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Questo argomento contiene 16 risposte, ha 17 partecipanti, ed è stato aggiornato da Valentina Verno 4 anni, 11 mesi fa.
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ottobre 29, 2019 alle 12:13 pm #943
TITOLO: UN P.T.P.C. è POCO E DUE NON SONO TROPPI.
DESTINATARIO: MINISTERO DIFESA – DIPENDENTI FORZE ARMATEPROBLEMA
Attualmente per il Ministero Difesa viene redatto, ai sensi dell’art. 10 del decreto legislativo n. 33/2013, un unico Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione (P.T.P.C.). Se da un lato il P.T.P.C. per il dicastero della Difesa mira al costante sviluppo ed aggiornamento delle strategie volte alla prevenzione delle situazioni che evidenziano una distorsione dell’azione amministrativa dovuta all’ uso a fini privati delle funzioni pubbliche attribuite, in dispregio ai principi di buon andamento, trasparenza e di imparzialità cui l’azione della Difesa deve costantemente ispirarsi, dall’ altro lato l’eterogeneità degli appartenenti al comparto difesa (4 FORZE ARMATE) provoca che un unico P.T.P.C. oltre a essere di difficile consultazione (1524 pagine) non possa essere penetrante e attinente in tutte le aree di competenza della Difesa.
OBIETTIVO 1
Una volta redatto il P.T.P.C. per il Ministero della Difesa che deve esclusivamente dettare le linee generali e di indirizzo strategico si dovranno individuare delle macro- aree all’ interno delle quali individuare un responsabile della prevenzione della corruzione e trasparenza (RPCT) con l’incarico di redigere per la sua area di competenza il proprio (P.T.P.C.). La creazione di tali aree potrà avere importanti riflessi in materia di prevenzione della corruzione: esso infatti consentirà a tutti i dipendenti delle Forze armate di poter consultare, in base all’ incarico e responsabilità, il proprio P.T.P.C. al fine di limitare i fenomeni di maladministration dovuti a negligenza, errore, scarsa organizzazione delle attività e carenza di informazione.
OBIETTIVO 2
Creazione di un P.T.P.C inerente esclusivamente l’area tecnico – amministrativa con linee guida vincolanti su alcuni aspetti inerenti gli incarichi da ricoprire e le procedure per l’affidamento dei contratti pubblici.
AZIONE 1 (relativa all’obiettivo 1)
Individuazione delle macro – aree e nomina dei singoli responsabile della prevenzione della corruzione e trasparenza (RPCT) che rispondono del proprio operato direttamente al responsabile unico per il ministero della Difesa.
TEMPI
La decentralizzazione della redazione dei P.T.P.C. avverrà in modo graduale:
– 1° fase – iniziale (per il triennio 2020 – 2022) coinvolgerà circa 6 macro – aree : procurement, demanio, area tecnico – operativa, area tecnico – amministrativa e area tecnico – industriale.
– 2° fase di assestamento (per il triennio 2021 – 2023) si valuterà tramite i feedback dei singoli RPCT la possibilità di aumentare le macro – aree o gli eventuali correttivi da intraprendere.
AZIONE 2 (relativa all’obiettivo 2)
Per quanto riguarda la redazione del P.T.P.C. per l’area tecnico – amministrativa sarà necessario tenere in considerazione che nei vari servizi amministrativi la figura cardine e maggiormente esposta è il Capo Servizio Amministrativo. Viste le responsabilità in capo a tale figura sarà necessario che a chi ricopra tale delicato incarico sia corrisposta un’indennità mensile adeguata alla responsabilità e ne venga tenuto conto negli avanzamenti di carriera. Inoltre si dovrà prevedere che il Capo servizio amministrativo dopo 5 anni nello stesso reparto venga trasferito presso altro ente e che per i successivi 5 anni venga comandato a prestare altri incarichi. Per quanto riguarda il procurement in generale si dovrà prevedere che ogni stazione appaltante si debba dotare di un proprio albo fornitori da pubblicare sul sito della forza armata di appartenenza e da cui poter attingere per la rotazione degli inviti ed eventualmente per gli affidamenti diretti nei limiti di spesa imposti dal d.lgs 50/2016.
