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    Andrea Ferroni
    Partecipante

    PIANO TRIENNALE PER LA PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE
    AGGIORNAMENTO 2018 – 2020
    AGGIORNAMENTO ANNO 2018

    INDICE

    1. Il Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione 2018 – 2020. Introduzione pag. 3
    2. Struttura del Piano Triennale per la Prevenzione della Corruzione 2018 – 2020 pag. 15
    3. Soggetti coinvolti nella prevenzione della corruzione pag. 15
    4. Il PTPC nel contesto dell’Autorità di regolazione dei trasporti pag. 18
    5. Metodologia adottata per la predisposizione del PTPC pag. 26
    6. Misure generali pag. 88
    7. La Trasparenza pag. 89
    8. Il Codice Etico pag. 128
    9. La separazione tra Organo istruttorio e Organo decisorio pag. 129
    10. Il monitoraggio del rispetto dei termini pag. 129

    1. Il Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione 2016 – 2018. Introduzione
    Con l’approvazione della legge n. 190 del 6 novembre 2012 recante le “Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell’illegalità nella pubblica amministrazione” (di seguito: Legge), l’ordinamento italiano si è orientato, nel contrasto alla corruzione, verso un sistema di prevenzione che si articola, a livello nazionale, con l’adozione del Piano nazionale anticorruzione (di seguito: PNA) e, a livello di ciascuna amministrazione pubblica, mediante la predisposizione di Piani Triennali di Prevenzione della corruzione (di seguito: PTPC).
    L’approvazione e l’attuazione della Legge ha rappresentato per l’Italia anche l’occasione di allinearsi alle migliori prassi internazionali, introducendo nel nostro ordinamento, nuovi strumenti diretti a rafforzare le politiche di prevenzione e contrasto della corruzione nella direzione più volte sollecitata dagli organismi internazionali di cui l’Italia fa parte, in particolare il GRECO (Groupe d’Etas contre la Corruption) del Consiglio d’Europa, il WGB (Working Group on Bribery) dell’OCSE e l’IRG (Implementation Review Group) per l’implementazione della Convenzione contro la Corruzione delle Nazioni Unite.
    La Legge si inserisce in un contesto ordinamentale in materia di prevenzione e repressione della corruzione che si è via via arricchito con l’introduzione della disciplina sulle cause di incandidabilità (di seguito: d.lgs. n. 235/2012), quella sulla trasparenza amministrativa (di seguito: d.lgs. n. 33/2013) ed, infine, con la normativa sulle incompatibilità negli incarichi ricoperti nella Pubblica Amministrazione (d.lgs. n. 39/2013).
    L’art. 1, comma 5 della Legge stabilisce che le pubbliche amministrazioni definiscono “ .. un piano di prevenzione della corruzione che fornisce una valutazione del diverso livello di esposizione degli uffici al rischio di corruzione e indica gli interventi organizzativi volti a prevenire il rischio medesimo”.
    Peraltro, il d.lgs. n. 33/2013 e la legge n. 190/2012 sono stati recentemente novellati ad opera del D.LGS. 25 maggio 2016, n. 97 recante “Revisione e semplificazione delle disposizioni in materia di prevenzione della corruzione, pubblicità e trasparenza ….” .
    Alla luce delle rilevanti modifiche introdotte si è provveduto, come meglio si dirà infra, alla rivisitazione della sezione relativa alla Trasparenza. Le innovazioni principali contenute nel d.lgs. n. 33/2013 novellato consistono, da un lato, nell’ accorpamento del Piano sulla trasparenza con il Piano di prevenzione della corruzione, mediante la costituzione di un’apposita sezione all’interno dello stesso, dedicata, appunto, alla Trasparenza; dall’atro, almeno di norma, nella convergenza delle due figure di Responsabile per la prevenzione della Concorrenza e di responsabile della Trasparenza in capo ad un’unica persona, come del resto già anticipato da ART.
    Ciò comporta anche una ridefinizione dell’acronimo del Documento in oggetto in PTPCT.
    Il contenuto del PTPCT, alla luce del quadro normativo di riferimento, deve ricomprendere alcuni elementi minimi di seguito elencati:
    – individua le attribuzioni del Responsabile per la prevenzione della corruzione e della Trasparenza (di seguito: RPCT);
    – evidenzia i settori e le attività/procedimenti a rischio più elevato di corruzione, descrive il diverso livello di rischio di corruzione e di illegalità ed indica gli interventi organizzativi volti alla prevenzione del medesimo rischio;
    – prevede, per le attività a rischio di corruzione e/o di illegalità, meccanismi di formazione, attuazione e controllo delle decisioni idonei a prevenire il rischio di corruzione;
    – prevede obblighi di informazione nei confronti del RPCT, chiamato a vigilare sul funzionamento e sull’osservanza del PTPCT;
    – monitora il rispetto dei termini, previsti dalla legge o dai regolamenti, per la conclusione dei procedimenti;
    – monitora i rapporti con l’Amministrazione e i soggetti che con la stessa stipulano contratti o che sono interessati a procedimenti di autorizzazione, concessione o erogazione di vantaggi economici di qualunque genere;
    – individua specifici obblighi di trasparenza ulteriori rispetto a quelli previsti dalle disposizioni di legge.

    Il quadro normativo in materia di prevenzione della corruzione, oltre che dalla già citata Legge, cui si è principalmente fatto riferimento nella predisposizione del PTPCT, è costituito dai seguenti provvedimenti legislativi:
    – la legge n. 241 del 7 agosto 1990, recante “Nuove norme in materia di procedimento amministrativo e di diritto di accesso ai documenti amministrativi” ed in particolare l’art. 6-bis;
    – la legge 3 agosto 2009, n. 116 di ratifica ed esecuzione della Convenzione dell’Organizzazione delle Nazioni Unite contro la corruzione, adottata dall’Assemblea generale dell’ONU il 31 ottobre 2003 con risoluzione n. 58/4, firmata dallo Stato italiano il 9 dicembre 2003, nonché le norme di adeguamento interno e le modifiche al codice penale e al codice di procedura penale;
    – il decreto legislativo n. 235 del 31 dicembre 2012, recante “Testo unico delle disposizioni in materia di incandidabilità e di divieto di ricoprire cariche elettive e di Governo conseguenti a sentenze definitive di condanna per delitti non colposi, a norma dell’art. 1, comma 63, della legge 6 novembre 2012, n. 190”;
    – il decreto legislativo n. 33 del 14 marzo 2013, recante il “Riordino della disciplina riguardante gli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni”;
    – il decreto legislativo n. 39 dell’8 aprile 2013, recante “Disposizioni in materia di inconferibilità e incompatibilità di incarichi presso le pubbliche amministrazioni e presso gli enti privati in controllo pubblico, a norma dell’articolo 1, commi 49 e 50, della legge 6 novembre 2012, n. 190”;
    – il decreto-legge n. 90 del 24 giugno 2014 convertito, con modificazioni, dalla legge n. 114 dell’11 agosto 2014 recante “Misure urgenti per la semplificazione e la trasparenza amministrativa e per l’efficienza degli uffici giudiziari”;
    – la legge 27 maggio 2015, n. 69, recante le “Disposizioni in materia di delitti contro la pubblica amministrazione, di associazioni di tipo mafioso e di falso in bilancio”;
    – il decreto legislativo n. 112 del 15 luglio 2015, recante “Attuazione della Direttiva 2012/34/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 21 novembre 2012, che istituisce uno spazio ferroviario europeo unico (Rifusione)”;
    – la legge 7 agosto 2015, n. 124, recante “Deleghe al Governo in materia di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche” ed in particolare l’art. 7 (Revisione e semplificazione delle disposizioni in materia di prevenzione della corruzione, pubblicità e trasparenza).
    Per la stesura del PTPCT si è fatto riferimento anche ai seguenti provvedimenti normativi, introdotti successivamente all’adozione del PTPC di ART per gli anni 2015 – 2017:
    – il decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50, recante “Attuazione delle direttive 2014/23/UE, 2014/24/UE e 2014/25/UE sull’aggiudicazione dei contratti di concessione, sugli appalti pubblici e sulle procedure d’appalto degli enti erogatori nei settori dell’acqua, dell’energia, dei trasporti e dei servizi postali, nonché per il riordino della disciplina vigente in materia di contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture” ed in particolare l’art. 29 Principi in materia di trasparenza);
    – il decreto legislativo 25 maggio 2016, n. 97 (di seguito: d.lgs. n. 97/2016), che, come detto, contiene “Revisione e semplificazione delle disposizioni in materia di prevenzione della corruzione pubblicità e trasparenza, correttivo della legge 6 novembre 2012, n. 190 e del decreto legislativo 14 marzo 2013, n. 33, ai sensi dell’articolo 7 della legge 7 agosto 2015, n. 124, in materia di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche”.

    La disciplina regolamentare di cui si è tenuto conto ai fini dell’aggiornamento del PTPC è la seguente:
    – il Piano Nazionale Anticorruzione (PNA) predisposto dal Dipartimento della Funzione Pubblica ed approvato in data 11 settembre 2013 con la Delibera CIVIT n. 72/2013 ed i relativi allegati;
    – le Linee di indirizzo del Comitato interministeriale (D. P. C.M. 16 gennaio 2013) per la predisposizione, da parte del Dipartimento della funzione pubblica, del Piano nazionale anticorruzione di cui alla legge 6 novembre 2012, n. 190;
    – le Linee guida in materia di codici di comportamento delle pubbliche amministrazioni (art. 54, comma 5, d.lgs. n. 165/2001) approvate con Delibera CIVIT n. 75/2013;
    – l’aggiornamento 2015 al Piano Nazionale Anticorruzione (di seguito: PNA) approvato in data 28 ottobre 2015 dall’ANAC con la Determinazione n. 12/2015;
    – il “Regolamento concernente la disciplina contabile dell’Autorità di regolazione dei trasporti”, approvato con Delibera dell’Autorità n. 6 del 12 dicembre 2013 e s.m.i.;
    – il “Regolamento per lo svolgimento in prima attuazione dei procedimenti per la formazione delle decisioni di competenza dell’Autorità e per la partecipazione dei portatori d’interesse” approvato con Delibera dell’Autorità n. 5/2014 del 16 gennaio 2014;
    – la Determina del Presidente dell’Autorità volta a disciplinare le “Procedure per la predisposizione degli atti e la esecuzione delle decisioni del Consiglio” del 1° ottobre 2014;
    – Piano triennale di prevenzione della corruzione A.N.A.C. triennio 2017 – 2019;
    – Delibera ANAC n. 1310 del 28 dicembre 2016 concernente “Prime linee guida recanti indicazioni sull’attuazione degli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni contenute nel D.LGS: 33/2013 come modificato dal D.LGS. 97/2016 …..”
    Rileva, inoltre, il parere n. 515 del 24 febbraio 2016 del Consiglio di Stato (Sezione consultiva per gli Atti Normativi) sullo Schema di decreto legislativo recante “Revisione e semplificazione delle disposizioni in materia di prevenzione della corruzione, pubblicità e trasparenza, correttivi della legge 6 novembre 2012, n. 90 e del decreto legislativo 14 marzo 2013, n. 33, ai sensi dell’art. 7 della legge 7 agosto 2015, n. 124, in materia di riorganizzazione delle amministrazione pubbliche”. I i Giudici di palazzo Spada in merito all’adozione di idonee misure organizzative, anche ai fini della valutazione dei risultati, sottolineano l’opportunità di procedere alla pubblicazione sul sito istituzionale dell’ente di appartenenza delle informazioni concernenti, tra l’altro:
    – le fasi dei procedimenti di aggiudicazione ed esecuzione degli appalti pubblici;
    – il tempo medio di attesa per le prestazioni;
    – le determinazioni dell’organismo di valutazione;
    – la razionalizzazione e precisazione degli obblighi di pubblicazione nel sito istituzionale, ai fini di eliminare le duplicazioni e consentire che tali obblighi siano assolti attraverso la pubblicità totale o parziale di banche dati detenute dalle pubbliche amministrazioni;
    – l’individuazione dei soggetti competenti all’irrogazione delle sanzioni per la violazione degli obblighi di trasparenza;
    – il riconoscimento, fermi restando gli obblighi di pubblicazione, della libertà di accesso, anche per via telematica, di chiunque, indipendentemente dalla titolarità dii situazioni giuridicamente rilevanti, ai dati e ai documenti detenuti dalle pubbliche amministrazioni, salvi i casi di segreto o di divieto di divulgazione previsti dall’ordinamento e nel rispetto dei limiti relativi alla tutela di interesse pubblici e privati.
    Si richiamano, inoltre, le Delibere dell’Autorità adottate in materia di prevenzione della corruzione o ad essa connesse:
    – la Delibera dell’Autorità n. 13/2015 del 5 febbraio 2015 concernente “Assegnazione delle funzioni di responsabile per la prevenzione della corruzione e di Responsabile per la trasparenza dell’Autorità di regolazione dei trasporti”;
    – la Delibera dell’Autorità n. 30/2015 del 25 marzo 2015 concernente il “Performance management”, con la quale è stato approvato il sistema di misurazione e valutazione della performance destinato a tutto il personale dipendente ed ispirato a princìpi di meritocrazia e di miglioramento continuo della performance;
    – la Delibera dell’Autorità n. 35/2015 del 25 marzo 2015 recante il “Programma Triennale per la Trasparenza e l’integrità 2015 – 2017 dell’Autorità di regolazione dei trasporti. Approvazione preliminare”;
    – la Delibera dell’Autorità n. 58/2015 del 22 luglio 2015 concernente il “Codice etico dell’Autorità di regolazione dei trasporti. Approvazione”, con la quale l’Autorità ha approvato il proprio Codice etico, finalizzato a favorire l’applicazione dei princìpi della buona amministrazione e a promuovere i più elevati standard di condotta, che rappresentano una componente fondamentale della cultura di servizio cui l’Autorità aderisce;
    – la Delibera dell’Autorità n. 58 Bis/2015 del 22 luglio 2015 avente ad oggetto la “Nomina del garante etico dell’Autorità di regolazione dei trasporti”, nella persona del prof. Sabino Cassese;
    – la Delibera n. 12/2016 del 28 gennaio 2016 recante il “Programma Triennale per la prevenzione della corruzione 2015 – 2017 dell’Autorità di regolazione dei trasporti. Approvazione definitiva”, con la quale l’Autorità ha adottato il PTPC 2015 – 2017;
    – il “Regolamento concernente l’organizzazione ed il funzionamento dell’Autorità”, approvato con Delibera dell’Autorità n. 61/2016 del 23 maggio 2016, ed in particolare l’art. 9 (Funzioni di indirizzo e controllo e funzioni di gestione);
    – la Delibera n. 52 del 6 aprile 2017 concernete il “Performance management” comprensivo delle schede di assegnazione degli obiettivi e di valutazione delle performance, con riferimento al biennio 2017 – 2018;

    Il PTPCT ha una validità triennale e deve essere aggiornato entro il 31 gennaio di ciascun anno, in ottemperanza di quanto previsto dall’art. 1, comma 8, della Legge.
    Ai fini dell’aggiornamento annuale del PTPCT si deve tenere conto dei seguenti fattori:
    – l’eventuale mutamento o integrazione della disciplina normativa in materia di prevenzione della corruzione;
    – i cambiamenti normativi e regolamentari che modificano le finalità istituzionali, le attribuzioni, l’attività o l’organizzazione dell’Autorità (per es.: l’attribuzione di nuove competenze);
    – l’emersione di nuovi fattori di rischio rispetto a quelli considerati in fase di predisposizione del precedente PTPCT;
    – sopravvenienza di elementi da cui derivi l’opportunità di modificare le misure predisposte o programmate dall’Autorità per prevenire il rischio di corruzione.

    I recenti interventi normativi sulla materia della prevenzione della corruzione e sulla disciplina della trasparenza amministrativa e la conseguente necessità di tenerne conto ai fini dell’aggiornamento del PTPCT, hanno comportato un, seppur limitato, rallentamento del procedimento di aggiornamento del PTPCT da parte dell’Autorità.
    In particolare, successivamente all’adozione del PTPC 2015-2017, è intervenuto l’art. 29 (Principi in materia di trasparenza) del d.lgs. n. 50/2016 che ha, tra l’altro, stabilito che “Tutti gli atti delle amministrazioni aggiudicatrici e degli enti aggiudicatori relativi alla programmazione di … servizi e forniture, nonché alle procedure per l’affidamento di appalti pubblici di servizi, forniture …devono essere pubblicati e aggiornati sul profilo del committente, nella sezione “Amministrazione trasparente” con l’applicazione delle disposizioni di cui al decreto legislativo 14 marzo 2013, n. 33”.
    Quest’ultima disposizione ha reso necessario un aggiornamento delle misure di prevenzione della corruzione da applicare nell’ambito della trasparenza amministrativa, con la previsione di un rafforzamento degli obblighi di comunicazione come si può evincere dalla locuzione iniziale dell’art. 50 che richiede la pubblicazione di “tutti gli atti”.
    Dal che, anticipando quanto si dirà meglio nel prosieguo del testo, appare coerente con quanto statuito dall’art. 29 del d.lgs. n. 50/2016, prevedere un aggiornamento degli obblighi di pubblicazione relativi alle procedure ad evidenza pubblica indette dall’Autorità, disponendo la pubblicazione, nelle more della procedura di affidamento, di tutte le imprese che hanno presentato domanda di partecipazione a gare indette dall’Autorità.
    Sempre con riferimento al mutamento del quadro normativo di riferimento, il decreto legislativo n. 97 del 25 maggio 2016 recante “Revisione e semplificazione delle disposizioni in materia di prevenzione della corruzione pubblicità e trasparenza, correttivo della legge 6 novembre 2012, n. 190 e del decreto legislativo 14 marzo 2013, n. 33, ai sensi dell’articolo 7 della legge 7 agosto 2015, n. 124, in materia di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche” (di seguito d.lgs. n. 97/2016) reca numerose modifiche sia, da un lato, alle disposizioni in materia di pubblicità, trasparenza e diffusione delle informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni (finalizzate a rafforzare la trasparenza amministrativa, favorendo forme diffuse di controllo da parte dei cittadini), sia, dall’altro, alla legge n. 190/2012 ed in particolare alle novità introdotte dal decreto-legge n. 90 del 2014, circa le competenze e le funzioni in materia di anticorruzione attribuite all’ANAC.
    In particolare in materia di trasparenza:
    – si estende esplicitamente alle Autorità amministrative indipendenti di garanzia, vigilanza e regolazione l’ambito di applicazione dello stesso d.lgs. n. 33/2013;
    – è introdotta una nuova forma di accesso civico ai dati e ai documenti pubblici, equivalente a quella che nei sistemi anglosassoni è definita Freedom of information act (Foia). Questa nuova forma di accesso prevede che chiunque, indipendentemente dalla titolarità di situazioni giuridicamente rilevanti, può accedere a tutti i dati e ai documenti detenuti dalle pubbliche amministrazioni, nel rispetto di alcuni limiti tassativamente indicati dalla legge. Si tratta di un regime di accesso che consente di accedere non solo ai dati, alle informazioni e ai documenti per i quali esistono specifici obblighi di pubblicazione (per i quali permane, comunque, l’obbligo dell’amministrazione di pubblicare quanto richiesto, nel caso in cui non fosse già presente sul sito istituzionale), ma anche ai dati e ai documenti per i quali non esiste l’obbligo di pubblicazione e che l’amministrazione deve quindi fornire al richiedente, a cui non è richiesta alcuna qualificazione e motivazione. Inoltre, è stato previsto che il procedimento di accesso civico debba concludersi con provvedimento espresso e motivato in relazione ai casi e ai limiti stabiliti dallo stesso decreto;
    – si promuove l’accesso e si migliora la comprensione sui dati della spesa delle pubbliche amministrazioni, attraverso il nuovo sito internet denominato “Soldi pubblici” tramite il quale è possibile accedere ai dati dei pagamenti delle pubbliche amministrazioni e consultarli in relazione alla tipologia di spesa sostenuta, alle amministrazioni che l’hanno effettuata, nonché all’ambito temporale di riferimento. Inoltre, viene previsto che le amministrazioni pubblichino sui propri siti i dati di cui sopra indicando anche i soggetti destinatari dei pagamenti;
    – si unifica in un unico strumento il PTPC e il programma triennale per la trasparenza e l’integrità prevedendo altresì che ogni amministrazione indichi i Responsabili della trasmissione e della pubblicazione dei documenti, delle informazioni e dei dati oggetto di pubblicazione. Al fine di coordinare la disposizione con il PTPCT si prevede che le misure procedimentali e organizzative dello stesso PTPCT costituiscono obiettivi per gli uffici e per i dirigenti titolari e che la promozione di maggiori livelli di trasparenza costituisce un obiettivo strategico di ogni amministrazione;
    – sono introdotti ulteriori obblighi di pubblicazione per le pubbliche amministrazioni sui siti istituzionali, nei quali vanno inseriti anche le misure integrative di prevenzione della corruzione, i documenti di programmazione strategico-gestionale, gli atti degli organismi indipendenti di valutazione o nucleo di valutazione, la relazione degli organi di revisione amministrativa e contabile al bilancio di previsione, alle relative variazioni e al conto consuntivo o bilancio di esercizio; tutti i rilievi ancorché non recepiti della Corte dei conti riguardanti l’organizzazione e l’attività delle amministrazioni stesse e dei loro uffici, la situazione patrimoniale dei titolari di incarichi dirigenziali, i criteri di valutazione della Commissione di concorso per le assunzioni di personale dipendente e le tracce delle prove scritte, i criteri definiti nei sistemi di misurazione e valutazione della performance per l’assegnazione del trattamento accessorio (con contestuale eliminazione dell’obbligo di pubblicazione dei dati relativi all’entità del premio mediamente conseguibile dal personale dirigenziale e non dirigenziale);
    – per quanto attiene alla violazione degli obblighi di trasparenza, l’ANAC ha la possibilità di ordinare la pubblicazione, entro un termine massimo di trenta giorni, degli atti o dei provvedimenti oggetto di pubblicazione obbligatoria, con contestuale segnalazione all’ufficio di disciplina dell’amministrazione interessata, ai fini dell’attivazione del procedimento disciplinare a carico del responsabile della pubblicazione o del dirigente tenuto alla trasmissione delle informazioni e dell’irrogazione le sanzioni previste. L’inadempimento agli obblighi di pubblicazione e/o il rifiuto, al differimento e alla limitazione dell’accesso civico costituiscono altresì elemento di valutazione della responsabilità dirigenziale, eventuale causa di responsabilità per danno all’immagine dell’amministrazione, nonché elemento di valutazione ai fini della corresponsione della retribuzione di risultato e del trattamento accessorio. L’ANAC irroga la sanzione prevista anche nei confronti del dirigente che non effettua la comunicazione relativa agli emolumenti complessivi percepiti a carico della finanza pubblica, nonché nei confronti del responsabile della mancata pubblicazione dei corrispondenti dati.
    In particolare in materia di prevenzione della corruzione:
    – si affida all’ANAC il compito (prima assegnato al Dipartimento della funzione pubblica) di adottare il PNA che ha durata triennale e che viene aggiornato annualmente e rappresenta un atto di indirizzo, per le pubbliche amministrazioni, incluse le Autorità amministrative indipendenti di garanzia, vigilanza e regolazione ai fini dell’adozione dei propri piani triennali di prevenzione della corruzione;
    – il PTPC è sempre adottato dall’organo di indirizzo politico, su proposta del RPC, che assume in sé le funzioni di responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza, entro il 31 gennaio di ogni anno, ed è trasmesso all’ANAC a cura del RPC;
    – nel PTPC, inoltre, devono essere definite le modalità di monitoraggio del rispetto dei termini, previsti dalla legge o dai regolamenti, per la conclusione dei procedimenti e, altresì, le modalità di monitoraggio dei rapporti tra l’amministrazione e i soggetti che con la stessa stipulano contratti o che sono interessati a procedimenti di autorizzazione, concessione o erogazione di vantaggi economici di qualunque genere;
    – si interviene, inoltre, a meglio disciplinare le funzioni dei diversi soggetti chiamati a svolgere un ruolo di prevenzione della corruzione all’interno delle amministrazioni pubbliche: l’organo di indirizzo, il RPC e l’organismo indipendente di valutazione:
    o per quanto riguarda l’organo di indirizzo politico, oltre all’adozione del PTPC, definisce gli obiettivi strategici in materia di prevenzione della corruzione e trasparenza, che costituiscono contenuto necessario e parte integrante dei documenti di programmazione strategico-gestionale;
    o per quanto concerne il RPC, individuato dall’organo di indirizzo tra i dirigenti di ruolo in servizio, si prevede che debba segnalare all’organo di indirizzo e all’organismo indipendente di valutazione eventuali disfunzioni inerenti l’attuazione delle misure in materia di prevenzione della corruzione e trasparenza indicando, altresì, agli Uffici competenti all’esercizio dell’azione disciplinare i nominativi dei dipendenti che non hanno attuato correttamente le misure in materia di prevenzione della corruzione e della trasparenza. Una rilevante novità ha ad oggetto la disciplina delle responsabilità a carico del RPC in caso di ripetute violazioni delle misure di prevenzione della corruzione previste dal PTPC. È stabilito, altresì, che, entro il 15 dicembre di ogni anno, il RPC debba trasmettere all’Organismo indipendente di valutazione e all’organo di indirizzo politico dell’amministrazione una Relazione recante i risultati dell’attività svolta che deve essere, come era già previsto, pubblicata nel sito web dell’amministrazione;
    o relativamente, infine, ai compiti e alle funzioni dell’Organismo indipendente di valutazione, si prevedono a suo carico due tipi di verifiche. La prima verifica è di coerenza dei piani triennali per la prevenzione della corruzione con gli obiettivi stabiliti nei documenti di programmazione strategico-gestionale, anche ai fini della validazione della Relazione sulla performance. Si prevede, altresì, che nella misurazione e valutazione della performance si tenga conto degli obiettivi connessi all’anticorruzione e alla trasparenza ove stabiliti. La seconda verifica attiene, invece, ai contenuti della Relazione sulla performance in rapporto agli obiettivi inerenti alla prevenzione della corruzione e alla trasparenza, potendo chiedere, inoltre, al RPC informazioni e documenti necessari per lo svolgimento del controllo e potendo effettuare audizioni di dipendenti. L’Organismo, infine, riferisce all’ANAC sullo stato di attuazione delle misure di prevenzione della corruzione e della trasparenza.
    In data 3 agosto 2016 l’ANAC ha approvato il nuovo PNA che “è in linea con le rilevanti modifiche legislative intervenute recentemente, in molti casi dando attuazione alle nuove discipline della materia”. L’aggiornamento del PTPC dell’Autorità è stato redatto pertanto anche tenendo conto delle indicazioni fornite nel suddetto documento, ove applicabili, e tenendo conto delle proprie specificità organizzative e strutturali e della particolare natura delle attività istituzionali svolte.
    In particolare nel nuovo PNA 2018-2020:
    – si confermano “le indicazioni già date nell’Aggiornamento 2015 al PNA, cui si rinvia, con riferimento al ruolo e alle responsabilità di tutti i soggetti che a vario titolo partecipano alla programmazione, adozione, attuazione e monitoraggio delle misure di prevenzione della corruzione”;
    – “si raccomanda agli organi di indirizzo politico di prestare particolare attenzione alla individuazione degli obiettivi strategici in materia di prevenzione della corruzione e della trasparenza”;
    – si raccomanda di rafforzare il ruolo del RPCT, anche con l’adozione da parte dell’Amministrazione delle modifiche organizzative eventualmente necessarie per assicurare funzioni e poteri idonei allo svolgimento dell’incarico con piena autonomia ed effettività;
    – in ossequio alle modifiche introdotte dal d.lgs. n. 97/2016, volte a unificare in capo ad un solo soggetto l’incarico di Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza e a rafforzarne il ruolo, “il Responsabile viene identificato con riferimento ad entrambi i ruoli come Responsabile della Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza;
    – si prevede che l’organismo indipendente di valutazione, verifichi “che i PTPC siano coerenti con gli obiettivi stabiliti nei documenti di programmazione strategico-gestionale e, altresì, che nella misurazione e valutazione della performance si tenga conto degli obiettivi connessi all’anticorruzione e alla trasparenza”;
    – si raccomanda di rafforzare la misura della trasparenza all’interno dei PTPCT, “anche oltre al rispetto di specifici obblighi di pubblicazione già contenuti in disposizioni vigenti”;
    – un approfondimento specifico è dedicato alla misura della rotazione del personale e della verifica delle dichiarazioni sulla insussistenza delle cause di inconferibilità.

    L’aggiornamento del PTPCT è stata anche l’occasione per un ulteriore affinamento del processo di mappature dei processi, come meglio si dirà infra.
    Come previsto dall’art. 1, comma 10, della Legge, il RPCT provvederà, inoltre, a proporre al Consiglio dell’Autorità la modifica del PTPCT ogniqualvolta siano accertate significative violazioni delle prescrizioni in esso contenute. Il RPCT potrà, infine, proporre modifiche al presente documento qualora ritenga che circostanze esterne o interne all’organizzazione possano ridurre l’idoneità del PTPC a prevenire il rischio di corruzione o limitarne la sua efficace attuazione.
    L’attuazione del PTPCT è finalizzata a rafforzare i princìpi di legalità, di correttezza e di trasparenza nella gestione delle attività svolte. A tal fine lo sviluppo di un complesso di misure generali e specifiche aventi lo scopo di prevenire il rischio di corruzione costituisce il mezzo per favorire l’applicazione dei suddetti princìpi, promuovere il corretto funzionamento della struttura, tutelare la reputazione e la credibilità dell’attività dell’Autorità nei confronti dei propri stakeholders.
    I soggetti coinvolti nel PTPC sono il personale in servizio presso l’Autorità e tutti gli ulteriori soggetti indicati nel Paragrafo 3.
    Il rispetto delle disposizioni contenute nel PTPC da parte dei soggetti coinvolti intende favorire l’attuazione di comportamenti individuali ispirati all’etica della responsabilità ed in linea con le diverse disposizioni di legge ed i principi di corretta amministrazione.
    A tale riguardo riveste un peso decisivo la formazione del personale in tema di prevenzione della corruzione e di rispetto degli obblighi di trasparenza.
    Si segnala che, su iniziativa del RPCT si è svolto un corso di formazione di complessive 6 ore in materia di prevenzione della corruzione e trasparenza aperto a tutto il personale, nelle giornate del 14 e 18 novembre 2017.
    Inoltre, il PTPC è finalizzato a:
    – sensibilizzare tutti i soggetti destinatari ad impegnarsi attivamente e costantemente nell’attuare le misure di contenimento del rischio previste nel presente documento e nell’osservare le procedure e le regole ivi previste;
    – assicurare la correttezza dei rapporti tra l’Autorità ed i soggetti che con la stessa intrattengono relazioni di qualsiasi genere, anche verificando eventuali situazioni che potrebbero dar luogo al manifestarsi di situazioni di conflitto d’interesse in coerenza con quanto già previsto dal Codice etico dell’Autorità;
    – coordinare le misure di prevenzione della corruzione con i controlli che devono essere attuati per vigilare sul rispetto delle disposizioni sulla inconferibilità e incompatibilità degli incarichi previste dal d.lgs. 39/2013.

    2. Struttura del Piano Triennale per la Prevenzione della Corruzione e della trasparenza (PTPCT) 2018– 2020

    Il PTPC contiene indicazioni relative a:
    – i soggetti coinvolti nella prevenzione della corruzione;
    – il contesto delle attività dell’Autorità in cui si sviluppa il PTPC;
    – la descrizione della metodologia seguita per l’elaborazione del PTPC;
    – l’individuazione delle misure di prevenzione della corruzione di carattere generale valide per tutti i processi che caratterizzano l’attività ed i procedimenti dell’Autorità;
    – l’individuazione delle misure specifiche di prevenzione relative ai singoli processi di competenza dell’Autorità, con la descrizione dei principali rischi ad essi connessi, l’indicazione delle misure già attivate e di quelle da attivare nel corso del triennio 2018 -2019 con l’individuazione del responsabile dell’attuazione.

    3. Soggetti coinvolti nella prevenzione della corruzione

    I soggetti coinvolti nella prevenzione della corruzione sono i seguenti:
    1. il Presidente ed i Componenti del Consiglio ;
    2. il Segretario Generale ed il Capo di Gabinetto;
    3. il Responsabile della Prevenzione della Corruzione e della trasparenza (RPCT) ed il sostituto del Responsabile nominato per lo svolgimento dei relativi compiti in caso di sua mancanza, assenza o impedimento;
    4. i Dirigenti ed il personale dell’Autorità;
    5. gli esperti, i consulenti ed i collaboratori a qualsiasi titolo dell’Autorità;
    6. il Nucleo di valutazione;
    7. il Garante Etico.

