HOME › Forum › Proposta di un piano anticorruzione (creativo e partecipato) QUARTO ANNO › Il Dipendente Unito e la poca conoscenza del PTPCT
Questo argomento contiene 16 risposte, ha 17 partecipanti, ed è stato aggiornato da Elena Gentile 4 anni, 11 mesi fa.
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ottobre 30, 2019 alle 8:12 pm #956
Il Piano Triennale della Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza è il documento che fornisce la valutazione del diverso livello di esposizione delle strutture in cui è articolato l’Ateneo al rischio di corruzione ed indica gli interventi organizzativi volti a prevenire il medesimo rischio è poco conosciuto dal personale tecnico amministrativo dell’Ateneo e, forse, ancora meno conosciuto da buona parte del personale docente.
Obiettivo del PTPCT è produrre un documento di “aiuto” per lo svolgimento delle attività del personale dell’Ateneo.
Per il raggiungimento di tale obiettivo è fondamentale che tutto il personale abbia contezza dell’organizzazione dell’Ateneo (Statuto e Regolamenti “principali”) e della ripartizione delle responsabilità.
Obiettivo: Elaborare una Mappa dei rischi per sensibilizzare il personale sulle norme e sui meccanismi per prevenire i rischi di corruzione:
Azioni:
1.Avviare un piano di formazione che dovrà coinvolgere tutto il personale (docenti, ricercatori, tecnici e amministrativi) sulle norme, sui reati, sul codice etico, sui rischi e sul Piano Anticorruzione) e prevedere sia momenti di formazione generale, sia specifici, a seconda dei ruoli;
2, Comunicazione rivolta a tutto il personale sugli aspetti normativi e sul piano anticorruzione attraverso anche newsletter bimestrali;
3. Monitoraggio processi e servizi;
4, Rotazione degli incarichi manageriali;
5. Costituzione di un gruppo di lavoro per la Trasparenza e AntiCorruzione rappresentativo di tutte le strutture dell’Ateneo (Amministrazione Centrale, Dipartimenti e Scuole) con i compiti di presidiare continuamente gli adempimenti ed aggiornamento costante dei contenuti;novembre 21, 2019 alle 2:38 pm #1023Anche io ritengo che la creazione di una struttura interna di controllo sia utile per individuare le inefficienze e le eventuali disfunzioni, non necessariamente imputabili ad un atteggiamento colpevole dei dipendenti. Occorre però che la sua costituzione sia accompagnata dalla volontà dell’organo di vertice di dotarlo dei poteri necessari per svolgere al meglio i propri compiti.
novembre 21, 2019 alle 9:17 pm #1034Condivido l’impostazione: coinvolgimento, formazione del personale, creazione di strutture interne ad hoc sono misure che possono favorire la predisposizione di un piano partecipato e condiviso.
novembre 22, 2019 alle 2:49 pm #1036Mi piace l’idea del piano di formazione, che ritengo di fondamentale importanza, e anche la costituzione del gruppo di lavoro, che potrebbe anche essere coinvolto nella formazione del piano.
novembre 23, 2019 alle 6:17 pm #1041Ampiamente condivisibile la proposta di coinvolgere il personale di tutti i livelli senza “calare il piano dall’alto” in modo da avere un piano più efficace e più attendibile. Naturalmente tale struttura di controllo dovrebbe svolgere funzione di monitoraggio sulle misure adottate per la prevenzione di rischi corruttivi.
Ritengo che si tratti di un’operazione doverosa e corretta ma realizzabile in tempi lunghi, tenuto conto delle dinamiche che regolano i processi e i servizi (si pensi ad esempio all’adozione delle misure di rotazione degli incarichi dirigenziali o delle posizioni organizzative che richiede una corretta programmazione e un’adeguata formazione).novembre 26, 2019 alle 8:24 am #1080Ho trovato particolarmente interessante la previsione di una comunicazione periodica effettuata tramite newsletters, finalizzata ad assicurare un continuo aggiornamento del personale.
Affinché tale strumento possa raggiungere il proprio scopo, però, è necessario poter contare su un approccio responsabile da parte del personale coinvolto, in modo tale che le newsletters non restino relegate tra la “posta da leggere”.
