HOME › Forum › Proposta di un piano anticorruzione (creativo e partecipato) NONO ANNO › la prevenzione attraverso la formazione e la conoscenza
Questo argomento contiene 2 risposte, ha 3 partecipanti, ed è stato aggiornato da Michele Badalucco 5 giorni, 18 ore fa.
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novembre 14, 2024 alle 5:53 pm #2899
Problema: Esistono indicatori che allertano ANAC su eventuali fenomeni che, potenzialmente, potrebbero portare a rischio di corruzione sin dal concepimento di un bando di gara, nel momento in cui si cerca di soddisfare un fabbisogno della PA mediante il ricorso al libero mercato.
E’ indispensabile poter intervenire sulla formazione del personale per poter risolvere le questioni di asimmetria informativa con il mercato, che portano spesso a delicati problemi di lock-in e di presunte infungibilità.
Destinatari diretti: dipendenti pubblici, responsabili, a ogni livello, delle fasi di programmazione, progettazione ed esecuzione contrattuale.
Destinatari indiretti: imprenditori a ogni livello (microimprese incluse), cittadini.
Obiettivo 1:preparazione specifica del personale della PA sulle fasi di programmazione, progettazione ed esecuzione contrattuale.
Obiettivo 2: Approfondire come evitare l’insorgere di fenomeni allertanti, quali:
– il non necessario ricorso ad acquisizioni di beni con privative e/o con diritti esclusivi,
– il verificarsi del fenomeno del lock-in
– eliminazione dell’asimmetria informativa con il mercato, mediante la formazione e la conoscenza degli strumenti a disposizione.
Obiettivo 3: preparazione di bandi di gara che garantiscano il rispetto dei principi del Codice, in particolar modo il rispetto della libera concorrenza, dell’imparzialità, del buon andamento, della trasparenza in modo da poter garantire anche il rispetto di obiettivi quali efficacia, efficienza ed economicità nell’operato della PA.
Azione 1 (riferita a obiettivo 1) Capita spesso che i responsabili delle single fasi, affidamento escluso, non sapendo come districarsi nel complesso mondo degli approvvigionamenti, utilizzino le conoscenze degli operatori economici per poter soddisfare una specifica esigenza. La conseguenza è che la pratica imbastita consista meramente in un solo preventivo, senza alcuno studio del caso. La formazione sulla progettazione è fondamentale per poter capire come arrivare all’elaborazione di schede tecniche accurate, così come alla stesura di un capitolato tecnico che indichi con chiarezza le condizioni a cui tale appalto dovrà sottostare (lex-specialis). Ciò faciliterebbe anche la fase di esecuzione, che non si limiterebbe così solo ad accertarsi che il bene o la prestazione siano stati effettuati, ma consentirebbe di poter entrare nel merito, come richiesto dal codice e dal DM 49/2018. In aggiunta, occorre evidenziare che il responsabile dell’affidamento svolge indubbiamente un incarico a rischio per cui, secondo il PNA, deve avere una rotazione nell’incarico su base quinquennale. Parimenti i responsabili delle rimanenti fasi, essendo nella medesima condizione di continui contatti con gli OO.EE., dovrebbero ruotare nell’incarico con la stessa medesima frequenza.
Azione 2 (riferita a obiettivo 2) Una maggiore conoscenza degli strumenti a disposizione potrebbe semplificare il lavoro. Ad esempio, uno strumento utile quale “amministrazione trasparente” per pubblicare una richiesta di manifestazione di interesse per partecipare a bandi, per instaurare rapporti con gli OE volti ad arrivare a consultazioni preliminari di mercato oppure a dialogo competitive, non è molto conosciuto da chi svolge attività di progettazione. La formazione specifica sull’utilizzo degli strumenti disponibili eviterebbe di dover dipendere dalle ditte su come poter stabilire se un bene può soddisfare un’esigenza specifica. In tal senso, la creazione di procedure standardizzate, mitigherebbe il rischio di lock-in e di trovarsi in situazioni di approvvigionamenti acquistati con privative o con diritti esclusivi.
Azione 3 (riferita a obiettivo 3) Creare standard anche per acquisti sotto soglia in modo da consentire ai responsabili di elaborare capitolati che oggettivamente non possano alterare la libera concorrenza. Lo studio di schede tecniche, soprattutto per beni di tipo sperimentale, deve essere indirizzato da principi legati al project management, con individuazione oggettiva di caratteristiche peculiari da sottomettere al parere esperto del mercato, anziché dialogare con operatori del settore che hanno, evidentemente, interesse specifico differente da quello istituzionale.gennaio 3, 2025 alle 4:26 pm #2953Ciao da Rita alias lo Studente Paperino,
Prendiamo l’art 76 del nuovo Codice. La Relazione al Codice riporta “Prescindendo dalle ipotesi in cui l’affidamento può avvenire soltanto in favore di un unico fornitore disponibile, l’urgenza potrebbe, a titolo esemplificativo, ostare ad una ricerca di mercato, per l’individuazione di operatori diversi da quelli che abbiano intrattenuto precedenti rapporti negoziali con l’Amministrazione procedente.” Dunque, partire da una buona programmazione e fare gli sforzi necessari ad ottenere una valida ricerca di mercato.gennaio 3, 2025 alle 9:31 pm #2965Buona sera Simone, il testo esprime con solidità concettuale nonché esperienziale temi penso di comune interesse. Le soluzioni proposte, se la PA saprà integrarle, potrebbero risolvere molte delle criticità evidenziate e non ultima l’amministrazione trasparente può e deve essere un grimaldello per migliorare; direi un percorso a volte scomodo ma legittimo per contrastare usanze che per ignoranza o malafede sono difficili da cambiare.
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