    Tutti i soggetti sopra individuati partecipano, con i loro singoli comportamenti, alla realizzazione e all’osservanza delle finalità del PTPCT e del suo contenuto.
    Il RPCT è una figura centrale nella prevenzione contro il rischio di corruzione. A tale figura la Legge assegna importanti compiti il cui corretto assolvimento permette di rafforzare l’efficacia del sistema di controllo preventivo.
    L’Autorità ha provveduto ad identificare il RPCT nella figura del Dott. Vincenzo Accardo, dirigente dell’Ufficio Affari generali, amministrazione e personale i. Le funzioni ed i compiti allo stesso attribuite sono riconducibili a quelli previsti per il RPC dall’art. 1, commi 8 e 10, della Legge e dagli articoli 15 e 19 del d.lgs. n. 39/2013.
    Per lo svolgimento delle attività di supporto del RPCT e, comunque, per assicurare lo svolgimento dei relativi compiti in caso di mancanza, assenza o impedimento è stato individuato, quale sostituto, il Dott. Andrea Ferroni, Funzionario dell’Autorità, presso la Staff del Segretario Generale. Le responsabilità del RPCT sono definite dall’art. 1, commi, 12, 13 e 14, della Legge.
    Il RPCT definisce procedure appropriate per formare i dipendenti destinati ad operare nei settori esposti alla corruzione e verifica l’efficace attuazione del PTPC, proponendo le eventuali modifiche o integrazioni, qualora vengano accertate violazioni significative o intervengano modifiche nell’organizzazione o nell’attività di competenza dell’Autorità.
    A tale riguardo il RPCT di ART, nel corso del 2018 intende procedere alla formazione di una Gruppo di lavoro, composto da funzionari appartenenti ai seguenti Uffici:
    a) Affari generali, amministrazione e personale;
    b) Legali e contenzioso;
    c) Affari economici;
    d) Accesso alle infrastrutture;
    e) Servizi e mercati retail;
    f) Diritti degli utenti;
    g) Vigilanza e sanzioni.
    Il Gruppo di lavoro dovrà verificare sotto la supervisione del RPCT l’efficienza del PTPCT predisposto da ART, le eventuali criticità applicative, proporre ove necessario modifiche, integrazioni e proposte si soluzione. La commissione si riunirà ogni tre mesi. Alla fine dell’anno verrà redatta una relazione contenente tra l’altro, eventuali proposte di modifica del PTPCT.
    Nell’ambito delle iniziative organizzative finalizzate a veicolare i principi ed i contenuti nel PTPCT il RPCT organizzerà nel corso del 2018 “La giornata della trasparenza”, alla quale potranno partecipare non soltanto tutti i dipendenti, collaboratori, consulenti, stagisti di ART ma, altresì, le associazioni di categoria, e tutti gli altri soggetti interessati.
    Nel corso della giornata sulla trasparenza, verranno organizzati dei FOCUS sulla materia in oggetto.
    Ferme restando le attività e le responsabilità di competenza del RPCT, tutti i Dirigenti dell’Autorità sono, comunque, tenuti a collaborare per garantire la prevenzione della corruzione: in particolare essi assicurano una adeguata informativa al RPCT, partecipano al processo di gestione del rischio, propongono misure di prevenzione della corruzione, assicurano l’osservanza delle misure previste dal presente PTPC rispettando le prescrizioni ivi contenute, prestano la propria collaborazione al RPCT anche segnalando al medesimo eventuali situazioni di illecito di cui siano venuti a conoscenza. Proprio in tale ottica, i Dirigenti di ART sono stati attivamente coinvolti nell’attività avviata nel corso del 2017 finalizzata ad una migliore identificazione dei processi a maggior rischio di corruzione nonché all’individuazione dei possibili rimedi volti a prevenirli, come meglio si vedrà infra.
    A tale riguardo l’Autorità ha prontamente adottato misure organizzative volte a rendere pienamente operativi gli obblighi e le misure previste dal PTPC. Tra le misure già approntate, va segnalata quella relativa all’adozione del Codice Etico, che disciplina precisi obblighi volti a prevenire la corruzione ed a favorire il rispetto degli obblighi di trasparenza.
    L’art. 15 del Codice Etico stabilisce che “Il Dipendente .., rispetta le prescrizioni contenute nel Piano per la prevenzione della corruzione adottato dall’Autorità, presta la sua collaborazione al Responsabile della prevenzione della corruzione … segnala al suo superiore o, qualora non individuato, al Segretario generale, eventuali situazioni di illecito dell’Autorità di cui sia venuto a conoscenza… Il dipendente assicura l’adempimento degli obblighi di trasparenza per le pubbliche amministrazioni secondo le disposizioni normative vigenti, prestando la massima collaborazione nell’elaborazione, reperimento e trasmissione dei dati sottoposti all’obbligo della pubblicazione sul sito web istituzionale”.
    Inoltre, l’art. 6 del Codice Etico disciplina gli obblighi di astensione e di comunicazione gravanti sui dipendenti (cd. Conflitto di interesse). La previsione appare del tutto coerente con quanto raccomandato dall’ANAC nella Determina n. 12 del 28 ottobre 2015 sull’Aggiornamento del PNA, laddove statuisce “(…) Se non si cura l’imparzialità fin dall’organizzazione, l’attività amministrativa o comunque lo svolgimento di attività di pubblico interesse, pur legittimi dal punto di vista formale, possono essere il frutto di una pressione corruttiva ”. Si segnala, inoltre, l’avvenuta attivazione, comunicata a tutto il personale, della casella di posta elettronica “anticorruzione@autorita-trasporti.it”, finalizzata alla raccolta di denunce e segnalazioni sul tema della corruzione e della trasparenza.
    L’attivazione di una casella di posta dedicata alla materia della prevenzione della corruzione ed al rispetto degli obblighi di trasparenza appare funzionale a rendere più efficaci gli strumenti di tutela, facilitando le denunce e le segnalazioni al RPCT.
    Si segnala che sino ad ora non sono pervenute segnalazioni alla casella di posta elettronica all’uopo attivata dall’Autorità.
    Un ruolo organizzativo di rilievo è assunto anche dal Nucleo di valutazione, sotto il profilo dell’assicurazione di quanto previsto dall’Allegato 1 al PNA ed in particolare al paragrafo B.1.1.4 (“Individuazione per ciascuna misura di prevenzione della corruzione del responsabile e del termine dell’attuazione, stabilendo il collegamento con il ciclo della performance”).
    Si segnala, infine, che l’art. 10, comma 6 del d.lgs. n. 33/2013 stabilisce che ogni Amministrazione presenta, tra l’altro, la Relazione sulla performance alle associazioni di consumatori o utenti e a ogni altro osservatore qualificato, nell’ambito di apposite giornate sulla trasparenza. Su disposizione del PTPCT, si procederà a quanto in oggetto nel corso della Giornata sulla Trasparenza, calendarizzata nel corso del prossimo anno.

    4. Il PTPC nel contesto dell’Autorità di regolazione dei trasporti

    4.1. Contesto interno – Funzioni dell’Autorità e struttura organizzativa
    L’Autorità è stata istituita ai sensi dell’art. 37 del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201 convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214, e s.m.i. nell’ambito delle autorità di regolazione dei servizi di pubblica utilità di cui alla legge 14 novembre 1995, n. 481.
    È competente per la regolazione nel settore dei trasporti e dell’accesso alle relative infrastrutture ed ai servizi accessori. L’Autorità riferisce annualmente alle Camere evidenziando lo stato della disciplina di liberalizzazione adottata e la parte ancora da definire.
    L’Autorità è una autorità amministrativa indipendente. Essa opera in piena autonomia, in conformità con la disciplina europea e nel rispetto del principio di sussidiarietà e delle competenze delle regioni e degli enti locali.
    È organo collegiale, composto dal Presidente e da due Componenti nominati con decreto del Presidente della Repubblica, previa deliberazione del Consiglio dei Ministri su proposta del Ministro competente e con il parere favorevole di almeno due terzi dei componenti delle competenti commissioni parlamentari. Presidente e Componenti durano in carica sette anni e non sono rinnovabili.
    Il primo Collegio dell’Autorità è stato nominato con Decreto del Presidente della Repubblica del 9 agosto 2013.
    L’Autorità si è insediata a Torino il 17 settembre 2013 ove ha la propria sede, in Via Nizza n. 230.
    L’assetto organizzativo dell’Autorità è disciplinato dal nuovo Regolamento concernente l’organizzazione ed il funzionamento dell’Autorità approvato con Delibera n. 61/2016 del 23 maggio 2016 e successivamente modificato con delibera del Consiglio dell’8 novembre 2016
    In particolare la struttura dell’Autorità si articola nei seguenti Uffici che riportano al Segretario Generale:
    – Affari istituzionali ed internazionali;
    – Affari generali, amministrazione e personale;
    – Affari legali e contenzioso;
    – Affari economici;
    – Information and Communication Technology;
    – Accesso alle infrastrutture;
    – Servizi e mercati retail;
    – Diritti degli utenti;
    – Vigilanza e sanzioni.
    Per la descrizione delle funzioni assegnate ai diversi Uffici si rinvia a quanto meglio si dirà in seguito.
    Va inoltre, rappresentato che, con l’entrata in vigore del nuovo ROF (il 1° giugno 2016) è stato soppresso l’Ufficio di Segreteria del Consiglio. Le funzioni sono ora assegnate ad un funzionario e precisamente al Funzionario di cui all’art. 6, comma 7 del ROF (da ora: Funzionario) che recita: “Il supporto organizzativo e segretariale alle riunioni del Consiglio è assicurato da un funzionario dell’Autorità all’uopo designato che svolge, altresì, le funzioni di segretario verbalizzante”.
    Nonostante la soppressione dell’Ufficio una ricognizione delle aree di rischio è pur sempre operazione doverosa, posto che le medesime funzioni sono ora esercitate dal Funzionario di cui all’art. 6, comma 7 del ROF e che, come vedremo meglio infra, le relative funzioni non sono certamente scevre da possibili condizionamenti.
    Al 1°gennaio 2018 l’organico dell’Autorità, oltre al Segretario Generale assunto con contratto a tempo determinato con decorrenza, ammonta a unità di personale di ruolo, pari al circa dell’organico totale (90 unità) previsto a norma di legge nella pianta organica per il personale a tempo indeterminato.
    Alla medesima data i dipendenti a tempo determinato sono pari ai …..
    Ciò premesso, se da un lato appare indubitabile come il contesto interno in cui opera l’Autorità, in ragione delle dimensioni ridotte per l’esiguità del personale, le consenta una minore esposizione ai rischi corruttivi rispetto a strutture di più ampie dimensioni, di maggiore complessità organizzativa e con la presenza di una pluralità di centri decisionali; dall’altro, lato, è altresì vero che l’esercizio delle funzioni e delle prerogative dell’Autorità impongono l’adozione di misure specifiche sul tema della prevenzione della corruzione e del rispetto degli obblighi di trasparenza, che si coniughino con altri interessi in gioco.
    Si allude in particolare, al tema delicato del segreto d’Ufficio. Come noto, infatti, il bilanciamento tra la trasparenza e la riservatezza è avvertito come un tema particolarmente sensibile per i regolatori indipendenti, dal momento che l’attività esercitata (si pensi ad esempio all’attività di regolazione e di vigilanza) comporta la raccolta di dati e informazioni di carattere finanziario, commerciale ed industriale relativi al mercato delle imprese. La natura riservata di tali informazioni impone la necessità di garantire un severo esercizio del segreto d’Ufficio al fine di tutelare la concorrenza, gli investitori e la stabilità dei mercati.
    L’Autorità ha disciplinato all’art. 7 del Codice Etico gli obblighi gravanti sui dipendenti nell’ambito del segreto d’Ufficio dettando prescrizioni stringenti e coerenti con i procedimenti dell’Autorità.
    La decisione del legislatore di regolare solo alcuni aspetti della trasparenza appare coerente con l’originario assetto normativo che prevedeva la c.d. “deroga disciplinare”, di cui all’originario testo dell’art. 11 del d.lgs. n. 33/2013 per le Autorità indipendenti .
    La successiva completa estensione degli obblighi di trasparenza anche alle Autorità indipendenti, operata dal decreto legge n. 90/2014, ha reso necessario un adattamento della normativa che, come ricordato, non comprende le procedure per l’adozione degli atti generali.
    Come noto, le Autorità indipendenti, in virtù della loro peculiare natura di Amministrazioni dotate di indipendenza ed autonomia, nonché di ampi poteri regolatori, hanno adottato previsioni regolamentari volte a disciplinare la trasparenza anche nell’ambito dei procedimenti di regolazione e ad assicurare il rispetto delle garanzie procedimentali di partecipazione ai procedimenti per l’adozione dei provvedimenti normativi e/o a contenuto generale. Nell’ambito di questo quadro regolamentare si inseriscono anche le discipline volte a regolare lo svolgimento delle consultazioni pubbliche con le parti interessate.
    L’Autorità, con l’adozione del Regolamento per lo svolgimento in prima attuazione dei procedimenti per la formazione delle decisioni di competenza dell’Autorità e per la partecipazione dei portatori di interesse, adottato con la Delibera n. 5/2014 del 16 gennaio 2014, ha disciplinato le fasi dei vari procedimenti anche di tipo regolatorio in modo da assicurare un ampio riconoscimento delle garanzie partecipative dei portatori d’interesse.
    A ciò va ad aggiungersi che, dall’entrata in operatività dell’Autorità, sono state poste in essere una serie di azioni che, nel loro complesso, contribuiscono a contrastare fenomeni di mala gestio. Ci si riferisce in particolare: (i) all’adozione di un sistema di Performance Management che attribuisce ad un nucleo di valutazione indipendente, interamente composto da soggetti esterni all’Autorità, un ruolo di centrale importanza in tema di valutazione delle performance, anche ai fini delle progressioni di carriera e del riconoscimento del premio di risultato al personale; (ii) all’approvazione del Piano Triennale della Trasparenza; (iii) all’adozione del Codice etico e alla nomina del Garante etico; (iv) all’adozione di un Regolamento di organizzazione teso a incrociare e a bilanciare le competenze in modo tale che nessun processo abbia come responsabile un unico attore, attraverso il previsto coinvolgimento in ciascun processo, oltre che dell’ufficio cui è attribuita la competenza tecnica e la responsabilità specifica, di uffici con competenze trasversali (Ufficio Affari legali e contenzioso e Ufficio Affari economici).

    4.2 Il contesto esterno in cui opera l’Autorità

    Come richiesto dal PNA, il PTPCT deve fornire elementi sul contesto esterno in cui opera l’Amministrazione al fine di contestualizzare, rispetto al settore di operatività, i rischi individuati e le misure di prevenzione attivate e da attivare. Il contesto esterno in cui opera l’Autorità è il settore dei trasporti italiano (aereo, marittimo, terrestre, tramite condotte e vie d’acqua) che ha prodotto nel 2014 un valore aggiunto di 45.014 milioni di Euro, con un peso del 3% del PIL, un dato in debolissima ripresa (+0,05%) rispetto al 2013 (44.990 milioni di euro), che non recupera la contrazione degli anni precedenti. Le cause di questa sostanziale stabilità, in linea peraltro con l’andamento del PIL, sono da ricercare in due andamenti contrapposti, ovvero la crescita del comparto passeggeri (+2,1%), e la contrazione del settore merci (-2,6%).
    Nel 2014, il trasporto interno di passeggeri in Italia evidenzia oltre 865 miliardi di passeggeri-km (+3,1% rispetto al 2013). La modalità stradale prevale sulle altre in maniera netta, con il 90% del traffico rilevato. Le percentuali delle altre modalità di trasporto rimangono pressoché costanti.
    Relativamente ai trasporti collettivi extraurbani, la strada (91,3 miliardi di passeggeri-km per il 2014, pari al 10,6%) prevale ancora sulle ferrovie (5,8%). Infine la domanda di mobilità collettiva urbana rimane sempre a livelli molto bassi (il 2,1% dell’intero traffico interno di passeggeri in Italia).
    Per quanto invece attiene al traffico interno merci, in Italia nel 2014 sono state trasportate 176 miliardi di tonnellate-km, un dato in costante decrescita dal 2008 (-2,6% rispetto al solo 2013). In termini percentuali, risulta dominante il peso dell’autotrasporto, seguito dalla navigazione marittima di cabotaggio e dal trasporto ferroviario.
    Per quanto riguarda in particolare il settore aeroportuale, in Italia sono presenti 46 aeroporti aperti al traffico commerciale, comprendente il trasporto aereo di linea, charter e aerotaxi. Con il Decreto del Presidente della Repubblica 17 settembre 2015, n. 201 è stato approvato il Piano Nazionale degli Aeroporti divisi in 10 bacini di traffico.
    In Italia, i passeggeri transitati nei 35 scali aeroportuali italiani monitorati da Assaeroporti sono stati, nel corso del 2015, 157,2 milioni: 7,2 milioni in più rispetto al 2014. Nel complesso, dal 2008 (133,8 milioni di passeggeri), si registra un aumento del traffico complessivo del 17,5%.
    Relativamente al traffico merci, in Italia il trasporto aereo ha un peso limitato nel traffico merci interno (ovvero con origine e destinazione interne al territorio italiano). Nel 2014, tale peso risulta essere dello 0,59% (era dello 0,55% nel 2013). I risultati del 2015 in relazione al settore cargo confermano l’andamento positivo riscontrato negli ultimi anni, presentando una crescita rispetto al 2014 del 4,1% e un volume di traffico di oltre 931 mila tonnellate.
    L’estensione della rete stradale primaria italiana (autostrade, altre strade di interesse nazionale, strade regionali e provinciali) a dicembre 2013 è pari a 181.619 km, rappresentati per l’85% da strade regionali e provinciali e per la restante parte da autostrade (6.750 km) e altre strade di interesse nazionale (19.920 km).
    Secondo dati europei, nel 2013 in Italia si è mosso su strada il 79,7% del traffico passeggeri e l’81,3% del traffico merci nazionale e internazionale, dati da confrontare con la media europea di 80% per il traffico passeggeri e 71,9% per il traffico merci.
    Nel 2014 la rete autostradale italiana in esercizio si estende per oltre 6.800 Km, di cui circa 5.900 Km sono affidati in gestione a società concessionarie, mentre la parte rimanente è gestita direttamente da ANAS.
    L’andamento del traffico ferroviario passeggeri nel 2014 è in leggero aumento rispetto al 2013, +1% traffico passeggeri con oltre 864 milioni e circa 50 miliardi passeggeri-km + 2,5%.
    L’impresa ferroviaria dominante presenta una quota di mercato di circa il 77% del traffico passeggeri, in leggera diminuzione rispetto al 2013 (-0,2%), divisa nei settori Long Haul (mercato ed universale) e Regionale.
    I servizi a mercato, che riguardano in gran parte i prodotti “freccia”, che includono le tratte ad Alta Velocità, hanno avuto un incremento dei passeggeri-km del 7,7%, facendo registrare ben oltre i 15 miliardi di passeggeri-km soprattutto se raffrontato al piccolo incremento di produzione (1,1%). Gli altri settori hanno fatto registrare una lieve flessione nell’intorno del punto percentuale seguita da una produzione in diminuzione, frutto probabilmente di minori servizi richiesti da Regioni e altri Enti interessati. La società NTV, che è concorrente di Trenitalia nel settore Alta Velocità, ha trasportato nel 2014 più di sei milioni e mezzo di passeggeri, con un aumento del 5,7% rispetto al 2013 ed ha dichiarato che per il 2015 l’aumento è di circa il 39,5% (raggiungendo valori intorno ai 9 milioni di passeggeri), probabilmente dovuto in gran parte all’effetto EXPO.
    In Italia il trasporto delle merci viene effettuato tramite ferrovia per il 13%, mentre l’87% è su strada (Eurostat 2013). La quota del movimento treni merci rispetto al totale movimentato (treni-km) è circa il 12%. Le merci trasportate in valore assoluto segnano un incremento nell’ultimo anno (3,3%) con quasi 91 milioni di tonnellate, confermato anche dall’andamento delle tonnellate-km (5,4%) a poco più di 20 miliardi.
    Nel 2014 i volumi di traffico all’interno del sistema portuale italiano si sono mantenuti stabili rispetto all’anno precedente. Il comparto TEU presenta infatti una crescita dell’1,3%, mentre quello merci dello 0,3% e quello passeggeri una contrazione dello 0,6%.
    Il settore del trasporto passeggeri via mare aveva subito una perdita di circa 7 milioni di unità nel biennio 2011-2012. Nel 2013 si era osservata una inversione di tendenza, ma il dato del 2014 fa registrare un (seppure lieve) peggioramento: -0,6% rispetto al 2013, per un totale di 43.937.653 passeggeri.
    Il 2014 non presenta significative variazioni in termini di merci trasportate all’interno del sistema portuale italiano e registra un totale di 460,88 milioni di tonnellate.
    Infine, il comparto del trasporto pubblico locale conta approssimativamente circa un migliaio di aziende pubbliche e private (delle quali circa il 25% svolge servizio urbano, circa il 53% solo servizio extraurbano e circa il 22% entrambi i tipi di servizio) e Il numero di passeggeri trasportati è stimato in circa 5,3 miliardi nel 2014, mentre la produzione nazionale annuale di bus*km è pari a circa 1,7 miliardi.
    L’accesso al mercato dei servizi taxi e noleggio con conducente (NCC) presenta in Italia barriere legate alla programmazione quantitativa di regioni e comuni (che stabiliscono il numero e tipo di veicoli), alla disciplina delle modalità di svolgimento del servizio, e infine all’ottenimento delle licenze e autorizzazioni. Nonostante i titoli autorizzatori siano rilasciati gratuitamente tramite bando di concorso pubblico, per i taxi non sono stati effettuati nuovi rilasci negli ultimi anni, e i trasferimenti delle licenze esistenti hanno avuto carattere privato, generalmente a prezzi elevati. Inoltre, negli ultimi anni, il settore è stato interessato da un profondo processo di innovazione e dalla diffusione di nuove piattaforme tecnologiche, che hanno semplificato la ricerca di una vettura da parte dei clienti permettendo di localizzare la vettura disponibile più vicina.
    Nel contesto sopra delineato, si rileva come il rischio maggiore cui risulta esposta l’Autorità, in quanto regolatore economico del settore dei trasporti, sia principalmente il rischio della “cattura del regolatore”. Infatti, l’attività di regolazione economica è soggetta a rischi differenti rispetto a quelli propri delle attività di prestazioni di servizi al cittadino, e dell’attività amministrativa generalmente intesa. Quindi – al di là delle aree di rischio connesse agli aspetti meramente gestionali, relative alla gestione delle risorse umane, all’amministrazione e all’acquisto di beni e servizi, peraltro di entità molto ridotta, per le quali le caratteristiche sono comuni a quelle presenti nelle altre pubbliche amministrazioni – le aree di rischio su cui sarà incentrato il presente PTPC sono aree di rischio specifiche, connesse alle attività istituzionali di competenza dell’Autorità, descritte nel successivo capitolo.

    4.3 Il PTPCT nel contesto dell’Autorità

    Il PTPCT costituisce lo strumento specifico adottato dall’Autorità per favorire il contrasto della corruzione e promuovere la legalità della propria attività allo scopo di prevenire le situazioni che possono provocarne un malfunzionamento dovuto a tali aspetti.
    Le situazioni rilevanti ai fini di quanto previsto nel presente PTPCT sono più ampie rispetto alle fattispecie penalistiche, tanto da ricomprendere non solo l’intera gamma dei delitti contro la pubblica amministrazione, disciplinati nel Titolo II, Capo I, del Codice penale, ma anche le situazioni in cui si evidenzia un malfunzionamento dell’amministrazione a causa dell’uso a fini privati delle funzioni attribuite ovvero dello sviamento dell’azione amministrativa, indipendentemente dalla circostanza che tali azioni abbiano o meno successo.
    L’art. 9, comma 5 della Legge non definisce il concetto di “rischio di corruzione”, limitandosi a richiamarlo come evento da prevenire. La dottrina, in coerenza con la finalità di assicurare la massima ampiezza possibile alle previsioni in tema di prevenzione alla corruzione, ritiene che il concetto di “corruzione” sia da intendere in modo estensivo, comprensivo delle varie ed eterogene situazioni in cui, nel corso dell’attività amministrativa, si riscontri l’abuso, lo “sviamento della funzione” del potere affidato all’Amministrazione per il perseguimento degli interessi pubblici. Di conseguenza, le situazioni rilevanti ai fini del Piano de quo sono più ampie rispetto alle fattispecie penalistiche, tanto da ricomprendere non solo l’intera gamma dei delitti contro la pubblica amministrazione, ma anche le situazioni in cui si evidenzia un malfunzionamento dell’amministrazione a causa dell’uso a fini privati delle funzioni attribuite ovvero dello sviamento dell’azione amministrativa, indipendentemente dalla circostanza che tali azioni abbiano o meno successo.
    Per “rischio” si intende l’effetto dell’incertezza sul corretto perseguimento dell’interesse pubblico e quindi, sul raggiungimento degli obiettivi per la cui realizzazione l’ente è preposto, dovuto alla possibilità che si verifichi un dato evento.
    Per “evento” si intende il verificarsi di un insieme di circostanze che si frappongono al perseguimento degli interessi pubblici.
    L’individuazione delle aree a più elevato rischio di corruzione ha, pertanto, la finalità di consentire l’individuazione, nell’ambito di un’attività di ricognizione dell’intera attività dell’Amministrazione, delle aree che devono essere presidiate più di altre, mediante l’adozione di specifiche misure di contrasto alla corruzione.
    Rispetto a tali aree, il PTPCT deve identificare le loro caratteristiche, le azioni e gli strumenti per prevenire il rischio.
    L’impianto normativo è evidentemente volto ad evitare che la corruzione, l’illegalità, l’illegittimità degradino le amministrazioni pubbliche, determinando un funzionamento deviato, non efficiente e non efficace. La corruzione determina quindi una “rottura” dell’organizzazione e del suo funzionamento organizzativo. Nell’ambito della Pubbliche amministrazioni la corruzione e l’illegalità amministrativa rappresentano fenomeni che ledono i valori fondanti della stessa, quali il buon andamento e l’imparzialità.

    5. Metodologia adottata per la predisposizione del PTPCT

    Il processo di predisposizione del PTPCT si è articolato in quattro fasi:
    1. processo di autoanalisi organizzativa e di mappatura dei processi;
    2. analisi dei rischi;
    3. individuazione di apposite misure di prevenzione del rischio;
    4. stesura del PTPC.
    Per la predisposizione del PTPCT sono stati coinvolti il Nucleo di valutazione ed i Responsabili degli Uffici. In particolare il RPCT ne ha interloquito con i Responsabili degli Uffici e ha inviato la proposta di PTPCT al Nucleo di valutazione e agli stessi Responsabili degli Uffici per acquisirne eventuali integrazioni /modifiche /osservazioni.

    5.1 Processo di autoanalisi organizzativa e di mappatura dei processi: la distinzione tra processo e procedimento quale fase propedeutica all’individuazione delle misure di contrasto alla corruzione: l’analisi dei rischi

    Prima di procedere all’analisi dei rischi di corruzione, si è provveduto ad una mappatura dei processi che caratterizzano l’attività dell’Autorità.
    L’individuazione delle aree di rischio è il risultato di un processo complesso che deve tener conto delle direttrici contenute nella Legge e negli atti di indirizzo dell’ANAC.
    A tal fine si è provveduto ad un’attività di completa mappatura di tutti i processi di pertinenza dell’Autorità al fine di individuare quelli a maggior rischio di corruzione. Per il completamento dell’attività di censimento dei processi sono stati coinvolti, i Direttori responsabili degli Uffici dell’Autorità, come meglio si evidenzierà in seguito.
    Peraltro, l’entrata in vigore del decreto legislativo n. 112/2015 e la conseguente rivisitazione delle funzioni e dei poteri dell’Autorità che ne è seguita, hanno imposto l’avvio di una ulteriore “pesatura” dei processi dell’Autorità, nel frattempo già avviata da ART e rappresentata nel Piano vigente.
    A tale riguardo occorre distinguere il processo dal procedimento.
    L’ANAC raccomanda (cfr. Piano triennale della prevenzione per il triennio 2017 – 2019) la mappatura dei processi, non solo dei procedimenti di competenza dell’Autorità.
    Si tratta di due fenomeni non del tutto omogenei, anche se spesso il procedimento viene confuso con il concetto di processo.
    Con il termine procedimento si allude ad una sequenza di atti tra di loro autonomi che sono teleologicamente funzionalizzati all’emanazione di un provvedimento finale.
    Le singole figure di procedimenti sono ricavabili dalla disciplina sul procedimento amministrativo (cfr. legge 7 agosto 1990, n. 241).
    Con il termine processo si allude, invece, all’insieme delle risorse strumentali e dei comportamenti che consentono di attuare un procedimento.
    La mappatura dei processi è specifica di ogni amministrazione: fornisce informazioni rilevanti per la gestione del rischio di corruzione in quanto chiarisce i momenti decisionali, i criteri di scelta, le conseguenze delle scelte, i controlli, i flussi di comunicazione. Dei processi di ART si dirà infra nel paragrafo 5.3.
    Gli elementi per la mappatura dei processi vengono qui di seguito evidenziati:
    – Gli Uffici coinvolti;
    – INPUT
    – OUTPUT
    – Flusso del processo – sequenza attività
    – Criteri di scelta
    – Tempi
    – Vincoli
    – Risorse
    – Informazioni
    – Comunicazioni
    – Tracciabilità

    Diversi sono gli elementi che consentono di identificare un procedimento rispetto a quelli propri di un processo. Il primo, è attività documentale; il processo è attività prevalentemente organizzativa atteso che attesta l’insieme delle risorse strumentali ed organizzative che consentono di attuare un procedimento.
    In estrema sintesi può affermarsi che dietro ogni procedimento amministrativo vi è un processo (inteso come complesso di scelte organizzative e strumentali) finalizzato appunto (ma non solo) ad attuare i singoli procedimenti.
    Come noto, nell’ambito del procedimento, gli elementi da “mappare” si riannodano agli elementi strutturali dello stesso e precisamente:
    – Descrizione del procedimento e riferimenti normativi;
    – Unità organizzativa Responsabile dell’istruttoria;
    – Nome del Responsabile del procedimento;
    – Nell’ambito dei procedimenti ad istanza di parte, gli atti e di documenti da allegare all’istanza;
    – Individuazione delle modalità attraverso le quali gli interessati possono ottenere le informazioni relative ai procedimenti in corso di cui sono destinatari;
    – Termini di avvio e di conclusione del procedimento;
    – Strumenti di tutela riconosciuti dalla legge in favore dell’interessato;
    – Nome del soggetto a cui è attribuito, in caso di inerzia, il potere sostitutivo.

    La Legge (cfr. art. 1, comma 16) individua una serie di procedimenti che, per loro caratteristiche intrinseche, vengono considerati dal legislatore ad alto rischio di corruzione senza necessità, quindi, di procedere alla mappatura degli stessi. Rientrano tra i procedimenti a più alto rischio corruttivo tipizzati dal legislatore i seguenti processi:
    a) processi volti al rilascio di autorizzazione o concessione;
    b) scelta del contraente per l’affidamento di lavori, servizi e forniture, anche con riferimento alle modalità di selezione prescelta ai sensi del codice dei contratti pubblici;
    c) processi volti alla concessione ed erogazione di sovvenzioni, contributi, sussidi, ausili finanziari, nonché attribuzioni di vantaggi economici di qualunque genere a persone ed enti pubblici privati;
    d) concorsi e prove preselettive per l’assunzione del personale e progressioni di carriera di cui all’art. 24 del decreto legislativo n. 150 del 2009.
    L’ANAC, nell’aggiornamento 2015 al PNA, oltre alle aree sopra elencate, definite “obbligatorie”, ha individuato ulteriori attività riconducibili ad aree con alto livello di probabilità di eventi rischiosi. Trattasi delle seguenti:
    – gestione delle entrate, delle spese e del patrimonio;
    – controlli, verifiche, ispezioni e sanzioni;
    – incarichi e nomine;
    – affari legali e contenzioso.

