiore risiede nelle possibili pratiche di favoritismo e nelle negoziazioni” –> trasparenza e accesso civico agli atti, qui senz’altro

    “La fase esecutiva richiede invece attenzione al rispetto degli impegni contrattuali e alla qualità dell’esecuzione dei lavori. In questa fase, la trasparenza e il monitoraggio continuo sono fondamentali per evitare che eventuali discrepanze o negligenze compromettano il progetto.” –> qui ci possono essere dei documenti riservati che non devono essere noti al di fuori della Pubblica Amministrazione e che coinvolgono il Direttore dei Lavori e il RUP ad es. Qui vedrei meglio l’utilizzo di whistleblower interni (direttori operativi e ispettori di cantiere), per es. su sicurezza, manodopera non a norma ma anche materiali scadenti impiegati in cantiere. Da cui far partire accertamenti mirati.

    #2968

    Alessandro Rauti
    Partecipante

    Ciao Paolo, ho trovato molto interessante ed ambizioso il tuo piano anticorruzione, particolarmente l’azione 3, con l’implementazione di un un sistema di “due diligence” per gli appaltatori.
    Il whistleblowing “come strumento di segnalazione di anomalie” necessita di un ambiente più favorevole per prosperare, un ambiente in cui chi denuncia venga protetto e non osteggiato.
    Condivido anche il pensiero di Nicola che mi ha permesso di osservare il fenomeno da un’altra prospettiva.

    #2985

    Michele Badalucco
    Partecipante

    Buongiorno Paolo. L’elaborato ha molti punti d’interesse e tutti da me condivisi. Oggi soffermo su “Migliorare la trasparenza nella fase esecutiva degli appalti”. Ho maturato negli anni l’idea che il legislatore abbia abbastanza chiara una via da perseguire, seppur con tutte le difficoltà del caso, per controllare e valutare gli atti della fase di affidamento. Non sono della stessa idea per la fase di esecuzione. Le ispezioni che subisco dalle varie autorità istituzionali, mi pare, si soffermino molto, troppo, in un controllo formale delle carte, ergo affidamento perché per l’esecuzione (beni e servizi) c’è per lo più solo il CRE o il certificato di collaudo, poco da guardare asetticamente. Ne comprendo la difficoltà ma scora un po’.

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