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Questo argomento contiene 15 risposte, ha 16 partecipanti, ed è stato aggiornato da Nicoletta Palombo 4 anni, 11 mesi fa.
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ottobre 27, 2019 alle 5:53 pm #941
TITOLO: “Se la lotta alla corruzione è la domanda, la cultura dell’etica è la risposta”
DESTINATARIO: dipendenti pubblici, imprenditori, ordini professionali, politici, istituzioni, mass media, studenti delle scuole ogni ordine e grado
Problema
La lotta alla corruzione costituisce una delle principali sfide mondiali. La corruzione rappresenta un grande ostacolo allo sviluppo sostenibile e alle democrazie. Le misure di controllo interno non riguardano solo le istituzioni ma anche le imprese che ultimamente sono sempre più interessate dalla valutazione delle questioni etiche e di integrità.
In Italia, in particolare, a partire dal 2012, con l’approvazione ed i successivi miglioramenti della legge anticorruzione, si è scelto di agire a livello normativo con l’istituzione di un’autorità ad hoc, con l’introduzione del concetto di analisi dei rischi anche nel settore pubblico, con la reintroduzione del reato di falso in bilancio, e da ultimo con le norme l’assenteismo nella Pubblica Amministrazione.
Questi seppur meritevoli miglioramenti, a mio avviso, non sono ancora sufficienti per contrastare l’operato di corrotti e corruttori.
La tematica della corruzione e della cattiva amministrazione del danaro pubblico rivolge quasi sempre la sua attenzione al comportamento dei singoli (il malaffare del singolo politico messo in risalto da un’indagine della magistratura), ma raramente incide e fa luce sulle tematiche di contesto. Eppure, è proprio nel sottobosco delle regole confuse, contraddittorie e della scarsa trasparenza che le tendenze più dannose trovano il loro terreno fertile.
OBIETTIVO 1 Educare la cittadinanza, in particolare i giovani, insegnando la cultura dell’etica e della legalità
OBIETTIVO 2 Dare attuazione alle norme sulla trasparenza: accrescere il controllo diffuso
OBIETTIVO 3 Non solo reprimere determinate condotte, ma valorizzare i “buoni comportamenti”.AZIONE 1 (riferita a OBIETTIVO 1) – TEMPO 1 ANNO
Nelle scuole di ogni ordine e grado, all’interno dell’ora di educazione civica, da poco reintrodotta con la legge n. 92 del 20 agosto 2019, far conoscere agli studenti i principi fondanti il proprio paese e presenti nella Carta costituzionale. Nella Costituzione non ricorre la parola “etica” in modo esplicito, ma questo valore è immanente, anche nella Carta costituzionale, perché non è immaginabile un Paese democratico che non si ispiri ad una morale ferrea. Ecco perché, salvo qualche rara eccezione (l’art. 97 prescrive “…il buon andamento e l’imparzialità dell’Amministrazione”; l’art. 54 impone ai cittadini, cui sono affidate funzioni pubbliche, di adempierle con disciplina e onore), di etica non si parla esplicitamente, ma risulta chiaro e pacifico che una democrazia corrotta non è una democrazia e la caduta dei valori morali incide necessariamente su tutto il sistema delineato dalla Costituzione. In questo senso, gli insegnanti debbono trasmettere il valore della legalità, che non si esprime solo con l’obbligo di rispettare le leggi (art. 54), ma in esso è incluso il dovere di ogni cittadino di comportarsi civilmente, rispettando gli altri soggetti e gli altri valori, ancorché non ci sia un’espressa sanzione. Durante le lezioni occorre che sia messa in atto una corretta comunicazione ed un “sano” marketing delle politiche anticorruzione che faccia leva sul disvalore dei fatti corruttivi e rafforzi la consapevolezza del peso economico che essi determinano sulle componenti sane della società che ne sopportano costi e danni diretti ed indiretti.
AZIONE 2.1 (riferita a OBIETTIVO 2) TEMPO 1 ANNO
Cantone, in un intervento davanti a degli studenti universitari ha detto: “La corruzione può essere vinta soprattutto attraverso il controllo dei cittadini. La corruzione è molto minore negli stati in cui è attiva la società civile e c’è una stampa libera che fa emergere gli scandali, perché non bastano la magistratura e le forze dell’ordine”. In quest’ottica occorre far conoscere ai cittadini la propria possibilità di esercizio del “controllo diffuso”. Il d.lgs. n. 97 del 2016 ha ampliato la nozione e la portata del principio di trasparenza, ora declinato come «accessibilità totale dei dati e documenti detenuti dalle pubbliche amministrazioni», finalizzata non soltanto «a favorire forme diffuse di controllo sul perseguimento delle funzioni istituzionali e sull’utilizzo delle risorse pubbliche», ma anche a garantire una maggiore tutela dei diritti dei cittadini e a promuovere la partecipazione dei medesimi allo svolgimento dell’attività amministrativa (art. 1, comma 1, d.lgs. n. 33 del 2013). Tale possibilità non è conosciuta ed ancora insito nel cittadino il sentimento di “soggezione” rispetto alle decisioni prese dalla pubblica amministrazione. Sui siti delle pubbliche amministrazioni debbono essere chiaramente riportati, nelle home page, gli strumenti messi a disposizione dalla normativa vigente in materia di accesso civico, con link chiari e facilmente individuabili. A volte è davvero difficile trovare le pagine di Amministrazione trasparente e molto spesso i dati presenti non sono aggiornati.