    Quanto ai procedimenti tipizzati dal legislatore come ad alto rischio (ai sensi dell’art. 1, comma 16, della Legge) nonostante la lettera della Legge si riferisca testualmente ai procedimenti, si ritiene, per le ragioni sopra richiamate e secondo quanto affermato dalla stessa ANAC, che la valutazione del rischio debba abbracciare l’area, evidentemente più ampia, del “processo”.
    La ratio comune ai procedimenti elencati alle lettere a), b), c) e d) di cui sopra è rinvenibile in un dato di tipo strutturale: si tratta di provvedimenti con destinatario determinato o determinabile. All’interno di questo nucleo comune la natura di tali provvedimenti è diversa. Vi sono i provvedimenti concessori e/o autorizzatori che ampliano la sfera giuridica del destinatario.
    Si rinvengono in capo all’Autorità poteri autorizzatori nell’ambito del settore ferroviario e del settore dei diritti aeroportuali.
    Per quanto riguarda il settore ferroviario, si allude, in particolare, al cabotaggio nell’ambito dei servizi ferroviario di trasporto passeggeri internazionale , disciplinato dall’art. 12 del D.lgs. 15 luglio 2015, n. 112 che ha dato attuazione alla Direttiva 2012/34/UE del Parlamento Europeo e del Consiglio. I caratteri del provvedimento autorizzativo sono rinvenibili nella disciplina di cui ai commi 4, 5 e 6 dell’art. 12 del D.lgs. n. 112/2015 L’Autorità ha configurato in termini di provvedimento autorizzativo il servizio di cabotaggio richiesto all’Autorità dalla Società Viaggiatori Italia S.r.l. (cfr. delibera n. 19 del 5 marzo 2015) . Si tratta di un processo nell’ambito del quale l’Autorità è chiamata alla valutazione di interessi contrapposti. Nell’ambito del “(…) diritto [dell’impresa ferroviaria] di far salire i passeggeri in ogni stazione situata lungo il percorso internazionale e farli scendere in un’altra stazione, incluse le stazioni situate in uno stesso Stato membro (…)”, definito dall’art. 12, comma 3, della Direttiva, l’Autorità è chiamata a stabilire se la finalità principale del servizio sia il trasporto internazionale di passeggeri nonché a valutare se il servizio determini o meno la compromissione dell’equilibrio economico finanziario di un contratto di servizio pubblico in corso. Si tratta, quindi, di un provvedimento ampliativo della sfera giuridica dell’impresa ferroviaria e, come tale, va annoverato fra quelli a più alto rischio di corruzione. Infatti, il destinatario del provvedimento, visti gli effetti positivi che all’adozione dello stesso si riannodano, può essere indotto ad adottare pratiche scorrette e/o pressioni sui funzionari dell’Autorità per ottenere il provvedimento favorevole, pur in carenza dei relativi presupposti.
    Analoghi provvedimenti autorizzatori sono riconosciuti dalla legge all’Autorità nel settore dei diritti aeroportuali. Si veda ad esempio l’art. 74, comma 2, del decreto-legge n. 1 del 24 gennaio 2012 secondo cui l’Autorità di vigilanza “… può autorizzare il gestore aeroportuale di una rete aeroportuale ad introdurre un sistema di tariffazione aeroportuale comune …… da applicare all’intera rete”.
    Si veda, inoltre, quanto statuito dall’art. 79, 1° comma, del medesimo decreto- legge che dispone:
    “L’Autorità di vigilanza autorizza il gestore aeroportuale a variare la qualità e l’estensione di particolari servizi, terminali o parti terminali degli aeroporti…”.
    I processi individuati come ad alto rischio dall’art. 1, comma 16, lett. b) della Legge [scelta del contraente per l’affidamento di lavori, servizi e forniture, anche con riferimento alle modalità di selezione prescelta ai sensi del codice dei contratti pubblici], rilevano per l’Autorità limitatamente all’affidamento dei servizi e delle forniture.
    Poiché i rischi corruttivi riferiti a tale area sono da ritenersi comuni a tutte le pubbliche amministrazioni, non è stato necessario procedere ad una specifica mappatura dei processi dell’Autorità riconducibili a tale ambito di attività, ma si è proceduto direttamente all’identificazione degli specifici rischi per l’Autorità allo scopo di prevedere misure volte a prevenirli.
    A tale riguardo l’attività condotta ha consentito di evidenziare una serie potenziale di rischi di carattere generale, anch’essi comuni a quelli relativi alle altre amministrazioni pubbliche.
    I Processi di cui alla successiva lettera c) dell’art. 1, comma 16, della Legge non trovano, invece, applicazione all’Autorità per difetto di presupposti.
    Quanto ai processi di cui all’art. 1, comma 16, lettera d), della Legge [concorsi e prove preselettive per l’assunzione del personale e progressioni di carriera di cui all’art. 24 del decreto legislativo n. 150 del 2009], l’attività svolta ha consentito di evidenziare alcuni potenziali rischi comuni alle altre pubbliche amministrazioni, come descritto nel Paragrafo 6.

    I processi “tipizzati” dalla legge come ad alto rischio di corruzione sono caratterizzati dall’effetto di ampliare la sfera giuridica di destinatari determinati, quali i processi autorizzatori, di cui si è trattato sopra, o dall’essere suscettibili di produrre effetti economici diretti ed immediati per il destinatario .
    Del resto le ragioni delle loro inclusione tra i processi a più alto rischio sono evidenti. Nell’ambito di questi procedimenti il destinatario può esercitare coazioni o semplicemente condizionamenti, anche solo potenzialmente idonei ad uno sviamento dalla pubblica funzione dell’azione amministrativa.
    Nell’ambito della mappatura dei (di tutti) i processi di competenza dell’Autorità, in coerenza con quanto previsto dall’art. 1, comma 9 della Legge laddove prescrive che “Il Piano [….individua] le attività, tra le quali quelle di cui al comma 16, anche ulteriori rispetto a quelle indicate nel Piano nazionale anticorruzione, nell’ambito delle quali è più elevato il rischio di corruzione, e le relative misure di contrasto, anche raccogliendo le proposte dei dirigenti …..”, si è avviata un’attività istruttoria con i Direttori responsabili degli Uffici di ART.
    Questa attività è stata ulteriormente “affinata”, in vista
    . dell’aggiornamento del Piano per il triennio 2018 – 2020, anche a seguito dell’incardinamento di nuovi Dirigenti nell’ambito degli Uffici dell’Autorità .
    A tale riguardo, è stata inviata dal RPCT a tutti i Direttori degli Uffici, una nota nella quale venivano indicate tutte le specifiche aree di competenza degli Uffici e nella quale, tra l’altro, si chiedeva di:
    A. la conferma dei processi e delle attività dell’Ufficio, così come delineati analiticamente nella nota;
    B. di confermare l’esattezza del Piano già in vigore circa le aree a maggior rischio di corruzione;
    C. di comunicare eventuali ulteriori attività dell’ufficio da includere nel novero delle aree di competenza dell’Ufficio e di indicare quelle a maggior rischio corruzione;
    D. di indicare misure specifiche di prevenzione dei rischi corruttivi;
    E. di indicare, per ciascuno dei processi sopra delineati, un indice di rischio corruzione crescente da 1 a 5.
    Va, infatti, evidenziato che il RPCT ha provveduto a definire cinque aree progressive di rischio e precisamente:
    – 1): rischio di corruzione basso;
    – 2): rischio di corruzione medio basso;
    – 3): rischio di corruzione medio;
    – 4): rischio di corruzione medio alto;
    – 5): rischio di corruzione alto.
    Prima di passare all’analisi degli esiti della completa mappatura dei processi, condotta per singole articolazioni organizzative, si rappresenta che le risultanze istruttorie hanno evidenziato la sussistenza di maggiori rischi corruttivi, nell’ambito dei processi con destinatario determinato e/o determinabile ed in quelli di tipo regolatorio.
    Con la locuzione regolazione si allude non solo ai processi di regolazione “generali”, ma anche quelli aventi destinatari/o determinati/o, o determinabile nonché gli atti di regolazione sui generis, quale i pareri.
    Sulle ragioni dell’inclusione dei primi nell’alveo dei processi a maggior rischio di corruzione si è già detto sopra, alle cui conclusioni, pertanto, si rinvia.
    Per quanto concerne, invece, gli atti di regolazione dell’Autorità le interlocuzioni con i Dirigenti hanno consentito di evidenziare un elevato grado di discrezionalità tecnica degli stessi, tale da ricomprenderli nei processi ove è più alto il rischio di corruzione.
    Poiché, sulla base dell’insegnamento tradizionale, maggiore è la discrezionalità nell’ambito di un determinato processo amministrativo, maggiori sono i rischi potenziali di corruzione che si annidano nel procedimento, sono stati annoverati ed inseriti tra quelli a maggior rischio.
    Inoltre, depone nel senso della suddetta indicazione anche la valutazione dell’impatto (economico, ma non solo) che gli atti di regolazione dell’Autorità producono sul mercato di riferimento (cfr. collegamento con il contesto esterno: paragrafo 5.3.).
    Le risultanze di tale attività consentono di delineare un quadro completo d tutti i processi di competenza di ART, di cui viene qui di seguito data evidenza.
    L’istruttoria è stata condotta per gli Uffici di ART che sono i seguenti:

    a) Ufficio Affari istituzionali ed internazionali:
    b) Ufficio Affari generali, amministrazione e personale;
    c) Information and Comunication technology;
    d) Affari legali e contenzioso;
    e) Affari economici;
    f) Accesso alle infrastrutture;
    g) Servizi e mercati retail;
    h) Diritti degli utenti;
    i) Vigilanza e sanzioni.

    Ufficio Affari istituzionali ed internazionali:

    Le attività dell’Ufficio in esame sono delineate dall’art. 16 del Regolamento di organizzazione e funzionamento (da ora: ROF) e precisamente:
    “1. Coadiuva il Presidente ed il Consiglio nell’attuazione degli indirizzi e nelle iniziative dell’Autorità aventi ad oggetto le relazioni istituzionali, nazionali, europee ed internazionali ivi compresa la cura dei protocolli di collaborazione con altre istituzioni.
    2. Coordina la partecipazione di rappresentanti dell’Autorità a tavoli e gruppi di lavoro organizzati da altre amministrazione.
    3. Cura l’organizzazione di eventi e l’attività di cerimoniale assicurandone il coordinamento.
    4.Coordina la relazione del Rapporto annuale al Parlamento e ne cura la pubblicazione in collaborazione con l’Ufficio ICT”.

    Nell’ambito delle attività dell’Ufficio, si distinguono quelle rientranti nell’ambito dei Rapporti istituzionali, dalle attività svolte a livello Europeo ed internazionale.
    Per quanto concerne i Rapporti istituzionali, l’Ufficio coadiuva il Consiglio e le altre articolazioni organizzative dell’Autorità, collaborando nella predisposizione degli atti in occasione di audizioni della stessa dinanzi alle Commissioni parlamentari o alla presentazione di pareri resi a queste ultime.
    Nell’ambito dell’attività istituzionale si colloca anche quella relativa alla conclusione di protocolli di collaborazione con altre istituzioni. Inoltre, l’Ufficio coadiuva gli Organi di vertice nella predisposizione e presentazione della Relazione annuale alla Camera dei Deputati e/o al Sento della repubblica.
    Nonostante la delicatezza di tali questioni che, di norma, possono anche confluire in atti di segnalazione, non sembra che si possano riscontrare i caratteri strutturali e funzionali propri dei processi a maggior rischio corruttivo.
    Tali attività non possono, infatti, essere collocate nell’alveo degli atti a destinatario determinato e/o determinabile. Si è già precisato che si configura procedimento e/o processo con destinatario determinato e/o determinabile quando un determinato soggetto vanta un interesse qualificato al provvedimento dell’Autorità o è destinatario di un procedimento di tipo sanzionatorio o prescrittivo: di qui il rischio che lo stesso possa esercitare atti di pressione nei confronti dei dipendenti dell’Autorità per ottenere il provvedimento di interesse o, in caso di provvedimenti sanzionatori, per evitare o alleggerire la sanzione.
    Nel caso delle attività istituzionali dell’Ufficio in esame, invece, l’Autorità svolge una funzione propositiva, al massimo propulsiva, sollecitando il legislatore a disciplinare il settore oggetto dell’atto di segnalazione. Inoltre, quanto contenuto nell’atto di segnalazione in ordine alle misure regolatorie “suggerite” rappresenta solo un “suggerimento” al legislatore, privo pertanto della vincolatività, propria degli atti di regolazione.
    Del pari non sembrano possedere i requisiti propri dei processi a maggior rischio di corruzione, le attività di collaborazione che l’Autorità ha avviato, proprio avvalendosi dell’Ufficio ISIN, con diverse amministrazioni centrali. Si ricorda che l’Autorità ha partecipato al gruppo di lavoro istituito presso la Presidenza del Consiglio per l’elaborazione della “Strategia della riforma degli appalti pubblici in Italia”; Partecipa insieme al Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, al gruppo di lavoro che cura la raccolta di dati in materia di monitoraggio del mercato ai sensi dell’art. 15 della Direttiva 2012/34/UE e collabora con l’Osservatorio nazionale sulle Politiche per il Trasporto Pubblico Locale.
    L’Autorità partecipa, inoltre, attivamente all’esame periodico dei documenti e delle azioni previste dal Piano Nazionale delle Riforme e connesse alla esecuzione delle relative Raccomandazioni della Commissione Europea. Si tratta evidentemente di gruppi di studio o di lavoro: di conseguenza, le attività compiute dall’Ufficio in oggetto non presentano i caratteri strutturali e funzionali, propri dei procedimenti a maggior rischio di corruzione, così come individuati nel PTPCT
    Per quanto concerne, invece, le attività internazionali di competenza dell’Ufficio, le stesse consistono nella partecipazione ai lavori dei Regolatori economici internazionali.
    Anche in tali casi si tratta della partecipazione a gruppi di lavoro, con attività prevalentemente di studio e/o approfondimento della materia di competenza, che, come già osservato, non rivestono alcun profilo di rilevanza ai fini della materia in oggetto.
    L’Ufficio partecipa, altresì, al coordinamento relativo al contenzioso comunitario, fornendo pareri (sentiti l’Ufficio GIUR e, ove necessario, altri Uffici competenti), su ipotesi di pronunce pregiudiziali di natura interpretativa e non su questioni attinenti alla soluzione di specifici casi concreti di natura contenziosa. Pertanto, l’Autorità può solo contribuire alla formazione della volontà del Governo di intervenire o meno in tali giudizi di natura interpretativa sull’applicazione del diritto europeo.
    Per tali ragioni, con il conforto del Direttore responsabile dell’Ufficio che ha escluso profili di corruzione elevati per i profili competenza dell’Ufficio, si ritiene di dover escludere l’attività dell’Ufficio tra quelle a maggior rischio di corruzione.

    Ufficio Affari generali, amministrazione e personale

    Le attività dell’Ufficio, sono indicate nell’art. 17 del ROF che qui di seguito testualmente si riporta:

    “1. Provvede all’approvvigionamento di beni e servizi e alla conservazione dei beni necessari per il funzionamento dell’Autorità, curando i relativi adempimenti; sovrintende al funzionamento dei servizi ausiliari dell’Autorità.
    2. Provvede al reclutamento del personale, al suo trattamento giuridico ed economico ed all’applicazione delle norme relative al rapporto di lavoro.
    3. Assicura una gestione efficiente delle funzioni di Protocollo e di Segreteria degli organi di vertice.
    4. Il dirigente ad esso preposto è individuato, di norma, quale datore di lavoro ai sensi decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81.
    5. Rileva i fabbisogni di formazione ed aggiornamento professionale e provvede alla formulazione dei relativi programmi annuali, d’intesa con le altre unità organizzative.
    6. Predispone i documenti di bilancio, effettua il riscontro sulle operazioni di bilancio e di spesa con funzioni di verifica contabile. Provvede al trattamento economico e previdenziale dei Componenti e dei dipendenti. Svolge, con l’eventuale supporto delle altre unità organizzative competenti, le attività connesse al finanziamento dell’Autorità.
    7. Assicura i rapporti con le organizzazioni sindacali”.

    Nell’alveo delle attività e dei processi di competenza dell’Ufficio, vi sono molte competenze ad elevato rischio corruttivo. Tra queste, certamente, rientrano quelle relative all’approvvigionamento di beni e servizi che vengono assicurati nel rispetto del vigente Codice dei contratti pubblici; così come, allo stesso modo, quelle relative alle procedure di reclutamento del personale.
    Come da indicazioni di ANAC, queste attività rientrano fra quelle c.d. obbligatorie a maggior rischio di corruzione, essendo evidenti i possibili rischi che consistono nell’accettazione di regalie, compensi, utilità o altri vantaggi da parte dei funzionari incaricati o, nei casi, più gravi, anche nella corresponsione di tangenti per “orientare” l’attività dell’Ufficio al perseguimento di finalità che nulla hanno a che fare con gli interessi istituzionali di ART; senza considerare i pericoli insiti in situazioni di conflitti di interesse. Così come i medesimi rischi sono insiti nelle attività di predisposizione del bilancio e nella gestione della cassa, sempre secondo l’ANAC.
    Per quel che concerne, invece, l’attività di supporto agli Organi di vertice dell’Autorità ed in quella di gestione del Protocollo, vi sono rischi potenziali nella violazione delle norme sul Segreto d’Ufficio.
    Per tali ragioni, si ritiene di assegnare alle richiamate attività organizzative un indice di rischio di corruzione molto alto.
    Nella gestione del personale rientrano le seguenti attività a maggior rischio di corruzione, ove pertanto, l’indice di rischio è massimo:
    – procedure concorsuali indette dall’Autorità per l’assunzione del personale;
    – procedure di affidamento dei servizi e/o acquisto di forniture;
    – formazione delle Commissione di gara non rispondenti ai principi di trasparenza e legalità;
    – erogazione al personale del premio annuale di risultato;
    – progressioni di carriera del personale;
    – autorizzazione e liquidazione missioni al personale;
    – erogazione stipendi al personale.
    In tale ambito sono stati identificati i seguenti eventi di rischi di livello alto:
    – previsione di requisiti di accesso “personalizzati” ed insufficienti meccanismi oggettivi e trasparenti idonei a verificare il possesso dei requisiti richiesti, nell’ambito delle procedure concorsuali indette da ART;
    – assenza di adeguata pubblicità della selezione pubblica, mediante ritardate ed incomplete comunicazioni sul sito dell’Autorità;
    – valutazioni discrezionali non imparziali, non condotte su basi oggettive volte a favorire determinati soggetti nell’erogazione del premio di risultato;
    – progressioni di carriera accordate illegittimamente allo scopo di agevolare particolari dipendenti;
    – missioni autorizzate al personale in assenza di ragioni istituzionali;
    – rimborso di spese di missione riconducibili a fattispecie non rimborsabili, per favorire determinati soggetti;
    – autorizzazione al personale di permessi sindacali oltre i limiti consentiti dagli accordi;
    – registrazione di assenze per malattia in mancanza dei relativi presupposti al fine di favorire determinati soggetti;
    – quanto alle procedure di gara, formazione delle Commissione di gara non rispondenti ai principi di trasparenza, rotazione e legalità;
    – violazione della disciplina degli affidamenti per favorire taluni operatori economici a scapito di altri.

    Ufficio Information and Comunication Technolgy

    Qui di seguito si rappresentano i processi di competenza dell’Ufficio disciplinati dall’art. 18 del ROF.

    “1. Elabora, realizza e gestisce l’architettura informatica dell’Autorità, ne garantisce la manutenzione e ne pianifica l’evoluzione per sostenere le future esigenze.
    2. Garantisce l’erogazione dei servizi informatici e di telecomunicazione necessari alle attività dell’Autorità e degli uffici, ivi compreso il supporto tecnologico per le basi di dati informatiche e documentali e la loro integrazione con fonti esterne. Elabora i capitolati tecnici per l’approvvigionamento di beni e servizi.
    3. Garantisce la sicurezza ed il trattamento dei dati sensibili e riservati nel rispetto degli obblighi di legge in materia.
    4. Gestisce il sito web istituzionale ed assicura la pubblicazione dei provvedimenti dell’Autorità in collaborazione con il Portavoce”.

    L’istruttoria avviata ha consentito di evidenziare taluni profili di rischio, limitatamente alla sicurezza ed al trattamento dei dati sensibili e riservati.
    L’Autorità, nell’esercizio delle proprie funzioni, gestisce e detiene dati sensibili, tra l’altro, delle imprese regolate: dati che richiedono la predisposizione di strumenti organizzativi finalizzati ad evitare che gli stessi possano essere trasmessi, divulgati all’esterno, con le inevitabili ripercussioni nei settori di mercato di riferimento e nel rapporto tra imprese concorrenti.
    Ed è, altresì, chiaro come la gestione di questi dati, ed il pericolo della loro divulgazione presenti di per sé un indice di rischio abbastanza elevato, che tuttavia può essere superato con la informatizzazione dei processi e la formazione del fascicolo elettronico che consente di individuare con certezza chi gestisce e detiene i dati.

    Ufficio Affari legali e contenzioso

    L’istruttoria avviata dal RPCT con la collaborazione del Direttore responsabile dell’Ufficio, ha condotto ad una completa mappatura degli ambiti di attività a maggior rischio di corruzione .
    A tale riguardo si è partiti dalle attività affidate all’ufficio dai vigenti regolamenti dell’Autorità.
    Tali attività sono delineate dall’art. 19 dal ROF che delinea le seguenti competenze:

    “1. Assicura la qualità giuridica dei provvedimenti del Consiglio, coadiuva e supporta gli altri Uffici nella trattazione delle questioni giuridiche di loro competenza ed esprime pareri su specifiche questioni.
    2. Cura i procedimenti contenziosi dell’Autorità, assicurando il coordinamento con l’Avvocatura dello Stato e con le Avvocature Distrettuali dello Stato.
    3. Segnala le eventuali criticità rilevanti ai fini della pianificazione delle attività dell’Autorità nelle materie di competenza”.
    Per quanto concerne l’attribuzione del livello di rischio alle attività dell’Ufficio in esame, è d’uopo ricordare come l’ANAC – con propria determinazione – abbia incluso gli “Affari legali e contenzioso” tra le aree di rischio c.d. “obbligatorie”.
    L’attività istruttoria condotta ha consentito di confermare tale assunto, atteso che, nell’ambito della tripartizione delle sopra riportate funzioni, quelle di cui ai punti 1 e 2 rientrano tra le funzioni tipiche degli Uffici legali. Conseguentemente, se ne deduce che le stesse siano da includere tra le aree di rischio “obbligatorie”.
    L’attività dell’Ufficio, infatti, è concentrata: i) nella gestione del contenzioso originatosi nei confronti dei provvedimenti dell’Autorità e ii) sul supporto giuridico alle attività degli altri Uffici, che si realizza mediante la partecipazione alla predisposizione di taluni provvedimenti o, in alcuni casi, attraverso la redazione di pareri su specifiche questioni. Quest’ultima attività, per le ragioni sopra richiamate, appartiene più all’area del processo che del procedimento vero e proprio, atteso che si estrinseca in un’attività di raccordo con altri Uffici.
    Quanto al processo dell’analisi del rischio, anche sulla stregua di quanto affermato dal Direttore dell’Ufficio in esame, si ricava che l’attività dell’Ufficio è da considerare a rischio di corruzione, attesi gli effetti che il rilascio di un parere o una valutazione giuridica può avere su un determinato provvedimento condotto da un diverso Ufficio dell’Autorità (attività sopra riportate alla lettera ii).
    Per quanto concerne, invece, l’attività di cui alla lettera i) e cioè la gestione del contenzioso, si è tenuta in considerazione la necessaria interlocuzione con l’Avvocatura dello Stato, atteso che il rapporto difensivo predisposto dall’Ufficio viene inviato all’Avvocatura di Stato che lo utilizza liberamente nella predisposizione della memoria difensiva al fine del susseguente deposito in giudizio.
    L’evento rischioso nell’ambito di tali attività può consistere nell’accettazione impropria di regalie, compensi, utilità o altri vantaggi da parte dei funzionari incaricati o, nei casi, più gravi, anche nella corresponsione di tangenti per “orientare” l’attività dell’Ufficio al perseguimento di finalità corruttive, rischi che sono enfatizzati dall’essere tali provvedimenti destinati a produrre effetti nella sfera giuridica di a soggetti determinati.
    Nella definizione degli indici di probabilità del rischio, si è tenuto conto, altresì, del grado di discrezionalità del provvedimento atteso che, maggiore è il grado di discrezionalità e maggiori sono i rischi di corruzione che possono annidarsi nell’emanazione del provvedimento.
    Si è tenuto, altresì, conto dell’impatto economico del provvedimento e/o del processo avviato da ART: è infatti, evidente che maggiore è l’impatto economico maggiori, sono le potenzialità che si verifichi il rischio di corruzione.
    In ultimo, nella definizione degli indici di rischio, come da indicazioni di ANAC, si è considerato il contesto esterno in cui opera l’Autorità, di cui si dirà infra.

    Ufficio Affari economici
    La interlocuzione formale intervenuta tra il RPCT e il Direttore dell’Ufficio Affari economici ha condotto ad una completa mappatura degli ambiti di attività al fine di individuare quelli a maggior rischio di corruzione .
    A tale riguardo si è partiti dalle attività affidate all’Ufficio dal vigente Regolamento di organizzazione e funzionamento dell’Autorità.
    Le attività dell’Ufficio in esame sono delineate dall’art. 20 del ROF e precisamente:
    “1. Elabora le metodologie ed i modelli di analisi economica e industriale dei settori e della struttura dei singoli mercati di intervento dell’Autorità e ne assicura l’implementazione.
    2. Propone, avvalendosi anche degli Uffici Affari legali e contenzioso e Accesso alle infrastrutture, la determinazione dei criteri e dei modelli di contabilità regolatoria delle imprese. Propone, se necessario per garantire la concorrenza, la separazione contabile e societaria delle stesse”.
    3. Elabora, avvalendosi anche dell’Ufficio ICT, alla definizione e gestione delle basi di dati statistici e inerenti la contabilità regolatoria delle imprese ad esse soggette e ad assicurare la coerenza dei modelli economici adottati.
    4. Elabora e fornisce tutti i dati statistici funzionali alle attività anche istituzionali e ai provvedimenti dell’Autorità, ivi compresa la relazione annuale al Parlamento.
    5. Svolge attività di analisi e studio ivi comprese quelle di impatto della regolazione (AIR) e cura i rapporti con i centri di ricerca e l’accademia in materia di economia della regolazione”.
    L’attività di mappatura dei processi e/o procedimenti, così come definita in collaborazione con il Direttore responsabile dell’ufficio, ha consentito di individuare le attività regolatorie di competenza dell’Ufficio che presentano maggiori profili di criticità con riferimento al tema in oggetto.
    Tra tali attività, figurano, fra quelle a maggior rischio di corruzione in tutti i settori dei trasporti e nei singoli mercati, le seguenti:
    1. Implementazione di modelli regolatori economici, sub specie di:
    a. Implementazione di modelli che individuano e prevengono le pratiche di condizioni economiche inefficienti, discriminatorie ed eccessive rispetto ai limiti fissati (procedimenti regolatori generali di cui alla tabella 1 ad eccezione di quelli retail e 2° tipo di procedimenti regolatori specifici di cui alla tabella 2 contenuti nell’allegato A alla delibera n. 105/2015 Sez. II);
    b. Implementazione di modelli che valutano l’efficienza comparata tra soggetti regolati ai fini della determinazione dei prezzi massimi praticabili (procedimenti regolatori di cui alla tabella 1 contenuta nell’allegato A alla delibera n. 105/2015 Sez. II);
    2. Determinazione dei modelli di contabilità regolatoria e separazione contabile volti alla:
    a. Definizione della separazione contabile aziendale tra funzioni di gestione dell’infrastruttura di rete e funzioni di gestione dei servizi, nonché tra diverse tipologie di servizi (procedimenti di regolazione specifica di cui al 1° tipo di procedimenti contenuti nella tabella 2);
    b. Definizione del perimetro contabile dei costi ammissibili ai fini della determinazione dei prezzi (procedimenti regolatori generali di cui alla tabella 1 contenuta nell’allegato A alla delibera n. 105/2015 Sez. II);
    c. Definizione della regulatory asset base ai fini della determinazione dei prezzi (procedimenti regolatori generali di cui alla tabella 1 contenuta nell’allegato A alla delibera n. 105/2015 Sez. II);
    d. Definizione del tasso di remunerazione del capitale (procedimenti regolatori generali di cui alla tabella 1 contenuta nell’allegato A alla delibera n. 105/2015 Sez. II);
    3. Determinazione della separazione societaria (procedimenti regolatori specifici di cui al 1° tipo di procedimenti di cui alla tabella 2 contenuta nell’allegato A alla delibera 105/2015 Sez. II);
    4. Definizione dell’impatto della regolamentazione dei procedimenti aventi natura regolatoria, da articolarsi come sopra indicato (cfr. punto 13 dell’elenco che precede, punti a, b e c).

    Infine, rientrano fra le competenze dell’ufficio i procedimenti e/o processi volti a:
    1) definire i criteri per la fissazione di tariffe, canoni e pedaggi per l’utilizzo delle infrastrutture trasportistiche, ex art. 37, co. 2, lett. b), d.l. n.201/2011 ;
    2) stabilire, per le nuove concessioni autostradali:
    a. sistemi tariffari dei pedaggi ;
    3) predisporre modelli tariffari per l’applicazione del sistema dei diritti aeroportuali ex art. 37, co. 2, lett. h), d.l. n.201/2011 e art. 80, d.l. n. 1/2012;
    4) imporre, se ritenuto necessario per garantire la concorrenza, la separazione contabile e societaria delle imprese integrate ex art. 37, comma 3, lettera b) d.l. n. 201/2011;
    5) autorizzare il gestore di una rete aeroportuale ad introdurre un sistema di tariffazione aeroportuale comune e trasparente da applicare all’intera rete, ex art. 37, co. 2, lett. h), d.l. n.201/2011 e art. 74, comma 2 del decreto legge n. 1/2012 ;
    6) autorizzare il gestore aeroportuale a variare la qualità e l’estensione di particolari servizi, terminali o parti dei terminali degli aeroporti, allo scopo di fornire servizi personalizzati ovvero un terminale o una parte di terminale specializzato, ex art. 37, co. 2, lett. h), d.l. n.201/2011 e art. 79, comma 1 del decreto legge n. 1/201 ;

    Appare utile preliminarmente osservare come le attività affidate all’Ufficio affari economici si caratterizzino, data la rilevanza delle finalità perseguite e degli interessi coinvolti, per essere facilmente permeabili a fenomeni corruttivi. A ben vedere, trattasi di attività propositive o consultive idonee a influenzare le scelte degli altri Uffici e dell’Organo consiliare dell’Autorità su materie legate all’imposizione di misure regolatorie correttive a carico di aziende di medie e grandi dimensioni e di verifica circa l’osservanza del quadro regolatorio vigente.
    Il rischio corruttivo per l’Ufficio affari economici, può assumere una duplice valenza: può, infatti, presentarsi sia nell’ambito dei procedimenti direttamente incardinati nell’Ufficio, sia nel corso delle attività di supporto che, relativamente agli aspetti economici, sono svolti a favore degli altri Uffici dell’Autorità, quali l’Ufficio accesso alle infrastrutture, l’Ufficio servizi e mercati retail, l’Ufficio vigilanza e sanzioni, l’Ufficio diritti degli utenti e l’Ufficio affari legali e contenzioso.
    A connotare tali attività – specie quelle di natura regolatoria – è l’elevato grado di discrezionalità tecnica di cui si dispone, unitamente al significativo impatto economico che tali misure hanno sui soggetti destinatari dell’intervento (regolatorio o di verifica) ovvero sull’intero settore di riferimento. Le risultanze delle analisi condotte dall’Ufficio affari economici, incidendo spesso sulle variazioni dei prezzi praticabili e dei costi ammissibili di aziende di medie e grandi dimensioni, possono, difatti, avere un impatto complessivo molto elevato sui ricavi e sui costi totali, sia relativamente al singolo soggetto inciso, sia con riguardo al settore interessato dall’intervento.
    Gli eventi rischiosi sono riferibili in generale al concetto di cattura del regolatore. Qui si seguito se ne ripercorrono i caratteri.
    – misure di regolazione non adeguate, tecnicamente non corrette, frutto di valutazioni viziate al fine di favorire determinati soggetti o categorie di soggetti;
    – interferenze esterne da parte dei soggetti portatori di interessi di categoria o coinvolti nei procedimenti;
    – fissazione di metodologie non adeguate, frutto di valutazioni tecnicamente non corrette, viziate al fine di favorire determinati soggetti o categorie di soggetti;
    – pareri viziati per favorire determinati soggetti o categorie di soggetti;
    – omissione della valutazione o valutazione viziata circa la necessità di imporre la separazione contabile delle imprese integrate al fine di favorire determinati soggetti;
    – rilascio delle autorizzazioni in assenza dei presupposti necessari, al fine di favorire determinati soggetti;
    – svolgimento delle attività in violazione del principio dell’imparzialità e della terzietà, al fine di favorire determinati soggetti o categorie di soggetti;
    – ritardo nella conclusione dei procedimenti, al fine di favorire determinati soggetti o categorie di soggetti.
    Per quanto riguarda, invece, la determinazione dell’indice di rischio di corruzione secondo i parametri individuati dal RPCT, atteso che l’Ufficio affari economici può risultare potenzialmente a rischio corruzione attraverso ogni atto prodotto (note informative al Consiglio, pareri resi agli altri uffici, predisposizione di schemi di provvedimento, produzione di documenti di analisi economiche, ecc.) idoneo ad influenzare o a determinare le scelte degli altri Uffici e del Consiglio dell’Autorità, si ritiene, con il conforto del Direttore responsabile dell’ufficio, che le attività svolte dall’Ufficio affari economici sono tutte soggette a un elevato rischio di corruzione quantificabile, secondo la scala valoriale fornita, di livello 5.

    Ufficio accesso alle infrastrutture
    La interlocuzione formale intervenuta tra il RPCT e il Direttore responsabile dell’Ufficio ha condotto ad una completa mappatura degli ambiti di attività, al fine di delineare quelli a maggior rischio di corruzione .
    A tale riguardo si è partiti dalle attività affidate all’Ufficio dai vigenti regolamenti dell’Autorità.
    Tali attività sono delineate dall’art. 21 del ROF che viene qui di seguito riportato:
    “1. Predispone le misure necessarie a garantire condizioni di accesso eque e non discriminatorie alle infrastrutture ferroviarie, portuali, aeroportuali e alle reti autostradali, nonché in relazione alla mobilità dei passeggeri e delle merci in ambito nazionale, locale e urbano anche collegata a stazione, aeroporti e porti.
    2. Elabora i criteri per l’adozione di tariffe, canoni, pedaggi nei diversi settori di trasporto, tenendo conto dell’efficienza produttiva delle gestioni e del contenimento dei costi per gli utenti, le imprese e i consumatori. Verifica la corretta applicazione dei predetti criteri da parte dei soggetti interessati.
    3. Avvalendosi anche dell’Ufficio Affari legali e contenzioso, predispone gli schemi dei bandi delle gare per la concessione di costruzione e/o gestione delle infrastrutture”.