TEMPI
A partire dalla redazione del P.T.P.C. 2020-2022.novembre 9, 2019 alle 1:51 pm #985Condivido l’idea di sviluppare “due” p.t.p.c.t vista la struttura organizzativa del ministero della difesa.
Il piano composto da oltre 1.000 pagine diventa di difficile consultazione e attuazione.
Come emerge anche dalle linee guida Anac, il p.t.p.c.t. di una pa deve essere calato sulla realtà della Pa, tenendo conto delle sue specifiche caratteristiche .
D’altronde anche l’Anac emette delle linee guida generali (piano nazionale anticorruzione) alle quali ogni Pa deve attenersi tenendo conto, però, della specifica dimensione organizzativa, delle attività e dei processi aziendali svolti, ecc.novembre 18, 2019 alle 8:39 pm #999Un P.T.P.C. deve rappresentare correttamente le aree di rischio proprie di una singola amministrazione; inoltre deve essere di facile e immediata consultazione Tale non può essere quello generale del Ministero della Difesa che non si attaglia alle specificità di ciascuna stazione appaltante. Quindi ritengo corretta la necessità di un P.T.P.C. personalizzato.
Se ho capito bene, tu vorresti farlo per macro aree e non per enti territoriali. Le linee guida ANAC prevedono tale possibilità? Inoltre la stessa macro area potrebbe avere caratteristiche diverse nei vari enti territoriali?novembre 21, 2019 alle 8:32 am #1021Anche a mio modo di vedere un unico P.T.P.C. (peraltro di oltre 1500 pagine) si rivela uno strumento di difficile consultazione e attuazione.
Quindi, ben venga la previsione di una decentralizzazione della redazione dei P.T.P.C. che tenga conto delle caratteristiche di ogni macro-area.
Per quanto attiene il procurement, io affiancherei alla previsione di un albo fornitori quella di un Regolamento che disciplini gli aspetti più rilevanti degli affidamenti sotto-soglia, quali ad esempio i criteri di scelta dei soggetti da invitare e le modalità di svolgimento dei controlli sui requisiti dichiarati.novembre 25, 2019 alle 3:22 pm #1064Concordo sulla necessità di dare un taglio pratico e calato sulle diversità delle 6 macro aree individuate al Piano anticorruzione.
La previsione per cui ogni stazione appaltante si debba dotare di un proprio albo fornitori da pubblicare sul sito della forza armata di appartenenza comporta una sorta di unificazione con un albo unico per forza armata?novembre 25, 2019 alle 3:52 pm #1067Concordo sulla necessità di “spacchettare” l’attuale piano che da quanto posso capire risulta poco calato nella realtà delle singole forze armate e probabilmente di scarsa utilità, viste le sue dimensioni. Mi chiedo se possa essere utile eventualmente distinguerlo anche per tipologia di forza armata oppure no.
Condivido la proposta di rotazione del Capo servizio amministrativo al fine di evitare il crearsi di posizioni che possano dare luogo a fenomeni di maladministration.novembre 26, 2019 alle 12:43 pm #1106certamente l’esigenza che rappresenta il collega dovrebbe poter trovare una soluzione su misura per ogni macro area. nell’ottica della rete probabilmente l’Amministrazione potrebbe creare un percorso ascendente e discendente utile a fornire elementi di valutazione per il miglioramento delle procedure ed il confronto tra ufficiali addetti.
novembre 28, 2019 alle 7:16 am #1145Concordo sulla proposta di Federico sia di prevedere la rotazione quinquennale del Capo Servizio Amministrativo e una indennità commisurata alla delicatezza dell’incarico, sia di suddividere il piano in macro aree al fine di renderlo più intellegibile… 1500 pagine ostano a una pronta consultazione.