AZIONE 2.2(riferita a OBIETTIVO 2) TEMPO 1 ANNO
Occorre attivare un maggiore controllo dei dati pubblicati nella sezione “Amministrazione trasparente”. La “Bussola della Trasparenza” è strumento operativo messo a disposizione dalla Presidenza del Consiglio – Dipartimento della Funzione Pubblica ma registra unicamente l’esistenza della sezione “Amministrazione trasparente” e delle relative sotto-sezioni, ma non rileva se, al loro interno, sono presenti contenuti. Secondo quanto già specificato nella delibera CIVIT-ANAC n. 50/2013, § 3, l’unico strumento idoneo ad attestare l’avvenuta pubblicazione dei dati, delle informazioni e dei documenti oggetto di specifici obblighi di trasparenza è l’attestazione predisposta dagli Organismi indipendenti di valutazione (o da strutture analoghe), fatti salvi naturalmente i poteri di controllo dell’A.N.A.C. Il procedimento sanzionatorio di competenza in capo ad Anac riguarda solo le fattispecie sanzionatorie di cui all’art. 47 del decreto legislativo 14 marzo 2013, n. 33. L’inadempimento degli obblighi di pubblicazione previsti dalla normativa vigente e il rifiuto, il differimento e la limitazione dell’accesso civico costituiscono invece elemento di valutazione della responsabilità dirigenziale, eventuale causa di responsabilità per danno all’immagine dell’amministrazione e sono valutati ai fini della corresponsione della retribuzione di risultato e del trattamento accessorio collegato alla performance individuale dei responsabili. A tal proposito a mio avviso gli strumenti sanzionatori previsti in materia di trasparenza non sono incisivi e non sono un valido deterrente rispetto alle condotte omissive. Occorre prevedere un regime sanzionatorio più severo, in analogia a quanto previsto in materia di appalti, dall’art. 213 comma 13 del D.lgs. 50/2016.
AZIONE 3 (riferita a OBIETTIVO 3) TEMPO 1-2 ANNI
Questa azione riguarda direttamente il dipendente pubblico. Sarebbe infatti auspicabile l’introduzione nel sistema di valutazione della performance dei meccanismi premianti in relazione alle “buone condotte”. Nell’ambito della valutazione della prestazione del dipendente pubblico, prevista dal D.Lgs. n. 150/2009 e s.m.i., una particolare attenzione deve essere dedicata non solo agli obiettivi raggiunti, ma ai comportamenti effettivamente dimostrati dal valutato nello svolgimento delle attività di propria competenza. Deve divenire premiante non solo il “cosa”, ma il “come” vengono svolti i compiti richiesti, tenendo conto del ruolo ricoperto. Difficile è da “misurare” la capacità etica e pertanto occorre individuare degli indicatori il più possibile oggettivi. Tra gli indicatori da tenere in considerazione, si propone di introdurre: l’attenzione all’economicità della propria attività, intesa come capacità di utilizzare in modo efficiente le risorse a disposizione raggiungendo in modo efficace i propri obiettivi; il rispetto del codice di comportamento e l’attenzione dedicata agli obblighi in materia di trasparenza e di accesso civico.novembre 9, 2019 alle 1:26 pm #983Condivido la necessità di modifica e di aggiornamento della normativa in materia di trasparenza d. Lgs. 33/2013, intesa come obblighi di pubblicazione di dati e di documenti della Pa.
Oltre all’aspetto sanzionatorio, occorre puntare sulla semplificazione di questi obblighi visto che i dati e i documenti sono pubblicati in favore dei cittadini e non solo per esperti in materia o del settore.
