Questo argomento contiene 4 risposte, ha 5 partecipanti, ed è stato aggiornato da  Michele Badalucco 3 giorni, 22 ore fa.

Stai vedendo 5 articoli - dal 1 a 5 (di 5 totali)
  • Autore
    Articoli
  • #2889

    Luigi Cirillo
    Partecipante

    PROBLEMA
    Ad oggi il modello corruttivo italiano è di tipo “pulviscolare”; esso è differente da quello di Tangentopoli registrato negli anni novanta. Invero le mazzette che ad oggi circolano sono per di più di piccolo calibro rispetto al passato; tuttavia il denaro continua a rappresentare il principale strumento dell’accordo illecito (48%) ma si ricorre sempre più ad altre contropartite non convenzionali.
    In particolare, il posto di lavoro si configura come una delle monete di scambio più gradite (13%), soprattutto al Sud; si “vendono” l’assunzione di coniugi, congiunti o soggetti comunque legati al corrotto. A seguire, l’assegnazione di prestazioni professionali (11%, sotto forma di consulenze, ristrutturazioni edilizie, riparazioni, servizi di pulizia, trasporto mobili, lavori di falegnameria, giardinaggio, tinteggiatura, prestazioni sessuali…). Infine, vi sono le regalie di vario tipo, che vengono concesse nel 7% degli episodi. Il 74% dei casi registrati nel triennio hanno riguardato appalti pubblici.
    Come tentare di risolvere il problema? Attraverso alcuni fattori fondamentali: TRASPARENZA, DIGITALIZZAZIONE, FORMAZIONE, SENSIBILIZZAZIONE.
    Ad oggi il modello corruttivo italiano è di tipo “pulviscolare”; esso è differente da quello di Tangentopoli registrato negli anni novanta. Invero le mazzette che ad oggi circolano sono per di più di piccolo calibro rispetto al passato; tuttavia il denaro continua a rappresentare il principale strumento dell’accordo illecito (48%) ma si ricorre sempre più ad altre contropartite non convenzionali.
    In particolare, il posto di lavoro si configura come una delle monete di scambio più gradite (13%), soprattutto al Sud; si “vendono” l’assunzione di coniugi, congiunti o soggetti comunque legati al corrotto. A seguire, l’assegnazione di prestazioni professionali (11%, sotto forma di consulenze, ristrutturazioni edilizie, riparazioni, servizi di pulizia, trasporto mobili, lavori di falegnameria, giardinaggio, tinteggiatura, prestazioni sessuali…). Infine, vi sono le regalie di vario tipo, che vengono concesse nel 7% degli episodi. Il 74% dei casi registrati nel triennio hanno riguardato appalti pubblici.
    Come tentare di risolvere il problema? Attraverso alcuni fattori fondamentali: TRASPARENZA, DIGITALIZZAZIONE, FORMAZIONE, SENSIBILIZZAZIONE.

    Destinatari diretti: dipendenti pubblici.

    Destinatari indiretti: privati cittadini.

    Obiettivo 1: TRASPARENZA: Potenziamento della BDNCP, fare in modo che sia uno strumento fondamentale per la verifica dei contratti pubblici delle risorse impiegate dalle amministrazioni e della loro utilità.
    Potenziamento della sezione AMMINISTRAZIONE TRASPARENTE dei siti delle P.A.; fare in modo che chiunque, soprattutto i privati cittadini “non del mestiere”, siano in grado di comprendere l’utilità pubblica di quel procedimento amministrativo, se è efficiente in termini economici, se è realmente indispensabile.
    Fornire agli utenti dati SINTETICI e CHIARI indicare degli obiettivi di spesa e rendicontarne periodicamente l’andamento.

    Obiettivo 2: DIGITALIZZAZIONE: L’informatizzazione costituisce una misura fondamentale per la prevenzione della corruzione e per la trasparenza. È fondamentale avere una tracciabilità informatica di tutti i procedimenti attraverso la digitalizzazione dei processi e la dematerializzazione dei documenti.

    Obiettivo 3: FORMAZIONE: Valorizzazione di tutto il personale coinvolto nelle fasi del procedimento che portano alla stipulazione di un appalto pubblico. Fare in modo che il pubblico dipendente abbia gli strumenti per essere pienamente consapevole delle sue azioni e dell’impatto che esse hanno sull’ente pubblico in particolare e sulla società in generale.
    La formazione deve riguardare tutti i soggetti che partecipano, a vario titolo, alle fasi del procedimento amministrativo atto alla stipulazione di contratti pubblici. Inoltre, è essenziale che ogni dipendente sia ben consapevole di cosa sia la corruzione, quali sono i danni che essa arreca alla società e quali sono i rischi per i corruttori e corrotti.

    Obiettivo 4: SENSIBILIZZAZIONE dei privati cittadini: renderli consapevoli del ruolo attivo che essi possono avere nel contrasto alla corruzione anche attraverso l’utilizzo dell’accesso civico e del controllo diffuso. Comunicazione di massa attraverso giornali, telegiornali, social network ecc sulla loro partecipazione attiva nel procedimento della P.A.