novembre 28, 2019 alle 10:45 am #1157Sicuramente essenziale, nell’ambito del contesto Ministero della Difesa, è il decentramento delle funzioni di RPCT. Tuttavia credo che distinguere dei Piani per ciascuna Macro – Area determinerebbe una eccessiva frammentazione ed una confusione nel rispetto della norma. Non mi sembra, inoltre, che l’ANAC lo preveda. Come evidenziato nel mio piano, invece, sarebbe utile un recepimento dei PTPCT da ciascuna Forza Armata, nel nostro caso l’EI, con un decentramento areale che coinvolga tutte le macro-aree a rischio corruzione evidenziate da ANAC. Inoltre sarebbe utile prevedere uno stanziamento di bilancio per l’indennità al CSA e la quantificazione economica della stessa.
- Questa risposta è stata modificata 4 anni, 11 mesi fa da Davide Buonomo.
novembre 29, 2019 alle 11:34 am #1219Il piano è assolutamente da suddividere; quanto alle modalità operative di tale suddivisione occorre fare un approfondimento. Certamente nessuno leggerà mai un piano di 1500 pagine
novembre 29, 2019 alle 11:44 am #1222mi sembra assolutamente condivisibile la proposta di cerare una pluralità di Piani per il Ministero vista la vastità delle articolazione e delle funzioni, anche al fine di snellire il documento.
è interessante anche l’idea di procedere in modo progressivo alla individuazione delle macro aree in due fasi distinte. credo però che la proposta contrasti con l’ordinamento giuridico che richiede la formazione di un piano anticorruzione che sia organico e che abbracci l’intero processo di attività dell’Ente.novembre 30, 2019 alle 9:52 am #1260Sicuramente un piano unico risulta poco efficace, un mero esercizio burocratico. Bisognerebbe quanto meno suddividerlo per macro aree. Tuttavia ritengo che ciò non basti: per essere efficace deve essere conosciuto, quindi come già avviene all’interno delle Forze Armate, per altri settori (sicurezza delle informazioni, uso di alcol/droghe, riserbo etc.) bisognerebbe proporre delle periodiche riunioni anche su quanto previsto dal piano. Inoltre sarebbe utile che la scrittura del piano e la verifica della sua applicazione fosse svolta da una persona dedicata tuttavia ciò si scontrerebbe sicuramente con problemi di organico del personale.
novembre 30, 2019 alle 10:37 am #1263Condivido pienamente l’iniziativa, considerato che un piano così ampio e di difficile consultazione è poco attuabile. Pur non conoscendo a fondo la realtà del Ministero della Difesa, ritengo che il “secondo piano” debba tenere conto della suddivisione in macro-aree ma anche della realtà specifica al quale il piano si riferisce. Peraltro, l’iniziativa mi sembra coerente con l’impossibilità di delegare la predisposizione del Piano anticorruzione ad un consulente esterno privo delle conoscenze specifiche del contesto e dei rischi.
dicembre 3, 2019 alle 8:46 pm #1291Interessante e sicuramente utile la proposta di un creare più Piani Anticorruzione al fine di creare dei piani corrispondenti alle diverse realtà all’interno di tutte le strutture del Ministero della Difesa.
La rotazione dei responsabili amministrativi e sicuramente auspicabile ma credo che debba essere comunque prevista per tutte le figure coinvolte in settori qualificate a medio/alto rischio.dicembre 8, 2019 alle 12:27 pm #1315Concordo sulla necessità della rotazione dell’incarico di capo servizio amministrativo così come sulla congrua previsione di un indennità ad hoc, anche se di difficile attuazione. Condivido l’idea della creazione di più Piani, anche il considerazione della capillarità dell’Amministrazione di riferimento.
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