HOME Forum Proposta di un piano anticorruzione (creativo e partecipato) SESTO ANNO So cosa serve alla mia Amministrazione!

Questo argomento contiene 3 risposte, ha 4 partecipanti, ed è stato aggiornato da  Nadia Tecco 2 anni, 9 mesi fa.

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  • #2332

    Vincenzo Elefante
    Partecipante

    PROBLEMA: nella fase di programmazione e progettazione degli appalti, non solo presso amministrazioni particolarmente complesse ma anche in realtà più “piccole”, può accadere che il funzionario faccia solo una limitata e parziale analisi del mercato di riferimento per definire le esigenze acquisitive della propria Amministrazione. Ciò può condurre ad interpellare, per la redazione della documentazione tecnica da porre a base di gara, un solo operatore economico che “aiuta” il funzionario a predisporre le specifiche tecniche, ottenendo, di fatto, un ingiusto vantaggio concorrenziale.

    DESTINATARI DIRETTI: dipendenti pubblici, funzionari incaricati di curare le fasi di programmazione e progettazione degli appalti.

    DESTINATARI INDIRETTI: imprenditori, cittadini.

    OBIETTIVI:
    1. aumentare la conoscenza dei fenomeni potenzialmente distorsivi della concorrenza nella programmazione e progettazione degli appalti;
    2. conoscere e comprendere gli “indicatori di rischio corruttivo negli appalti pubblici” predisposti da ANAC;
    3. ridurre il fenomeno delle gare “ad offerta singola” o di “esclusione di tutte le offerte tranne una”.

    AZIONI:
    1. Avviare un piano di comunicazione e di informazione, del tipo “pubblicità progresso”, da veicolare tramite brevi spot televisivi da trasmettere anche su reti televisive locali per far conoscere il fenomeno della “maladministration” nella fase pre-aggiudicazione, e informare sulle azioni fatte per prevenirle (best practices). Contestualmente, anche a mezzo brevi e-mail sugli indirizzi “funzionali” o “istituzionali” dei funzionari, far conoscere gli elementi più significati del PTPC, delle novità normative e di prassi più rilevanti (es., Comunicazione della Commissione Europea del 2021 sugli “strumenti per combattere la collusione negli appalti pubblici…”); TEMPO: frequenza periodica quindicinale o mensile, ripetuta nel tempo per mantenere “alta” l’attenzione.
    2. Far conoscere ai funzionari gli indici impiegati da ANAC per far acquisire una maggior consapevolezza delle attività di prevenzione della maladministration – prima ancora della corruzione – e di come richieste informali e “amichevoli” di supporto potrebbero generare distorsioni del mercato e favorire situazioni di anti concorrenzialità, che rappresenterebbero situazioni poco “onorevoli” che non si addicono ai funzionari, se non addirittura configurare fattispecie di reato; TEMPO: 3 mesi di formazione, a mezzo lezioni frontali per 2 ore settimanali.
    3. Nella fase di progettazione, evitare di interpellare ditte “di riferimento”, ritenute solitamente “particolarmente collaborative” o “amiche”, per definire congiuntamente le specifiche tecniche, i computi metrici estimativi o “progetti” da utilizzare quale base di lavoro. Nel caso in cui non si riesca a definire compiutamente l’esigenza ed occorra interpellare il mercato, utilizzare gli strumenti normativi previsti per tali attività (es., consultazione preliminare di mercato). TEMPO: annuale, e verifica dell’abbattimento degli indici per stabilire la necessità di proseguire attività di verifica e di interventi formativi.

    #2387

    Il problema analizzato da Vincenzo è qualcosa che nella mia esperienza lavorativa ho riscontrato sistematicamente. Come ben analizzato dal collega, il rapporto collaborativo fra operatore economico e stazione appaltante porta come risultato gare aggiudicate con una sola offerta presentata, sintomo questo di un sistema quantomeno malato.
    Trovo di grande interesse l’azione correttiva 3, anche se a tempo stesso mi chiedo se il problema di fondo , di più difficile soluzione, non risieda nel fatto che alle piccole amministrazioni mancano sia risorse che know-how per gestire diversamente la definizione delle specifiche tecniche. Mi chiedo se l’aggregazione della domanda possa fornire una soluzione, anche se parziale, al problema analizzato.

    #2421

    Elisa Rotelli
    Partecipante

    I problemi che hai descritto fanno emergere un quadro in cui da una parte non vi è una piena consapevolezza delle fattispecie che costituiscono reato, oppure si adottano consapevolmente comportamenti che favoriscono determinate aziende.
    Concordo pienamente sulla necessità di informare e formare il personale per aumentare il livello di consapevolezza su quali comportamenti siano vietati, non opportuni, o al contrario, auspicabili o necessari quando si progetta un appalto.
    Data la gravità dei comportamenti descritti, si potrebbe pensare di adottare una misura che preveda l’avvio di un audit interno qualora, una stessa categoria merceologica, venga più volte affidata al medesimo OE, senza procedura competitiva, si rilevi un frazionamento dell’acquisto per eludere le soglie di affidamento e non vengano addotte motivazioni adeguate. La misura potrebbe anche prevedere che, in caso di esito negativo dell’audit, si proceda, a seconda dei casi, con l’adozione di uno o più provvedimenti disciplinari, una segnalazione ad ANAC o una denuncia in Procura.
    Elisa

    #2458

    Nadia Tecco
    Partecipante

    Lo strumento delle consultazioni con il mercato credo che sia uno strumento che potrebbe andare a colmare per lo meno parzialmente l’asimmetria informativa fra stazione appaltante e caratteristiche tecniche del prodotto/servizio. Tuttavia mi rendo conto che questo strumento vada triangolato con una ricerca preliminare in quanto è forte il rischio di cartello informativo da parte degli operatori nel corso di queste consultazioni, dove nessun operatore è tra l’altro incentivato a fornire informazioni che potrebbero avere un valore sul fronte della competizione. Tuttavia se ben preparata e gestita la consultazione permette di ottenere informazioni rilevanti

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