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  • in risposta a: Rilascio di indebita regolarità contributiva #2938

    Nicola Di Stasio
    Partecipante

    Ciao Alessandro.
    Concordo con te sulla validità di introdurre controlli a campione e la rotazione del personale, idee sicuramente condivisibili e praticabili.
    Mi hai fatto riflettere sull’attuazione pratica: immagino che nei contesti in cui colleghi lavorano nello stesso ufficio potrebbero sorgere alcune difficoltà. Ad esempio, potrebbe essere fonte di disagio segnalare eventuali non conformità, soprattutto quando queste derivano da errori fatti in buona fede. Oppure potrebbero esserci situazioni in cui colleghi che non vanno d’accordo approfittano del sistema per denigrare l’operato altrui, creando inutili tensioni.
    Ad ogni modo la trovo una buona soluzione.

    in risposta a: Qui si fa l'Italia!!! #2937

    Nicola Di Stasio
    Partecipante

    Ciao Francesco.
    L’azione 3 mi piace molto, perché potrebbe rappresentare un’ottima occasione per sensibilizzare sia i dipendenti che i cittadini sui temi dell’anticorruzione, favorendo la creazione di un senso di coinvolgimento e appartenenza.
    Mi permetto però di fare una riflessione sulla tua proposta relativa al “coordinamento tra il Dirigente e il RPCT nel monitoraggio e controllo circa la concreta attuazione dei meccanismi di difesa dalla corruzione, mediante un processo completamente digitalizzato di verifica dell’attività svolta da ciascun dipendente”. Assolutamente la ritengo una idea valida, ma sarebbe da approfondire per evitare di generare malessere tra i dipendenti più suscettibili, che potrebbero interpretare tale sistema come un controllo eccessivo.

    in risposta a: LADRI DI APPALTI – LA NUOVA MAFIA CHE INVESTE E NON UCCIDE #2936

    Nicola Di Stasio
    Partecipante

    Ciao Veronica.
    Condivido pienamente le tue perplessità, in particolare riguardo al subappalto a cascata che rappresenta una forte criticità. È giusto ricorrere a disciplinarlo internamente (o nel Capitolato Speciale d’Appalto), così da poter intervenire in maniera corretta e tempestiva, evitando ulteriori complicazioni nella fase esecutiva.


    Nicola Di Stasio
    Partecipante

    Ciao Paolo.
    Condivido pienamente l’importanza delle campagne di comunicazione, soprattutto se distinte e mirate.
    Condivido anche il potenziamento del whistleblowing, e mi sono posto dei quesiti tratti dalla mia esperienza. Chi meglio del personale interno può davvero avere contezza di eventuali irregolarità? Non necessariamente si tratta di episodi di corruzione, ma anche di situazioni in cui non viene applicata correttamente la norma, con conseguenti gravi inefficienze. Ad esempio la nomina di una commissione aggiudicatrice non competente.
    Possiamo davvero fidarci che un ente garantisca la tutela effettiva di chi fa una segnalazione? E soprattutto, come ci si tutela nei casi in cui le persone segnalate abbiano agito in buona fede (nella migliore delle ipotesi) o, peggio, quando la segnalazione porta a mettere in difficoltà persone o strutture interne? Soprattutto negli enti di dimensioni ridotte, il rischio di essere identificati e additati è una preoccupazione concreta.

    in risposta a: Il RUP: responsabilità e adempimenti #2934

    Nicola Di Stasio
    Partecipante

    Ciao Giuseppe.
    Concordo con quanto hai rappresentato. Mi permetto di fare solo un paio di osservazioni:
    Azione 1 (riferita all’Obiettivo 1): Forse potrebbe essere sufficiente realizzare un processo (anche semplice tipo flows-heet), con uno scadenziario associato, invece di nominare un gruppo di lavoro o una persona dedicata esclusivamente ai controlli interni. Mi sembra che gli strumenti digitali previsti nel tuo piano vadano già in questa direzione.
    Azione 2 (riferita all’Obiettivo 2): Concordo assolutamente, ma negli incentivi tecnici dovrebbero essere ricompresi gli oneri per copertura assicurativa per attività di RUP, salvo nei casi di colpa grave.


    Nicola Di Stasio
    Partecipante

    Ciao Massimo.
    Concordo su obiettivi e azioni che hai descritto, in cui emerge chiaramente la necessità di standardizzare e uniformare processi e modelli, in particolare per semplificare la fase di affidamento.
    Mi rendo conto però, che il tema diventa più complesso quando si parla ad esempio di OEPV o delle gare sopra soglia comunitaria. In questi casi la semplificazione può essere meno immediata, ma resta comunque un obiettivo importante da perseguire.
    Trovo utile che il Legislatore abbia previsto un sistema di qualificazione per le Pubbliche Amministrazioni, al fine di garantire una maggiore affidabilità.

    in risposta a: Veruscka Suppa #2931

    Nicola Di Stasio
    Partecipante

    Ciao Veruscka.
    Concordo pienamente con quanto hai descritto, in particolare sull’integrazione dell’AI, che ormai rappresenta un vero e proprio sistema “pensante”. Ritengo che potrebbe essere interessante metterla alla prova anche sulle criticità sollevate da Veronica.
    Mi permetto di fare due riflessioni nel seguito:
    Obiettivo 1, Azione 1. Ho il dubbio che l’introduzione di report periodici e newsletter possano gravare sul carico di lavoro del personale dedicato a questa attività, rischiando di ottenere scarsi risultati o suscitando un interesse limitato nei destinatari.
    Obiettivo 1, Azione 2. Lo strumento di segnalazione anonima, se accessibile a chiunque, potrebbe essere esposto a usi impropri da parte di chi non è portatore di un interesse legittimo. È senza dubbio un’azione virtuosa, ma mi chiedo se non sia il caso di implementare qualche filtro per mitigare eventuali abusi.

    • Questa risposta è stata modificata 1 settimana, 4 giorni fa da  Nicola Di Stasio.
    in risposta a: L’integrità: un valore da recuperare contro la corruzione. #2930

    Nicola Di Stasio
    Partecipante

    Ciao Massimiliano.
    Nulla da eccepire su quanto descritto, anzi, lo trovo tutto pienamente condivisibile.
    Spesso rifletto sul fatto che siamo sempre troppo pochi a voler davvero migliorare la Pubblica Amministrazione sotto tutti i punti di vista. Questo mi porta a chiedermi, a volte, come sarebbe possibile rendere parte attiva anche chi sembra non mostrare un autentico interesse a far bene.
    Credo che sarebbe utile riflettere su come creare un senso di appartenenza reale, un meccanismo capace di motivare e unire tutti affinché ogni nostro collega si senta parte di questo progetto.

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