    Azione 1: Creazione sul sito dell’ente pubblico di una sezione apposita nella quale vengano inseriti documenti consultabili da chiunque, nel quale sono elencati:
    1. Tutti i contratti pubblici stipulati con la loro durata, l’importo ed il nominativo degli operatori economici;
    2. tutte le risorse impiegate rispetto alle prestazioni (lavori servizi e forniture) eseguite.
    3. Tutte le risorse impiegate negli ultimi 10 anni per le medesime prestazioni (lavori, servizi e forniture) in modo tale da consentire il confronto con gli anni precedenti.
    Tempo di realizzazione: 6 mesi.

    Azione 2: INFORMATIZZAZIONE, Dematerializzazione dei documenti cartacei a favore dei documenti digitali, sostituzione della firma autografa a favore della firma digitale, utilizzo delle sole piattaforme certificate per l’affidamento degli appalti pubblici;
    Creazione di un programma informatico nel quale si tiene traccia di tutto il procedimento (dalla richiesta di acquisto sino alla fase di affidamento).
    Tempo di realizzazione: 6 mesi.

    Azione 3: FORMAZIONE CONTINUA DEL PERSONALE:
    Adozione di un codice di comportamento indicando i fattori di rischio della corruzione e delle regole etiche che ogni dipendente deve rispettare; Verifica dell’assimilazione di tali norme attraverso l’invio ai dipendenti di un questionari periodici.
    Tempo di realizzazione: 6 mesi.

    Azione 4: COMUNICAZIONE DI MASSA: Invito a tutti i privati cittadini attraverso la comunicazione di massa (giornali, telegiornali social network) ad utilizzare gli strumenti messi a disposizione dall’azione n. 1 ed ad effettuare un controllo diffuso delle risorse impiegate dalla pubblica amministrazione.
    Tempo di realizzazione: 6 mesi.

    #2890

    Veronica Valenti
    Partecipante

    Ciao Luigi,
    Condivido pienamente i contenuti della tua proposta.
    Vorrei solo fare una puntualizzazione dettata dalla mia , seppur breve, esperienza nelle stazioni appaltanti della Pa.
    La formazione deve essere sicuramente un obiettivo da perseguire strenuamente, ma penso che ciò non sia sufficiente se non accompagnata da una corretta allocazione delle risorse umane in servizio presso gli enti.
    In altri termini, perché la formazione sia proficua, occorre che alla stazione appaltante venga adibito personale con esperienza già maturata nel settore della contrattualistica pubblica.
    Infatti, la gestione degli appalti pubblici richiede una competenza trasversale, che va dal diritto civile, al diritto amministrativo , passando per il diritto penale e il diritto contabile.

    #2939

    Alessandro Rauti
    Partecipante

    Ciao Luigi,
    il tuo piano analizza in modo chiaro la problematica della corruzione e le soluzioni proposte sono ben strutturate. A mio avviso è necessario concentrarsi molto sul ruolo dei cittadini, per creare quella “cittadinanza attiva” capace innescare un circolo virtuoso in grado di ridurre il fenomeno corruttivo. Condivido anche il parere di Valeria, nel quale ha evidenziato il problema di una non corretta allocazione del personale, ma ha anche sottolineato l’importanza della trasversalità delle competenze necessarie per un lavoro più efficiente.

    #2940

    Rita Saiu
    Partecipante

    Ciao,
    sono Rita alias lo studente Paperino.
    L’argomento che esponi tocca la mia sensibilità perché io ho vissuto la Tangentopoli anni 90 del secolo scorso di cui tu parli. L’ho vissuta da dentro: la cosiddetta “madre di tutte le tangenti”, l’affare ENIMONT, la Tangentopoli della Chimica (come la chiamo io). Per questo ti dico che NO: si trattava di un fenomeno corruttivo pulviscolare ( di microcorruzione) che permeava la politica, la classe politica fatta di persone corrotte. Dalla politica si allargava in modo tentacolare sulle aziende.

    #2976

    Michele Badalucco
    Partecipante

    Buona sera Luigi. Il tema trattato penso sia fra i più caldi che il legislatore tenta di affrontare con gli strumenti di cui dispone. Il D.lgs. n. 36/2023 ne è un esempio. La trasparenza forse è l’unico modo per riuscirci, oggi. La creazione di una coscienza etica generalizzata (anche solo denunciare gli abusi senza ritorsioni o l’aspettativa che ci saranno) tra gli operatori della PA, i cittadini, gli OE, è da trent’anni che l’aspetto e sebbene, a sensazione, siamo migliorati, mi sembra un percorso assai lento. Ciò che a mio avviso purtroppo, ha funzionato di più è la certezza della pena o di essere scoperti/valutati che induce alla correttezza, sia pure solo formale che spesso si tramuta anche in sostanziale, che altro. Benvenga dove è possibile digitalizzare e rendere snello e “rigido” un processo di analisi senza però dimenticare l’importanza dell’uomo che ad oggi sa valutare meglio di un algoritmo; può perseguire quindi meglio quegli aspetti che servono di più, il principio di efficacia ne è un esempio.

Stai vedendo 5 articoli - dal 1 a 5 (di 5 totali)

Devi essere loggato per rispondere a questa discussione.