Da semplificare, in primo luogo, la struttura del portale amministrazione trasparente per agevolare la ricerca degli stessi e, in secondo luogo, favorendo la pubblicazione sui propri siti attraverso link alle banche dati ufficiali (es. BDAP per i bilanci preventivi e consuntivi delle pa).novembre 19, 2019 alle 7:25 pm #1002Trovo interessante quest’impostazione in quanto può essere applicata a qualunque tipo di Amministrazione pubblica e al contesto sociale in cui essa opera. E’ importante diffondere tra i cittadini, soprattutto giovani principi di una sana convivenza civile che portani le persone facenti parte di una comnunità, ad adottare comportamenti e atteggiamenti nel rispetto degli altri e delle regole di vita, come ad esempio: il pagare le tasse, il non ritenere tollerabile farsi raccomandare per avere un lavoro, il non guidare dopo aver bevuto etc.
Condivido che la sezione Amministrazione trasparente dovrebbe essere maggiormente accessibile e contenere dati aggiornati.
Inoltre, a mio parere la Pubblica Amministrazione dovrebbe essere ancora “più trasparente” ovvero fornire dati in formato aperto in termini di contributi, sovvenzioni erogati, tempi di pagamento etc. (che sono previsti ma alle volte non sono pubblicati).
Per quanto riguarda l’Azione 3 la presenza di meccanismi premianti sia economici sia non monetari potrebbe incentivare i dipendenti pubblici ad essere maggiormente motivati. La gratifica personale crea uno stimolo a lavorare meglio e a diminuire fenomeni di maladmistration.novembre 20, 2019 alle 5:24 pm #1013Ritengo che educare i cittadini alla cultura della legalità e del senso civico sia un aspetto fondamentale. Però, come ho osservato nel mio piano anticorruzione, i tempi per assimilare tali principi sono lunghi, non è sufficiente l’educazione scolastica se il contesto familiare e sociale è di diverso avviso.
In merito all’obiettivo 2 la mancata o incompleta attuazione degli obblighi di trasparenza avviene grazie alla consapevolezza dei soggetti responsabili di non essere controllati. Il problema quindi non è solo dell’entità della sanzione ma anche quello dei controlli.
Condivido la necessità di valorizzare i buoni comportamenti il problema è che spesso non vi sono criteri oggettivi di valutazione e spesso si verifica che i dipendenti premiati non sempre sono i più capaci
novembre 25, 2019 alle 4:36 pm #1071E’ vero che gli obblighi di trasparenza non sono sempre compiutamente attuati ed è vero che un sistema sanzionatorio di natura pecuniaria in analogia a quanto previsto in materia di appalti, dall’art. 213 comma 13 del D.lgs. 50/2016 sarebbe più efficace ma questo comporterebbe una revisione normativa non so di quanto facile attuazione. Sono d’accordo con Palmina molte lacune o omissioni sono dovuti alla consapevolezza che è veramente difficile attuare un controllo concreto degli obblighi di pubblicazione.
novembre 25, 2019 alle 5:11 pm #1073La diffusione della cultura dell’etica nelle scuole è un passo fondamentale per favorire la crescita delle nuove generazioni con valori improntati alla legalità e correttezza “a tutto tondo”. A mio parere fin dalle scuole primarie (se non anche dalle scuole dell’infanzia) è possibile indirizzare i bambini di oggi (adulti di domani) verso una cultura etica. Questo si collega con il secondo obiettivo che si pone Serena: “istruire” le nuove generazioni permetterà in futuro anche un maggiore controllo da parte della cittadinanza. Purtroppo per realizzare ciò ci vorranno anni. Nel frattempo bisogna insistere sulla corretta pubblicazione da parte delle pubbliche amministrazioni di tutti i documenti che devono essere resi pubblici, rendendoli anche facilmente accessibili alla cittadinanza.
L’introduzione di meccanismi premianti per i dipendenti pubblici potrebbe incentivare il “buon operato” del pubblico dipendente anche se, a mio avviso, non in modo così sostanziale (“chi razzola male” continuerà purtroppo a farlo indipendentemente dall’esistenza o meno di fattori premianti).novembre 25, 2019 alle 10:15 pm #1074Condivido la necessità di diffondere la cultura etica già dall’età scolastica. La cultura è sicuramente il miglior antidoto alla corruzione. Trovo molto interessante l’idea di introdurre una diversa modalità di valutazione della performance basata non solo sulla quantità ma anche, e soprattutto, sulla qualità del servizio reso all’amministrazione.