    Sulla base di tali indicazioni, qui di seguito si evidenziano i processi a maggior rischio di corruzione:
    1) garantire condizioni di accesso eque e non discriminatorie alle infrastrutture trasportistiche;
    2) definire i criteri per la fissazione di tariffe, canoni e pedaggi per l’utilizzo delle infrastrutture trasportistiche, ex art. 37, co. 2, lett. b), d.l. n.201/2011;
    3) stabilire, per le nuove concessioni autostradali:
    a. sistemi tariffari dei pedaggi;
    b. schemi di bandi e di concessione per le gare dei concessionari;
    4) definire gli ambiti ottimali di gestione delle tratte autostradali ex art. 37, co. 2, lett. g), d.l. n.201/2011;
    5) predisporre modelli tariffari per l’applicazione del sistema dei diritti aeroportuali ex art. 37, co. 2, lett. h), d.l. n.201/2011 e art. 80, d.l. n. 1/2012;
    6) imporre, se ritenuto necessario per garantire la concorrenza, la separazione contabile e societaria delle imprese integrate ex art. 37, comma 3, lettera b) d.l. n. 201/2011;
    7) autorizzare il gestore di una rete aeroportuale ad introdurre un sistema di tariffazione aeroportuale comune e trasparente da applicare all’intera rete, ex art. 37, co. 2, lett. h), d.l. n.201/2011 e art. 74, comma 2 del decreto legge n. 1/2012;
    8) autorizzare il gestore aeroportuale a variare la qualità e l’estensione di particolari servizi, terminali o parti dei terminali degli aeroporti, allo scopo di fornire servizi personalizzati ovvero un terminale o una parte di terminale specializzato, ex art. 37, co. 2, lett. h), d.l. n.201/2011 e art. 79, comma 1 del decreto legge n. 1/201;
    9) autorizzare il cabotaggio nell’ambito del servizio di trasporto internazionale di passeggeri ex art. 37, co. 2, lett. i), d.l. n.201/2011 e art. 37, co.2, d.lgs. n. 112/2014;
    10) svolgere attività para- giurisdizionali su decisioni del gestore dell’infrastruttura o eventualmente dell’impresa ferroviaria o dell’operatore di un impianto di servizio in relazione al PIR, alla procedura di assegnazione della capacità e relativo esito, al sistema di imposizione dei canoni; al livello o struttura dei canoni che è tenuto a pagare, agli accordi per l’accesso; all’accesso ai servizi e corrispettivi imposti per il loro utilizzo, ex art. 37, comma 2 del D.lgs. 112/2015;
    11) Stabilisce limiti ragionevoli di tempo entro i quali gli operatori degli impianti di servizio di cui all’art. 13, comma 2, d.lgs. n. 112/2015, rispondono alle richieste di accesso agli impianti ed alla fornitura dei servizi formulate dalle imprese ferroviarie (ex art. 37, co. 2, lett. i), d.l. n.201/2011 e art. 13, comma 6 d.lgs. n. 112/2015);
    12) Definisce procedure e criteri per l’accesso agli impianti di servizio di cui all’art. 13, comma 2, ai servizi complementari di cui all’art. 13, comma 9 e ai servizi ausiliari di cui all’art. 13, comma 11, d.lgs. n. 112/2015;
    13) Formula prescrizioni ed indicazioni al gestore dell’infrastruttura sul prospetto informativo della rete (ex art. 37, co. 3, lett. i), d.l. n.201/2011; art. 14, comma 1 e art. 18, comma 6 d.lgs. n. 112/2015);
    14) Controlla i criteri individuati dal gestore dell’infrastruttura per determinare il canone per mancato uso della capacità assegnata all’impresa ferroviaria ma non utilizzata (ex art. 37, co. 2, lett. i), d.l. n.201/2011 e art. 17, comma 9 d.lgs. n. 112/2015);
    15) Definisce procedure e criteri per la stipulazione di accordi quadro tra gestore dell’infrastruttura ferroviaria e richiedenti (ex art. 37, co. 2, lett. i), d.l. n.201/2011 e art. 23, comma 8 d.lgs. n. 112/2015);
    16) Stabilisce i criteri di assegnazione della capacità di infrastruttura che vengono pubblicati sul P.I.R. (ex art. 37, co. 2, lett. i), d.l. n.201/2011 e art. 26, comma 1 d.lgs. n. 112/2015);
    17) Detta prescrizioni sulle misure necessarie per il rispristino della normalità, nell’eventualità di perturbazioni della circolazione dei treni a causa di problemi tecnici o incidenti (ex art. 37, co. 2, lett. i), d.l. n.201/2011 e art. 36, comma 1 d.lgs. n. 112/2015);
    18) Verifica che le tariffe in ambito infrastrutturale ferroviario siano conformi alle norme (d.lgs. 112/2015 art. 37, comma 6) e ai criteri stabiliti dall’Autorità;
    19) Verifica di conformità delle proposte tariffarie dei gestori aeroportuali;
    20) Gestione delle controversie fra Gestore e Utenti aeroportuali.

    Gli eventi rischiosi, trattandosi di attività di regolazione, prevalentemente economica ad alto grado di discrezionalità tecnica, sono riferibili in generale al concetto di cattura del regolatore. Qui si seguito se ne ripercorrono i possibili caratteri:
    – misure di regolazione non adeguate, tecnicamente non corrette, frutto di valutazioni viziate al fine di favorire determinati soggetti o categorie di soggetti;
    – interferenze esterne da parte dei soggetti portatori di interessi di categoria o coinvolti nei procedimenti;
    – fissazione di metodologie non adeguate, frutto di valutazioni tecnicamente non corrette, viziate al fine di favorire determinati soggetti o categorie di soggetti;
    – pareri viziati per favorire determinati soggetti o categorie di soggetti;
    – omissione della valutazione o valutazione viziata circa la necessità di imporre la separazione contabile delle imprese integrate al fine di favorire determinati soggetti;
    – rilascio delle autorizzazioni in assenza dei presupposti necessari, al fine di favorire determinati soggetti;
    – svolgimento delle attività in violazione del principio dell’imparzialità e della terzietà, al fine di favorire determinati soggetti o categorie di soggetti;
    – ritardo nella conclusione dei procedimenti, al fine di favorire determinati soggetti o categorie di soggetti.

    Per quanto riguarda, invece, la determinazione dell’indice di rischio, sulla base dei canoni di cui sopra e nell’ambito della griglia definita dal RPCT, atteso che l’Ufficio acceso alle infrastrutture può risultare potenzialmente a rischio corruzione attraverso ogni atto prodotto (note informative al Consiglio, pareri resi agli altri uffici, predisposizione di schemi di provvedimento, produzione di documenti di analisi economiche, ecc.), si riportano qui nel dettaglio gli indici di rischio delineati, anche grazie alla collaborazione ed il conforto del Direttore responsabile dell’Ufficio, per le singole attività:
    1) garantire condizioni di accesso eque e non discriminatorie alle infrastrutture trasportistiche: 4
    2) definire i criteri per la fissazione di tariffe, canoni e pedaggi per l’utilizzo delle infrastrutture:5
    3) definire gli ambiti ottimali di gestione delle tratte autostradali ex art. 37, co. 2, lett. g), d.l. n.201/2011: 3
    4) predisporre modelli tariffari per l’applicazione del sistema dei diritti aeroportuali ex art. 37, co. 2, lett. h), d.l. n.201/2011 e art. 80, d.l. n. 1/2012: 3
    5) imporre, se ritenuto necessario per garantire la concorrenza, la separazione contabile e societaria delle imprese integrate ex art. 37, comma 3, lettera b) d.l. n. 201/2011: 5.
    Il massimo indice di rischio attribuito al provvedimento in esame, si fonda sulla valutazione della natura dei provvedimenti di separazione contabile e/o societaria, che rientrano tra i provvedimenti di natura prescrittiva che l’Autorità può adottare e che l’Autorità può imporre …., se necessario per garantire la concorrenza, la separazione contabile e societaria delle imprese integrate” – . Anche il provvedimento in esame ha, pertanto, un destinatario determinato, sulla cui sfera giuridica il provvedimento è destinato ad incidere, anche in modo assai rilevante (si pensi alla separazione societaria o ai costi derivanti dall’adozione di misure di separazione contabile). Conseguentemente, sembrano ricorrere i medesimi presupposti sopra evidenziati per i provvedimenti con destinatario determinato e, ai fini che qui interessano, i medesimi rischi. Le rilevanti ricadute che possono scaturire dal provvedimento in esame sull’intera struttura societaria, non possono non rilevare per i profili in esame. Detti provvedimenti possono infatti imporre anche la separazione societaria, producendo una diversa configurazione delle società del gruppo. Per tali ragioni si è attribuito a tali procedimenti il massimo livello di rischio pari a 5;
    6) autorizzare il gestore di una rete aeroportuale ad introdurre un sistema di tariffazione aeroportuale comune e trasparente da applicare all’intera rete, ex art. 37, co. 2, lett. h), d.l. n.201/2011 e art. 74, comma 2 del decreto legge n. 1/2012: 3
    7) autorizzare il cabotaggio nell’ambito del servizio di trasporto internazionale di passeggeri ex art. 37, co. 2, lett. i), d.l. n.201/2011 e art. 37, co.2, d.lgs. n. 112/2014: 4
    8) svolgere attività para- giurisdizionali su decisioni del gestore dell’infrastruttura o eventualmente dell’impresa ferroviaria o dell’operatore di un impianto di servizio in relazione al PIR, alla procedura di assegnazione della capacità e relativo esito, al sistema di imposizione dei canoni; al livello o struttura dei canoni che è tenuto a pagare, agli accordi per l’accesso; all’accesso ai servizi e corrispettivi imposti per il loro utilizzo, ex art. 37, comma 2 del D.lgs. 112/2015: 5
    9) stabilisce limiti ragionevoli di tempo entro i quali gli operatori degli impianti di servizio di cui all’art. 13, comma 2, d.lgs. n. 112/2015, rispondono alle richieste di accesso agli impianti ed alla fornitura dei servizi formulate dalle imprese ferroviarie (ex art. 37, co. 2, lett. i), d.l. n.201/2011 e art. 13, comma 6 d.lgs. n. 112/2015): 2
    10) definisce procedure e criteri per l’accesso agli impianti di servizio di cui all’art. 13, comma 2, ai servizi complementari di cui all’art. 13, comma 9 e ai servizi ausiliari di cui all’art. 13, comma 11, d.lgs. n. 112/2015: 3
    11) formula prescrizioni ed indicazioni al gestore dell’infrastruttura sul prospetto informativo della rete (ex art. 37, co. 3, lett. i), d.l. n.201/2011; art. 14, comma 1 e art. 18, comma 6 d.lgs. n. 112/2015): 4
    12) controlla i criteri individuati dal gestore dell’infrastruttura per determinare il canone per mancato uso della capacità assegnata all’impresa ferroviaria ma non utilizzata (ex art. 37, co. 2, lett. i), d.l. n.201/2011 e art. 17, comma 9 d.lgs. n. 112/2015): 2
    13) definisce procedure e criteri per la stipulazione di accordi quadro tra gestore dell’infrastruttura ferroviaria e richiedenti (ex art. 37, co. 2, lett. i), d.l. n.201/2011 e art. 23, comma 8 d.lgs. n. 112/2015): 5
    14) stabilisce i criteri di assegnazione della capacità di infrastruttura che vengono pubblicati sul P.I.R. (ex art. 37, co. 2, lett. i), d.l. n.201/2011 e art. 26, comma 1 d.lgs. n. 112/2015): 5
    15) detta prescrizioni sulle misure necessarie per il rispristino della normalità, nell’eventualità di perturbazioni della circolazione dei treni a causa di problemi tecnici o incidenti (ex art. 37, co. 2, lett. i), d.l. n.201/2011 e art. 36, comma 1 d.lgs. n. 112/2015): 3
    16) verifica che le tariffe in ambito infrastrutturale ferroviario siano conformi alle norme (d.lgs. 112/2015 art. 37, comma 6) e ai criteri stabiliti dall’Autorità: 5
    17) verifica di conformità delle proposte tariffarie dei gestori aeroportuali:2
    18) gestione delle controversie fra Gestore e Utenti aeroportuali: 5.

    Ufficio servizi e mercati retail
    Relativamente all’Ufficio in esame, l’istruttoria che ha visto coinvolto direttamente il Direttore responsabile dell’Ufficio interlocuzione formale intervenuta tra il RPCT e il Direttore responsabile dell’Ufficio ha condotto ad una completa mappatura degli ambiti di attività, ivi compresi quelli a maggior rischio di corruzione .
    A tale riguardo si è partiti dalle attività affidate all’ufficio dai vigenti regolamenti dell’Autorità.
    Tali attività sono delineate dall’art. 22 del che viene qui di seguito riportato:
    “1. Assicura, avvalendosi anche dell’Ufficio Affari economici, lo svolgimento delle funzioni inerenti l’individuazione degli ambiti di servizio pubblico e dei modi più efficienti per finanziarli.
    2. Elabora le condizioni minime di qualità dei servizi di trasporto nazionale e locale connotati da oneri di servizio pubblico, individuate secondo caratteristiche territoriali di domanda e offerta.
    3. Predispone, avvalendosi anche dell’Ufficio Affari legali e contenzioso, gli schemi dei bandi delle gare per l’assegnazione dei servizi di trasporto in esclusiva e delle convenzioni da inserire nei capitolati delle medesime gare e definisce i criteri per la nomina delle commissioni aggiudicatrici.
    4. Sviluppa, avvalendosi degli Uffici Diritti degli utenti e Affari legali e contenzioso, indirizzi per l’istituzione di procedure di conciliazione e di risoluzione stragiudiziale delle controversie tra esercenti ed utenti dei servizi di trasporto accessibili, efficaci ed economiche e ne monitora l’applicazione.
    5. Svolge gli adempimenti istruttori connessi alla competenza dell’Autorità di cui all’articolo
    37, comma 2, lettera m), del Decreto istitutivo”.
    La completa mappatura dei procedimenti e delle attività dell’Ufficio ha individuato le seguenti aree di intervento a rischio corruzione:
    1) stabilisce condizioni minime di qualità dei servizi connotati da oneri di servizio pubblico;
    2) definire il contenuto minimo dei diritti, anche di natura risarcitoria, che gli utenti possono esigere nei confronti dei gestori dei servizi e delle infrastrutture di trasporto;
    3) Definisce gli schemi dei bandi di gara per l’assegnazione dei servizi di trasporto in via esclusiva e delle convenzioni da inserire nei capitolati e fissazione dei criteri per la nomina delle commissioni aggiudicatrici;
    4) Esprime un parere all’Autorità competente sulla determinazione di opportuni, trasparenti e non discriminatori diritti di compensazione che l’impresa ferroviaria deve pagare quando viene accertata la compromissione dell’equilibrio economico del contratto di servizio pubblico;
    5) Verifica che nei bandi di gara non sussistano condizioni discriminatorie o limitative dell’accesso al mercato;
    6) Attesta l’efficienza gestionale e la qualità del servizio dei gestori sulla base dei parametri stabiliti dall’Autorità stessa al fine dell’attribuzione di finanziamenti a qualsiasi titolo concessi a valere su risorse pubbliche statali (cfr. art. 3 – bis d.l. 138/2011);
    7) Monitora e verifica la corrispondenza dei livelli di offerta del servizio taxi, delle tariffe e della qualità delle prestazioni alle esigenze dei diversi contesti urbani allo scopo di garantire il diritto di mobilità degli utenti;
    8) Fornisce ai Comuni e Regioni un parere preventivo sul servizio Taxi sulla base di quanto disposto dalla legge.
    Trattandosi di attività regolatoria, sono insiti i medesimi eventi corruttivi sopra riportati per i procedimenti di natura regolatoria caratterizzati da un alto indice di discrezionalità.
    Per quel che concerne l’indice del rischio corruttivo, quanto all’attività di cui al punto 1, si tratta di attività di regolazione diretta che incide, tra l’altro, sui contratti di servizio con impatto economico, che viene valutato come medio, trattandosi, appunto, di condizioni “minime”.
    Inoltre, nel settore del TPL il numero dei soggetti è molto elevato, rendendo potenzialmente meno efficaci possibili azioni corruttive. Per tali ragioni, anche sulla scorta delle considerazioni del Direttore dell’Ufficio e con il conforto dello stesso, si è attribuito un rischio di livello 3 per l’attività sui contratti di servizio e un rischio corruttivo di livello 2 per il settore marittimo e per il trasporto pubblico locale.
    Per quel che concerne le attività di cui al punto 2), si tratta di attività di regolazione che incide, sui contratti di servizio pubblico con impatto economico, da valutare rischio di corruzione medio. Quanto alla definizione degli schemi dei bandi di cui al punto 3, si tratta di un’attività regolatoria “indiretta”, destinata ad incidere, in prima istanza, sulle stazioni appaltanti, che sono le dirette destinatarie delle misure regolatorie. L’impatto economico è stato valutabile in termini di risparmio di risorse pubbliche o di miglioramento dei livelli prestazionali agli utenti: conseguentemente non è immediato, richiedendo tempi elevati prima che l’aggiudicatario della gara inizi ad operare. Conseguentemente, si è attribuito un indice di rischio medio basso (pari a 2).
    Con riferimento all’attività consultiva di cui al punto 4) sulla determinazione di eventuali diritti di compensazione, si ritiene che si tratti di un’attività di regolazione diretta con impatto economico elevato. Pertanto si è attribuito un indice di rischio pari a 5.
    Per quel che concerne, la verifica dei bandi di gara di cui al punto 5), si tratta di attività riconducibile alla vigilanza che può avere un impatto elevato sui singoli operatori: pertanto si è ritenuto di attribuire alla stessa un indice di rischio di corruzione molto elevato, pari a 5.
    L’attività descritta al punto 6) è un’attività di regolazione diretta con impatto economico elevato su singoli operatori e eventuali amministrazioni azioniste. Si è attribuito un indice di rischio, medio alto di livello 4.
    L’Attività di monitoraggio di cui al punto 7) è attività propedeutica a segnalazioni e pareri che può avere un impatto economico indiretto sugli operatori Taxi e sui mercati contigui e sugli utenti in generale. Si ritiene – data la natura propedeutica di tale attività – si è attribuito allo stesso un rischio di corruzione basso.
    Infine, l’attività di cui al punto 8) è attività di segnalazione diretta ai Comuni, che può avere un impatto economico indiretto sugli operatori del settore Taxi e sui mercati contigui. Si è assegnata a tale attività un indice basso di rischio.

    Ufficio Diritti degli utenti
    Le competenze dell’Ufficio sono elencate all’art. 23 del ROF che qui si riporta integralmente:
    “1. Valuta i reclami, le istanze e le segnalazioni presentati dagli utenti e dai consumatori, singoli o associati, in ordine al rispetto dei livelli qualitativi e tariffari da parte dei soggetti esercenti il servizio sottoposto a regolazione.
    2. In relazione ai diversi tipi di servizio di trasporto e alle diverse infrastrutture, predispone l’analisi relativa al contenuto minimo degli specifici diritti, anche di natura risarcitoria, che gli utenti possono esigere nei confronti dei gestori dei servizi e delle infrastrutture di trasporto tenuto conto anche dei miglioramenti da apportare alle carte dei servizi.
    3. Segnala all’Ufficio Vigilanza e sanzioni eventuali casi reiterati di criticità al fine dell’avvio di procedimenti sanzionatori, fornendo indicazioni per la soluzione degli stessi.
    4. Cura la trasmissione all’Autorità garante della concorrenza e del mercato dei reclami attinenti a tematiche di competenza della stessa Autorità”.

    L’interlocuzione promossa dal RPCT con la nota più volta citata del 17 gennaio u.s. con il Direttore responsabile dell’Ufficio ha consentito una completa mappatura e ricognizione delle attività e dei processi di competenza dell’Ufficio.
    Tale attività ha condotto all’individuazione di indici di rischio secondo le direttrici più volte citate, anche sulla base dell’impatto economico dell’azione, del grado di discrezionalità dello stesso e del contesto esterno in cui opera ART.
    Nell’ambito delle competenze dell’ufficio, sono state individuate le seguenti aree di intervento:
    1) vigila sulla corretta applicazione del regolamento (CE) n. 1371/2007 relativo ai diritti e agli obblighi dei passeggeri nel trasporto ferroviario;
    2) Svolge monitoraggi e indagini conoscitive sui servizi di cui al regolamento (CE) n. 1371/2007;
    3) Accerta le violazioni delle disposizioni del regolamento (CE) n. 1371/2007, anche previo reclamo del passeggero;
    4) vigila sulla corretta applicazione del regolamento (CE) n. 181/2007 relativo ai diritti e agli obblighi dei passeggeri nel trasporto effettuato per autobus;
    5) Svolge monitoraggi e indagini conoscitive sui servizi di cui al regolamento (CE) n. 181/2011;
    6) Accerta le violazioni delle disposizioni del regolamento (CE) n. 181/2011, anche previo reclamo del passeggero;
    7) vigila sulla corretta applicazione del regolamento (CE) n. 2006/2004 relativo ai diritti e agli obblighi dei passeggeri che viaggiano via mare e per vie navigabili interne;
    8) Svolge monitoraggi e indagini conoscitive sui servizi di cui al regolamento (CE) n. 2006/2004;
    9) Accerta le violazioni delle disposizioni del regolamento (CE) n. 2006/2004, anche previo reclamo del passeggero.

    Nella determinazione degli indici di rischio corruttivo dei singoli procedimenti e/o processi si è tenuto conto del fatto che, nell’ambito delle azioni di cui ai punti 3), 6) e 9), l’istruttoria e l’accertamento definitivo della violazione inclusa la determinazione della sanzione, è di competenza di un diverso Ufficio e precisamente dell’Ufficio vigilanza e sanzioni.
    Anche per tali ragioni, si è attribuito alle attività di cui ai punti 1),3),4),6),7),9) un rischio medio (di livello 3), mentre relativamente alle attività di monitoraggio di cui ai punti 2), 5) e 8), che non rientrano né tra i procedimenti regolatori, né tra quelli a destinatario determinato e/o determinabile, né tra quelli che comminano sanzioni, si è stabilito un indice di rischio basso (livello 1).

    Ufficio Vigilanza e sanzioni
    Le attività dell’Ufficio in esame sono delineate dall’art. 24 del ROF e precisamente:
    “1. Svolge l’attività di vigilanza sul rispetto delle disposizioni regolatorie disposte dall’Autorità anche al fine dell’avvio dei relativi procedimenti sanzionatori o prescrittivi. Esso segnala al Collegio l’esigenza di nuovi provvedimenti o di modifica della regolazione esistente negli ambiti di competenza dell’Autorità.
    2. Programma e coordina gli interventi di controllo e le ispezioni presso gli operatori anche sulla base di richieste di altri uffici, predisponendo a tal fine la documentazione propedeutica all’attività di vigilanza e controllo, nonché all’esito delle verifiche, i documenti di resoconto delle attività svolte.
    3. Cura i procedimenti sanzionatori, provvedendo altresì alla notifica dei relativi provvedimenti, nelle ipotesi contemplate nell’articolo. 37 del Decreto istitutivo, ivi compreso l’esercizio del potere di proporre ricorso ai sensi del comma 2, lettera n), del predetto articolo, in collaborazione con l’Ufficio servizi e mercati retail”.
    Le interlocuzioni avviate con il Direttore responsabile dell’ufficio hanno consentito di individuare le seguenti aree di intervento che presentano profili di criticità ai fini della prevenzione della corruzione. In particolare l’Ufficio:
    1) propone all’Amministrazione competente la sospensione, la decadenza o la revoca degli atti, concessioni, convenzioni e contratti ex art. 37, co. 3, lett. c), d.l. n.201/2011;
    2) svolge ispezioni anche avvalendosi di altri organi dello Stato, può apporre i sigilli;
    3) può accogliere e rendere obbligatori impegni delle imprese o riaprire il procedimento se mutano le circostanze di fatto su cui sono stati assunti impegni. Può ordinare la cessazione delle condotte in contrasto con atti di regolazione ed impegni e disporre il rispristino. Può adottare misure cautelari ;
    4) irroga una sanzione fino al 10% del fatturato nei casi di:
    a. inosservanza dei criteri
    -per le tariffe, canoni e pedaggi;
    -per la separazione contabile;
    -per la disaggregazione dei costi e ricavi pertinenti al servizio pubblico;
    b. violazione della disciplina di accesso alle reti e infrastrutture o delle condizioni imposte dalla Autorità
    c. inottemperanza a ordini e misure
    5) Applica una sanzione amministrativa fino all’1% del fatturato in caso siano fornite (anche nel corso di una ispezione) informazioni inesatte, fuorvianti, incomplete o fuori termine;
    6) Applica una sanzione fino al 10% del fatturato nel caso di mancato rispetto degli impegni assunti dalle imprese;
    7) Accerta le violazioni delle disposizioni del Regolamento (CE) n. 1371/2007;
    8) Accerta le violazioni delle disposizioni del Regolamento (CE) n. 181/2011;
    9) Accerta le violazioni delle disposizioni del Regolamento (CE) n. 2006/2004.

    Gli esiti della mappatura dei processi, hanno condotto all’inclusione, nell’area dei processi ad alto rischio, anche dei processi che possono produrre effetti sfavorevoli di diversa intensità per i destinatari, quali sono i processi di vigilanza, ispezione e/o sanzionatori di competenza dell’Autorità [rientrano in tali procedimenti quelli descritti sopra dal punto 2) al punto 9), con la sola eccezione del punto 3)].
    In questo ambito, la circostanza che il processo possa concludersi con l’adozione di un provvedimento sanzionatorio, sfavorevole per il destinatario e che può manifestare diversi gradi di impatto economico a seconda dell’entità della sanzione comminata, enfatizza i “rischi” di sviamento dalla funzione pubblica che si intendono prevenire con l’adozione del PTPC. Per tale ragioni si ritiene che anche i processi ricompresi in tale ambito siano tra quelli a maggior rischio di corruzione per l’Autorità.
    Per quanto riguarda, invece, i processi caratterizzati dall’essere suscettibili di produrre effetti economici diretti ed immediati per il destinatario, anch’essi da considerarsi ad alto rischio, ci si riferisce, in particolare, ai processi finalizzati all’adozione di provvedimenti di tipo prescrittivo: rientrano in tale tipologia di procedimenti quelli disciplinati sopra al punto 3). Infatti tali provvedimenti volti a rendere obbligatori gli impegni, sebbene non producano un effetto ampliativo della sfera giuridica del privato, tuttavia presentano affinità con i provvedimenti autorizzativi, sotto il profilo della presenza dei medesimi rischi corruttivi poiché hanno la capacità di incidere sulla sfera giuridica di un destinatario determinato.
    Pertanto, per tali ragioni, sono inclusi nell’alveo dei procedimenti a più alto rischio di corruzione dell’Autorità anche i provvedimenti di natura prescrittiva. Ci si riferisce, in particolare, ai provvedimenti di approvazione degli impegni che possono intervenire nell’ambito dei procedimenti sanzionatori dell’Autorità. Depone in tal senso, la natura degli impegni o meglio la loro finalità, “….. finalizzati primariamente a garantire l’interesse pubblico …” , l’ampia discrezionalità concessa all’amministrazione nell’accettazione degli impegni , nonché l’effetto tipico che si riannoda all’accettazione degli impegni da parte dell’Autorità, consistente nella chiusura del procedimento sanzionatorio senza accertare la relativa infrazione.
    In tutti questi procedimenti sono, pertanto, presenti gli eventi corruttivi consistenti nell’accettazione di regalie, compensi, utilità o altri vantaggi da parte dei funzionari incaricati o, nei casi, più gravi, anche nella corresponsione di tangenti per “orientare” l’attività dell’Ufficio al perseguimento di finalità che nulla hanno a che fare con gli interessi istituzionali di ART.
    Per tali ragioni si è attribuito a tali procedimenti il massimo grado di indice di rischio. Discorso diverso, invece, deve essere fatto per il provvedimento di cui al punto 1), che è relativo ad un’attività di impulso tramite la quale ART può proporre all’amministrazione competente la sospensione, la decadenza o la revoca degli atti, concessioni. Si tratta di un’attività incapaci di produrre effetti diretti sfavorevoli; né può essere considerata riconducibile nell’alveo dei procedimenti regolatori. Pertanto si ritiene che l’indice di rischio corruttivo sia in tal basso.
    Funzionario di cui all’art. 7 del ROF
    Come già anticipato con l’entrata in vigore del nuovo ROF è stato soppresso l’Ufficio di Segreteria del Consiglio. Le funzioni sono ora assegnate ad un funzionario e precisamente al funzionario di cui all’art. 6, comma 7 del ROF (da ora: Funzionario) che recita: “Il supporto organizzativo e segretariale alle riunioni del Consiglio è assicurato da un funzionario dell’Autorità all’uopo designato che svolge, altresì, le funzioni di segretario verbalizzante”.
    Nonostante la soppressione dell’Ufficio di segreteria del Consiglio, si è comunque avviata una accurata ricognizione delle possibili aree di rischio, posto che le funzioni originariamente assegnate all’Ufficio, sono ora esercitate dal Funzionario di cui all’art. 6, comma 7 del ROF.
    La disciplina regolamentare di ART si completa con quanto statuito nella Determina (da ora: Determina) a firma del Presidente dell’Autorità del 1° ottobre 2014.
    Dalla disamina della predetta Determina, si ricava che il Funzionario di cui all’art. 6, comma 7 del ROF è tenuto:
    – alla diramazione dell’ordine del giorno;
    – al caricamento ed alla conservazione nella cartella “Atti” del drive condiviso dei seguenti documenti:
    a) documentazione predisposta dagli Uffici in vista del Consiglio;
    b) gli avvisi dell’ordine del giorno relativi alle sedute del Consiglio;
    c) i verbali delle riunioni di Consiglio e le relative delibere approvate.

    Si tratta, quindi, di attività che sono, in alcuni casi, di tipo materiale, come ad esempio il caricamento e la conservazione degli atti; in un caso, di tipo giuridico quali la verbalizzazione delle adunanze del Consiglio.
    Con riferimento alla possibile ricorrenza di rischi corruttivi in riferimento ai processi di competenza del Funzionario d cui all’art. 6, comma 7 del ROF, la ricognizione delle funzioni giuridiche e segretariali condotta, porta ad escludere che tali attività rientrino nell’alveo dei ai processi/procedimenti a maggior rischio di corruzione.
    Da un lato, occorre osservare come le attività di conservazione e documentazione degli originali degli atti del Consiglio non possono, da un punto di vista strutturale, annoverarsi tra i procedimenti amministrativi, né tra i processi in senso stresso.
    In altri termini, difetta nel caso in esame il presupposto stesso preso in considerazione dalla legge e dal PNA e dal Piano dell’Autorità: essere, cioè, in presenza di un procedimento e/o processo con determinate caratteristiche.
    Tuttavia, si deve considerare il carattere riservato dei documenti che vengono trattati nell’ambito delle funzioni segretariali del Consiglio. Sotto questo profilo, pertanto, vanno presidiati gli obblighi di segretezza con riferimento alle mansioni d’Ufficio svolte, dovendosi scongiurare i profili di rischio riconnessi alla violazione del segreto d’ufficio.
    I processi in esame devono, inoltre, essere presidiati anche contro i rischi (a dire il vero residuali) di possibili alterazione della documentazione del Consiglio conservata agli atti. In questo caso il Funzionario di cui all’art. 6, comma 7 del ROF, commetterebbe il reato penale di falso materiale. Non si può, pertanto, escludere in assoluto che il Funzionario, nell’esercizio delle proprie funzioni, sia “animato” dal perseguimento di finalità estranee a quelle d’Ufficio.
    A tale riguardo, si suggerisce una completa digitalizzazione delle procedure di formazione, conservazione e documentazione degli atti del Consiglio che elimini – mediante la formazione di un fascicolo elettronico, di per sé inalterabile – i pericoli sopra delineati. Le prescrizioni in tema di segreto d’Ufficio sono, invece, presidiate dal Codice Etico, oltre che dalla normativa penale.

    ATTIVITA’ TIPO DI ATTIVITA’ FONTE NORMATIVA O REGOLAMENTO INTERNO EVENTO RISCHIOSO INDICE DEL RISCHIO
    Ufficio Affari Economici
    Implementazione di modelli regolatori economici, sub specie di:
    1. Implementazione di modelli che individuano e prevengono le pratiche di condizioni economiche inefficienti, discriminatorie ed eccessive rispetto ai limiti fissati (procedimenti regolatori generali di cui alla tabella 1 ad eccezione di quelli retail e 2° tipo di procedimenti regolatori specifici di cui alla tabella 2 contenuti nell’allegato A alla delibera n. 105/2015 Sez. II);
    2. Implementazione di modelli che valutano l’efficienza comparata tra soggetti regolati ai fini della determinazione dei prezzi massimi praticabili (procedimenti regolatori di cui alla tabella 1 contenuta nell’allegato A alla delibera n. 105/2015 Sez. II).
    Cfr art. 20 del ROF – misure di regolazione non adeguate, tecnicamente non corrette, frutto di valutazioni viziate al fine di favorire determinati soggetti o categorie di soggetti;
    – interferenze esterne da parte dei soggetti portatori di interessi di categoria o coinvolti nei procedimenti;
    – fissazione di metodologie non adeguate, frutto di valutazioni tecnicamente non corrette, viziate al fine di favorire determinati soggetti o categorie di soggetti;
    – pareri viziati per favorire determinati soggetti o categorie di soggetti;
    – omissione della valutazione o valutazione viziata circa la necessità di imporre la separazione contabile delle imprese integrate al fine di favorire determinati soggetti;
    – rilascio delle autorizzazioni in assenza dei presupposti necessari, al fine di favorire determinati soggetti;
    – svolgimento delle attività in violazione del principio dell’imparzialità e della terzietà, al fine di favorire determinati soggetti o categorie di soggetti;
    – ritardo nella conclusione dei procedimenti, al fine di favorire determinati soggetti o categorie di soggetti. Rischio di corruzione alto
    Determinazione dei modelli di contabilità regolatoria e separazione contabile volti alla:
    1. Definizione della separazione contabile aziendale tra funzioni di gestione dell’infrastruttura di rete e funzioni di gestione dei servizi, nonché tra diverse tipologie di servizi (procedimenti di regolazione specifica di cui al 1° tipo di procedimenti contenuti nella tabella 2).

