Questo argomento contiene 14 risposte, ha 15 partecipanti, ed è stato aggiornato da  Nicoletta Palombo 4 anni, 11 mesi fa.

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  • #954

    Cinzia De Luna
    Partecipante

    Titolo: Stop Corruzione

    Destinatari: Dipendenti pubblici e Gruppi di cittadini

    Problema: Gli strumenti adottati in ambito penale, amministrativo e civilistico dal legislatore per combattere il fenomeno corruttivo sono certamente importanti per contrastare il malaffare, ma la mia percezione personale è che non bastano per mettere davvero un freno al fenomeno.
    Il mondo degli appalti, le gestioni pubbliche sono ancora troppo spesso interessate da vicende corruttive, da clientelarismo, in maniera più radicale e diffusa, anche se meno eclatante.
    L’ex presidente Anac, Raffaele Cantone, in una recente intervista, rilasciata a conclusione di una lunga permanenza in Anac, ha dichiarato “Assistiamo a una corruzione pulviscolare, il funzionario si accontenta di farsi pulire il giardino. È una corruzione diversa anni luce da quella di Tangentopoli, le mazzette sono di piccolo calibro rispetto al passato”.
    Da queste parole si evince come il fenomeno, ben lontano dall’essere eradicato, ha in realtà assunto proporzioni sempre più vaste, benchè spesso di dimensioni e di portata molto modeste.
    Nel dossier ‘La corruzione in Italia (2016-2019)” realizzato dall’Anac emerge che diventa sempre più diffuso il fenomeno della ‘smaterializzazione’ della tangente, con una minor ricorrenza della contropartita economica. Il denaro continua a rappresentare il principale strumento dell’accordo illecito, tanto da ricorrere nel 48% delle vicende esaminate, sovente per importi esigui (2.000-3.000 euro ma in alcuni casi anche 50-100 euro appena) e talvolta quale percentuale fissa sul valore degli appalti.
    Il dossier osserva che “A fronte di questa ‘ritirata’ del contante, stante anche la difficoltà di occultamento delle somme illecitamente percepite si manifestano nuove e più pragmatiche forme di corruzione. In particolare, il posto di lavoro si configura come la nuova frontiera del pactum sceleris: soprattutto al Sud l’assunzione di coniugi, congiunti o soggetti comunque legati al corrotto (non di rado da ragioni clientelari) è stata riscontrata nel 13% dei casi. A seguire, a testimonianza del sopravvento di più sofisticate modalità criminali, si colloca l’assegnazione di prestazioni professionali (11%), specialmente sotto forma di consulenze, spesso conferite a persone o realtà giuridiche riconducibili al corrotto o in ogni caso compiacenti. Le regalie sono presenti invece nel 7% degli episodi”.
    E ancora vi si legge che “A conferma delle molteplici modalità di corruzione, vi è il dato relativo alle utilità non rientranti nelle summenzionate fattispecie, più di un quinto del totale (21%). Oltre a ricorrenti benefit di diversa natura (benzina, pasti, pernotti) non mancano singolari ricompense di varia tipologia (ristrutturazioni edilizie, riparazioni, servizi di pulizia, trasporto mobili, lavori di falegnameria, giardinaggio, tinteggiatura) comprese talvolta le prestazioni sessuali. Tutte contropartite di modesto controvalore indicative della facilità con cui viene talora svenduta la funzione pubblica ricoperta”.
    Occorre cercare di cambiare il modo di pensare di chi opera dietro le scrivanie pubbliche, ma allo stesso tempo occorre agire anche su chi si accomoda sulla sedia di fronte.
    Come?
    Facendo informazione, ribadendo l’importanza di comportamenti corretti, improntati all’etica e al senso civico, diffondendo messaggi chiari e semplici in maniera capillare e continua.

    Obiettivi:
    Obiettivo 1: Coinvolgere i dipendenti pubblici e cittadini in maniera più incisiva rispetto alle buone pratiche da tenere.
    Obiettivo 2: Informare capillarmente sulle possibili sanzioni.
    Obiettivo 3: Reagire con fermezza di fronte ai comportamenti scorretti.

