HOME › Forum › Proposta di un piano anticorruzione (creativo e partecipato) SESTO ANNO › La buona Amministrazione
Questo argomento contiene 4 risposte, ha 5 partecipanti, ed è stato aggiornato da Antonio De Simone 2 anni, 9 mesi fa.
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gennaio 27, 2022 alle 8:04 am #2363
Problema: i problemi sono molteplici, l’Amministrazione si dovrebbe fondare sulla formazione e sul coinvolgimento dei propri dipendenti e non sulla base di vecchie pratiche che “sono sempre andate bene così”, non c’è la voglia e a volte nemmeno il tempo di analizzare e scardinare le vecchie abitudini per fare realmente buona Amministrazione.
Destinatari diretti: dipendenti pubblici
Destinatari indiretti: cittadini, imprese
Obiettivo 1: dare gli strumenti agli addetti ai lavori per non generare corruzione indiretta inconsapevolmente
Azione 1: formare e coinvolgere i dipendenti che si occupano di attività all’interno dell’Amministrazione che possono essere oggetto di corruzione anche indiretta e non voluta sul piano della prevenzione della corruzione; lo stesso dovrebbe essere stilato coinvolgendo i veri addetti ai lavori e inoltre tutti ne dovrebbero essere a conoscenza in modo reale: bisognerebbe prevedere momenti di formazione non solo figurativa perché lo impone la norma, ma anche concreta, bisogna spiegare ai dipendenti quali possono essere i comportamenti che creano corruzione illecita perché molti non se ne accorgono.
Obiettivo 2: distruggere il “perché si è sempre fatto così”
Azione 2: analizzare le diverse fasi delle pratiche degli uffici “a rischio” e creare degli standard di comportamenti realmente corretti, facendo capire ai RUP e ai Dirigenti che non sempre è corretto ciò che si è sempre fatto, ma che a volte cambiando i metodi di lavoro, senza aver paura di essere “il primo” o “il diverso”, si esce dal solito schema che magari può non essere quello corretto.
Obiettivo 3: diminuire al massimo la discrezionalità delle Stazioni Appaltanti nelle gare
Azione 3: creare capitolati tipo standardizzati al fine di evitare che le Stazioni Appaltanti, inserendo alcuni criteri a discapito di altri, possano penalizzare alcune imprese rispetto ad altre, in modo da ridurre ai minimi termini i criteri discrezionali in cui i commissari devono assegnare punteggi alle imprese e che possano così essere influenzati dall’esterno, non attribuendo giudizi oggettivi.
febbraio 9, 2022 alle 5:26 pm #2404Condivido con Viviana l’esigenza di uno “svecchiamento” delle procedure, soprattutto nell’ambito degli appalti pubblici che è soggetto a continue e frequenti modifiche normative.
Quanto all’obiettivo n. 3, credo che la questione vada affrontata con cautela perchè ci sono settori (penso alle apparecchiature elettromedicali) in cui la discrezionalità tecnica dei commissari di gara è indispensabile per la corretta ed efficiente valutazione dell’offerta tecnica. Esistono però “compensativi” utili a limitare questa discrezionalità, come ad esempio la previsione di sub-criteri e sub-punteggi che sono utili a direzionare la valutazione dei commissari senza sacrificare la ratio sottesa all’esigenza di prevedere punteggi discrezionali.
febbraio 11, 2022 alle 1:58 pm #2417Approcci innovativi in tema di appalti sono possibili maneggiando con elevato grado di conoscenza e competenza non solo le norme del codice appalti o della direttiva ma di matematica ed economia come ci ha insegnato il Prof Cesi o Albano. Quindi team compositi (come formazione universitaria e di esperienza) e coesi. Formare strateghi degli acquisti in senso generale
febbraio 11, 2022 alle 7:39 pm #2444Condivido pienamente l’obiettivo 2: dire “facciamo così perché si è sempre fatto così” è un ostacolo a qualunque cambiamento e innovazione.
Elisafebbraio 11, 2022 alle 8:07 pm #2446Condivido la necessità di svolgere il proprio lavoro allontanandosi da pratiche radicate nel tempo. potranno essere poi considerazioni che apportano o meno miglioramenti ma sono fondamentali affinchè si mantenga un atteggiamento di fattiva collaborazione.
Molto spesso si incontrano purtroppo persone che preferiscono rimanere nella loro consuetudine, che vanno in crisi al primo cambiamento, nonostante si tenti in tutti i modi di incentivarle. -
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