    2. Definizione del perimetro contabile dei costi ammissibili ai fini della determinazione dei prezzi (procedimenti regolatori generali di cui alla tabella 1 contenuta nell’allegato A alla delibera n. 105/2015 Sez. II);

    3. Definizione della regulatory asset base ai fini della determinazione dei prezzi (procedimenti regolatori generali di cui alla tabella 1 contenuta nell’allegato A alla delibera n. 105/2015 Sez. II);

    4. Definizione del tasso di remunerazione del capitale (procedimenti regolatori generali di cui alla tabella 1 contenuta nell’allegato A alla delibera n. 105/2015 Sez. II). Art. 37 comma 3 lettera b) d.l 201/2011

    Cfr tabella 1 contenuta nell’allegato A alla delibera n. 105/2015 Sez. II)

    Cfr tabella 1 contenuta nell’allegato A alla delibera n. 105/2015 Sez. II)

    Cfr tabella 1 contenuta nell’allegato A alla delibera n. 105/2015 Sez. II)
    Determinazione della separazione societaria (procedimenti regolatori specifici di cui al 1° tipo di procedimenti di cui alla tabella 2 contenuta nell’allegato A alla delibera 105/2015 Sez. II) Art. 37 comma 3 lettera b) d.l 201/2011

    Definizione dell’impatto della regolamentazione dei procedimenti aventi natura regolatoria, da articolarsi come sopra indicato (cfr. punto 13 dell’elenco che precede, punti a, b e c).

    ATTIVITA’ TIPO DI ATTIVITA’ FONTE NORMATIVA O REGOLAMENTO INTERNO EVENTO RISCHIOSO INDICE DEL RISCHIO
    Ufficio ACC

    1. garantire condizioni di accesso eque e non discriminatorie alle infrastrutture trasportistiche;

    2. definire i criteri per la fissazione di tariffe, canoni e pedaggi per l’utilizzo delle infrastrutture trasportistiche;

    3. stabilire, per le nuove concessioni autostradali:
    a. sistemi tariffari dei pedaggi;
    b. schemi di bandi e di concessione per le gare dei concessionari;
    c. definire gli ambiti ottimali di gestione delle tratte autostradali;

    4 predisporre modelli tariffari per l’applicazione del sistema dei diritti aeroportuali;

    5 imporre, se ritenuto necessario per garantire la concorrenza, la separazione contabile e societaria delle imprese integrate ;

    6 autorizzare il gestore di una rete aeroportuale ad introdurre un sistema di tariffazione aeroportuale comune e trasparente da applicare all’intera rete;

    7 autorizzare il gestore aeroportuale a variare la qualità e l’estensione di particolari servizi, terminali o parti dei terminali degli aeroporti, allo scopo di fornire servizi personalizzati ovvero un terminale o una parte di terminale specializzato;

    8 autorizzare il cabotaggio nell’ambito del servizio di trasporto internazionale di passeggeri;

    9 svolgere attività para- giurisdizionali su decisioni del gestore dell’infrastruttura o eventualmente dell’impresa ferroviaria o dell’operatore di un impianto di servizio in relazione al PIR, alla procedura di assegnazione della capacità e relativo esito, al sistema di imposizione dei canoni; al livello o struttura dei canoni che è tenuto a pagare, agli accordi per l’accesso; all’accesso ai servizi e corrispettivi imposti per il loro utilizzo;

    10 stabilisce limiti ragionevoli di tempo entro i quali gli operatori degli impianti di servizio di cui all’art. 13, comma 2, d.lgs. n. 112/2015, rispondono alle richieste di accesso agli impianti ed alla fornitura dei servizi formulate dalle imprese ferroviarie;

    11 definisce procedure e criteri per l’accesso agli impianti di servizio di cui all’art. 13, comma 2, ai servizi complementari di cui all’art. 13, comma 9 e ai servizi ausiliari di cui all’art. 13, comma 11, d.lgs. n. 112/2015;

    12 Formula prescrizioni ed indicazioni al gestore dell’infrastruttura sul prospetto informativo della rete

    13 Controlla i criteri individuati dal gestore dell’infrastruttura per determinare il canone per mancato uso della capacità assegnata all’impresa ferroviaria ma non utilizzata

    14 Definisce procedure e criteri per la stipulazione di accordi quadro tra gestore dell’infrastruttura ferroviaria e richiedenti

    15 Stabilisce i criteri di assegnazione della capacità di infrastruttura che vengono pubblicati sul P.I.R .

    16 Detta prescrizioni sulle misure necessarie per il rispristino della normalità, nell’eventualità di perturbazioni della circolazione dei treni a causa di problemi tecnici o incidenti;

    17 Verifica che le tariffe in ambito infrastrutturale ferroviario siano conformi alle norme

    18 Verifica di conformità delle proposte tariffarie dei gestori aeroportuali;

    19 Gestione delle controversie fra Gestore e Utenti aeroportuali.
    ex art. 37, co. 2, lett. a), d.l. n.201/2011;

    ex art. 37, co. 2, let. b) d.l. n.201/2011;

    ex art. 37, co. 2, lett. g), d.l. n.201/2011;

    ex art. 37, co. 2, lett. h), d.l. n.201/2011 e art. 80, d.l. n. 1/2012;

    ex art. 37, comma 3, lett. b), d.l. n. 201/2011;

    art. 80, d.l. n. 1/2012;

    ex art. 37, co. 2, lett. i), d.l. n.201/2011 e art. 37, comma 2 del decreto legge n. 112/2015;

    ex art. 37, co. 2, d.l. n.112/2015

    ex art. 37, co. 2, lett. i), d.l. n.201/2011 e art. 13, co.6, d.lgs. n. 112/2015;

    art 13 commi 9 e 11
    del d.lgs. 112/2015;

    (ex art. 37, co. 2, lett. i), d.l. n.201/2011 e art. 14, co. 1 e art. 18 co. 6 d.lgs. n. 112/2015);

    Ex Art. 37 co. 2 lettera i) dlgs201/2011 e art. 17 co. 9 dlgs 112/2015

    (ex art. 37, co. 2, lett. i), d.l. n.201/2011; art. 23, comma 8 d.lgs. n. 112/2015);

    (ex art. 37, co. 2, lett. i), d.l. n.201/2011 e art. 26 , comma 1 d.lgs. n. 112/2015);

    (ex art. 37, co. 2, lett. i), d.l. n.201/2011 e art. 36, comma 1 d.lgs. n. 112/2015);

    (Ex art. 37 co. 6 d.lgs 112/2015);

    – misure di regolazione non adeguate, tecnicamente non corrette, frutto di valutazioni viziate al fine di favorire determinati soggetti o categorie di soggetti;
    – interferenze esterne da parte dei soggetti portatori di interessi di categoria o coinvolti nei procedimenti;
    – fissazione di metodologie non adeguate, frutto di valutazioni tecnicamente non corrette, viziate al fine di favorire determinati soggetti o categorie di soggetti;
    – pareri viziati per favorire determinati soggetti o categorie di soggetti;
    – omissione della valutazione o valutazione viziata circa la necessità di imporre la separazione contabile delle imprese integrate al fine di favorire determinati soggetti;
    – rilascio delle autorizzazioni in assenza dei presupposti necessari, al fine di favorire determinati soggetti;
    – svolgimento delle attività in violazione del principio dell’imparzialità e della terzietà, al fine di favorire determinati soggetti o categorie di soggetti;
    – ritardo nella conclusione dei procedimenti, al fine di favorire determinati soggetti o categorie di soggetti.
    1. rischio di corruzione medio alto

    2. rischio di corruzione alto

    3.rischio di corruzione alto

    4. rischio di corruzione medio

    5. rischio di corruzione alto

    6. rischio di corruzione medio

    7. rischio di corruzione alto

    8 rischio di corruzione medio alto

    9.rischio di corruzione alto

    10. rischio di corruzione medio basso

    11. rischio di corruzione medio

    12. rischio di corruzione medio alto

    13. rischio di corruzione medio basso

    14. rischio di corruzione alto

    15. rischio di corruzione alto

    16. rischio di corruzione medio

    17. rischio di corruzione alto

    18. rischio di corruzione basso

    19. rischio di corruzione alto

    ATTIVITA’ TIPO DI ATTIVITA’ FONTE NORMATIVA O REGOLAMENTO INTERNO EVENTO RISCHIOSO INDICE DEL RISCHIO
    ISIN
    Rapporti istituzionali

    Attività internazionali
    1. Audizioni dinanzi alle Commissioni Parlamentari;

    2. Relazione annuale;

    3. presentazione di pareri resi alle Commissioni Parlamentari;

    4. protocolli di collaborazione con altre Istituzioni;

    5. gruppo di lavoro istituito presso la Presidenza del Consiglio per l’elaborazione della “Strategia della riforma degli appalti pubblici in Italia”;

    6. gruppo di lavoro che cura la raccolta di dati in materia di monitoraggio del mercato;

    7. Osservatorio Nazionale sulle Politiche per il Trasporto Pubblico Locale;

    8. Piano Nazionale delle Riforme e connesse alla esecuzione delle relative Raccomandazioni della Commissione Europea.

    9. partecipazione ai lavori dei Regolatori economici internazionali;

    10. coordinamento relativo al contenzioso comunitario. Art. 16 del ROF L’attività istruttoria non ha evidenziato la sussistenza di eventi corruttivi specifici in riferimento all’attività dell’ufficio Rischio di corruzione basso

    ATTIVITA’ TIPO DI ATTIVITA’ FONTE NORMATIVA O REGOLAMENTO INTERNO EVENTO RISCHIOSO INDICE DEL RISCHIO
    Ufficio Affari Generali, Amministrazione e Personale

    1. Procedure concorsuali indette dall’Autorità per l’assunzione del personale;

    2. procedure di affidamento dei servizi in modo non conforme alle regole del Codice dei contratti pubblici;

    3. formazione delle Commissione di gara non rispondenti ai principi di trasparenza e legalità;

    4. erogazione al personale del premio annuale di risultato;

    5. autorizzazione e liquidazione missioni al personale;

    6. erogazione stipendi al personale.
    Per tutti i tipi di attività cfr l’art. 17 del ROF
    – previsione di requisiti di accesso “personalizzati” ed insufficienti meccanismi oggettivi e trasparenti idonei a verificare il possesso dei requisiti richiesti;
    – assenza di adeguata pubblicità della selezione pubblica, mediante ritardate ed incomplete comunicazioni sul sito dell’Autorità;
    – valutazioni discrezionali non imparziali, non condotte su basi oggettive volte a favorire determinati soggetti nell’erogazione del premio di risultato;
    – progressioni di carriera accordate illegittimamente allo scopo di agevolare particolari dipendenti;
    – missioni autorizzate al personale in assenza di ragioni istituzionali;
    – rimborso di spese di missione riconducibili a fattispecie non rimborsabili, per favorire determinati soggetti;
    – autorizzazione al personale di permessi sindacali oltre i limiti consentiti dagli accordi;
    – registrazione di assenze per malattia in mancanza dei relativi presupposti al fine di favorire determinati soggetti. 1. Rischio di corruzione alto

    2. rischio di corruzione alto

    3. rischio di corruzione alto

    4. rischio di corruzione alto

    5. rischio di corruzione alto

    6. rischio di corruzione alto

    Sicurezza e trattamento dei dati sensibili e riservati.

    ATTIVITA’ TIPO DI ATTIVITA’ FONTE NORMATIVA O REGOLAMENTO INTERNO EVENTO RISCHIOSO INDICE DEL RISCHIO
    Ufficio Affari legali e contenzioso
    1. Gestione del contenzioso

    2. Predisposizione di parere su specifiche questioni

    3. supporto giuridico agli altri uffici anche mediante la partecipazione a taluni provvedimenti di ART 1. Assicura la qualità giuridica dei provvedimenti del Consiglio, coadiuva e supporta gli altri Uffici nella trattazione delle questioni giuridiche di loro competenza ed esprime pareri su specifiche questioni;

    2. cura i procedimenti contenziosi dell’Autorità, assicurando il coordinamento con l’Avvocatura dello Stato e con le Avvocature Distrettuali dello Stato;

    3. segnala le eventuali criticità rilevanti ai fini della pianificazione delle attività dell’Autorità nelle materie di competenza”.
    Art.19 del ROF Accettazione impropria di regalie, compensi, utilità o altri vantaggi da parte dei funzionari incaricati; corresponsione di tangenti per “orientare” l’attività corruttive.
    Sussistenza di situazioni in conflitto di interessi. Rischio corruttivo alto

    ATTIVITA’ TIPO DI ATTIVITA’ FONTE NORMATIVA O REGOLAMENTO INTERNO EVENTO RISCHIOSO INDICE DEL RISCHIO
    Ufficio Servizi e Mercati Retail
    1. Stabilisce condizioni minime di qualità dei servizi connotati da oneri di servizio pubblico;

    2. definire il contenuto minimo dei diritti, anche di natura risarcitoria, che gli utenti possono esigere nei confronti dei gestori dei servizi e delle infrastrutture di trasporto;

    3. definisce gli schemi dei bandi di gara per l’assegnazione dei servizi di trasporto in via esclusiva e delle convenzioni da inserire nei capitolati e fissazione dei criteri per la nomina delle commissioni aggiudicatrici;

    4. esprime un parere all’Autorità competente sulla determinazione di opportuni, trasparenti e non discriminatori diritti di compensazione che l’impresa ferroviaria deve pagare quando viene accertata la compromissione dell’equilibrio economico del contratto di servizio pubblico;

    5. verifica che nei bandi di gara non sussistano condizioni discriminatorie o limitative dell’accesso al mercato;

    6. Attesta l’efficienza gestionale e la qualità del servizio dei gestori sulla base dei parametri stabiliti dall’Autorità stessa al fine dell’attribuzione di finanziamenti a qualsiasi titolo concessi a valere su risorse pubbliche statali

    7. Monitora e verifica la corrispondenza dei livelli di offerta del servizio taxi, delle tariffe e della qualità delle prestazioni alle esigenze dei diversi contesti urbani allo scopo di garantire il diritto di mobilità degli utenti;

    8. Fornisce ai Comuni e Regioni un parere preventivo sul servizio Taxi sulla base di quanto disposto dalla legge. Art. 37 comma 2, lettera d), d.l 201/2011

    Art. 37 comma 2, lettera e), d.l 201/2011

    Art. 37 comma 2, lettera f), d.l 201/2011

    Art. 37 comma 2, lettera f), d.l 201/2011

    (cfr. art. 3 – bis d.l. 138/2011);

    Art. 37 comma 2, lettera m), D.l 201/2011

    Art. 37 comma 2, lettera m), D.l 201/2011
    – misure di regolazione non adeguate, tecnicamente non corrette, frutto di valutazioni viziate al fine di favorire determinati soggetti o categorie di soggetti;
    – interferenze esterne da parte dei soggetti portatori di interessi di categoria o coinvolti nei procedimenti;
    – fissazione di metodologie non adeguate, frutto di valutazioni tecnicamente non corrette, viziate al fine di favorire determinati soggetti o categorie di soggetti;
    – pareri viziati per favorire determinati soggetti o categorie di soggetti;
    – omissione della valutazione o valutazione viziata circa la necessità di imporre la separazione contabile delle imprese integrate al fine di favorire determinati soggetti;
    – rilascio delle autorizzazioni in assenza dei presupposti necessari, al fine di favorire determinati soggetti;
    – svolgimento delle attività in violazione del principio dell’imparzialità e della terzietà, al fine di favorire determinati soggetti o categorie di soggetti;
    – ritardo nella conclusione dei procedimenti, al fine di favorire determinati soggetti o categorie di soggetti. 1. rischio di corruzione medio alto per il settore TPL e medio per il settore marittimo

    2 rischio di corruzione medio

    3 rischio di corruzione medio

    4 rischio di corruzione alto

    5. rischio di corruzione alto

    6. rischio di corruzione medio alto

    7. rischio di corruzione basso

    8. rischio di corruzione medio

    ATTIVITA’
    TIPO DI ATTIVITA’ FONTE NORMATIVA O REGOLAMENTO INTERNO EVENTO RISCHIOSO INDICE DEL RISCHIO
    Ufficio Diritti degli Utenti

    1. Attività di vigilanza;

    2. Attività di monitoraggio 1. vigila sulla corretta applicazione del regolamento (CE) n. 1371/2007 relativo ai diritti e agli obblighi dei passeggeri nel trasporto ferroviario;

    2. Svolge monitoraggi e indagini conoscitive sui servizi di cui al regolamento (CE) n. 1371/2007;

    3. Accerta le violazioni delle disposizioni del regolamento (CE) n. 1371/2007, anche previo reclamo del passeggero;

    4. vigila sulla corretta applicazione del regolamento (CE) n. 181/2007 relativo ai diritti e agli obblighi dei passeggeri nel trasporto effettuato per autobus;

    5. Svolge monitoraggi e indagini conoscitive sui servizi di cui al regolamento (CE) n. 181/2011;

    6. Accerta le violazioni delle disposizioni del regolamento (CE) n. 181/2011, anche previo reclamo del passeggero;

    7. vigila sulla corretta applicazione del regolamento (CE) n. 2006/2004 relativo ai diritti e agli obblighi dei passeggeri che viaggiano via mare e per vie navigabili interne;

    8. Svolge monitoraggi e indagini conoscitive sui servizi di cui al regolamento (CE) n. 2006/2004;

    9. Accerta le violazioni delle disposizioni del regolamento (CE) n. 2006/2004, anche previo reclamo del passeggero. Regolamento (CE) n. 1371/2007

    Regolamento (CE) n. 1371/2007

    Regolamento (CE) n. 1371/2007

    Regolamento (CE) n. 181/2007

    Regolamento (CE) n. 181/2011

    Regolamento (CE) n. 181/2011

    Regolamento (CE) n. 2006/2004

    Regolamento (CE) n. 2006/2004

    Regolamento (CE) n. 2006/2004 r Accettazione impropria di regalie, compensi, utilità o altri vantaggi da parte dei funzionari incaricati; corresponsione di tangenti per “orientare” l’attività dell’Ufficio al perseguimento di finalità corruttive

    1. Rischio di corruzione alto

    2. Rischio di corruzione basso

    3. Rischio di corruzione alto

    4. Rischio di corruzione alto

    5. Rischio di corruzione basso

    6. Rischio di corruzione alto

    7. Rischio di corruzione alto

    8. Rischio di corruzione basso

    9. Rischio di corruzione alto

    ATTIVITA’
    TIPO DI ATTIVITA’ FONTE NORMATIVA O REGOLAMENTO INTERNO EVENTO RISCHIOSO INDICE DEL RISCHIO
    Ufficio Vigilanza e Sanzioni
    1. Attività ispettiva

    2. Attività sanzionatoria 1. Propone all’amministrazione competente la sospensione, la decadenza o la revoca degli atti, concessioni, convenzioni e contratti;

    2. svolge ispezioni anche avvalendosi di altri organi dello Stato, può apporre i sigilli;

    3. può accogliere e rendere obbligatori impegni delle imprese o riaprire il procedimento se mutano le circostanze di fatto su cui sono stati assunti impegni. Può ordinare la cessazione delle condotte in contrasto con atti di regolazione ed impegni e disporre il rispristino. Può adottare misure cautelari;

    4. Irroga una sanzione fino al 10% del fatturato nei casi di:
    a. Inosservanza dei criteri
    i. -per le tariffe, canoni e pedaggi;
    ii. -per la separazione contabile;
    iii. -per la disaggregazione dei costi e ricavi pertinenti al servizio pubblico;
    b. violazione della disciplina di accesso alle reti e infrastrutture o delle condizioni imposte dalla Autorità
    c. Inottemperanza a ordini e misure

    5. Applica una sanzione amministrativa fino all’1% del fatturato in caso siano fornite (anche nel corso di una ispezione) informazioni inesatte, fuorvianti, incomplete o fuori termine;

    6. Applica una sanzione fino al 10% del fatturato nel caso di mancato rispetto degli impegni assunti dalle imprese;

    7. Accerta le violazioni delle disposizioni del Regolamento (CE) n. 1371/2007;

    8. Accerta le violazioni delle disposizioni del Regolamento (CE) n. 181/2011;

    9. Accerta le violazioni delle disposizioni del Regolamento (CE) n. 2006/2004. ex art. 37, co. 3, lett. c), d.l. n.201/2011;

    ex art. 37, co. 3, lett. e), d.l. n.201/2011;

    ex art. 37, co. 3, lett. f), d.l. n.201/2011;

    ex art. 37, co. 3, lett. i), d.l. n.201/2011;

    ex art. 37, co. 3, lett. l.1), d.l. n.201/2011;

    ex art. 37, co. 3, lett. m), d.l. n.201/2011

    Regolamento (CE) n. 1371/2007;

    Regolamento (CE) n. 181/2011;

    Regolamento (CE) n. 2006/2004. Accettazione impropria di regalie, compensi, utilità o altri vantaggi da parte dei funzionari incaricati; corresponsione di tangenti per “orientare” l’attività corruttive.
    Sussistenza di situazioni in conflitto di interessi. 1.rischio di corruzione basso

    2. Rischio di corruzione alto

    3. Rischio di corruzione alto

    4.Rischio di corruzione alto

    5.Rischio di corruzione alto

    6.Rischio di corruzione alto

    7. Rischio di corruzione alto

    8.Rischio di corruzione alto

    9.Rischio di corruzione alto

    5.3 Individuazione delle misure di prevenzione del rischio

    La terza fase ha riguardato l’individuazione delle misure di prevenzione della corruzione, volta a comprendere la definizione degli strumenti di risposta al rischio, la progettazione delle misure di prevenzione specifiche da attuare, “concrete, sostenibili e verificabili” , e l’identificazione del Responsabile, ovvero del soggetto che ha la responsabilità di attivare la misura descritta.
    Come già anticipato, infatti, il PTPCT è un programma volto principalmente all’adozione di specifiche misure di prevenzione della corruzione.
    La stessa mappatura dei processi di ART con l’individuazione di quelli a maggiori rischio corruttivo sarebbe un esercizio istruttorio gravemente incompleto, ove alla stessa non seguisse l’adozione di misure specifiche di prevenzione della corruzione.
    Per l’individuazione di tali misure il RPCT, nell’ambito dell’attività istruttoria, più volte citata condotta con i Direttori Responsabili delle singole unità organizzative dell’Autorità, ha affrontato l’argomento, suggerendo l’adozione di specifiche misure di prevenzione e chiedendo ai Direttore responsabili degli uffici di ART suggerimenti volti all’adozione di ulteriore, specifiche misure.
    Nell’individuazione di tali specifiche misure di prevenzione, è apparso opportuno “unificare” le aree , “accorpando”, da un lato, le attività di regolazione e, dall’altro, i procedimenti con destinatario determinato: rientrano tra questi ultimi quelli di vigilanza, sanzionatori, autorizzativi, prescrittivi, che sono stati sopra meglio identificati ed analizzati.
    Le ragioni di tale accorpamento sono da rinvenire nella omogeneità delle condotte che possono comportare uno sviamento dalle funzioni istituzionali di ART. Si è visto, ad esempio, come gli eventi corruttivi che possono verificarsi sono comuni per tutti i processi di regolazione, indipendentemente dal settore dei trasporti di riferimento. Sono state al riguardo identificate le seguenti tipologie di eventi corruttivi:
    1)misure di regolazione non adeguate, tecnicamente non corrette, frutto di valutazioni viziate al fine di favorire determinati soggetti o categorie di soggetti;
    2) interferenze esterne da parte dei soggetti portatori di interessi di categoria o coinvolti nei procedimenti;
    3)fissazione di metodologie non adeguate, frutto di valutazioni tecnicamente non corrette, viziate al fine di favorire determinati soggetti o categorie di soggetti;
    4) pareri viziati per favorire determinati soggetti o categorie di soggetti;
    5)rilascio delle autorizzazioni in assenza dei presupposti necessari, al fine di favorire determinati soggetti;
    6)svolgimento delle attività in violazione del principio dell’imparzialità e della terzietà, al fine di favorire determinati soggetti o categorie di soggetti;
    7)ritardo nella conclusione dei procedimenti, al fine di favorire determinati soggetti o categorie di soggetti.
    Per quel che riguarda, invece, i procedimenti con destinatario determinato, si è sopra rilevato come gli eventi rischiosi che devono essere scongiurati attraverso l’adozione di specifiche misure di prevenzione, consistono nell’accettazione impropria di regalie, compensi, utilità o altri vantaggi da parte dei funzionari incaricati o, nei casi più gravi, anche nella corresponsione di tangenti per “orientare” l’attività dell’ufficio al perseguimento di finalità corruttive estranee alle funzioni istituzionali.

    5.3.1 Il contesto esterno in cui opera ART

    Nella definizione delle aree di rischio e nella conseguente individuazione delle misure di prevenzione si sono valutate, altresì, le conseguenze che l’evento produce:
    a) sull’amministrazione;
    b) sugli stakeholder, atteso che per valutare le conseguenze dell’evento corruttivo, va valutato il rilievo sul contesto esterno in cui opera Art.
    Le circostanze esterne possono, infatti, favorire il verificarsi di fenomeni corruttivi: ciò in relazione al territorio di riferimento (che non sembra rilevare per Art), che in relazione ai portatori di interessi esterni all’amministrazione che qui si riportano.
    Per quanto concerne i servizi di autotrasporto non di linea gli stakeholder di riferimento sono:
    1 comuni capoluogo di provincia;
    2 città metropolitane;
    3 comuni di bacini aeroportuali.
    Quanto ai servizi di manovra ferroviaria gli stakeholder di riferimento sono:
    1 imprese ferroviarie;
    2 associazioni di imprese ferroviarie;
    3 gestori di infrastrutture ferroviarie;
    4 imprese operanti nell’ambito dell’interporto, inteso, quest’ultimo, come un complesso organico di strutture e servizi integrati, finalizzati allo scambio di merci tra le diverse modalità del trasporto.
    Per quel che concerne invece la revisione dei diritti aeroportuali, gli stakeholder di riferimento sono rappresentati da:
    1 imprese di trasporto aereo;
    2 associazioni di imprese di trasporto aereo;
    3 gestori di infrastrutture aeroportuali;
    4 associazioni di gestori di infrastrutture aeroportuali;
    5 Enac.

    L’Art si relaziona con una pluralità di cittadini e/o comitati o associazioni di cittadini per quanto riguarda la trattazione dei reclami e/o segnalazioni in materia di tutela dei passeggeri.
    Nell’ambito del processo di finanziamento di Art, gli stakeholder sono i seguenti:
    1 Aiscat (Associazione Italiana Società Concessionarie e Trafori);
    2 Anav (Associazione Nazionale Autotrasporto Viaggiatori);
    3 Confetra (Confederazione Generale Italiana dei Trasporti e della Logistica)
    4 Gestori delle infrastrutture di trasporto;
    5 Associazione Italiana Terminalisti Portuali;
    6 Imprese ferroviarie;
    7 Imprese del trasporto aereo.
    Con riferimento alle attività istituzionali di Art, l’Autorità interagisce con i due rami del Parlamento relativamente alla presentazione della Relazione Annuale e con le competenti Commissioni, la Presidenza della Repubblica, la Presidenza del Consiglio dei Ministri e i singoli Ministeri.

    L’attività istruttoria ha evidenziato come i processi di competenza di Art, destinati a coinvolgere in modo trasversale le diverse articolazioni organizzative dell’Autorità riguardano i seguenti ambiti di attività:

    1. Trasparenza
    2. Non discriminazione
    3. Accesso a specifiche risorse
    4. Condizioni di qualità
    5. Contenuto degli schemi di bando e convenzioni
    6. Redazione delle contabilità regolatoria, intesa come:
    a. Definizione del perimetro contabile dei costi ammissibili ai fini della determinazione dei prezzi;
    b. Definizione delle regulatory assett base ai fini della determinazione dei prezzi
    c. Definizione del tasso di remunerazione del capitale
    7. Separazione contabile
    8. Separazione societaria
    9. Contenuto del servizio pubblico
    10. Efficienza produttiva, da garantire attraverso un’attività di:
    a. Implementazione di modelli che valutano l’efficienza comparata tra soggetti regolati ai fini della determinazione dei prezzi massi praticabili
    11. Controllo dei prezzi , declinabile come:
    a. Obbligo a negoziare i prezzi a condizioni eque e ragionevoli
    b. Obbligo ad adottare un’offerta pubblica contenente i prezzi praticati
    c. Obbligo a fissare un prezzo con metodologie di price cap
    d. Obbligo a fissare un prezzo strettamente orientato al costo desumibile dalla contabilità regolatoria
    e. Obbligo a fissare i prezzi in base all’efficienza comparata tra imprese
    12. Contenuto mimino degli specifici diritti
    13. Definizione dell’impatto della regolamentazione dei procedimenti aventi natura regolatoria, con particolare riferimento ai processi di:
    a. Individuazione delle opzioni regolatorie
    b. Quantificazione economica dei costi e benefici delle opzioni regolatorie
    Confronto e scelta dell’opzione regolatoria che ottimizza il rapporto costi/benefici

    Di tali “tipologie” di relazione con i soggetti esterni, si è tenuto conto, sia ai fini dell’individuazione dei processi a maggior rischio di corruzione, sia nell’adozione delle specifiche misure di prevenzione adottate; atteso che, l’attività istruttoria condotta sopra riportata, ha evidenziato come il tipo di relazione con gli stakeholder e la conseguente natura dell’attività esercitata da Art, hanno una diretta incidenza nella valutazione del rischio. A tale riguardo sono state individuate tre tipologie di relazione e precisamente:
    1 relazioni input (acquisizione dati, informazioni e documenti da parte di Art);
    2 relazioni output (emanazione di provvedimenti);
    3 relazioni genericamente intese al di fuori di specifici processi.
    Tra queste tre diverse tipologie di relazioni con i soggetti esterni, nell’individuazione delle aree a maggior rischio e nella determinazione delle idonee misure di prevenzione sono state considerate e trattate secondo il seguente ordine decrescente di pericolosità e precisamente:
    relazioni output: rischio corruttivo alto;
    relazioni input: rischio corruttivo medio e/o basso;
    relazioni genericamente intese: rischio corruttivo basso.

    Qui di seguito si riportano le specifiche misure di prevenzione al rischio di corruzione che sono state individuate nell’ambito delle singole aree di intervento di Art.
    Al fine di determinare efficaci ed efficienti misure di prevenzione del rischio, sono stati altresì individuati specifici target volti a verificare il grado di attuazione della relativa misura oltre alla individuazione dei soggetti deputati al controllo della stessa.

    MISURE SPECIFICHE DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE RELATIVE ALLE ATTIVITA’ DI REGOLAZIONE DI ART
    MISURE SPECIFICHE INDICATORI DI ATTUAZIONE
    Predisposizione a firma congiunta del funzionario istruttore e del Direttore dell’Ufficio e /o responsabile del procedimento dell’appunto al Consiglio contenente la relazione istruttoria e l’eventuale documento air; Percentuale degli appunti a firma congiunta funzionario e dirigente e/o responsabile del procedimento:
    Target…..%

    Sulla base di report annuale predisposto dal Direttore Responsabile dell’Ufficio

    Adozione di motivazione specifica delle scelte regolatorie adottate e/o delle motivazioni di eventuali spostamenti rispetto ai precedenti dell’Autorità sul medesimo settore; Indicazione del numero dei paragrafi dedicati alla motivazione delle specifiche scelte regolatorie adottate
    Target…..%

    Sulla base di report annuale predisposto dal Direttore Responsabile dell’Ufficio

    Informatizzazione e digitalizzazione del procedimento istruttorio e adozione della sottoscrizione in formato elettronico Percentuale delle istruttorie svolte con l’utilizzo di documenti digitalizzati e con sottoscrizione in formato digitale
    Target …%

    Sulla base di report annuale predisposto dal Direttore Responsabile dell’Ufficio

    Predisposizione di un massimario degli atti di regolazione adottati nei singoli settori di competenza Percentuale degli atti di regolazione inseriti nel massimario degli atti di regolazione
    Target…..%

    Sulla base di report annuale predisposto dal Direttore Responsabile dell’Ufficio

    Monitoraggio del rispetto dei termini di conclusione del procedimento attraverso un report semestrale da trasmettere al Segretario Generale Percentuale di procedimenti adottati nel rispetto dei termini di conclusione del procedimento
    Target…..%

    Sulla base di report annuale predisposto dal Direttore Responsabile dell’Ufficio

    Formazione specialistica da parte dei funzionari degli uffici sulle materie di competenza Numero di partecipazioni a corsi e convegni in relazione al numero di risorse di ciascun ufficio
    Target…..%

    Sulla base di report annuale predisposto dal Direttore Responsabile dell’Ufficio

    Misure di rotazione dei funzionari all’interno del medesimo ufficio Numero di attività fatte ruotare nell’ambito delle diverse risorse dell’ufficio
    Target…..%
    Sulla base di report annuale predisposto dal Direttore Responsabile dell’Ufficio

    MISURE SPECIFICHE DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE RELATIVE ALLE ATTIVITA’ DI VIGILANZA E/O SANZIONATORIE

    MISURE SPECIFICHE INDICATORI DI ATTUAZIONE
    Affidamento dell’istruttoria al funzionario incaricato mediante incarico formale a firma del Direttore Responsabile Percentuale degli incarichi formali sul totale degli incarichi
    Target …….

