Risposte al Forum Create
-
AutoreArticoli
-
maggio 11, 2023 alle 11:47 am in risposta a: TUTTI PER UNO, UNO PER TUTTI! Integrità da condividere #2719
PIANO CREATIVO CHE TIENE CONTO DEI COMMENTI DEI COLLEGHI
TUTTI PER UNO, UNO PER TUTTI! Integrità da condividere
PROBLEMA
Il Piano Triennale per la prevenzione della corruzione e della trasparenza 2022-2024 della Provincia di Asti risulta formalmente ineccepibile nell’adeguamento alla normativa ed agli atti di indirizzo di ANAC in materia. Non risulta alcuna delle carenze formali rilevate da ANAC a seguito di monitoraggio sull’operato degli Enti Pubblici assoggettati alla normativa anticorruzione (presenti nomina di RPCT, approvazione relazioni annuali sullo stato di attuazione, previsione “sulla carta” di monitoraggi e formazione, relazioni con gli strumenti di programmazione ecc.. )
Quanto sopra evidenzia attenzione e ragionata analisi della documentazione messa a disposizione da ANAC, tuttavia la lettura del Piano risulta “impegnativa” e scarsamente “coinvolgente” poiché trasmette l’impressione di mero adempimento formale all’obbligo di legge e non di “abito confezionato su misura” per l’Ente.
Il copy out di normativa e relazioni di ANAC e forze dell’ordine sul contesto nazionale e regionale (assente il quadro più strettamente provinciale) conferisce lunghezza e ridondanza mentre assai sbrigativi risultano la mappatura dei processi ed la definizione di misure di contenimento del rischio.
L’aspetto che mi colpisce di più è che si percepisce la “solitudine” del RPCT nel ruolo di baluardo di legalità con la quasi totale assenza degli altri attori della vita istituzionale tanto nella fase di elaborazione del piano quanto nelle successive fasi di diffusione, formazione e comunicazione e monitoraggio.
Il RPCT è sì il soggetto titolare del potere di predisposizione e di proposta del PTPCT all’organo di indirizzo ma la predisposizione del Piano dovrebbe avvenire con il coinvolgimento dell’intera struttura organizzativa (Dirigenti e responsabili degli uffici), avendo, quest’ultima, una conoscenza approfondita delle attività svolte, dei processi decisionali (siano o meno procedimenti amministrativi) dell’amministrazione e dei relativi profili di rischio coinvolti.
Non ci possano essere Etica e Legalità se non sono intesi come valori condivisi pertanto il punto su cui intendo focalizzare il mio elaborato è l’opportunità di coinvolgere tutti gli attori della vita istituzionale nell’attività anticorruttiva.
Mi sono permessa di prendere a prestito come titolo-slogan il motto di un classico della letteratura universale, “I Tre moschettieri”, allusivo al nobile valore di un patto stretto tra persone in vista di un fine da realizzare insieme…..nel caso di specie la realizzazione di una società integra e rispettosa dei diritti.
Destinatari diretti: dipendenti pubblici, amministratori, scuole.
Destinatari indiretti: cittadini, associazioni, operatori economici.
Obiettivo 1 – Costruire il Piano “dal basso” – valorizzazione competenze interne e contributi di stakeholder.
Coinvolgimento dell’intera struttura organizzativa da cui possa derivare un “brainstorming” costruttivo a beneficio della concretezza del Piano..
Mappatura completa e contestualizzata dei rischi corruttivi con elaborazione di misure correttive condivise ad opera del personale addetto ai servizi al cittadino a supporto del RPCT.
Sarebbe auspicabile ottenere un contributo anche da parte dei piccoli Comuni della Provincia [118 in totale di cui solo 6 sopra i 5.000 ab.] nei cui confronti l’Ente esplica la sua competenza di assistenza tecnico-amministrativa in particolare come Centrale di Committenza operante nel settore tra i più esposti a rischio corruttivo.
Perchè il Piano non si riveli un’”arma spuntata”, prevedere e rendere operativa la fase del monitoraggio sull’applicazione del Piano senza lasciarla affidata al solo RPCT.
Mettere a frutto l’esperienza tecnico-operativa dei dipendenti con esperienza pregressa nell’Ente e la formazione giuridico/economica/informatica dei giovani dipendenti di nuova nomina potenzialmente apportatrice di innovazione.
Motivare il personale conferendogli consapevolezza del proprio ruolo di garante dei diritti dei cittadini.
Coinvolgimento degli stakeholders.
Estendere la partecipazione dei dipendenti alla redazione/aggiornamento del Codice di Comportamento vista la stretta relazione dello stesso con il Piano Anticorruzione.
Obiettivo 2 – Conoscere per applicare: Formazione e Comunicazione interna efficace.
Tra i dipendenti dell’Ente manca, salvo rare eccezioni, la conoscenza dei contenuti del piano e degli impegni che esso comporta tanto che la maladministration deriva per lo più per mancanza di formazione anzicchè da intenti criminosi.
La sola pubblicazione sul sito istituzionale in Ammministrazione Trasparente sezione “Altri Contenuti” e la trasmissione a mezzo email ai Dirigenti con richiesta di comunicarlo “per presa d’atto” ai dipendenti non sono strumenti efficaci e non garantiscono l’interiorizzazione del messaggio.
La stessa necessità di formazione sussiste anche per il Codice di Comportamento (strumento anticorruzione al pari del Piano) la cui esistenza viene spesso dimenticata.
