HOME Forum Proposta di un piano anticorruzione (creativo e partecipato) SESTO ANNO “Formazione per fare dell’anticorruzione un’autentica cultura organizzativa”

Questo argomento contiene 3 risposte, ha 4 partecipanti, ed è stato aggiornato da  Monica Giovannelli Cesarini 2 anni, 9 mesi fa.

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  • #2338

    Antonella Lettieri
    Partecipante

    >Problema
    Le risorse per la formazione, a causa dei tagli lineari disposti dalle disposizioni in materia di spendig review, sono oramai praticamente inesistenti e l’obbligo di rotazione dei dipendenti pubblici che rivestono particolari incarichi si pone spesso in contrasto con la necessità di conferire incarichi dirigenziali che fanno esplicito riferimento alla continuità, alla competenza dimostrata e ai risultati ottenuti. Questo assetto rischia di impattare in modo disfunzionale con le già esistenti criticità che caratterizzano la realtà delle pubbliche amministrazioni investite da continue modifiche e integrazioni che si sovrappongono a ritmo serrato.
    Quanto sopra sta depauperando in particular modo l’efficienza del personale incaricato della fase di programmazione e progettazione, fasi che rappresentano il primo e imprescindibile momento procedurale nella dinamica di indizione di un appalto e che rispondono all’esigenza di determinazione delle necessità delle amministrazioni aggiudicatrici, nonché di valutazione delle strategie di approvvigionamento e di ottimizzazione delle risorse a disposizione delle stesse.
    Destinatari diretti: dipendenti pubblici (funzionari e dirigenti)
    Destinatari indiretti: imprenditori, cittadini, politici, istituzioni, mass media, scuole.
    >Obiettivi
    Obiettivo 1
    Promuovere una cultura della valutazione del rischio all’interno dell’organizzazione, che si inserisce nel più ampio concetto di cultura dell’integrità, incentivando l’attuazione di piani formativi interni e cross culturali, finalizzati a sensibilizzare l’intero personale ad abbandonare la cultura dell’adempimento.
    Obiettivo 2
    Valorizzare la realizzazione di un efficace processo di gestione del rischio di corruzione in sede di formulazione degli obiettivi delle proprie unità organizzative.
    Obiettivo 3
    Predisporre, da parte di tutti gli attori che a vario titolo sono responsabili delle fasi di programmazione progettazione la mappatura dei processi.
    >Azioni
    Azione 1 (riferita a obiettivo 1)
    Creare lo sviluppo delle proprie competenze in materia di gestione del rischio di corruzione e promuovere la formazione in materia dei dipendenti assegnati ai propri uffici, nonché la diffusione di una cultura organizzativa basata sull’integrità, attraverso un piano di formazione interno alla propria unità nonchè attraverso attività formative presso altre amministrazioni per favorire lo scambio di informazioni e l’accrescimento di competenze tramite il confronto e la creazione di gruppi cross-culturali capaci di incrementare competenze trasversali su casi concreti. Aprirsi alla contaminazione dei saperi, all’ascolto della diversità, uscendo dalle logiche “a silos”, attraverso progetti cross funzionali e il coinvolgimento di ecosistemi esterni
    Tempo
    Cadenza mensile con valutazione finale annuale.
    Azione 2 (riferita a obiettivo 2)
    Tener conto, in sede di valutazione delle performance, del reale contributo apportato dai dipendenti all’attuazione del processo di gestione del rischio e del loro grado di collaborazione e partecipazione attiva al processo e, in particolare, alla attuazione delle misure di prevenzione programmate nel Piano triennale di prevenzione della corruzione e della trasparenza.
    Tempo
    Valutazione annuale.
    Azione 3 (riferita a obiettivo 3)
    Una mappatura dei processi da attuarsi attraverso lo strumento dell’audit: briefing e debriefing con i propri collaboratori, in particolare per quelle attività programmatiche ritenute nuove ed innovative, al fine di garantire un funzionamento efficace dei processi interni. Un’attività di controllo, quindi, capace di evidenziare duplicazioni, ridondanze e inefficienze con l’obiettivo di migliorare l’efficienza allocativa e finanziaria, la produttività, la qualità ddella programmazione e di porre le basi per una corretta attuazione del processo di gestione del rischio corruttivo.
    Tempo
    Valutazione semestrale.

    #2431

    Barbara Giannaccini
    Partecipante

    La mappatura è fondamentale per l’individuazione del rischio corruttivo ma per la mia personale esperienza è che si tratti i attività e condotta in una sorta di confusione totale ridondanza senza comprendere la distinzione tra processi/ procedimenti oltre che accorgersi al fondo che magari esiste il regolamento che ti detta il procedimento.
    Faccio riferimento ad ente locale stante la mia provenienza e sappiamo che le norme individuano le funzioni fondamentali di tale ente. Idem per tutti
    Esistono programmi informatici ma sono al momento per quanto ho visto io molto rudimentali.
    La sfida è che la gestione ordinaria del processo/procedimento finisca nella mappatura,senza ulteriori interventi “umani” che sul risultato il programma ti proponga l’ottimizzazione che deriva da un framework già delineato e licenziato da ANAC L’associazione del rischio deriverebbe di conseguenza e in modo automatico . Le azioni sono proposte magari per soglia di popolosità dellente e funzioni centralizzate.
    Barbara Giannaccini

    #2440

    Elisa Rotelli
    Partecipante

    Credo che l’azione 2 sia molto interessante: legare la valutazione delle performance e le prospettive di carriera a comportamenti e atteggiamenti volti a promuovere e partecipare attivamente alla realizzazione e all’implementazione del sistema anticorruzione, può essere un efficace strumento per orientare i comportamenti delle persone.
    Elisa

    #2451

    Come anticipato dalla Collega Elisa, nel leggere la proposta avanzata dalla Collega Antonella, anche io mi sono soffermata sulla valenza applicativa dell’azione 2. Ritengo che questo momento storico di rinnovamento degli organici della Pubblica Amministrazione è, a mio parere, “un’onda che va cavalcata” attraverso tutti gli strumenti che possono e devono essere messi in campo per instillare, nelle “nuove” generazioni di dipendenti pubblici, la cultura della legalità, lealtà, fedeltà e buona amministrazione, fino a considerare di premiare, in ottica meritocratica, coloro i quali contribuiscono attivamente a preservare ed implementare questi principi traducendoli in azioni concrete.

    Monica

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