    Sulla base di report annuale predisposto dal Direttore Responsabile dell’Ufficio

    Duplice valutazione dell’istruttoria condotta con firma congiunta del Funzionario Responsabile e del Direttore Responsabile
    Percentuale degli appunti a firma congiunta, dirigente e funzionario, sul totale
    Target …….
    Sulla base di report annuale predisposto dal Direttore Responsabile dell’Ufficio

    Assegnazione formale delle istruttorie sulla base del criterio funzionale della materia Percentuale delle istruttorie assegnate in base al criterio funzionale della materia sul totale
    Target …….

    Sulla base di report annuale predisposto dal Direttore Responsabile dell’Ufficio

    Audizione con i terzi con presenza del Direttore Responsabile e del Funzionario preposto con verbale sottoscritto ed allegato al fascicolo del procedimento Percentuale dei verbali di audizione a firma congiunta sottoscritti anche da terzi sul totale:
    verifica a campione sui verbali di audizione
    Target …..

    Sulla base di report annuale predisposto dal Direttore Responsabile dell’Ufficio

    Rispetto dei termini e delle previsioni indicate dalla normativa o dal regolamento di settore Percentuale delle istruttorie che rispettano i termini del procedimento e previsioni sul totale
    Target …..

    Sulla base di report annuale predisposto dal Direttore Responsabile dell’Ufficio

    Osservanza delle linee guida adottate dall’amministrazione Percentuale delle istruttorie che rispettano le linee guida dell’amministrazione sul totale
    Target….

    Sulla base di report annuale predisposto dal Direttore Responsabile dell’Ufficio

    Tempestiva esecuzione delle delibere consiliari (termine massimo 30 gg.) Percentuale delle delibere eseguite nei termini
    Target

    Sulla base di report annuale predisposto dal Direttore Responsabile dell’Ufficio

    Report periodici al Consiglio sul rispetto dei termini Almeno un report ogni bimestre
    Target… %

    Sulla base di report annuale predisposto dal Direttore Responsabile dell’Ufficio

    Informatizzazione del processo istruttorio e/o utilizzo di un gestionale per il monitoraggio delle attività d’ufficio
    Percentuale delle istruttorie svolte usando un sistema di gestione informatizzato sul totale
    Target ….%

    Sulla base di report annuale predisposto dal Direttore Responsabile dell’Ufficio

    Riunioni collegiali interne all’ufficio nel corso delle quali si segnalano le attività in corso e le eventuali criticità
    Almeno un incontro al mese
    Target …..%

    Sulla base di report annuale predisposto dal Direttore Responsabile dell’Ufficio

    MISURE SPECIFICHE DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE RELATIVE ALLE ATTIVITA’ DELL’UFFICIO AFFARI GENERALI,
    AMMINISTRAZIONE E PERSONALE

    MISURE SPECIFICHE INDICATORI DI ATTUAZIONE
    Nelle procedure concorsuali e/o selettive, nomina di commissioni esaminatrici formate interamente da componenti esterni all’Autorità e affidamento a qualificate società esterne del supporto allo svolgimento di eventuali prove preselettive
    Percentuali di procedure concorsuali e/o selettive con Commissioni esaminatrici composte esclusivamente da membri esterni sul totale delle procedure concorsuali e/o selettive
    Target ……%
    Sulla base di report annuale predisposto dal Direttore Responsabile dell’Ufficio
    Affidamento su incarico formale ai Funzionari degli incarichi relativi alla gestione della cassa, alle funzioni di contabilità, alla gestione di rilevazione delle presenze, al rilascio dei permessi sindacali, registrazione assenze per malattie, procedure di affidamento per l’acquisto di beni e/o servizi Numero incarichi formali sul totale delle funzioni assegnate all’ufficio
    Target ….%
    Sulla base di report annuale predisposto dal Direttore Responsabile dell’Ufficio
    I processi relativi alla gestione della cassa, alle funzioni di contabilità, alla gestione di rilevazione delle presenze, al rilascio dei permessi sindacali, registrazione assenze per malattie, debbono recare la firma congiunta del Direttore Responsabile e del Funzionario incaricato
    Numero delle attività a firma congiunta del Direttore Responsabile e del Funzionario incaricato sul totale delle attività
    Target …%
    Sulla base di report annuale predisposto dal Direttore Responsabile dell’Ufficio
    Digitalizzazione dei processi e ricorso alla firma digitale sia da parte del Direttore Responsabile che del Funzionario incaricato Target:
    da attuare nel corso del 2018
    Definizione di modelli standard delle lettere di invito, dei bandi di gara, degli avvisi, dei capitolati tecnici e di tutti gli altri atti di gara sulla base delle prescrizioni contenute nel nuovo Codice dei Contratti Pubblici, relativamente alle procedure di affidamento per la fornitura di beni e servizi Target:
    Predisposizione di tutti i modelli standard entro il 2018
    Le istruttorie relative alle procedure di affidamento per l’acquisto e/o la fornitura di beni e servizi devono recare la firma congiunta del Direttore Responsabile, del Funzionario incaricato e del Funzionario dello Staff del Segretario Generale con funzioni di supporto alla trattazione della disciplina dei Contratti Pubblici Numero di istruttorie a firma congiunta sul totale delle istruttorie in tema di affidamento dei Contratti Pubblici
    Target …..%
    Sulla base di report annuale predisposto dal Direttore Responsabile dell’Ufficio
    Formazione delle Commissioni di gara nell’ambito delle procedure di affidamento, fondate sul criterio della rotazione del personale interno Percentuali di procedure di nomina di Commissioni aggiudicatrici sulla base del criterio della rotazione sul totale dei procedimenti di nomina sulle Commissioni stesse
    Target ….%
    Sulla base di report annuale predisposto dal Direttore Responsabile dell’Ufficio

    5.3.2. Misure di disciplina del conflitto d’interesse: obblighi di comunicazione e astensione: monitoraggio delle situazioni di conflitto di interessi

    Nel corso del 2018 sarà rinnovata la richiesta a tutto il personale dell’Autorità di compilare gli appositi moduli relativi alle dichiarazioni su possibili conflitti di interesse.
    L’Ufficio Affari generali, amministrazione e personale, avrà cura di acquisire tutte le dichiarazioni compilate dal personale su possibili posizioni di Conflitto di interesse.
    Al fine di verificare tali dichiarazioni sarà istituito nel corso del 2018 un gruppo di lavoro per l’approfondimento e la verifica di tali tematiche, in stretto raccordo con il Segretario generale. Il Gruppo dovrà procedere alla verifica a campione delle dichiarazioni rese dai dipendenti selezionando quelle che, ad un primo esame sembrerebbero presentare profili di criticità.
    Nel corso del 2016 – 2017 non si sono comunque registrate situazioni di conflitto di interesse.

    5.3..3. Formazione di commissioni, assegnazioni agli uffici, conferimento di incarichi dirigenziali in caso di condanna penale per delitti contro la pubblica amministrazione

    Come noto, la legge n. 190/2012 ha introdotto l’art- 35 nel d.lgs. n. 165/2011 che dispone il divieto per coloro che sono stati condannati, anche con sentenza non definitiva, per reati contro la pubblica amministrazione, di assumere i seguenti incarichi:
    -far parte di commissioni di concorso per l’accesso al pubblico impiego;
    -essere assegnati agli Uffici che si occupano della gestione delle risorse finanziarie o dell’acquisto dei beni e/o servizi;
    -far parte delle Commissioni di gara per la scelta del contraente per l’affidamento di contrati pubblici.
    Con particolare riferimento a questo ultimo punto, nel corso del 2018 si procederà a richiedere a tutto il personale una dichiarazione ai sensi dell’art. 3 del d.lgs. n. 165/2001 ed al relativo monitoraggio a campione

    5.3.4. tutela del whistleblower

    Va segnalato che nel corso del biennio 2016 – 2017 non vi sono state segnalazioni di whistleblower da parte dei dipendenti dell’Autorità.
    Al fine di rendere più efficiente lo strumento si intende nel corso del 2017 avviare – sotto la supervisione del RPCT – un gruppo di lavoro per la definizione di un protocollo di gestione di tali segnalazioni. A tale riguardo l’istruttoria dovrà disciplinare le fasi di presa in carico della denuncia da parte del dipendente e le successive fasi dell’eventuale archiviazione e/o dell’avvio della segnalazione agli organi competenti (ANAC, Autorità giudiziaria, Corte dei conti).
    Il gruppo di lavoro dovrà completare i lavori entro il 2018 presentando uno schema di protocollo che dovrà essere approvato dal Consiglio.
    Si segnala al riguardo che nell’ambito delle attività organizzative predisposte dal RPCT per il Piano 2016 – 2018, come già ricordato, è a disposizione dei dipendenti dell’Autorità un’apposita casella di posta elettronica, accessibile esclusivamente al RPCT, il cui indirizzo anticorruzione@autorita-trasporti.it, che può essere utilizzata per informare, mediante inoltro di e-mail, il RPCT di eventuali condotte illecite di cui siano venuti a conoscenza per ragioni connesse allo svolgimento delle proprie funzioni. Si ricorda che, in forza di quanto previsto dall’art. 1, comma 51, della Legge, il RPCT si impegna ad adottare, sia nel caso siano riscontrati episodi di corruzione sia in mancanza degli stessi, tutti i provvedimenti affinché l’identità del segnalante non sia rivelata. L’identità del segnalante non può essere comunicata, salvo i casi espressamente previsti dalla legge. Il RPCT assicura la conservazione delle segnalazioni raccolte, garantendo l’anonimato dei segnalanti. Nel caso in cui gli illeciti o le irregolarità siano riconducibili a comportamenti o decisioni assunti dal RPCT nell’espletamento dei propri compiti assegnati in qualità di dirigente dell’Ufficio Affari generali, amministrazione e personale, ovvero di dirigente ad interim dell’Ufficio Diritti degli utenti, le comunicazioni dovranno essere indirizzate direttamente al Segretario Generale dell’Autorità, che ne darà tempestivamente informazione al Consiglio.

    5.3..5 Rotazione del personale

    Nel corso del 2018 si procederà ad una definizione delle modalità e dei criteri per la rotazione del personale di ART.
    A tale riguardo, la definizione di una disciplina sulla rotazione del personale avverrà secondo le seguenti direttrici:
    – In fase di prima attuazione, la rotazione avverrà solo per le attività a più elevato rischio di corruzione;
    – la rotazione del personale sarà destinata ad operare esclusivamente per il personale che svolge funzioni e/o mansioni “fungibili” a rischio corruzione e sulla base delle specifiche competenze professionali con modalità tali da non compromettere la funzionalità e l’efficienza delle articolazioni organizzative dell’Autorità;
    – la rotazione del personale potrà avvenire solo nell’ambito delle posizioni per cui il dipendente ha concorso nelle procedure concorsuali e/o selettive;
    – potrà essere coinvolto nella rotazione il personale che svolge da più di tre anni le sue mansioni nello stesso Ufficio;
    – la rotazione dei funzionari potrà avvenire anche nell’ambito delle mansioni di uno stesso Ufficio;
    – in fase di prima attuazione la rotazione sarà riservata ai profili degli operativi e dei funzionari;
    – la rotazione dovrà essere inserita nell’ambito di una procedura di riorganizzazione
    – dovrà essere effettuata in modo da non compromettere il buon andamento e la continuità della gestione amministrativa dell’Autorità…

    5.3.6 La gestione dei rapporti con gli organi di informazione e la disciplina degli obblighi di riservatezza sui dati sensibili in possesso dell’Autorità.

    Per prevenire il rischio di corruzione connesso alla diffusione di informazioni riservate, è stato previsto che i rapporti con gli organi di informazione possano essere tenuti esclusivamente dai soggetti a ciò deputati in base ai vigenti Regolamenti dell’Autorità. Per tutti gli altri soggetti vige il divieto di pubblicare o di divulgare qualsiasi notizia relativa ai procedimenti istruttori dell’attività e/o di divulgare, trasmettere e/o pubblicare con qualsiasi mezzo e forma dati sensibili delle imprese del settore dei trasporti e/o di qualsiasi altro soggetto che, a qualunque titolo, sono nel possesso e/o comunque nella disponibilità dell’Autorità, nonché di intrattenere, salvo espressa autorizzazione, rapporti con gli organi di stampa. Qualora il dipendente sia destinatario di richieste di informazioni o di chiarimenti da parte degli organi di informazione è tenuto ad informare tempestivamente il Gabinetto del Presidente – per il tramite del responsabile dell’ufficio di appartenenza – astenendosi al contempo dal rilascio di qualunque tipo di informazione.

    5.3.7 gli istituti di smart working

    ANAC nell’aggiornamento del PTPCT non affronta il tema del rapporto tra gli istituti del lavoro c.d. agile e le tematiche di prevenzione della corruzione e della trasparenza, né si rinvengono studi sul tema in oggetto.
    Non si ravvisano pertanto criticità peculiari rispetto a quelle relative allo svolgimento delle mansioni di lavoro presso le sedi di ART.

    5.4 Stesura del PTPC

    La quarta fase del lavoro ha riguardato la stesura del PTPC, che è stato approvato in via preliminare dal Consiglio dell’Autorità nella seduta del ……e successivamente pubblicato sul sito istituzionale fino al ……… per la relativa consultazione pubblica.
    All’esito della consultazione, delle proposte pervenute in forma non anonima e delle rielaborazioni eventualmente ritenute necessarie proposte dal RPCT, il PTPC è stato adottato dall’Autorità in via definitiva.

    6.1 Misure generali

    Le misure di carattere generale si riferiscono a tutte quelle azioni di prevenzione del rischio di corruzione che riguardano l’Autorità nel suo complesso e che definiscono le caratteristiche del contesto organizzativo, in cui operano le misure di prevenzione specifiche o particolari, che riguardano, invece, le singole attività riconducibili ai processi a rischio.
    Le misure di carattere generale sono state attuate con le seguenti misure:
    – la specifica sezione sulla trasparenza contenuta nel PTPCT;
    – il Codice etico;
    – l’informatizzazione dei processi e l’accesso telematico a dati, documenti e procedimenti;
    – l la disciplina degli obblighi di riservatezza sui dati sensibili in possesso dell’Autorità;
    – la formazione del personale e la comunicazione del PTPC;
    – la segnalazione di illeciti da parte dei dipendenti (whistleblowing);
    – la separazione tra organo istruttorio ed organo decisorio;
    – la rotazione del personale;
    – il monitoraggio del rispetto dei tempi previsti per la conclusione dei procedimenti di competenza dell’Autorità;
    – le dichiarazioni di inconferibilità ed incompatibilità degli incarichi dirigenziali.

    7.1 La trasparenza

    La trasparenza, come noto, costituisce un importante principio che caratterizza l’attività dell’Autorità per prevenire la corruzione e, più in generale, qualsiasi situazione che possa provocare un malfunzionamento.
    La pubblicazione costante e tempestiva sul sito di informazioni sulle attività poste in essere permette, infatti, di favorire forme di controllo diffuso anche da parte di soggetti esterni e di svolgere un’importante azione di deterrente per potenziali condotte illegali o irregolari.
    In questo paragrafo del PTPC vengono individuate le iniziative finalizzate a garantire un adeguato livello di trasparenza ai sensi di quanto previsto dal d.lgs. n. 33/2013, come modificato dal d.lgs. n. 97/0216 e dal PNA 2016. L’applicazione dei princìpi in materia di trasparenza costituisce infatti una delle misure generali volte a prevenire la corruzione e, più in generale, qualsiasi situazione che possa provocare un malfunzionamento dell’attività svolta dall’Autorità.
    Con la modifica dell’art. 11 del d.lgs. n. 33/2013, introdotta dal d.l. 24 giugno 2014, n. 90, convertito in legge, con modificazioni, dall’art. 1, comma 1, della legge 11 agosto 2014, n. 114, e l’introduzione dell’articolo 2-bis dello stesso d.lgs. n.33/2013, disposta dal d.lgs. 97/2016 è stato ampliato l’ambito soggettivo di applicazione del d.lgs. n. 33/2013, prevedendo che “Ai fini del presente decreto, per ‘pubbliche amministrazioni’ si intendono tutte le amministrazioni di cui all’articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, e successive modificazioni, ivi comprese …. le autorità amministrative indipendenti di garanzia, vigilanza e regolazione”.
    Il Decreto legislativo n. 97 25 maggio 2016, n. 97 recante “Revisione e semplificazione delle disposizioni in materia di prevenzione della corruzione, pubblicità e trasparenza ….” ha introdotto, a tale riguardo, significative novità sia al decreto legislativo 14 marzo 2013, n. 33 che alla legge 6 novembre 2012, n. 190.

    7.2. Dati e informazioni soggette all’obbligo di pubblicazione

    In ottemperanza a quanto previsto dalla Delibera ANAC n. 50/2013, recante le “Linee guida per l’aggiornamento del Programma triennale per la trasparenza e l’integrità 2014 – 2016, si è provveduto nel Piano 2016 – 2018 a modificare la denominazione delle singole sottosezioni del sito web adeguandole a quanto richiesto dall’Allegato A del d.lgs. n. 33/2013 e dall’Allegato 1 della Delibera ANAC n. 50/2013.
    Pertanto la denominazione del sito istituzionale dell’Autorità “Autorità – Amministrazione trasparente” è stata modificata in “Amministrazione Trasparente” e al suo interno sono state pubblicate le informazioni, i dati e i documenti per i quali sussiste l’obbligo di pubblicazione previsto dall’allegato A sopra citato, tenendo conto che alcune voci previste dal medesimo allegato sono state ritenute non applicabili per l’Autorità.
    Si riporta di seguito l’elenco dei dati e delle informazioni soggetti all’obbligo di pubblicazione,
    Sono presenti le seguenti sottosezioni di primo e secondo livello:
    “Disposizioni generali”
    – Trasparenza: è pubblicato il link al PTPC 2018 – 2020. Sono pubblicati inoltre i nominativi del Responsabile per la prevenzione della corruzione e la trasparenza e del suo sostituto.
    – Attestazioni OIV o struttura analoga: è pubblicata l’attestazione del Nucleo di Valutazione sull’assolvimento degli specifici obblighi di pubblicazione individuati dal d.lgs. n. 33/2013 e dall’ANAC: griglia di rilevazione, documento di attestazione e scheda di sintesi contenente le raccomandazioni proposte dal Nucleo di valutazione in occasione della verifica annuale degli obblighi previsti dalla normativa vigente.
    – Atti generali: sono pubblicati i riferimenti normativi con i relativi link alle norme di legge statale che regolano l’istituzione, l’organizzazione e l’attività dell’Autorità; i Regolamenti emanati dall’Autorità e ogni atto che dispone in generale sull’organizzazione, sulle funzioni, sugli obiettivi, sui procedimenti ovvero nei quali si determina l’interpretazione di norme giuridiche che le riguardano o si dettano disposizioni per l’applicazione di esse, ivi compreso il Codice etico; le direttive, le circolari, i programmi e le istruzioni emanati dall’Autorità. Peraltro, la seguente sotto sezione è stata modificate allo scopo di uniformare il documento alle indicazioni di ANAC contenute nella Delibera n. 1310 del 28 dicembre 2016 di cui meglio si dirà infra.
    – Oneri informativi per cittadini e imprese: l’art. 34, commi 1 e 2 del d.lgs. n. 33/2013 dispone che, “Ferma restando, ove prevista la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale, [….] i provvedimenti amministrativi a carattere generale adottati per regolare l’esercizio di poteri autorizzatori, concessori o certificatori, recano in allegato l’elenco di tutti gli oneri informativi gravanti sui cittadini e sulle imprese introdotti o eliminati con gli atti medesimi. Per onere informativo si intende qualunque obbligo informativo o adempimento che importi la raccolta, l’elaborazione, la trasmissione, la conservazione e la produzione di informazioni e documenti alla pubblica amministrazione”. Nel caso specifico dell’Autorità sono pubblicate le informazioni relative al contributo dovuto dai soggetti operanti nel settore dei trasporti: riferimenti normativi, scadenze previste per il versamento della rata di acconto e del versamento del saldo (contenute nel link denominato “Scadenzario dei nuovi obblighi amministrativi”), link alla modulistica disponibile on line.
    – Burocrazia zero: tale sottosezione non è applicabile all’Autorità.

    “Organizzazione”
    – Organi di indirizzo politico-amministrativo: in tale sottosezione sono pubblicati, con riferimento al Presidente e ai componenti del Consiglio dell’Autorità ed ai sensi di quanto previsto dall’art. 14 del d.lgs. n. 33/2013, i seguenti dati e informazioni: atto di nomina con l’indicazione della durata dell’incarico; curriculum vitae; compensi di qualsiasi natura connessi all’assunzione della carica; importi di viaggi di servizio e missioni relativi all’anno precedente di riferimento; dati relativi all’assunzione di altre cariche, presso enti pubblici o privati e altri eventuali incarichi con oneri a carico della finanza pubblica; dichiarazioni reddituali e patrimoniali e copia delle dichiarazioni dei redditi soggetti all’imposta sui redditi delle persone fisiche degli ultimi due anni, limitatamente al soggetto, al coniuge non separato e ai parenti entro il secondo grado, ove gli stessi vi consentano, dando evidenza dell’eventuale mancato consenso. È stata aggiornata la tabella di seguito riportata per renderla più conforme alle indicazioni di ANAC nella delibera n. 1310/2016.
    – Sanzioni per mancata comunicazione dei dati: pubblicazione dei provvedimenti di irrogazione di sanzioni amministrative per violazione agli obblighi di dichiarazioni reddituali e patrimoniali o indicazione che non sono state adottate sanzioni amministrative pecuniarie.
    – Rendiconti gruppi consiliari regionali/provinciali: tale sottosezione non è applicabile all’Autorità.
    – Articolazione degli uffici: articolazione degli uffici, delle competenze e delle risorse a disposizione di ciascun ufficio; nomi dei dirigenti responsabili; numeri telefonici e caselle di posta elettronica istituzionali; organigramma, che sarà progressivamente articolato in maniera tale che a ciascun ufficio sia assegnato un link ad una pagina contenente tutte le informazioni previste dal d.lgs. n. 33/2013.
    – Telefono e posta elettronica: numeri telefonici, caselle di posta elettronica istituzionali e caselle di posta elettronica certificata dedicate, cui il cittadino possa rivolgersi per qualsiasi richiesta inerente i compiti istituzionali dell’Autorità. Sono altresì pubblicati i recapiti telefonici e la casella di posta elettronica del Presidente, dei componenti del Consiglio, degli organi di vertice (Segretario Generale e Capo di Gabinetto) e dei dirigenti.

    “Personale”
    – Incarichi amministrativi di vertice: sono presenti i dati relativi ai titolari di incarichi amministrativi di vertice (Segretario Generale e Capo di Gabinetto), con particolare riguardo a: estremi dell’atto di conferimento dell’incarico; curriculum vitae; eventuali dati relativi allo svolgimento di incarichi o titolarità di cariche in enti di diritto privato regolati o finanziati dalla pubblica amministrazione o allo svolgimento di attività professionali; compensi comunque denominati relativi al rapporto (con specifica evidenza delle eventuali componenti variabili o legate alla valutazione del risultato); importi di viaggi di servizio e missioni relativi all’anno precedente di riferimento; dati relativi all’assunzione di altre cariche, presso enti pubblici o privati e altri eventuali incarichi con oneri a carico della finanza pubblica; dichiarazioni reddituali e patrimoniali e copia delle dichiarazioni dei redditi soggetti all’imposta sui redditi delle persone fisiche degli ultimi due anni, limitatamente al soggetto, al coniuge non separato e ai parenti entro il secondo grado, ove gli stessi vi consentano, dando evidenza dell’eventuale mancato consenso; dichiarazione sulla insussistenza di cause di inconferibilità e incompatibilità ai sensi dell’art. 20 del d.lgs. n. 39/2013 recante “Disposizioni in materia di inconferibilità e incompatibilità di incarichi presso le pubbliche amministrazioni e presso gli enti privati in controllo pubblico, a norma dell’art. 1, commi 49 e 50, della legge 6 novembre 2012, n. 190” (di seguito: “d.lgs. n. 39/2013”).
    – Dirigenti: sono presenti i seguenti dati relativi ai titolari di incarichi dirigenziali: compensi relativi al rapporto con specifica evidenza delle eventuali componenti legate alla valutazione del risultato; tipologia di qualifica e ruolo rivestito; estremi dell’atto di conferimento dell’incarico; curriculum vitae; importi di viaggi di servizio e missioni relativi all’anno precedente di riferimento; dati relativi all’assunzione di altre cariche, presso enti pubblici o privati e altri eventuali incarichi con oneri a carico della finanza pubblica; dichiarazioni reddituali e patrimoniali e copia delle dichiarazioni dei redditi soggetti all’imposta sui redditi delle persone fisiche degli ultimi due anni, limitatamente al soggetto, al coniuge non separato e ai parenti entro il secondo grado, ove gli stessi vi consentano, dando evidenza dell’eventuale mancato consenso; dichiarazione sulla insussistenza di cause di inconferibilità e incompatibilità ai sensi dell’art. 20 del d.lgs. n. 39/2013.
    – Posizioni organizzative: tale sottosezione non è applicabile all’Autorità.
    – Dotazione organica: sono inseriti i dati relativi alla dotazione organica, al personale effettivamente in servizio e al relativo costo, con l’indicazione della sua distribuzione tra le diverse qualifiche con particolare riguardo al personale assegnato agli Uffici di diretta collaborazione con gli organi di indirizzo politico e con la specificazione del personale assunto con contratto a tempo determinato (dati estratti dall’ultimo Conto annuale del Dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato).
    – Personale non a tempo indeterminato: elenco dei titolari dei contratti a tempo determinato, suddivisi tra personale con qualifica dirigenziale e non dirigenziale e con la relativa indicazione del costo complessivo.
    – Tassi di assenza: in questa sotto sezione è prevista la pubblicazione, per ogni anno di riferimento e su base trimestrale, dei dati relativi ai tassi di assenza del personale distinti per ufficio di livello dirigenziale, ivi comprese le assenze dei dirigenti.
    – Incarichi conferiti e autorizzati ai dipendenti: elenco degli eventuali incarichi conferiti o autorizzati ai dipendenti (inclusi i dirigenti) dell’Autorità, con indicazione dell’oggetto, durata e compenso spettante per ogni incarico.
    – Contrattazione collettiva: pubblicazione dei riferimenti necessari per la consultazione dei contratti e accordi collettivi nazionali applicabili all’Autorità, nonché eventuali interpretazioni autentiche.
    – Contrattazione integrativa: tale sottosezione non è applicabile all’Autorità.
    – OIV: sono pubblicati i nominativi e i curricula dei componenti del Nucleo di valutazione dell’Autorità.
    “Bandi di concorso”
    In tale sezione sono pubblicati i bandi di concorso per il reclutamento, a qualsiasi titolo, di personale presso l’Autorità. I bandi sono suddivisi in due sottosezioni: “Elenco dei bandi di concorso in corso” e “Elenco dei bandi di concorso espletati nell’ultimo triennio” con indicazione, per ciascun concorso espletato, dei criteri di valutazione della commissione esaminatrice, le tracce delle prove scritte, del numero di dipendenti assunti e delle spese effettuate. È stata aggiornata anche qui la relativa tabella.
    “Performance”
    – Sistema di misurazione e valutazione della Performance: in tale sottosezione è pubblicato il sistema di Performance Management adottato dall’Autorità con i relativi allegati.
    – Piano della Performance: tale sottosezione non è applicabile all’Autorità.
    – Relazione sulla Performance: tale sottosezione non è applicabile all’Autorità.
    – Documento dell’OIV di validazione della Relazione sulla Performance: tale sottosezione non è applicabile all’Autorità.
    – Relazione dell’OIV sul funzionamento complessivo del Sistema di valutazione, trasparenza e integrità dei controlli interni: tale sottosezione non è applicabile all’Autorità.
    – Ammontare complessivo dei premi: dati relativi all’ammontare complessivo dei premi collegati alla performance stanziati e l’ammontare dei premi effettivamente distribuiti, suddivisi tra personale con qualifica dirigenziale e con qualifica non dirigenziale. Anche qui si è provveduto all’aggiornamento della tabella.
    – Dati relativi ai premi: è indicata l’entità del premio di risultato mediamente conseguibile, l’ammontare del premio mediamente distribuito e il grado di differenziazione nell’utilizzo della premialità. Tali dati sono distinti tra personale dirigenziale e non dirigenziale.

