Questo argomento contiene 3 risposte, ha 4 partecipanti, ed è stato aggiornato da  Maurizio Grasso 2 anni, 9 mesi fa.

Stai vedendo 4 articoli - dal 1 a 4 (di 4 totali)
  • Autore
    Articoli
  • #2334

    Problema: I piani anticorruzione sono vissuti all’interno della nostra organizzazione come mero adempimento formale, con scarso coinvolgimento dei dipendenti. Lascia perplessi soprattutto la scarsa partecipazione dei funzionari e degli impiegati dell’ufficio appalti in fase di “risk assessment” e redazione.
    La corruzione è complessivamente assimilata ad una condotta legalmente illecita, con minima considerazione per tutte quelle zone grigie che non rappresentano fattispecie giuridicamente perseguibili, bensì esempi di maladministration. Forme di gestione “al limite” di concorsi pubblici e gare d’appalto non vengono percepite per la loro gravità e per i loro effetti deleteri, in quanto non penalmente rilevanti.
    Si rileva inoltre come per la maggior parte dei dipendenti dell’Ente l’unico momento di riflessione sul tema della corruzione sia rappresentato da 4 ore annue di formazione, vissute più come adempimento formale che come occasione di crescita e miglioramento (individuale, collettivo e dell’organizzazione).

    Destinatari diretti: dipendenti pubblici

    Destinatari indiretti: imprenditori, associazioni, istituzioni

    >Obiettivi
    Obiettivo 1: Consapevolezza: generare nei dipendenti e funzionari dell’Ente una nuova consapevolezza relativa alla problematica della corruzione, andando ad indentificare una definizione maggiormente ampia del concetto, volta ad abbracciare non solo le condotte illecite, ma anche i casi di cattiva amministrazione, che di per sè non costituiscono fattispecie penali

    Obiettivo 2: Coinvolgimento: il dipendente/funzionario passa da spettatore passivo a contributore attivo nell’individuazione delle problematiche e delle possibili azioni risolutive. Nella redazione del Piano Anticorruzione, l’esperienza diretta dei dipendenti deve costituire un punto di partenza fondamentale, affinché le azioni intraprese possano essere calate nella realtà quotidiana nella quale è inserita l’azione del nostro Ente pubblico

    Obiettivo 3: Comunicazione e Attività di rete: le azioni definite all’interno del Piano devono essere comunicate e appropriatamente condivise nella comunità locale di riferimento. Il contributo degli Enti del Terzo settore e degli imprenditori diventa fondamentale per sviluppare un sistema di feedback e riscontri che rendano possibile l’aggiustamento e lo sviluppo dei Piani rispondenti alle esigenze del contesto entro il quale si colloca l’attività dell’Ente

    Azione 1 (riferita a obiettivo 1)
    Formazione per la condivisione di una nuova definizione di corruzione nello svolgimento della funzione pubblica, al fine di accrescere la consapevolezza circa il concetto di maladministration e le tutele per i wistelblower
    TEMPO: 24 ore di formazione iniziale seguite da giornate di 8 h a cadenza semestrale

    Azione 2 (riferita a obiettivo 2)
    Brain storming collettivi e interviste individuali con i dipendenti attivi nelle aree di attività dell’Ente maggiormente esposte al “rischio corruzione” al fine di sviluppare un Piano veramente rispondente alle problematiche vissute
    TEMPO: 2 settimane per la raccolta di interviste a gennaio di ogni anno, seguite da 1 giornata
    di brainstorming collettivo

    Azione 3 (riferita a obiettivo 3)
    Organizzazione di tavole rotonde con i rappresentati del mondo imprenditoriale e del terzo settore, affinché l’Ente possa condividere le proprie strategie di lotta alla corruzione, e affinché le problematiche riscontrate da chi partecipa a bandi e procedure selettive possano essere adeguatamente considerate. E’ infatti importante mantenere attivo un canale di confronto con la società civile al fine di non perdere il contatto con la realtà e non trasformarsi in un’Amministrazione dissociata dal Paese reale
    TEMPO: organizzazione di incontri di 4h a cadenza trimestrale con possibilità per gli Enti e le persone coinvolte di integrare odg e proporre temi di confronto

    #2434

    Barbara Giannaccini
    Partecipante

    Generare nei dipendenti e funzionari dell’Ente una nuova consapevolezza relativa alla problematica della corruzione, andando ad indentificare una definizione maggiormente ampia del concetto, volta ad abbracciare non solo le condotte illecite, ma anche i casi di cattiva amministrazione, che di per sè non costituiscono fattispecie penali
    è un aspetto che deve essere disseminato poichè per molti una amministrazione approssimativa non illecita esula dal concetto di corruzione.
    Azioni Formazione amministrativa e in trasparenza e anticorruzione mappatura dei processi procedimenti- digitalizzazione

    #2438

    Elisa Rotelli
    Partecipante

    Ho trovato interessante le proposte di soluzione, in particolare l’azione 2. Si potrebbero organizzare anche dei gruppi di lavoro, coordinati da uno o più formatori, che simulino situazioni concrete di lavoro, in cui è necessario trovare soluzioni ai problemi. E’ infatti durante la pratica di lavoro che emergono errori di valutazione, comportamentali e atteggiamenti non appropriati, che potrebbero essere corretti in queste sessioni di simulazione.
    Elisa

    #2449

    Maurizio Grasso
    Partecipante

    Le azioni propositive finalizzate al rilancio (anche dell’immagine) della Pubblica Amministrazione non possono che trovarmi concorde. Mi piace particolarmente il concetto di CONSAPEVOLEZZA fondamentale in un processo di ripartenza e rilancio. E’ assolutamente tempo di comprendere che la corruzione non è necessariamente un fatto penalmente rilevante ma anche uno stile comportamentale, un fatto di costume, una cultura.
    Altrettanto rilevante è il COINVOLGIMENTO, rendere tutti parte attiva nel processo di analisi del rischio corruzione certamente consente la redazione di un Piano più aderente alla realtà dell’Ente.
    Condivido le soluzioni adottate, prevedendo un “piano di valutazione della performance” che consenta di rendere tutti partecipi degli obiettivi raggiunti, ma anche degli eventuali errori commessi e delle soluzioni adottate. Dall’analisi collettiva degli eventi possono emergere infatti utili spunti o suggerimenti per il miglioramento delle procedure e per la prevenzione di errori futuri.

Stai vedendo 4 articoli - dal 1 a 4 (di 4 totali)

Devi essere loggato per rispondere a questa discussione.