    Azioni:
    Azione 1: Adottare una efficace campagna di comunicazione nei vari enti anche attraverso la diffusione di pannelli informativi negli uffici pubblici con messaggi chiari, diretti e semplici che ricordino a tutti che la corruzione è un reato. Che il denaro pubblico è anche denaro del cittadino. Che le scorciatoie e i favoritismi danneggiano il paese perché causano possono causare danni irreparabili e gravi (si pensi al caso dei lavori pubblici fatti male)
    Azione 2: Diffondere attraverso comunicazioni e-mail periodiche rivolte a tutti i dipendenti dei vari enti pubblici vademecum illustrativi rispetto ai reati e alle possibili sanzioni, nonché rispetto alle conseguenze disciplinari connesse ai vari tipi di comportamento illeciti.
    Azione 3: Adottare sanzioni concrete soprattutto in sede disciplinare volte a fungere da deterrente.

    #1024

    Palma Guglielmo
    Partecipante

    Ritengo che l’azione di diffondere attraverso comunicazioni e-mail periodiche rivolte a tutti i dipendenti dei vari enti pubblici informazioni sui comportamenti che possono costituire i reati sia una buona idea. Molti dipendenti non sanno che certi comportamenti che ritengono innocui integrano delle fattispecie di reato (ad es. l’uso privato del telefono dell’ufficio integra il reato di peculato).
    Per quanto riguarda le sanzioni disciplinari occorre una ferma volontà dell’amministrazione di punire i dipendenti scorretti mentre l’atteggiamento più diffuso è quello della clemenza.

    #1043

    Manuela Dagnino
    Partecipante

    Il cambiamento culturale del personale della pubblica amministrazione è sicuramente il passo più importante ma anche il più difficile per contrastare la corruzione. In effetti la corruzione più difficile da arginare è quel fenomeno “strisciante” e “pulviscolare” per cui il dipendente pubblico riceve benefici sia pure minimi e difficili da individuare. Dunque è molto utile agire sulla formazione, sulla diffusione di informazioni ed è importante selezionare per il futuro una classe di pubblici impiegati di elevata professionalità(anche per le aree più basse) con retribuzioni più elevate(soprattutto in determinati settori) e creare meccanismi premiali basati sul merito.

    #1086

    Alessandra Toma
    Partecipante

    E’ molto interessante l’idea di comunicare spesso la legalità anche attraverso la posta elettronica e la cartellonistica. viviamo in un’epoca in cui l’immediatezza delle immagini con messaggi efficaci coglie l’attenzione dei giovani molto più che un documento di 40 pagine… da infilare in un cassetto. Ed è sulle nuove generazioni che dobbiamo investire.

    #1104

    Ilaria Moscardi
    Partecipante

    Il mancato rispetto delle regole e la corruzione sono “figlie” di un certo modo di pensare.
    Mi trovo per questo d’accordo con Cinzia quando scrive che occorre “cercare di cambiare il modo di pensare di chi opera dietro le scrivanie pubbliche, ma allo stesso tempo occorre agire anche su chi si accomoda sulla sedia di fronte”.
    Concordo anche sul fatto che gli strumenti previsti dal nostro ordinamento giuridico per combattere il fenomeno corruttivo non siano sufficienti ad arginare il fenomeno del malaffare.
    Ben venga, quindi, una campagna di informazione e sensibilizzazione dei pubblici dipendenti – portata avanti con messaggi semplici e diretti – sul fenomeno corruttivo.

    #1120

    Loredana Ottaviani
    Partecipante

    Sicuramente Cinzia ha centrato il problema: cambiare la mentalità non solo del dipendente pubblico ma anche di chi gli sta di fronte. E’ molto interessante il breve riassunto riportato relativo al dossier Anac ‘La corruzione in Italia (2016-2019)”: ci fa vedere come i fatti eclatanti di grande corruzione siano ormai pochi mentre la corruzione “spicciola” è il grande fenomeno: personalmente eliminerei dal codice di comportamento del dipendente pubblico anche la possibilità di ricevere regali di modico valore.
    Ritengo una buona proposta l’inserimento negli uffici di pannelli informativi: perchè possano essere efficaci, o almeno far si che vengano letti, dovrebbero però essere pochi e puntuali.