    “Enti controllati”
    – Enti pubblici vigilati: tale sottosezione non è applicabile all’Autorità.
    – Società partecipate: tale sottosezione non è applicabile all’Autorità.
    – Enti di diritto privato controllati: tale sottosezione non è applicabile all’Autorità.
    – Rappresentazione grafica: tale sottosezione non è applicabile all’Autorità.
    “Attività e procedimenti”
    – Dati aggregati attività amministrativa: in questa sottosezione sono consultabili i dati – ove organizzati a fini conoscitivi e statistici – relativi all’attività amministrativa dell’Autorità, presentati in forma aggregata, per settori di attività (selezione personale, organizzazione e funzionamento, trasporto ferroviario, aereo, su autobus, marittimo e autostradale, trasporto pubblico locale) e per tipologia di procedimento (delibere e determine).
    – Tipologie di procedimento: in tale sezione sono consultabili vari dati ed informazioni (nel dettaglio enucleati dall’art. 35, commi 1 e s., del d.lgs. n. 33/2013) relativi alle diverse tipologie di procedimento di competenza dell’Autorità che hanno impatto sull’esterno (tutela diritti dei passeggeri, servizi e mercati retail, accesso alle infrastrutture, autofinanziamento) e i moduli di reclamo previsti dai Regolamenti dell’Autorità e rivolti agli utenti del settore dei trasporti. Si è provveduto ad aggiornare la tabella per renderla più conforme alle prescrizioni contenute nell’art. 35 del d.lgs. n. 33/2013.
    – Monitoraggio tempi procedimentali: tale sottosezione sarà progressivamente implementata con il monitoraggio del rispetto dei tempi previsti dai principali procedimenti di competenza dell’Autorità.
    – Dichiarazioni sostitutive e acquisizione d’ufficio dei dati: pubblicazione di recapiti e modalità per gestire, garantire e verificare la trasmissione dei dati o l’accesso diretto agli stessi da parte delle amministrazioni procedenti all’acquisizione d’ufficio dei dati nonché allo svolgimento di controlli sulle dichiarazioni sostitutive.
    Sottosezione “Provvedimenti”
    – Provvedimenti organi indirizzo politico: in tale sottosezione sono pubblicate le Delibere adottate dal Consiglio dell’Autorità con particolare riferimento ai provvedimenti finali di tutti i procedimenti quali ad esempio quelli di tipo autorizzatorio o concessorio; scelta del contraente per l’affidamento di lavori, forniture e servizi; concorsi e prove selettive per l’assunzione di personale e progressioni di carriera; accordi stipulati con soggetti privati o con altre amministrazioni pubbliche;
    – Provvedimenti dirigenti: in tale sottosezione sono pubblicate e aggiornate tutte le determine adottate dal Segretario Generale e dai Dirigenti.
    “Controlli sulle imprese”
    Tale sottosezione sarà progressivamente implementata con la pubblicazione dell’elenco delle tipologie di controllo, degli obblighi e degli adempimenti delle imprese nei confronti dell’Autorità.
    “Bandi di gara e contratti”
    Tale sottosezione è così strutturata:
    – Programmazione lavori, opere, servizi e forniture, in cui è pubblicato il programma biennale degli acquisti di beni e servizi previsto dall’articolo 21 del d.lgs. n. 50/2016;
    – Avviso di preinformazione, in cui devono essere pubblicate eventuali procedure relative a contratti di rilevanza comunitaria;
    – Delibera a contrarre, contenente eventuali delibere o determine a contrarre per procedure in corso di svolgimento da parte dell’Autorità;
    – Avvisi, bandi ed inviti, a loro volta suddivisi in gare in corso e procedure affidate. Le procedure affidate comprendono, in forma di tabella riassuntiva, tutte le informazioni relative all’oggetto del bando di gara o contratto, n. CIG, importo di aggiudicazione, durata dei lavori, servizi o forniture, modalità dell’affidamento. Nell’ambito dell’oggetto del bando di gara o contratto sono inoltre disponibili la struttura proponente, l’importo delle somme liquidate, l’elenco degli operatori partecipanti e degli operatori aggiudicatari.
    Tutti dati sopra descritti dovranno essere altresì contenuti nelle tabelle riassuntive scaricabili dalla presente sottosezione, così come previsto dalla Legge.
    – Avvisi sui risultati della procedura di affidamento. Anche relativamente alla sezione in oggetto si è provveduto ad un aggiornamento della relativa tabella.
    – La sottosezione denominata “Avvisi sistema di qualificazione” non è applicabile all’Autorità.
    “Sovvenzioni, contributi, sussidi e vantaggi economici”
    – Criteri e modalità: tale sottosezione non è applicabile all’Autorità.
    – Atti di concessione: tale sottosezione non è applicabile all’Autorità.
    “Bilanci”
    – Bilancio preventivo e consuntivo: sono pubblicati, per ciascun anno di riferimento, il bilancio di previsione annuale e triennale, la relazione illustrativa e il rendiconto dell’Autorità.
    – Entrate e spese: sono pubblicati per ciascun anno i dati relativi alle entrate e alle spese del bilancio di previsione e del rendiconto.
    – Piano degli indicatori e risultati attesi di bilancio: tale sottosezione sarà progressivamente implementata con la pubblicazione dei dati del Piano di cui all’articolo 19 del decreto legislativo 31 maggio 2011, n. 91, recante “Disposizioni recanti attuazione dell’articolo 2 della legge 31 dicembre 2009, n. 196, in materia di adeguamento ed armonizzazione dei sistemi contabili”.
    “Beni immobili e gestione patrimonio”
    – Patrimonio immobiliare: sono pubblicate le informazioni relative ad eventuali immobili di proprietà o in comodato d’uso.
    – Canoni di locazione o affitto: sono evidenziati eventuali canoni di locazione o affitto versati o percepiti.
    “Controlli e rilievi sull’amministrazione”
    In tale sottosezione è prevista la pubblicazione::
    – atti OIV: sono pubblicati gli atti del Nucleo di Valutazione, procedendo all’indicazione in forma anonima dei dati personali eventualmente presenti;
    – atti Collegio dei Revisori dei Conti: sono pubblicati la relazione al bilancio di previsione, alle relative variazioni e al rendiconto finanziario.
    – rilievi: sono pubblicati gli eventuali rilievi non recepiti degli organi di controllo interno, degli organi di revisione amministrativa e contabile e di tutti i rilievi, ancorché recepiti, della Corte dei Conti, riguardanti l’organizzazione e l’attività dell’Autorità o di singoli uffici oppure deve essere specificato che non sono pervenuti rilievi dal Collegio dei Revisori dei Conti e dalla Corte dei conti.
    “Servizi erogati”
    – Carta dei servizi e standard di qualità: tale sottosezione non è applicabile all’Autorità.
    – Costi contabilizzati: tale sottosezione non è applicabile all’Autorità.
    – Tempi medi di erogazione dei servizi: tale sottosezione non è applicabile all’Autorità.
    “Pagamenti dell’amministrazione”
    – Indicatore di tempestività dei pagamenti: è pubblicato, con cadenza trimestrale e annuale, un indicatore dei tempi medi di pagamento relativi agli acquisti di beni, servizi, forniture e prestazioni professionali.
    – Pagamenti: sono pubblicati con cadenza trimestrale i pagamenti disposti.
    – Debiti: sono pubblicati con cadenza annuale l’ammontare complessivo dei debiti e il numero delle imprese creditrici.
    – IBAN e pagamenti informatici: pubblicazione degli estremi del conto corrente per i pagamenti verso l’Autorità.
    “Opere pubbliche”
    Tale sottosezione non è applicabile all’Autorità.
    “Pianificazione e governo del territorio”
    Tale sottosezione non è applicabile all’Autorità.
    “Informazioni ambientali”
    Tale sottosezione non è applicabile all’Autorità.
    “Strutture sanitarie private accreditate”
    Tale sottosezione non è applicabile all’Autorità.
    “Interventi straordinari e di emergenza”
    Tale sottosezione non è applicabile all’Autorità.
    “Altri contenuti”
    – Corruzione: in tale sottosezione sono pubblicati il nominativo del Responsabile per la prevenzione della corruzione e della trasparenza; il Piano Triennale per la Prevenzione della Corruzione 2016 – 2018; la relazione annuale del Responsabile per la prevenzione della corruzione.
    – Accesso civico: sono pubblicati il nome del Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza cui è presentata richiesta di accesso civico e le modalità di esercizio del diritto, nonché il nome del titolare del potere sostitutivo nei casi di mancata o ritardata risposta all’accesso civico, con relativi recapiti telefonici e caselle di posta elettronica istituzionale.
    – Altri contenuti – Accessibilità e Catalogo di dati, metadati e banche dati: tale sottosezione sarà progressivamente implementata con la pubblicazione del catalogo delle banche dati e dei servizi on line di competenza dell’Autorità.
    – Altri contenuti – Dati ulteriori: in tale sottosezione è disponibile il calendario delle riunioni del Consiglio dell’Autorità e degli interventi del Presidente a seminari e convegni.

    Qui di seguito si riportano gli aggiornamenti alla sezione sulla trasparenza ed alle relative tabelle.

    7.3. Contenuto necessario della Sezione sulla trasparenza: la Programmazione della trasparenza: il necessario coordinamento tra gli obiettivi strategico – gestionale e gli obiettivi strategici per il contrasto alla corruzione ed in tema di trasparenza, quale contenuto necessario del PTPCT.

    La soppressione del riferimento esplicito al Programma triennale per la trasparenza e l’integrità, originariamente contenuto del D.lgs. n. 33/2013, operata dal d.lgs. n. 97/2016, ha avuto come effetto l’incorporazione della disciplina sulla trasparenza nel Piano triennale di prevenzione della corruzione (da ora: PTPCT e/o Piano), tramite la creazione di un ‘apposita Sezione relativa alla Trasparenza.
    A seguito delle novità normative, il Piano acquista così, un valore programmatico ancora più incisivo, dovendo necessariamente prevedere, nell’ambito degli obiettivi strategico – gestionale, gli obiettivi strategici per il contrasto alla corruzione fissati dall’Organo di indirizzo, e cioè dal Consiglio dell’Autorità.
    Qui si seguito, al fine di assicurare il coordinamento tra gli obiettivi strategici in materia di trasparenza, che devono essere contenuti nel PTPCT e gli obiettivi degli altri documenti di natura programmatica e strategico – gestionale, si elencano gli specifici obiettivi che il Consiglio di ART ha adottato per il triennio 2018 – 2020, quali specifiche ulteriori misure di prevenzione della Corruzione e/o di Trasparenza, da conseguire attraverso l’adozione di idonee misure organizzative :

    1) Adozione di un Sistema gestionale della sicurezza delle Informazioni, a tutela dei dati e delle informazioni gestite e detenute da ART L’Autorità, nell’ambito delle sue attività, gestisce, riceve e detiene un insieme eterogeno di dati che richiedono procedure di trattamento idonee a garantirne la riservatezza, l’integrità e la disponibilità anche ai fini del rispetto delle prescrizioni contenute nel Regolamento 2016/679/UE.
    L’approccio alla sicurezza dei dati e delle informazioni in possesso dell’Autorità impone l’adozione di misure di sicurezza efficaci che appaiono coerenti anche con gli obiettivi della prevenzione della corruzione. A tale fine, l’Autorità si impegna a sviluppare un Sistema di gestione della sicurezza delle informazioni. ADEMPIMENTO: 2019
    2) Adozione di apposite misure organizzative volte alla ricomprensione, nell’ambito del Codice Etico dei comportamenti di cui alle seguenti fattispecie, come ipotesi specifiche di responsabilità disciplinare e di rischio corruttivo: a) Rilevazioni ed utilizzazione di segreti d’Ufficio di cui all’art. 326 c.p.;
    b) Frode informatica (art. 640 ter c.p.);
    c) Falsità in atti (artt. 476 e 493 c.p.).
    Come noto, il concetto di rischio di corruzione non è esattamente declinato dal legislatore. Al fine di rafforzare i profili di prevenzione della corruzione, si propone un aggiornamento del Codice Etico, al fine di introdurre apposite misure inerenti le previsioni in oggetto.
    ADEMPIMENTO: 2018
    3) Realizzazione di un Piano della formazione per l’anno 2018 sui temi della prevenzione della corruzione e sul rispetto degli obblighi della trasparenza Al fine di accrescere le conoscenze e le competenze professionali del personale di ART, dovrà essere avviato un apposito Piano formativo, che operi a regime, in favore di tutti i dipendenti. A tale fine si demanda al Responsabile per la Prevenzione della corruzione e della trasparenza l’adozione delle misure organizzative allo scopo. ADEMPIMENTO: ANNI 2018
    4) Dematerializzazione dei processi e/o dei procedimenti amministrativi e delle funzioni di archiviazione e sottoscrizione dei documenti Al fine di prevenire i fenomeni corruttivi, si provvede all’implementazione delle funzioni di protocollazione, archiviazione documentale e sottoscrizione dei documenti in via del tutto digitale.
    ADEMPIMENTO 2018 – 2019.
    A tale fine, è demandato ai Direttori dell’Ufficio ICT e all’Ufficio Affari generali, amministrazione e personale di presentare nel corso del 2018 proposte per incrementare la dematerializzazione anche alla luce del prossimo avvio della fornitura del servizio di gestione integrato e del relativo servizio di personalizzazione e supporto per ART
    5) Implementazione dei processi di monitoraggio sui procedimenti sanzionatori e/oi di vigilanza e sul rispetto dei termini procedimentali Predisposizione da parte dei Direttori Responsabili degli uffici di appositi report da trasmettere al Consiglio trimestralmente sui processi di monitoraggio dei procedimenti.
    6) Istituzione di un registro di accesso dei portatori di interesse Istituzione di un registro che dia conto dell’accesso dei portatori di interesse presso gli Uffici dell’Autorità.
    Il RPCT procederà nel corso del biennio 2018 – 2018 alla predisposizione di una proposta al Consiglio in cui verranno dettagliatamente descritte le modalità attuative del registro dell’accesso ai portatori di interesse che dovrà comunque contendere le seguenti indicazioni:
    1. Nominativo del soggetto e/o del centro di interessi rappresentato;
    2. Ufficio da cui viene ricevuto;
    3. Oggetto dell’incontro;
    4. Data dell’incontro
    ADEMPIMENTO 2018

    7.4. L’indicazione dei Responsabile della trasmissione dei dati

    Altro contenuto necessario del Piano è costituito dall’indicazione dei nominativi dei soggetti Responsabili della trasmissione dei dati, che devono procedere all’individuazione e/o alla elaborazione dei dati da pubblicare. Si è a tale fine provveduto nel definire le tabelle di cui infra all’ individuazione per ciascun procedimento del responsabile della trasmissione dei dati.

    7.5. Un Unico Responsabile della corruzione e della trasparenza.

    Quanto poi all’effettiva implementazione delle misure si ricorda che la Delibera ANAC n. 1310/2016 ha rimarcato la centralità della figura del Responsabile della prevenzione della corruzione e della Trasparenza, ritenendo che i due ruoli debbano di norma concentrarsi in un unico soggetto, il c.d. Responsabile unico, cui affidare il coordinamento di tutte le incombenze e delle articolazioni organizzative sulle quali sono ripartite.
    Va, infatti, considerato che, con l’obiettivo di programmare e integrare in modo più incisivo e sinergico la materia della trasparenza e dell’anticorruzione, l’art. 41, comma 1, lett. f) del d.lgs. n. 97/2016 ha modificato l’art. 1, comma 7, della legge 190/2012 che ora stabilisce che “L’Organo di indirizzo individua, di norma tra i Dirigenti di ruolo in servizio, il Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza ….”.
    Sulla scorta di tale indicazione, l’ANAC, nella Delibera n. 1310 del 28 dicembre 2016 sulle “Linee guida recanti indicazioni sull’attuazione degli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni contenute nel D.LGS. 33/2013 come modificato dal D.LGS. n. 97/2016” raccomanda l’unificazione delle due figure nell’ambito dello stesso soggetto, ritenendo che la possibilità di mantenere distinte le figure di RPCT e di RT vada intesa in senso restrittivo: “…è possibile, cioè, laddove esistano obiettive difficoltà organizzative tali da giustificare la distinta attribuzione dei ruoli”.
    Va al riguardo sottolineato che ART ha provveduto ad unificare le due figure nella persona del Dott. Vincenzo Accardo, Direttore degli Affari generali, amministrazione e personale, già con l’adozione delle delibere n. 13 del 4 febbraio 2014 e n. 13 del 5 febbraio 2015Qui di seguito nel documento si riportano le tabelle delle singole sottosezioni della Sezione “Amministrazione trasparente” il cui aggiornamento si è reso necessario a seguito delle modifiche apportate alla disciplina di settore dal d.lgs. n. 97/2016

    7.6. Gli atti di carattere normativo e amministrativo generale

    Il d.lgs. n. 97/2016 è intervenuto sull’art. 12 del d.lgs. n. 33/2013, prevedendo l’integrazione degli obblighi di comunicazione.
    In particolare, l’art. 12 dispone la pubblicazione di ogni atto che riguardi l’organizzazione, le funzioni, gli obiettivi, i procedimenti, l’interpretazione delle disposizioni di legge che incidano sull’attività dell’Amministrazione e i codici di condotta.
    A seguito delle modifiche apportate all’art. 12 dal d.lgs. n. 97/2016 l’obbligo di pubblicazione è stato espressamente esteso:
    a) ai Piani triennali di prevenzione della corruzione e della trasparenza, nonché alle misure di prevenzione della corruzione integrative;
    b) ai documenti di programmazione strategico – gestionale propri di ogni ente, con tali intendendosi gli atti di indirizzo generali;
    c) agli atti degli Organismi indipendenti di valutazione. La pubblicazione di tali dati è disciplinata dall’art. 31 rubricato “Obblighi di pubblicazione concernenti i dati relativi ai controlli sull’Organizzazione e sull’attività dell’Amministrazione”. ANAC, nelle più volte citate Linee guida suggerisce, per evidenti ragion di semplificazione, di pubblicare tali dati una sola volta nella sotto – sezione “Controlli e rilievi sull’Amministrazione”.
    Si ricorda che tra gli atti amministrativi generali è ricompreso il Manuale di gestione del protocollo informatico, dei flussi documentali e degli archivi, che va quindi anch’esso inserito nell’apposita sezione sulla Trasparenza .
    A tale riguardo si è provveduto alla riorganizzazione della Sezione Amministrazione trasparente, con riguardo alla sotto – sezione “Disposizioni generali” secondo le seguenti direttrici:
    sotto – sezione DISPOSIZIONI GENERALI

    Tipologie di atti da pubblicare Riferimenti Normativi Contenuto dell’Obbligo Responsabile trasmissione dati e formazione Aggiornamento della pubblicazione

    PTPCT

    Atti di carattere normativo e amministrativo generale

    Art. 10, comma 8, lett. a)
    D.lgs. n. 33/2013
    Il Piano della prevenzione della corruzione della trasparenza con specifica indicazione delle misure integrative di prevenzione della corruzione, ai sensi dell’art. 1, comma 2 bis Legge n. 190/2012
    Annuale
    Art. 12, comma 1,
    D.lgs. n. 33/2013

    Riferimenti normativi su organizzazione e attività di ART con i relativi Link alle norme di legge statale che regolano l’istituzione, l’organizzazione e l’attività di Art Direttore ufficio Affari legali e contenzioso Tempestivo ex art. 8 d.lgs. n. 33/2013
    Art. 12, comma 1,
    D.lgs. n. 33/2013
    Atti amministrativi generali Regolamenti, Determine e ogni altro atto che dispone in generale sull’organizzazione, sulle funzioni, sugli obiettivi, sui procedimenti, ovvero nei quali si determina l’interpretazione di norme giuridiche che riguardano o dettano disposizioni per l’applicazione di esse Direttore ufficio Affari legali e contenzioso Tempestivo ex art. 8 d.lgs. n. 33/2013
    Art. 12, comma 1,
    D.lgs. n. 33/2013

    Documenti di programmazione strategico – gestionale in materia di prevenzione della corruzione e trasparenza
    Direttore ufficio affari generali, amministrazione e personale Tempestivo ex art. 8 d.lgs. n. 33/2013
    Art. 12, comma 1,
    D.lgs. n. 33/2013

    Codice disciplinare e di condotta recante l’indicazione delle infrazioni e relative sanzioni.
    Codice di condotta inteso quale codice di comportamento Direttore ufficio affari generali, amministrazione e personale Tempestivo ex art. 8 d.lgs. n. 33/2013
    Art. 12, comma 1 – bis
    D.lgs. n. 33/2013
    Scadenzario con indicazione delle date di efficacia dei nuovi obblighi amministrativi
    Direttore ufficio affari generali, amministrazione e personale Tempestivo ex art. 8 d.lgs. n. 33/2013

    7.7. Obblighi di pubblicazione concernenti l’organizzazione e l’attività. Titolari di incarichi di collaborazione e consulenza: la sottosezione “Consulenti e collaboratori”

    Con la modifica apportata dall’art. 14 del d.lgs. 97/2016, l’art. 15 del d.lgs. n. 33/2013 disciplina attualmente solo la pubblicazione dei dati relativi agli incarichi di collaborazione affidai a soggetti esterni. L’ANAC nelle Linee Guida più volte richiamate, raccomanda la pubblicazione dei dati riferiti a qualsiasi titolo, sia oneroso che gratuito. Pertanto si è provveduto ad aggiornare il dato, con l’inserimento dell’Incarico di Garante etico che, in forza della delibera n. 58 bis del 22 luglio 2015 svolge le funzioni a titolo gratuito.
    Si è provveduto ad aggiornamento della sotto sezione “Consulenti e collaboratori” nel senso indicato dall’art. 15 del d.lgs. n. 33/2013 che prevede le seguenti indicazioni:
    a) Gli stremi dell’atto di conferimento dell’incarico;
    b) Il curriculum vitae;
    c) I dati relativi allo svolgimento di incarichi o la titolarità di cariche in enti di diritto privato regolati o finanziati dalla Pubblica amministrazione o lo svolgimento di attività professionali;
    d) I compensi, comunque denominati, relativi al rapporto di consulenza o di collaborazione, con specifica evidenza delle eventuali componenti variabili o legate alla valutazione del risultato;
    e) L’avvenuta comunicazione alla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento della funzione pubblica de dati ai sensi dell’art. 53, comma 14, 2° periodo, del d.lgs. 30 marzo 2001, n. 165 e s.m.i.
    Non rientrano nell’ambito operativo della previsione gli incarichi conferiti o autorizzati dall’Amministrazione ai propri dipendenti che devono essere, se conferiti, riportati nell’apposita sotto – sezione “Incarichi conferiti e autorizzati ai dipendenti”.

    sotto – sezione Organizzazione: “Consulenti e collaboratori”

    Tipologie di atti da pubblicare Riferimenti Normativi Contenuto dell’Obbligo Responsabile trasmissione dati e formazione Aggiornamento della pubblicazione

    Atti di incarico di collaborazione e consulenza Art. 15, d.lgs. n. 33/2013
    Pubblicazione in tabelle degli incarichi dei consulenti e collaboratori e precisamente:
    Estremi degli atti di conferimento dell’incarico di collaborazione o di consulenza a soggetti esterni a qualsiasi titolo (compresi quelli affidati con contratto di collaborazione coordinata e continuativa) con l’indicazione delle generalità dei soggetti percettori, delle ragioni dell’incarico e dell’ammontare erogato. Per ciascuno di tale incarico vanno riportati:
    1) curriculum vitae, redatto cin conformità al vigente modello europeo;
    2) dati relativi allo svolgimento di incarichi o alla titolarità di cariche in enti di diritto privato regolati o finanziati dalla pubblicazione amministrazione o allo svolgimento di attività professionali;
    3) compensi (se esistenti), comunque, denominati, relativi al rapporto di consulenza e collaborazione, con specifica evidenza delle eventuali componenti variabili o legate alla valutazione del risultato;
    4) tabelle relative agli elenchi dei consulenti con indicazione di oggetto, durata e compenso dell’incarico, comunicate alla Funzione pubblica;
    5) attestazione dell’avvenuta verifica dell’insussistenza di situazioni, anche potenziali, di conflitto di interesse. Direttore dell’ufficio affari generali, amministrazione e personale Tempestivo ex art. 8 d.lgs. n. 33/2013

    7.8. Obblighi di pubblicazione concernenti l’organizzazione e l’attività. Obblighi di pubblicazione concernenti gli organi di vertice politico – amministrativo.

    Sul punto il d.lgs. n. 97/2016 non ha apportato alcuna innovazione alla normativa previgente. Rimangono, pertanto, attuali le indicazioni già contenute nel PTPCT vigente.
    In tale sottosezione sono pubblicati, con riferimento al Presidente e ai componenti del Consiglio dell’Autorità ed ai sensi di quanto previsto dall’art. 14 del d.lgs. n. 33/2013, i seguenti dati e informazioni: atto di nomina con l’indicazione della durata dell’incarico; curriculum vitae; compensi di qualsiasi natura connessi all’assunzione della carica; importi di viaggi di servizio e missioni relativi all’anno precedente di riferimento; dati relativi all’assunzione di altre cariche, presso enti pubblici o privati e altri eventuali incarichi con oneri a carico della finanza pubblica; dichiarazioni reddituali e patrimoniali e copia delle dichiarazioni dei redditi soggetti all’imposta sui redditi delle persone fisiche degli ultimi due anni, limitatamente al soggetto, al coniuge non separato e ai parenti entro il secondo grado, ove gli stessi vi consentano, dando evidenza dell’eventuale mancato consenso.
    Qui di seguito si riporta lo stralcio della sotto- sezione organizzazione, concernente gli obblighi di pubblicazione in oggetto:
    sotto – sezione Organizzazione: “Titolari di incarichi politici, di amministrazione, di direzione e di Governo”

    Tipologie di atti da pubblicare Riferimenti Normativi Contenuto dell’Obbligo Responsabile trasmissione dati e formazione Aggiornamento della pubblicazione

    Pubblicazione dei dati relativi al Consiglio di ART Art. 13, comma 1, lett. a) ed art. 14 d.lgs. n. 33/2013; 1) Atto di nomina o di proclamazione, con l’indicazione della durata dell’incarico;
    2) curriculum vitae;
    3) compensi di qualsiasi natura connessi all’assunzione della carica;
    4) importi di viaggi di servizio e missioni pagati con fondi pubblici;
    5) dati relativi all’assunzione di altre cariche, presso enti pubblici o privati, e relativi compensi a qualsiasi titolo corrisposti (tale dichiarazione va formulata in negativo per i componenti del Consiglio di ART);
    6) a ltri eventuali incarichi con oneri a carico della finanza pubblica e indicazioni dei compensi spettanti (la dichiarazione va formulata per i componenti del Consiglio di ART in negativo);
    7) copia dell’ultima dichiarazione dei redditi soggetti all’imposta sui redditi delle persone fisiche, ivi comprese la dichiarazione dei redditi del coniuge non separato, dei figli e dei parenti entro il secondo grado, se questi vi consentono (dando evidenza in quest’ultimo caso del mancato consenso);
    8) attestazione concernente le variazioni della situazione patrimoniale intervenute nell’anno precedente e copia della dichiarazione dei redditi, ivi comprese la situazione patrimoniale e la dichiarazione dei redditi del coniuge non separato, nonché dei figli e dei parenti entro il secondo grado di parentela, se questi vi consentono (eventualmente dando atto del mancato consenso);
    9) dichiarazione concernente diritti reali su beni immobili e su beni mobili iscritti in pubblici registri, titolarità di imprese, azioni di società, quote di partecipazione a società, esercizio di funzioni amministrative o di sindaco di società, con l’apposizione della formula “sul mio onore affermo che la dichiarazione risponde al vero” (per il Presidente e i Consiglieri, il coniuge non separato, e i parenti entro il secondo grado, ove gli stessi vi consentano, dando eventualmente evidenza del mancato consenso). Direttore dell’ufficio affari generali, amministrazione e personale Ai sensi dell’art. 14, comma 2 del d.lgs. n. 33/2013 ART provvede alla pubblicazione entro tre mesi dalla nomina degli atti di cui ai punti 1), 2), 3), 4), 5) e 7).

    8) Annuale

    9) va presentata una solo volta entro tre mesi

    7.9. Obblighi di pubblicazione concernenti l’organizzazione e l’attività. Obblighi di pubblicazione concernenti i Dirigenti

    Il Dlgs 97/2016 è, tra l’altro, intervenuto sull’art. 14 del Dlgs 33/2013 con l’introduzione del comma 1 bis che prevede che le Pubbliche Amministrazioni pubblichino i dati di cui al comma 1 dell’art.14 anche per i titolari di incarichi dirigenziali, a qualsiasi titoli conferiti, ivi inclusi quelli conferiti discrezionalmente dall’organo di indirizzo politico senza procedure pubbliche di selezione. Dal che deve ritenersi superata la delibera ANAC n. 382 del 12 aprile 2017 che ha disposto la sospensione dell’efficacia della delibera n. 241/2017, limitatamente alle indicazioni relative all’applicazione dell’art. 14 comma 1, lettere c) e f) del Dlgs n. 33/2013 per tutti i dipendenti pubblici.

    sotto – sezione Organizzazione: “Titolari di incarichi dirigenziali amministrativi di vertice

    Tipologie di atti da pubblicare Riferimenti Normativi Contenuto dell’Obbligo Responsabile trasmissione dati e formazione Aggiornamento della pubblicazione

    Incarichi dirigenziali (da pubblicare in tabelle che distinguano:
    i dirigenti;
    i dirigenti individuati con provvedimento discrezionale dell’Amministrazione. Art. 14 comma 1 bis del Dlgs n. 33/2013 1) Atto di nomina o di proclamazione, con l’indicazione della durata dell’incarico;
    2) curriculum vitae;
    3) compensi di qualsiasi natura connessi all’assunzione della carica;
    4) importi di viaggi di servizio e missioni pagati con fondi pubblici;
    5) dati relativi all’assunzione di altre cariche, presso enti pubblici o privati, e relativi compensi a qualsiasi titolo corrisposti (tale dichiarazione va formulata in negativo per i Direttori Responsabili di ART);
    6) altri eventuali incarichi con oneri a carico della finanza pubblica e indicazioni dei compensi spettanti (la dichiarazione va formulata per i Direttori Responsabili di ART);
    7) copia della dichiarazione dei redditi soggetti all’imposta sui redditi delle persone fisiche, ivi comprese la dichiarazione dei redditi del coniuge non separato, dei figli e dei parenti entro il secondo grado, se questi vi consentono (dando evidenza in quest’ultimo caso del mancato consenso);
    8) attestazione concernente le variazioni della situazione patrimoniale intervenute nell’anno precedente e copia della dichiarazione dei redditi, ivi comprese la situazione patrimoniale e la dichiarazione dei redditi del coniuge non separato, nonché dei figli e dei parenti entro il secondo grado di parentela, se questi vi consentono (eventualmente dando atto del mancato consenso);
    9) dichiarazione concernente diritti reali su beni immobili e su beni mobili iscritti in pubblici registri, titolarità di imprese, azioni di società, quote di partecipazione a società, esercizio di funzioni amministrative o di sindaco di società, con l’apposizione della formula “sul mio onore affermo che la dichiarazione risponde al vero” (per il Direttore Responsabile il coniuge non separato, e i parenti entro il secondo grado, ove gli stessi vi consentano, dando eventualmente evidenza del mancato consenso e riferita al momento dell’assunzione dell’incarico). Direttore dell’ufficio affari generali, amministrazione e personale Nessuno:
    va presentata una sola volta entro 3 mesi dalla nomina del conferimento dell’incarico e per i tre anni successivi dalla cessazione dell’incarico

    7.10. Obblighi di pubblicazione concernenti l’organizzazione e l’attività. I bandi di concorso.

    L’art. 18 del d.lgs. n. 97/2016 ha modificato l’art. 19 del d.lgs. 33/2013 ribadendo la pubblicazione dei bandi di concorso per il reclutamento, a qualsiasi titolo, di personale presso l’Amministrazione. In particolare, il nuovo art. 19 prescrive la pubblicazione anche dei criteri di valutazione della Commissione e le tracce delle prove scritte. La ratio della previsione è stata rivenuta nell’esigenza di rendere trasparente il processo di valutazione della Commissione anche in relazione ad esigenze di tutela degli interessati. ANAC sostiene che la pubblicazione dei criteri e delle modalità di valutazione siano pubblicate tempestivamente, non appena disponibili. Le tracce delle prove scritte, invece, dovranno essere pubblicate necessariamente e, per intuibili ragioni, dopo lo svolgimento delle prove. La pubblicazione dei bandi espletati, ai sensi dell’art. 8, comma 3 d.lgs. 33/2013 deve avvenire per cinque anni, a partire dal primo gennaio dell’anno successivo a quello in cui occorre procedere alla pubblicazione. Si è, conseguentemente, provveduto ad inserire nella sotto sezione di cui all’oggetto, della pubblicazione del bando per i profili di cui alla delibera n. 74/2015, nonché dei criteri e delle modalità di valutazione.
    Si precisa che la pubblicazione dei bandi espletati, ai sensi dell’art. 8 comma 3, del Dlgs. 33/2013, deve rimanere rintracciabile sul sito per cinque anni, a partire dal 1° gennaio dell’anno successivo a quello in cui occorre procedere alla pubblicazione.

    Sotto – sezione: “Bandi di concorso per il reclutamento a qualsiasi titoli, di personale presso l’Amministrazione

    Tipologie di atti da pubblicare Riferimenti Normativi Contenuto dell’Obbligo Responsabile trasmissione dati e formazione Aggiornamento della pubblicazione

    Bandi di concorso Art. 19 del Dlgs n. 33/2013 Bandi di concorso a qualsiasi titolo di personale presso l’Amministrazione nonché i criteri di valutazione della Commissione e le tracce delle prove scritte. Direttore dell’ufficio affari generali, amministrazione e personale Tempestivo ex art. 8 d.lgs. n. 33/2013

    7.11. Obblighi di pubblicazione dei dati relativi alla valutazione della performance e alla distribuzione dei premi al personale

    L’art. 20 del d.lgs. n. 33/2013 dispone la pubblicazione dei dati relativi all’ammontare complessivo dei premi stanziati collegati alla performance e l’ammontare dei premi effettivamente distribuiti.
    Le Pubbliche Amministrazioni sono tenute, altresì, a pubblicare i criteri definiti nei sistemi di misurazione e valutazione delle performance per l’assegnazione del trattamento accessorio nonché dei dati relativi alla sua distribuzione in forma aggregata, al fine di dar conto del livello di selettività utilizzato nella distribuzione dei premi e degli incentivi, nonché i dati relativi al grado di differenziazione nell’utilizzo della premialità, sia per i Dirigenti sia per i dipendenti.
    Qui di seguito si riporta l’aggiornamento della tabella, di cui all’allegato A alla delibera adottata dall’Autorità n. 120/2016 relativo al Piano Triennale per la prevenzione della corruzione aggiornamento 2016-2018, aggiornamento che si è reso necessario per tener conto delle indicazioni di ANAC nella delibera n. 1310/2016.

    Tipologie di atti da pubblicare Riferimenti Normativi Contenuto dell’Obbligo Responsabile trasmissione dati e formazione Aggiornamento della pubblicazione

    Performance

    Ammontare complessivo dei premi
    Art. 10 comma 8 lettera b) del d.lgs. n. 33/2013

    Art. 10 d.lgs. 150/2009

    Art. 20 comma 1 d.lgs.n. 33/2013
    1 Sistema di misurazione e valutazione della performance;

    2 relazione sulla performance da parte del Nucleo di Valutazione;

    3 ammontare complessivo dei premi stanziati collegati alle performance;

    4 ammontare dei premi effettivamente distribuiti Direttore dell’ufficio affari generali, amministrazione e personale

    Direttore dell’ufficio affari generali, amministrazione e personale

    Direttore dell’ufficio affari generali, amministrazione e personale

    Direttore dell’ufficio affari generali, amministrazione e personale
    Tempestivo ex art. 8 d.lgs. n. 33/2013

    Tempestivo ex art. 8 d.lgs. n. 33/2013

    Tempestivo ex art. 8 d.lgs. n. 33/2013

    Tempestivo ex art. 8 d.lgs. n. 33/2013

    7.12. Obblighi di pubblicazione concernenti i provvedimenti amministrativi

    L’art. 23 comma 1 del d.lgs. n. 33/2013 è stato modificato dall’art. 22 del d.lgs. n. 97/2016 che ha abrogato le disposizioni dell’art. 23 sulla pubblicazione degli elenchi dei provvedimenti finali dei procedimenti relativi a autorizzazioni e concessioni.
    ANAC ritiene, pertanto, che tali obblighi debbano ritenersi abrogati. Si è provveduto, comunque, ad aggiornare la tabella di cui all’allegato A della delibera n. 120/2016 al fine di implementare i dati riferiti alle singole tipologie di procedimenti emanati dall’Autorità.