Molto importante, secondo me, è anche la previsione della costituzione di un gruppo di lavoro per la Trasparenza e Anticorruzione perché può rivelarsi un valido strumento di ausilio per il RPCT.novembre 26, 2019 alle 1:08 pm #1112l’idea di un tavolo permanente tra le strutture dell’Ateneo per la trasparenza ed anticorruzione mi sembra estremamente utile in una realtà fortemente diversificata. ideale sarebbe prevedere un convegno interno annuale in cui trasferire i risultati della collaborazione e la diffusione di best practices. una struttura di auto – controllo.
novembre 26, 2019 alle 1:22 pm #1115Trovo molto interessante l’idea di prevedere un piano condiviso, che vede il coinvolgimento di tutto il personale. La collaborazione e la condivisione sono fondamentali in un’amministrazione pubblica, anche se spesso si è portati a ragionare in un’ottica troppo individualistica e meno di “gruppo”.
Avrei aggiunto alle azioni che hai indicato anche i tempi previsti per la loro attuazione.novembre 28, 2019 alle 4:03 pm #1175Avere una struttura di controllo può essere sicuramente utile e condivisibile. In riferimento alle azioni 3 e 4 sarebbe possibile aggiungere in che modo effettivamente avviene il monitoraggio ed in che modo è da effettuarsi la rotazione degli incarichi manageriali. Sarebbe utile anche prevedere delle tempistiche di raggiungimento degli obiettivi.
novembre 28, 2019 alle 8:08 pm #1185Buona l’idea della struttura di controllo e del piano condiviso; da studiare bene le modalità attuative per non restare bloccati nella redazione del piano. Per esperienza personale più persone si coinvolgono e più tempo si rende necessario per giungere alla conclusione del progetto.
novembre 29, 2019 alle 1:21 pm #1232Tra le misure proposte mi sono piaciute quelle relative alla:
1)Monitoraggio processi e servizi;
2)Rotazione degli incarichi manageriali;
3) Costituzione di un gruppo di lavoro per la Trasparenza e Anticorruzione con i compiti di presidiare continuamente gli adempimenti ed aggiornamento costante dei contenuti.novembre 29, 2019 alle 4:08 pm #1238Alcune azioni mi sembrano già previste dalla norma; mi soffermerei sull’azione 5 e sulla esplicitazione dei compiti di presidio del gruppo di lavoro.
novembre 30, 2019 alle 8:44 am #1257Ritengo che la “corruzione” si possa vincere solo con un buon piano di formazione a tutti i livelli. Mi piace l’idea di un gruppo di lavoro per il presidio e controllo dell’aggiornamento del Piano. Proporrei di far ruotare i partecipanti al gruppo del tipo il 50% ogni 6 mesi in modo da assicurare continuità di progetto.
Non sono pienamente d’accordo sulla rotazione dei manager in tempi definiti in quanto possono, se ben formati, costituire essi stessi un presidio per la maladministration. Un buon manager per poter fornire risultati all’azienda o all’Ente deve poter esprimere il suo operato per almeno 7-8 anninovembre 30, 2019 alle 5:08 pm #1285Il piano evidenzia l’esigenza di una adeguata formazione ed informazione ed il coinvolgimento di tutti gli attori (dipendenti, professori, ricercatori, studenti ecc.) oltre che la necessità che il piano stesso fornisca valide ed adeguate informazioni al dipendente tali da consentire allo stesso di svolgere adeguatamente la propria attività. Particolare attenzione viene posta alla rotazione degli incarichi e alla necessità di monitorare i processi ed i servizi. Il piano evidenzia inoltre la necessità di costituire un gruppo di lavoro per la trasparenza e per le attività in materia di anticorruzione. La costituzione di tale gruppo può probabilmente essere utile in realtà complesse come un Ateneo e sicuramente può costituire uno strumento utile per lo studio e l’approfondimento della materia e più in generale può stimolare la definizione di azioni per rendere più efficace ed efficiente l’azione amministrativa con possibili effetti benefici anche sulla qualità dell’offerta formativa.
dicembre 3, 2019 alle 7:23 pm #1286Trovo molto utile la creazione di un gruppo di lavoro Interateneo con profili anche diversi, amministrativi, tecnici e didattica, dove poter confrontarsi e offrire spunti di riflessione e non solo in materia di anticorruzione. La rotazione degli incarichi magari credo che sia importante che sia prevista non solo per i ruoli “manageriali” in senso stretto.
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