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febbraio 20, 2024 alle 10:16 pm in risposta a: PIANO CREATIVO ANTICORRUZIONE – Alessandro Chierighini #2826
Ciao Alessandro,
concordo sul fatto che il concorso pubblico, come spesso strutturato, sia uno strumento un po’ superato per la selezione del personale della Pubblica Amministrazione, anche se la recente figura dello psicologo – come fa notare Lucrezia – dovrebbe garantire una migliore assegnazione rispetto ad attitudini, propensioni e capacità.
Sicuramente, vista la crescente specificità delle mansioni richieste, la formazione continua e l’uso dello strumento del corso/concorso sarebbero passi opportuni verso una P.A. più efficiente.
In merito alla rotazione degli incarichi, per quanto possa essere efficace la misura, personalmente trovo sia spesso difficile da applicare perché si scontra con la crescita professionale del dipendente e l’acquisizione di competenze molto settoriali.Ciao Michela, trovo molto interessante l’idea di una scuola di formazione per i dipendenti pubblici.
Siamo ormai arrivati a un sistema di complessità e specificità delle procedure tale che è sempre più indispensabile non solo una formazione continua, ma una vera e propria riforma che parta dalla formazione di base specifica al fine del reclutamento dei dipendenti della pubblica amministrazione.
Questo avrebbe benefici non solo sul funzionamento degli enti, ma darebbe anche maggiore dignità a una professione che ancora oggi spesso viene sottostimata e sminuita.Ciao Andrea,
la parte che trovo più interessante del tuo piano, e che ho preso in considerazione anche io nel mio, riguarda il rapporto con il cittadino. Da troppo tempo il lavoro del dipendente pubblico viene sottovalutato e spesso egli viene considerato come un semplice “passacarte”, ma molte volte perché manca la conoscenza delle norme basilari che sono alla base del nostro lavoro.
Trovo importantissime quindi le campagne informative e formative e le occasioni di confronto con la cittadinanza, nell’ottica di scambio e miglioramento reciproco.Ciao Alfonso,
penso che la situazione da te descritta sia esemplificativa di molte procedure, le quali nella teoria dovrebbero essere standardizzate e invece purtroppo vengono declinate in modi diversi a livello regionale o locale. In ogni campo dovrebbe essere promossa una “regia” in grado di indirizzare l’operato verso modelli che garantiscano le stesso opportunità ad ogni partecipante.
Penso che questo sia anche un po’ lo specchio di quello che si vede a livello generale con la frammentazione delle centrali di committenza.Ciao Marinella,
trovo molto interessante il tuo piano perché incentrato sulla formazione consapevole da entrambi i lati, sia da quello della Pubblica Amministrazione che da quello del dipendente. Spesso purtroppo i momenti formativi si riducono a corsi tanto a carattere obbligatorio quanto inutile e ripetitivo.
Occorre investire nella formazione e nella valorizzazione del dipendente, ben vengano quindi i sistemi incentivanti al fine di garantire le giuste premialità.febbraio 15, 2024 alle 10:21 pm in risposta a: Semplificazione, strumento gentile di efficienza e anticorruzione #2815Ciao Barbara,
trovo molto interessante questo piano, in realtà più che per la valenza anticorruzione, per come cerca di strutturare l’ufficio appalti in sé, con conseguente raggiungimento del principio del risultato e quindi nel rispetto di legalità, trasparenza e concorrenza.
Penso sia sempre più indispensabile la creazione di team specializzati che riescano a mettere a punto procedure chiare e il più possibile standardizzate.
La parte che trovo maggiormente sfidante però è quella che riguarda il fascicolo dell’operatore economico, sarebbe interessante poter avere dei punteggi “di qualità”, nell’interesse sia della stazione appaltante che dell’impresa.Ciao Salvatore,
anche io nel mio piano mi sono soffermata sul “si è sempre fatto così”.
Trovo che questo, se da una parte possa far credere di ripararsi dal commettere eventuali errori, sia un forte ostacolo al miglioramento, quindi bisogna proprio partire scardinando le convinzioni più diffuse, analizzando gli obiettivi che si vogliono raggiungere e passo dopo passo cercare nuove strade, magari solo in parte coincidenti con quelle percorse fino a quel momento, ma più trasparenti e propositive.Ciao Valeria,
trovo molto interessante soprattutto il punto 2 del tuo piano riguardante la collaborazione tra i dipendenti facenti lo stesso lavoro in diversi Enti.
Avendo vissuto l’esperienza di tre Enti, ma anche confrontandomi con altri colleghi, trovo infatti che le procedure tendano a essere “customizzate” all’interno di ogni gruppo di lavoro.
Sarebbe opportuno e molto formativo prevedere dei momenti di incontro e confronto comuni al fine di cercare di standardizzare il più possibile le procedure. -
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