    Tipologie di atti da pubblicare Riferimenti Normativi Contenuto dell’Obbligo Responsabile trasmissione dati e formazione Aggiornamento della pubblicazione

    Tipologie di procedimento

    Procedimenti ad istanza di parte

    Provvedimenti adottati dal Consiglio

    Provvedimenti dei Direttori Responsabili e/o del Segretario Generale

    Monitoraggio tempi procedimentali
    Art. 35 comma 1, lettera a) d.lgs. n, 33/2013

    Art. 35 comma 1, lettera b) d.lgs. n, 33/2013

    Art. 35 comma 1, lettera c) d.lgs. n, 33/2013

    Art. 35 comma 1, lettera c) d.lgs. n, 33/2013

    Art. 35 comma 1, lettera e) d.lgs. n, 33/2013

    Art. 35 comma 1, lettera f) d.lgs. n, 33/2013

    Art. 35 comma 1, lettera g) d.lgs. n, 33/2013

    Art. 35 comma 1, lettera h) d.lgs. n, 33/2013

    Art. 35 comma 1, lettera i) d.lgs. n, 33/2013

    Art. 35 comma 1, lettera l) d.lgs. n, 33/2013

    Art. 35 comma 1, lettera m) d.lgs. n, 33/2013

    Art. 35 comma 1, lettera d) d.lgs. n, 33/2013

    Art. 35 comma 1, lettera d) d.lgs. n, 33/2013

    Art. 1 comma 16 della L. 190/2012

    Art. 1 comma 16 L. 190/2012

    Art. 1 comma 28 L. 190/2012
    1 Breve descrizione del procedimento con indicazione di tutti i riferimenti normativi utili;

    2 unità organizzativa responsabile dell’istruttoria;

    3 ufficio del procedimento unitamente ai recapiti telefonici e alle caselle di posta elettronica istituzionale;

    4 ove diverso, l’ufficio competente all’adozione del provvedimento finale, con l’indicazione del responsabile dell’ufficio unitamente ai rispettivi recapiti telefonici e alla casella di posta elettronica istituzionale;

    5 modalità con le quali gli interessati possono ottenere le informazioni relative ai procedimenti in corso cheli riguardano;

    6 termine di conclusione del procedimento e ogni altro termine procedimentale rilevante;

    7 procedimenti per i quali il provvedimento può concludersi con il silenzio assenso dell’Amministrazione;

    8 strumenti di tutela amministrativa e giurisdizionale riconosciuti dalla legge in favore dell’interessato, nel corso del procedimento e nei confronti del provvedimento finale ovvero nei casi di adozione del provvedimento oltre il termine predeterminato per la sua conclusione ed i modi per attivarli;

    9 il link di accesso al servizio online ove già disponibile o i tempi previsti per la sua attivazione

    10 modalità per l’effettuazione di pagamenti eventualmente necessari, con i codici iban identificativi del conto di pagamento, tramite i quali i terzi interessati possono effettuare i pagamenti mediante bonifico bancario o postale ovvero gli identificativi del conto corrente postale sul quale possono effettuare i pagamenti mediante bollettino postale nonché i codici identificativi del pagamento da indicare obbligatoriamente per il versamento;

    11 nome del soggetto a cui è attribuito, in caso di inerzia, il potere sostitutivo, nonché le modalità per attivare tale potere, con l’indicazione dei recapiti telefonici e delle caselle di posta elettronica istituzionale.

    1 Atti e documenti da allegare all’istanza e modulistica necessaria, compresi i fac-simile per le autocertificazioni;

    2 uffici ai quali rivolgersi per informazioni, orari e modalità di accesso con indicazione degli indirizzi, recapiti telefonici e caselle di posta elettronica istituzionale a cui presentare le istanze.

    Elenco dei provvedimenti con particolare riferimento ai provvedimenti finali di:
    concorsi e prove selettive per l’assunzione del personale e progressione di carriera.

    Elenco dei provvedimenti, con particolare riferimento ai provvedimenti finali:
    scelta del contraente per l’affidamento di servizi e forniture, anche con le modalità di selezione prescelta (link alla sottosezione “bandi di gara e contratti”; accordi stipulati dall’Amministrazione con soggetti privati.

    Risultato del monitoraggio periodico concernente il rispetto dei tempi procedimentali Responsabile del procedimento in oggetto

    Responsabile del procedimento in oggetto

    Responsabile del procedimento in oggetto

    Responsabile del procedimento in oggetto

    Responsabile del procedimento in oggetto

    Responsabile del procedimento in oggetto

    Responsabile del procedimento in oggetto

    Responsabile del procedimento in oggetto

    Responsabile del procedimento in oggetto

    Responsabile del procedimento in oggetto

    Responsabile del procedimento in oggetto

    Responsabile del procedimento in oggetto

    Responsabile del procedimento in oggetto

    Segretario Generale

    Direttore Responsabile e/o Segretario Generale che ha emanato il provvedimento

    Direttori Responsabili per i procedimenti di competenza
    Tempestivo ex art. 8 d.lgs. n. 33/2013

    Tempestivo ex art. 8 d.lgs. n. 33/2013

    Tempestivo ex art. 8 d.lgs. n. 33/2013

    Tempestivo ex art. 8 d.lgs. n. 33/2013

    Tempestivo ex art. 8 d.lgs. n. 33/2013

    Tempestivo ex art. 8 d.lgs. n. 33/2013

    Tempestivo ex art. 8 d.lgs. n. 33/2013

    Tempestivo ex art. 8 d.lgs. n. 33/2013

    Tempestivo ex art. 8 d.lgs. n. 33/2013

    Tempestivo ex art. 8 d.lgs. n. 33/2013

    Tempestivo ex art. 8 d.lgs. n. 33/2013

    Tempestivo ex art. 8 d.lgs. n. 33/2013

    Tempestivo ex art. 8 d.lgs. n. 33/2013

    Dati non soggetti a pubblicazione obbligatoria, ma disposti in base alla determinazione dell’Autorità

    Semestrale
    (Art. 23 comma 1, d.lgs. n. 33/2013)

    (Pubblicazione volontaria su disposizione di Art)

    7.12. Obblighi di pubblicazione concernenti bandi di gara e contratti
    Si è provveduto ad aggiornare la relativa tabella della sottosezione trasparenza “bandi di gara e contratti” anche sulla scorta di quanto meglio si dirà infra.

    Sotto – sezione: “Bandi di gara e contratti”

    Tipologie di atti da pubblicare Riferimenti Normativi Contenuto dell’Obbligo Responsabile trasmissione dati e formazione Aggiornamento della pubblicazione

    Bandi di gara Art. 37 comma 1 lettera b) d.lgs. 33/2013; artt. 21 comma 7 e 29 comma 1, d.lgs. 50/2016

    Art. 37 comma 1 lettera b) d.lgs. 33/2013

    Art. 37 comma 1 lettera b) d.lgs. 33/2013 e Art. 29 comma 1, d.lgs. 50/2016

    Art. 37 comma 1 lettera b) d.lgs.33/2013

    Art. 37 comma 1 lettera b) d.lgs. 33/2013
    Atti relativi alla programmazione di acquisti di servizi e /o forniture: programmazione biennale degli acquisti di beni e servizi e relativi aggiornamenti annuali.

    Per ciascuna procedura:
    1. avviso di preinformazione; bandi ed avvisi di preinformazione;
    2. delibera a contrarre o atto equivalente (per tutte le procedure)
    3. avvisi e bandi:
    – avviso (art. 19 comma 1, d.lgs. 50/2016);
    – avviso di indagine di mercato (art. 36 comma 7 d.lgs. 50/2016 e Linee guida ANAC);
    – avviso di formazione elenco di operatori economici e pubblicazione elenco (art. 36 comma 7, d.lgs. 50/2016)
    – bandi ed avvisi (art. 36 comma 9, d.lgs. 50/2016)
    – bandi ed avvisi (art. 73 commi 1 e 4, d.lgs. 50/2016)
    – bandi ed avvisi (art. 127 comma 1, d.lgs. 50/2016)
    – avviso relativo all’esito della procedura
    – pubblicazione a livello nazionale di bandi ed avvisi.

    Avviso sui risultati della procedura di affidamento:
    avvisi relativi all’esito della procedura possono essere raggruppati su base trimestrale (art. 142 comma 3, d.lgs. 50/2016);
    elenchi dei verbali delle commissioni di gara.

    Provvedimento che determina l’esclusione dalla procedura di affidamento e le ammissioni all’esito delle valutazioni dei requisiti soggettivi economico-finanziari e tecnico professionali.

    Composizione della commissione aggiudicatrice e i currucula dei suoi componenti.

    Contratti: resoconto della gestione finanziaria dei contratti al termine della loro esecuzione.

    Direttore dell’ufficio affari generali, amministrazione e personale

    Direttore dell’ufficio affari generali, amministrazione e personale

    Direttore dell’ufficio affari generali, amministrazione e personale

    Direttore dell’ufficio affari generali, amministrazione e personale

    Direttore dell’ufficio affari generali, amministrazione e personale Tempestivo

    Tempestivo

    Tempestivo

    Tempestivo

    Tempestivo

    Tempestivo

    7.13. Obblighi di pubblicazione concernenti l’uso delle risorse pubbliche
    Sotto – sezione: “Bilanci”

    Tipologie di atti da pubblicare Riferimenti Normativi Contenuto dell’Obbligo Responsabile trasmissione dati e formazione Aggiornamento della pubblicazione

    Bilanci

    Art. 29 comma 1 bis, d.lgs. 33/2013

    Art. 29 comma 1, d.lgs. 33/2013

    Art. 29 comma 1 bis, d.lgs. 33/2013

    Art. 29 comma 2, d.lgs. 33/2013
    Dati relativi alle entrate e alla spesa dei bilanci preventivi in formato tabellare aperto in modo da consentire l’esportazione, il trattamento e il riutilizzo.

    Bilancio consuntivo:
    1. documenti e allegati del bilancio consuntivo, nonché dei dati relativi al bilancio consuntivo di ciascun anno in forma sintetica, aggregata e semplificata, anche con il ricorso a rappresentazioni grafiche;
    2. dati relativi alle entrate e alla spesa dei bilanci consuntivi in formato tabellare aperto, in modo da consentire l’esportazione, il trattamento e il riutilizzo;

    Piano degli indicatori e dei risultati attesi di bilancio:
    piano degli indicatori e dei risultati attesi di bilancio, con l’integrazione delle risultanze osservate in termini di raggiungimento dei risultati attesi e le motivazioni degli eventuali scostamenti e gli aggiornamenti in corrispondenza di ogni nuovo esercizio di bilancio, sia tramite la specificazione di nuovi obiettivi ed indicatori, sia attraverso l’aggiornamento dei valori obiettivo e la soppressione di obiettivi già raggiunti. Direttore dell’ufficio affari generali, amministrazione e personale

    Direttore dell’ufficio affari generali, amministrazione e personale

    Direttore dell’ufficio affari generali, amministrazione e personale

    Direttore dell’ufficio affari generali, amministrazione e personale
    Tempestivo ex art. 8 d.lgs. n. 33/2013

    Tempestivo ex art. 8 d.lgs. n. 33/2013

    Tempestivo ex art. 8 d.lgs. n. 33/2013

    Tempestivo ex art. 8 d.lgs. n. 33/2013

    7.14. Ulteriori misure di trasparenza oltre a quelle obbligatorie

    Sotto – sezione: “Ulteriori misure di trasparenza”

    Tipologie di atti da pubblicare Riferimenti Normativi Contenuto dell’Obbligo Responsabile trasmissione dati e formazione Aggiornamento della pubblicazione

    Ordine del giorno delle sedute di Consiglio

    Sintesi delle decisioni assunte dal Consiglio nel rispetto della disciplina sulla riservatezza dei dati

    Pubblicazione degli atti e dei verbali delle riunioni del Collegio dei Revisori

    Pubblicazione di tutti gli altri atti pubblicati sul sito ufficiale dell’Autorità

    Pubblicazione degli obiettivi in materia di trasparenza adottati dal Consiglio dell’Autorità nell’ambito degli obiettivi strategici

    Art. 5 del ROF

    Artt. 6, 7, 8 del ROF

    Art. 25 del ROF
    Pubblicazione degli argomenti posti all’ordine del giorno delle riunioni del Consiglio

    Sul modello di quanto previsto nel PTPCET approvato da ANAC, pubblicazione sintetica delle decisioni assunte dal Consiglio

    Pubblicazione delle osservazioni del Collegio dei Revisori dei riscontri sugli atti della gestione finanziaria, con particolare riguardo alle procedure contrattuali; parere sul progetto di bilancio preventivo e sul rendiconto annuale, con particolare riguardo alla concordanza dei risultati esposti nel rendiconto stesso con le scritture contabili e alla regolarità della gestione

    Pubblicazione di tutti gli atti contenuti sul sito dell’Autorità mediante un collegamento ipertestuale al sito

    1. Adozione di un Sistema gestionale della sicurezza delle Informazioni, a tutela dei dati e delle informazioni gestite e detenute da ART;
    2. Adozione di apposite misure organizzative volte alla ricomprensione, nell’ambito del Codice Etico dei comportamenti di cui alle seguenti fattispecie, come ipotesi specifiche di responsabilità disciplinare e di rischio corruttivo;
    3. Realizzazione di un Piano della formazione per l’anno 2018 sui temi della prevenzione della corruzione e sul rispetto degli obblighi della trasparenza;

    4. Dematerializzazione dei processi e/o dei procedimenti amministrativi e delle funzioni di archiviazione e sottoscrizione dei documenti;

    5. Implementazione dei processi di monitoraggio sui procedimenti sanzionatori e/oi di vigilanza e sul rispetto dei termini procedimentali.

    Funzionario ex art. 6 comma 7 del ROF

    Funzionario ex art. 6 comma 7 del ROF

    Direttore dell’ufficio affari generali, amministrazione e personale

    Direttore dell’ufficio affari generali, amministrazione e personale di concerto con il Direttore dell’ICT

    Direttore dell’ufficio affari generali, amministrazione e personale di concerto con il Direttore dell’ICT
    Entro un mese dalla riunione del Consiglio nella quale sono stati discussi i punti all’ODG

    Entro un mese dalla riunione del Consiglio

    Aggiornamento annuale

    Aggiornamento semestrale

    Aggiornamento annuale

    7.15 Obblighi di pubblicazione concernenti le sanzioni per mancata comunicazione dei dati

    Tipologie di atti da pubblicare Riferimenti Normativi Contenuto dell’Obbligo Responsabile trasmissione dati e formazione Aggiornamento della pubblicazione

    Sanzioni per mancata comunicazione dei dati Art. 47 comma 1, d.lgs. 33/2013

    Art. 47 comma 1, d.lgs. 33/2013

    Sanzioni per mancata o incompleta comunicazione dei dati concernenti la situazione patrimoniale complessiva del membro del Consiglio al momento dell’assunzione della carica, la titolarità di imprese, le partecipazioni azionarie proprie.

    Provvedimenti sanzionatori a carico del Direttore Responsabile della mancata o incompleta comunicazione dei dati di cui all’art. 14 concernenti la situazione patrimoniale complessiva del Direttore Responsabile al momento dell’assunzione della carica, la titolarità di imprese, le partecipazioni azionarie proprie, nonché tutti i compensi cui da diritto l’assunzione della carica. Direttore dell’ufficio affari generali, amministrazione e personale

    Direttore dell’ufficio affari generali, amministrazione e personale
    Tempestivo ex art. 8 d.lgs. n. 33/2013

    Tempestivo ex art. 8 d.lgs. n. 33/2013

    7.16. Dati e informazioni soggette all’obbligo di pubblicazione
    Sottosezione 1° livello Sottosezione 2° livello Frequenza pubblicazione e aggiornamento Responsabile trasmissione dati e informazioni
    Disposizioni generali Trasparenza Annuale
    e comunque entro 90 giorni dall’approvazione del PTPC RPCT
    Attestazioni OIV o struttura analoga Annuale e entro i termini stabiliti dall’ANAC Dirigente Ufficio Affari generali, amministrazione e personale
    Atti generali Tempestivo Dirigente Ufficio Affari Legali e contenzioso
    Oneri informativi per cittadini e imprese Tempestivo Dirigente Ufficio Affari generali, amministrazione e personale
    Organizzazione Organi di indirizzo politico – amministrativo Annuale
    e comunque entro due mesi in caso di nuove nomine e per i tre anni successivi dalla cessazione del mandato Dirigente Ufficio Affari generali, amministrazione e personale
    Sanzioni per mancata comunicazione dei dati Tempestivo RPCT
    Articolazione degli uffici Tempestivo Dirigente Ufficio Affari generali, amministrazione e personale
    Telefono e posta elettronica Tempestivo Dirigente Ufficio Information e Comunicatino Technology
    Consulenti e Collaboratori Consulenti e collaboratori Tempestivo Dirigente Ufficio Affari generali, amministrazione e personale
    Personale Incarichi amministrativi di vertice Annuale
    e comunque entro due mesi in caso di nuove nomine e per i tre anni successivi dalla cessazione del mandato Dirigente Ufficio Affari generali, amministrazione e personale
    Dirigenti Annuale
    e comunque entro due mesi in caso di nuove nomine e per i tre anni successivi dalla cessazione del mandato Dirigente Ufficio Affari generali, amministrazione e personale
    Dotazione organica Annuale Dirigente Ufficio Affari generali, amministrazione e personale

    Sottosezione 1° livello Sottosezione 2° livello Frequenza pubblicazione e aggiornamento Responsabile trasmissione dati e informazioni

    Personale Personale non a tempo indeterminato Trimestrale Dirigente Ufficio Affari generali, amministrazione e personale
    Tassi di assenza Trimestrale Dirigente Ufficio Affari generali, amministrazione e personale
    Incarichi conferiti e autorizzati ai dipendenti Tempestivo Dirigente Ufficio Affari generali, amministrazione e personale
    Contrattazione collettiva Tempestivo Dirigente Ufficio Affari generali, amministrazione e personale
    OIV Tempestivo Dirigente Ufficio Affari generali, amministrazione e personale
    Bandi di concorso
    Elenco dei bandi di concorso in corso Tempestivo Dirigente Ufficio Affari generali, amministrazione e personale
    Elenco dei bandi di concorso espletati nell’ultimo triennio Dirigente Ufficio Affari generali, amministrazione e personale
    Provvedimenti Provvedimenti organi indirizzo politico Semestrale Segretario generale
    Provvedimenti dirigenti Semestrale Dirigente Ufficio Affari generali, amministrazione e personale
    Bandi di gara e contratti Programmazione acquisti di beni e servizi Annuale Dirigente Ufficio Affari generali, amministrazione e personale
    Avviso di preinformazione Mensile Dirigente Ufficio Affari generali, amministrazione e personale
    Delibera a contrarre Dirigente Ufficio Affari generali, amministrazione e personale
    Avvisi, bandi e inviti Dirigente Ufficio Affari generali, amministrazione e personale
    Avvisi sui risultati della procedura di affidamento Dirigente Ufficio Affari generali, amministrazione e personale

    Sottosezione 1° livello Sottosezione 2° livello Frequenza pubblicazione e aggiornamento Responsabile trasmissione dati e informazioni
    Bilanci Bilancio preventivo e consuntivo Entro tre mesi Dirigente Ufficio Affari generali, amministrazione e personale
    Entrate e spese Annuale Dirigente Ufficio Affari generali, amministrazione e personale
    Piano degli indicatori e risultati attesi di bilancio Annuale Dirigente Ufficio Affari generali, amministrazione e personale
    Beni immobili e gestione patrimonio Patrimonio immobiliare Tempestivo Dirigente Ufficio Affari generali, amministrazione e personale
    Canoni di locazione o affitto Tempestivo Dirigente Ufficio Affari generali, amministrazione e personale
    Controlli e rilievi sull’amministrazione Atti OIV Tempestivo Dirigente Ufficio Affari generali, amministrazione e personale
    Atti Collegio dei Revisori dei Conti Tempestivo Dirigente Ufficio Affari generali, amministrazione e personale
    Altri controlli e rilievi

    Tempestivo Dirigente Ufficio Affari generali, amministrazione e personale
    Pagamenti dell’amministrazione
    Indicatore di tempestività dei pagamenti Annuale e
    Trimestrale Dirigente Ufficio Affari generali, amministrazione e personale
    Pagamenti Trimestrale Dirigente Ufficio Affari generali, amministrazione e personale
    Debiti Annuale Dirigente Ufficio Affari generali, amministrazione e personale
    IBAN e pagamenti informatici Tempestivo Dirigente Ufficio Affari generali, amministrazione e personale

    Sottosezione 1° livello Sottosezione 2° livello Frequenza pubblicazione e aggiornamento Responsabile trasmissione dati e informazioni
    Altri contenuti Corruzione Annuale
    e comunque entro due mesi in caso di nuove nomine RPCT
    Accesso civico Tempestivo Dirigente Ufficio Affari generali, amministrazione e personale
    Altri contenuti – Accessibilità e Catalogo di dati, metadati e banche dati Annuale Dirigente Ufficio Information e Communication Technology
    Altri contenuti – Dati ulteriori Mensile Segretario Generale

    7.17. Processo di attuazione della trasparenza

    Il RPCT svolge stabilmente un’attività di controllo sull’adempimento degli obblighi di pubblicazione previsti dalla normativa vigente, assicurando la completezza, la chiarezza e l’aggiornamento delle informazioni pubblicate, segnalando al Consiglio, al Nucleo di Valutazione, all’Autorità Nazionale Anticorruzione e, nei casi più gravi, alla struttura competente in materia di provvedimenti disciplinari i casi di mancato o ritardato adempimento dei suddetti obblighi.
    Il Segretario Generale e i Dirigenti responsabili degli Uffici garantiscono la qualità del contenuto delle informazioni oggetto degli obblighi di pubblicazione e richieste da parte del RPCT, e provvedono a trasmetterle in via informatica tempestivamente e comunque non oltre 10 giorni e regolarmente al RPCT medesimo, per il tramite di un referente appositamente individuato, se ritenuto necessario, all’interno di ciascun Ufficio, ai fini del rispetto dei termini di aggiornamento stabiliti dalla legge e dal presente PTPC.
    Sarà cura del RPCT effettuare il controllo dei dati pervenuti al fine di garantirne la corrispondenza con quanto previsto dal presente PTPC.
    La pubblicazione dei dati, delle informazioni e dei documenti previsti dal PTPC nella sezione “Amministrazione Trasparente” del sito istituzionale dell’Autorità è a cura dell’Ufficio Information e Communication Technology in collaborazione con il Portavoce.
    Il RPCT e, in caso di sua assenza prolungata o impedimento, il suo sostituto, alle condizioni di cui sopra, effettua il monitoraggio delle informazioni pubblicate nella sezione “Amministrazione Trasparente” con cadenza trimestrale entro la fine del mese successivo a quello del trimestre di riferimento.
    L’aggiornamento delle misure da attuare nell’ambito della trasparenza avviene entro il 31 gennaio di ogni anno, in occasione dell’aggiornamento del PTPC.
    Nel corso del 2017, in attuazione di quanto previsto nel Piano 2016 – 2018 saranno implementate le seguenti sottosezioni del sito web istituzionale:
    – monitoraggio tempi procedimentali,
    – controlli sulle imprese,
    – piano degli indicatori e risultati attesi di bilancio,
    – altri contenuti – Accessibilità e Catalogo di dati, metadati e banche dati.
    Degli esiti di tale attività si tiene conto nella Relazione che il RPCT è tenuto a predisporre in forza dell’art. 1, comma 4, della Legge.
    L’Autorità procede altresì alla rilevazione del numero di accessi alla sezione “Amministrazione Trasparente” del proprio sito istituzionale.

    8. Il Codice etico

    Tra le misure adottate dall’Autorità per prevenire la corruzione si annovera, come già ricordato, l’adozione del Codice etico. Le disposizioni ivi contenute si applicano ai dipendenti dell’Autorità (personale assunto con rapporto di lavoro subordinato a tempo indeterminato o determinato, nonché il personale in posizione di comando o distacco presso l’Autorità) e ai soggetti titolari di un rapporto di consulenza, di collaborazione o di altro rapporto comunque denominato che, a qualsiasi titolo, comporti la prestazione di opera, anche temporanea, presso l’Autorità, nonché, per quanto compatibili, ai prestatori di servizi e alle persone autorizzate a frequentare l’Autorità per effettuare periodi di praticantato, studi o ricerche. Inoltre, salvo diversa espressa previsione, le disposizioni del Codice si applicano anche al Presidente, ai Componenti e al Segretario Generale dell’Autorità. Si ricorda infine la nomina del Garante etico dell’Autorità, che assicura la corretta ed imparziale interpretazione ed applicazione delle disposizioni contenute nel Codice etico.

    9. La separazione tra organo istruttorio ed organo decisorio

    I processi e le attività poste in essere dall’Autorità sono concepiti in modo tale da non consentire che vi sia identità tra chi cura l’istruttoria del procedimento e chi assume la decisione finale. Per gli atti che sono adottati dal Consiglio, detta separazione è rinvenibile nel distinguo tra l’Ufficio competente, da un lato, che propone l’adozione di un determinato atto in coerenza con l’esito dell’istruttoria condotta, e il Consiglio, dall’altro, che adotta l’atto finale. Occorre tenere conto che la proposta viene altresì esaminata dal Segretario Generale, nella sua funzione di collegamento tra la struttura e il vertice dell’Autorità. A sua volta, l’attività dell’Ufficio competente vede, al suo interno, il coinvolgimento nell’attività di più figure: il Funzionario che di norma istruisce il procedimento, il responsabile del procedimento e il Dirigente responsabile dell’Ufficio, fermo restando che alcune di esse possano anche sovrapporsi tra di loro

    10 Il monitoraggio del rispetto dei tempi previsti dai principali procedimenti di competenza dell’Autorità

    Nel corso del 2016 è stato attivato il monitoraggio del rispetto dei tempi previsti dai principali procedimenti di competenza dell’Autorità, la cui responsabilità è attribuita ai Dirigenti responsabili dei diversi Uffici competenti. Il monitoraggio avviene attraverso la trasmissione di un report all’RPCT ed indicante:
    – il numero totale dei procedimenti;
    – i procedimenti per i quali non sono stati rispettati gli standard procedimentali dell’Autorità;
    – i procedimenti per i quali non sono stati rispettati i tempi di conclusione e la percentuale, rispetto al totale, dei procedimenti istruiti nel periodo di riferimento;
    – i procedimenti ad istanza di parte conclusi con provvedimenti semplificati, nei casi previsti dall’art. 2 della legge n. 241/90;
    – la segnalazione dei procedimenti per i quali l’istante ha dovuto integrare la documentazione prodotta al momento della presentazione dell’istanza e le motivazioni che hanno determinato la richiesta di integrazione istruttoria;
    – la segnalazione dei procedimenti per i quali non è stato rispettato l’ordine cronologico di trattazione;
    – la segnalazione di eventuali responsabilità al riguardo;
    – l’individuazione dei procedimenti per i quali è stato sollecitato e poi svolto il potere sostitutivo di cui alla previsione dell’art. 2, comma 9 bis della legge n. 241/1990;
    – le somme liquidate a titolo di indennizzo e/o di risarcimento per il ritardo del procedimento.
    L’RPCT pubblica sul sito dell’Autorità ogni sei mesi i report ricevuti nel semestre antecedente sul monitoraggio dei termini dei procedimenti.
    Rientrano tra le attività di monitoraggio, a titolo esemplificativo:
    1. la verifica dell’attuazione delle misure definite nel PTPC e del rispetto della tempistica prevista;
    2. l’esame delle segnalazioni di gravi irregolarità pervenute dai responsabili dei processi;
    3. l’esame e la verifica delle segnalazioni pervenute tramite il meccanismo del whistleblowing;
    4. la verifica dell’adeguatezza delle misure previste dal PTPC sulla base di eventuali segnalazioni pervenute al RPCT o degli esiti dell’attività di monitoraggio.
    Il RPCT riferisce al Consiglio dell’Autorità, entro il mese di settembre di ogni anno, sull’esito dell’attività di monitoraggio svolta nel primo semestre dell’anno e delle iniziative adottate e ogni qualvolta sia necessaria una tempestività nell’informazione non compatibile con le suddette scadenze.
    La relazione annuale predisposta dal RPCT entro il 15 dicembre di ogni anno, secondo quanto previsto dalla Legge, è presentata al Consiglio e pubblicata sul sito istituzionale.

    #1083

    Alessandra Toma
    Partecipante

    avete un piano molto dettagliato

    #1124

    Loredana Ottaviani
    Partecipante

    Il piano sembra molto dettagliato ma non ho le competenze necessarie per fornire suggerimenti.
    Solo 2-3 osservazioni:
    1) il corso di formazione di 6 ore in materia di prevenzione della corruzione e trasparenza aperto a tutto il personale, nelle giornate del 14 e 18 novembre 2017 andrebbe a mio avviso riproposto annualmente;
    2) positiva l’idea di organizzare “La giornata della trasparenza”, con l’organizzazione di FOCUS sulla materia in oggetto. Anche questa a mio avviso andrebbe riproposta annualmente;
    3) bisognerebbe domandarsi se l’assenza di segnalazioni alla casella di posta elettronica “anticorruzione@autorita-trasporti.it” sia dovuta al fatto che tutti abbiano un comportamento irreprensibile o piuttosto al fatto che con l’utilizzo di una casella di posta elettronica non venga garantito l’anonimato del segnalante. In quest’ultimo caso sarebbe più opportuno dotarsi di uno strumento di segnalazioni on-line che permetta di garantire l’anonimato.

    #1144

    Palma Guglielmo
    Partecipante

    Che dire del piano anticorruzione di Andrea? si tratta di un vero e professionale piano anticorruzione, pensato per un ente pubblico con una attenta analisi dei rischi

    #1150

    Valentina Alonzi
    Partecipante

    Concordo con i precedenti interventi, piano professionale e molto dettagliato.

    #1151

    Davide Buonomo
    Partecipante

    Devo essere sincero…l’ho letto in maniera molto veloce poiché troppo lungo e ricco di dettagli tecnici legati ad una sfera di impiego diversa da quella a cui appartengo.
    Ad ogni modo, a mio modo di vedere, il testo non risulta in linea con lo schema di Piano Anticorruzione Pratico definito dal MASTER. Mancano infatti gli obiettivi da raggiungere entro una data tempistica e le azioni tramite le quali raggiungerle.

    #1239

    Concettina Galante
    Partecipante

    Piano molto dettagliato e professionale come già messo in evidenza dai miei colleghi di corso

    #1246

    Carmen Zarra
    Partecipante

    Anche io ti chiederei lo sforzo di rendere più pratica l’esposizione e forse di specificare se in questo piano molto dettagliato ci sono margini per spunti creativi

    #1251

    Salvatore Communara
    Partecipante

    Di sicuro un piano dettagliato, articolato e ben fatto. Per quel poco che ho potuto leggere.

    #1258

    Gianpaolo Pirollo
    Partecipante

    Devo essere sincero, ho fatto uno sforzo immane per arrivare a leggerlo. Ovviamente non è il mio campo e mi risulta difficile suggerire dei miglioramenti. Tuttavia non credo sia in pianamente linea con quanto chiesto nel master, credo si debba puntare su qualcosa di “innovativo” e pratico. anche il miglior testo, se risulta poi difficilmente comprensibile alla massa, rischia di rimanere poco efficace.

    #1266

    Manuela Dagnino
    Partecipante

    Il piano è molto completo e dettagliato.
    Ritengo che potrebbe essere molto utile applicare a realtà amministrative differenti il sistema di monitoraggio del rispetto dei tempi procedimentali.

    #1273

    Diego Cipollina
    Partecipante

    Il piano è molto dettagliato ed articolato ed è redatto sulla falsariga di quelli attualmente vigenti nei vari enti. A mio avviso evidenzia indirettamente la necessità di individuare adeguate e moderne modalità di consultazione che agevolino di volta in volta la comprensione e la facile individuazione delle parti di interesse dei singoli dipendenti. Il piano dovrebbe sempre costituire un efficace ed agevole supporto di frequente consultazione per lo svolgimento delle attività. Il piano dovrebbe essere ideato (e realizzato) non più come un volume da sfogliare ma come uno strumento informatico che consenta una efficace ed agevole consultazione tramite l’ausilio di uno specifico software in grado di “dialogare” con gli altri in dotazione all’Ente. In tal modo il dipendente potrebbe agevolmente, tempestivamente ed in maniera appropriata accedere alle informazioni ritenute necessarie ed utili quali ad esempio le informazioni sulle risorse disponibili (dall’applicativo di gestione del bilancio), sulle tempistiche di attuazione (da quello di programmazione) le informazioni sulle norme e sulle prescrizioni da attuare in materia di anticorruzione (da quello dell’anticorruzione e per la trasparenza). La gestione informatizzata del piano agevolerebbe inoltre il periodico aggiornamento dello stesso nel momento in cui se ne rilevasse la necessità.

    #1288

    Serena Attanasio
    Partecipante

    Il piano riguarda l’ente in cui lavoro e, per quanto ho potuto leggere, è un ottimo piano ed integra in modo eccellente quanto prodotto e proposto al Consiglio dall’Ufficio Affari Generali Amministrazione e Personale. Molta attenzione viene dedicata agli obblighi di trasparenza e condivido pienamente l’impostazione di dare la più ampia informazione in merito a tutte le attività dell’Autorità. Forse mi aspettavo di leggere, come Carmen, degli spunti creativi e di più ampio respiro. Come segnalato da altro collega, ritengo che la casella di posta dedicata alle segnalazioni di whistleblowing, e solo su canale interno, non sia strumento sufficiente secondo quanto previsto dalla normativa vigente e sottolineato da Anac, in quanto non consente anche agli esterni (dipendenti di affidatari di appalti) di segnalare condotte illecite.

    #1318

    Nicoletta Palombo
    Partecipante

    piano dettagliato e completo. per quanto mi riguarda l ho trovato eccessivamente lungo.

    #1349

    Francesco Curcio
    Partecipante

    Piano fin troppo dettagliato, dopo le prime pagine mi sono “perso”

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