HOME › Forum › Proposta di un piano anticorruzione (creativo e partecipato) TERZO ANNO › Marisa Audi Grivetta – " Dipendenti pubblici più consapevoli"
Questo argomento contiene 11 risposte, ha 12 partecipanti, ed è stato aggiornato da ELENA DEAMBROGIO 5 anni, 11 mesi fa.
-
AutoreArticoli
-
ottobre 26, 2018 alle 2:16 pm #517
NOME E COGNOME: Marisa AUDI GRIVETTA
TITOLO: Dipendenti pubblici più consapevoli
DESTINATARI: pubblici dipendenti
AMBITO D’AZIONE: proposte migliorative
PROBLEMA: Non è ancora stato fatto proprio da parte di molti dipendenti pubblici il principio fondamentale di essere operatori al servizio della collettività. In un contesto generale in cui si opera in buona fede nella convinzione di agire correttamente si svolgono spesso in modo ‘meccanico’ e deresponsabilizzato le funzioni attribuite sia decisionali sia esecutive; si contribuisce, così, anche in modo non pienamente consapevole, alla maladministration.
OBIETTIVI
Obiettivo 1:Promuovere e rafforzare la presa di coscienza da parte dei pubblici dipendenti del fatto che le funzioni svolte sono sempre rivolte al conseguimento del pubblico interesse.
Obiettivo 2: Ottenere sinergie volte al rafforzamento del contrasto alla maladministration
Obiettivo 3: Sviluppare una professionalizzazione ‘consapevole’ in capo ai dipendenti pubbliciAZIONI TEMPO
Azione 1 (riferita ad obiettivo 1): Raccolta presso alcuni uffici ‘sentinella’ all’interno dell’Amministrazione (es. URP, RPCT, Legale) dei dati che evidenziano situazioni critiche esistenti relativamente a: 1) opacità e difficoltà nelle collaborazioni anche procedimentalizzate all’interno dell’Amministrazione o con altre Ammministrazioni, 2) procedimenti incompleti, non trasparenti – adozione di provvedimenti illegittimi o non opportuni.
Tempo: raccolta/aggiornamento dati annuale
Azione 2 (riferita ad obiettivo 1): Analisi dei dati raccolti, volta ad individuare le cause che generano le criticità procedimentali/operative. Restituzione con modalità telematica ai dipendenti dei risultati.
Tempo: 6 mesi successivi all’azione 1
Azione 3 (riferita ad obiettivo 2) Creazione di una rete di uffici, organismi es. (RCPT, CUG,etc.) che all’interno dell’Amministrazione si occupano, a vario titolo, di situazioni critiche che possono integrare o contribuire a creare fenomeni di maladministration con coordinamento delle rispettive funzioni.
Tempo: 3 mesi
Azione 4 (obiettivo 3): Formazione mirata a ruoli e funzioni professionali con: -evidenziazione delle conseguenze sul pubblico interesse da perseguire e delle responsabilità derivanti da comportamenti e procedimenti a vario titolo viziati; -chiarimenti della funzione di norme, regolamenti, codici, regole in generale di riferimento.
Tempo: corsi attivati e cadenzati nell’anno successivamente alle azioni 1 e 2novembre 23, 2018 alle 5:11 pm #543Trovo i temi affrontati assolutamente fondamentali. Riflettevo sul fatto che la raccolta delle informazioni presso gli uffici sentinella potrebbe avvenire sia su segnalazione del singolo che di un soggetto incaricato del monitoraggio di procedure e/o tipologia di eventi ritenuti più critici, oltre al RPC.
novembre 25, 2018 alle 8:09 pm #567D’accordo, mi sembra una buona risposta che guarda alla struttura organizzativa nel suo complesso
novembre 25, 2018 alle 10:39 pm #575Come rilevato nell’ultima lezione, sarebbe importante non solo analizzare le problematiche che vengono evidenziate attraverso le segnalazioni, ma anche elaborare delle “soluzioni”, quando possibili, e metterle a conoscenza dei funzionari.
novembre 26, 2018 alle 11:27 am #582Trovo il contributo assolutamente in linea con quanto da me rappresentato nel mio piano creativo. Emerge anche in questo caso la necessità di specializzare appositi Uffici in grado di intervenire e monitorare situazioni che possano inficiare l’esercizio di una corretta azione amministrativa. Condivido in pieno l’istituzione di unità sentinella che, secondo me dovrebbero rapportarsi direttamente con ANAC.
novembre 26, 2018 alle 3:49 pm #594Mi trovo d’ accordo nel segnalare l’importanza della formazione mirata delle conseguenze del proprio operato sul pubblico interesse da perseguire e delle responsabilità derivanti da comportamenti anomali in senso lato, concordo che il cambiamento sia anche cambiamento culturale e l’esigenza di ciò è assolutamente centrale nella prospettiva fornita.
novembre 27, 2018 alle 9:21 pm #627Rispetto all’azione 2, relativa alla restituzione dei risultati rilevati, propongo di valutare se sia possibile, esaminate ed identificate le più comuni cause di illegittimità degli atti, arrivare a predisporre un formulario, una sorta di guida pratica per la stesura dei provvedimenti dirigenziali e deliberativi, con l’indicazione per ciascuno, ad esempio, degli adempimenti di pubblicazione, di pubblicazione nella sezione “Amministrazione trasparente” ed altri eventuali. Quanto ai procedimenti, la certificazione di qualità rappresenta senz’altro un valido strumento di analisi e di miglioramento in ottica di standardizzazione.
novembre 29, 2018 alle 1:40 pm #644Molto interessante la percezione di una maladiminstration che a volte purtroppo opera anche in buona fede svolgendo funzioni quotidiane in modo non corretto anche se non pienamente consapevoli del danno che ne può derivare. Coinvolgere il personale, formarlo, promuovere e rafforzare la presa di coscienza è un approccio produttivo e utile per arginare effetti collaterali di atteggiamenti inconsapevoli.
novembre 30, 2018 alle 1:49 pm #660Ottimo l’approccio concreto che evidenzia la necessità di una casistica reale dei casi di maladministration e, parimenti, l’approccio critico alle cause che stanno alla base delle opacità nella P.A.
novembre 30, 2018 alle 3:42 pm #669Mi è piaciuto l’obiettivo legato al fatto di promuovere e rafforzare la presa di coscienza da parte dei pubblici dipendenti del fatto che le funzioni svolte sono sempre rivolte al conseguimento del pubblico interesse: in tante situazioni i dipendenti pubblici non si rendono conto del fatto che un comportamento di inerzia, un’omissione o un’azione portata a termine in ritardo crea solamente danni alla collettività!
novembre 30, 2018 alle 5:49 pm #677Condivido l’esigenza della raccolta dati presso gli ” uffici sentinella”, presupposto per i fondamentali successivi corsi di formazione.
dicembre 3, 2018 alle 4:59 pm #699Il termine “ufficio sentinella” mi mette un po’ di paura… a parte gli aspetti emozionali, condivido gli obiettivi, finalizzati a mettere in luce anche forme “inconsapevoli” di maladministration. Mi sembra si faccia riferimento anche a carenze formative. Pertanto, consiglierei di valorizzare anche aspetti legati all’offerta di strumenti per i dipendenti volti a favorire lo scambio di informazioni, buone pratiche, modelli, anche tramite piattaforme collaborative con sezioni tematiche. La prospettiva delineata nel commento di Katya Finardi – che condivido – mi sembra particolarmente appropriata.
-
AutoreArticoli
Devi essere loggato per rispondere a questa discussione.