- Questa risposta è stata modificata 4 anni, 11 mesi fa da Valentina Alonzi.
novembre 26, 2019 alle 12:55 pm #1110e’ certamente una buona ricetta ed un progetto che sembra condiviso da tutti noi. la visione c’è, probabilmente, costruendo mattone dopo mattone una collaborazione efficace che dal piccolo arrivi al grande, potremmo contribuire a regalare una realtà migliore.
novembre 28, 2019 alle 3:28 pm #1172Credo che l’aspetto della trasparenza sia di fondamentale importanza, ma prevedere un sistema di regole più severo in delle strutture amministrative con fortissime carenze di personale, finirebbe per penalizzare ingiustamente anche i funzionari più corretti. Dalle info in mio possesso, si verifica che in alcune Stazioni Appaltanti, addirittura il mercato degli appalti superiori ai 40.000 euro sia gestito da una sola Persona. In tal contesto, anche per il più competente, corretto, veloce degli amministratori risulta difficile rispettare le tempistiche di pubblicazione degli atti. A mio avviso, dunque, se si vuole effettivamente riformare la P.A. in positivo, occorrerebbe prima effettuare delle assunzioni mirate di Personale competente e solo successivamente pensare alle modalità sanzionatorie. E’ impensabile farsi curare da un meccanico, giusto? Allora mi chiedo perché nel procurement od in altri settori vi sia personale non specializzato, senza competenze e non qualificato.
Come evidenziato da Palma, e anche da me in altri commenti, è difficile far aprire le menti dei bambini/ragazzi se gli adulti la sera dicono l’esatto contrario di ciò che si è studiato a scuola. Pensiamo ad esempio a cosa sono costretti a sopportare gli insegnanti a scuola, nei rapporti con le famiglie (denunce, aggressioni ecc…). Ormai anche a scuola vi è l’appiattimento dei voti e quasi non si boccia più. Bisognerebbe, dunque, sì educare i bambini (futuri adulti), ma anche educare gli adulti di oggi attraverso i media.novembre 28, 2019 alle 8:48 pm #1191Condivido la necessità dello sviluppo di un sistema realmente premiante nei confronti dei colleghi che hanno raggiunto obiettivi nel rispetto del principio di economicità. Alla valutazione si dedica tuttora poco tempo e scarsa attenzione.
Per quanto riguarda le norme sulla trasparenza, se non si rivedono le strutture di molti siti di enti pubblici, l’adempimento alla normativa rischia di diventare un lavoro del tutto inutile perché spesso il cittadino non è in grado di reperire agevolmente le informazioni di suo interesse. Ancora una volta prevale la logica dell’adempimento e non la logica della ricerca della ratio della normativa.novembre 29, 2019 alle 1:14 pm #1230condivido l’idea di attuare un maggior controllo sui dati pubblicati nella sezione “Amministrazione trasparente”, prevedendo meccanismo premiali e di tutela per i dipendenti che rilevano criticità in merito: sarebbe anche possibile prevedere un sistema di denuncia delle violazioni ad ANAC
novembre 29, 2019 alle 9:17 pm #1255Condivido la necessità di diffusione di una cultura dell’etica fin dall’età scolastica così come la necessità di prestare maggior attenzione agli adempimenti sulla trasparenza.
Mi associo, però, a quanto scritto da Davide.
Un regime sanzionatorio più severo potrebbe essere previsto soltanto se le Amministrazioni fossero dotate di un’adeguata organizzazione in termini di risorse umane. Ma così non è.
In caso di carenza del personale (ipotesi molto diffusa soprattutto nelle piccole realtà territoriali) è oggettivamente impossibile riuscire ad adempiere in maniera tempestiva agli obblighi sulla trasparenza, quindi, un inasprimento delle sanzioni in tali casi potrebbe rivelarsi ingiusto.novembre 30, 2019 alle 10:00 am #1261Sono particolarmente d’accordo sulla necessità di premiare i dipendenti pubblici virtuosi (obiettivo 3) sia per quanto fanno sia per come lo fanno. Troppo spesso vi è un appiattimento, una valutazione omogenea, come se tutti i dipendenti fossero allo stesso livello. Non è così! I migliori vanno premiati soprattutto da un punto di vista economico (anche se siamo nel pubblico).
novembre 30, 2019 alle 10:49 am #1264Condivido pienamente l’impostazione del piano ed in particolare l’azione 2 intesa ad implementare la trasparenza mediante un maggiore coinvolgimento dei cittadini nell’esercizio di forme di controllo diffuso. Ritengo che tali forme di controllo diffuso possano essere utilizzate come indicatori di maladministration ma anche in sede di valutazione dei comportamenti e dell’operato dei pubblici dipendenti (cfr. Azione 3).
novembre 30, 2019 alle 1:15 pm #1274Il piano evidenzia la necessità di affrontare il valore dell’Etica che coinvolge necessariamente il tema della cittadinanza e dei doveri dei cittadini prima ancora che diventino dipendenti pubblici. E’ un tema complesso che va probabilmente oltre i limiti di un piano anticorruzione ma che evidenzia alcuni priorità che un adeguato piano anticorruzione e per la trasparenza non può non affrontare e gestire.
Mi riferisco in particolare all’esigenza di definire adeguate procedure di selezione, di formazione e di aggiornamento del personale oltre che di adeguata qualificazione dell’Ente in coerenza con quanto definito dall’art. 38 del codice. -
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