    #1142

    Valentina Alonzi
    Partecipante

    Interessante e innovativa l’idea di avviare una campagna di comunicazione attraverso pannelli informativi anticorruzione negli uffici pubblici e l’invio periodico di e-mail informative sulle conseguenze (non solo penali) dei comportamenti corruttivi.

    #1160

    Davide Buonomo
    Partecipante

    Piano che si propone di risolvere una problematica molto attuale. Credo però che la campagna informativa non debba coinvolgere i soli dipendenti pubblici. E’ chiaro che il dipendente della PA deve segnalare tentativi di corruzione e deve essere formato anche dal punto di vista etico. A mio avviso, però la campagna informativa dovrebbe essere estesa anche ai media, attraverso campagne pubblicitarie televisive e/o radiofoniche. Molti programmi televisivi, soprattutto sulla canali statali, potrebbero affrontare il problema senza fare populismo spicciolo, ma cercando di imprimere dei valori ad una società in cui ormai i valori sono pochi. In poche parole se il dipendente pubblico NON deve rendersi partecipe di eventi corruttivi, il cittadino NON deve neppure pensare di corrompere un dipendente della PA.

    • Questa risposta è stata modificata 4 anni, 11 mesi fa da  Davide Buonomo.
    • Questa risposta è stata modificata 4 anni, 11 mesi fa da  Davide Buonomo.
    #1177

    Carmen Zarra
    Partecipante

    La semplificazione del messaggio è essenziale perché venga colto. Quindi trovo veramente utile e pratica l’indicazione della campagna d’informazione fatta tramite mail e poster. Sarebbe molto utile che questi ultimi venissero realizzati all’interno delle PA e per singole UO che nel piano risultino soggette al rischio corruzione

    #1184

    Concettina Galante
    Partecipante

    Concordo sulla necessità e utilità di una campagna di informazione il più possibile capillare: spesso il comportamento “corrotto” non viene percepito come tale dal soggetto della P.A. ma viene considerato una consuetudine, una prassi. Occorre un cambio culturale che investa tutta la società.

    #1199

    Francesco Sorbara
    Partecipante

    Coinvolgere e informare sono la base per creare consapevolezza e un comune agire da parte dei dipendenti pubblici orientato ai principi della legalità e dell’etica.
    Innovativa e interessante la comunicazione tramite pannelli informativi.

    #1211

    Andrea Ferroni
    Partecipante

    Trovo interessante la comunicazione tramite e-mail periodiche rivolte a tutti i dipendenti dei vari enti pubblici di vademecum illustrativi rispetto ai reati e alle possibili sanzioni, nonché rispetto alle conseguenze disciplinari connesse ai vari tipi di comportamento illeciti.
    Mi sembra, infatti, che una cultura della deterrenza, soprattutto se accompagnata da un processo di valorizzazione della cultura della legalità e dell’etica possa fare molto sul piano concreto

    #1281

    Gianpaolo Pirollo
    Partecipante

    Se può essere di aiuto, nel mio Ente, trattandosi di Ente di Formazione per gli Ufficiali dell’E.I. già da qualche anno abbiamo installato dei monitor nei vari corridoi delle aule sui quali scorrono notizie flash del giorno e mini spot per la prevenzione all’uso di sostanze stupefacenti, sull’eccesso di velocità in auto, sul senso del dovere, sulle attività di assistenza alle popolazioni dei Paesi dove svolgiamo missioni etc. Il tutto, di continuo, dalla mattina alla sera, contemporaneamente su tutta la rete. Il sistema oltre a questo utilizzo serve anche per dare messaggi di eventi o allarmi, che devono arrivare al maggior numero di persone.

    #1299

    Serena Attanasio
    Partecipante

    L’idea proposta di adottare sanzioni concrete soprattutto in sede disciplinare volte a fungere da deterrente dovrebbe essere la regola della buona amministrazione. Ahimè come sappiamo, i provvedimenti disciplinari vengono adottati in situazioni solo molto gravi o a seguito di provvedimenti dell’Autorità penale. Credo che occorra un maggiore controllo da parte dei dirigenti e maggiore senso di responsabilità.

    #1312

    Nicoletta Palombo
    Partecipante

    é originale ed innovativa l’idea di creare semplici immagini con contenuti chiari e diretti che almeno “ricordino” un comportamento scorretto.

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