La formazione in materia di prevenzione della corruzione e trasparenza è prevista da specifiche
disposizioni contenute nella legge 6 novembre 2012, n. 190. Ne discende che la formazione in materia di etica, integrità ed altre tematiche inerenti al rischio corruttivo è una misura di prevenzione della corruzione da disciplinare e programmare adeguatamente nell’ambito del Piano Anticorruzione.
Obiettivo 3 – Formare nuovi Amministratori e fare rete con altri enti locali.
Come effetto della riforma Del Rio si è rafforzato il legame tra Provincia e i Comuni, grazie al fatto che un suo organo è l’Assemblea dei Sindaci e che è amministrata da amministratori comunali, sindaci e consiglieri dei Comuni. Nella sua veste di Ente di Area Vasta, la Provincia intende proporsi come “casa dei Comuni” sulla base della sua competenza di assistenza tecnico amministrativa agli stessi, divenuta strategica per l’accesso alle opportunità di investire in infrastrutture attingendo ai fondi PNRR.
Fornire formazione per Amministratori di nuova nomina dei 118 Comuni della Provincia. Realizzare in materia di anticorruzione una rete provinciale per far fronte comune al fenomeno corruttivo.
Adesione a reti anticorruzione preesistenti di Enti Pubblici e Locali.
Obiettivo 4 – Cultura della legalità: “per fare l’albero ci vuole il seme”.
Promuovere una cultura della legalità presso gli studenti del quarto anno delle scuole superiori in coincidenza al raggiungimento della maggiore età e l’acquisizione di diritti e doveri.
Creare un circolo virtuoso fra i giovani cittadini e le istituzioni per incentivare l’assunzione di responsabilità del singolo verso la collettività.
Azione 1 (riferita a obiettivo 1)
– Istituire un gruppo di lavoro a sostegno del Segretario Generale RPCT composto dai Dirigenti e da un rappresentante di ogni Servizio operativo.
Per l’adozione del nuovo piano coinvolgimento del personale cui è attribuita specifica responsabilità (P.O./responsabili d’ufficio) dotato di completa conoscenza dei processi.
In occasione degli aggiornamenti periodici del Piano e del Codice di comportamento acquisire i contributi spontanei di tutto il personale a mezzo di piattaforma telematica accessibile dalla intranet.
– Utilizzare lo strumento di partecipazione della consultazione pubblica, sfruttando le tecnologie informatiche in dotazione, mettendo a disposizione di cittadini e stakeholders una piattaforma telematica su cui possano caricare agevolmente i loro contributi. Pubblicizzare la consultazione attraverso comunicati stampa sui giornali locali ed avvisi sui canali social dell’Ente (FB, Instagram,…). La consultazione dovrà rispettare i principi di inclusione e accessibilità, efficacia e tempestività, trasparenza e riscontro sui risultati.
Tempo: 4 settimane.
– Per semplificare ed uniformare il compito di verifica svolto dal RPCT e dal suo team, dotare il Piano di linee guida per i monitoraggi. Dette linee guida dovranno indicare: provvedimenti oggetto di verifica, modalità, tempistiche, reportistica da produrre.
Tempo: 2/3 incontri in vista dell’adozione del piano ed un incontro ogni 6 mesi per esaminare i risultati del monitoraggio rilevando eventuali criticità.
Azione 2 (riferita a obiettivo 2)
– Promuovere eventi formativi di tipo generale, mirata all’aggiornamento delle competenze e dei comportamenti in materia di etica e
legalità, per tutti i dipendenti provinciali nonché per quelli dei piccoli Comuni della Provincia con costo suddiviso in quote proporzionate alle dimensioni dell’Ente. Prevedere spazio per l’esposizione di best practices dei partecipanti.
Tempo: n. 1 corso/anno.
– Formazione specifica differenziata, per contenuti e livello di approfondimento, per personale addetto al servizio Appalti di Provincia e Comuni particolarmente esposto al rischio corruttivo.
Tempo: n. 1 corso/anno.
– Come consolidamento delle competenze potrà esser richiesto al personale partecipante al corso specialistico di redigere bozza di Patto di Integrità condiviso da proporre agli Enti per l’adozione in occasione degli affidamenti di lavori, forniture e servizi.
Azione 3 (riferita a obiettivo 3)
– Sfruttare le possibilià offerte da specifici bandi di finanziamento della Regione Piemonte o altri Istituzioni per realizzare Corso di formazione gratuiti rivolti ai Sindaci ed Amministratori (under 35 o di prima nomina).
Il corso potrebbe esser organizzato in collaborazione con ANCI Piemonte in analogia a corsi già realizzati con successo in anni passati (es. “Decido io!” del 2020 e “Mi Formo!” nel 2021 realizzati dal Servizio Politiche Giovanili della Provincia di Asti ).
Prevedere l’inserimento nel programma della normativa anticorruzione, integrità dell’azione amministrativa e legalità, l’esposizione di esperienze attinenti da parte di amministratori locali/Dirigenti della Provincia.
Tempo: n. 3 giornate
– Seguendo l’esempio del Comune di Asti con cui la Provincia attualmente condivide il vertice politico, aderire all’Associazione Avviso Pubblico per fare rete con altri Enti nella lotta alla corruzione.
L’adesione alla Carta di Avviso Pubblico indica concretamente – tramite non solo buoni propositi ma anche con previsione di divieti e sanzioni – come un buon amministratore può declinare nella quotidianità i principi di trasparenza, imparzialità, disciplina e onore.
Detta adesione porterebbe vantaggi interni (supporto, educazione alla legalità, formazione…) ed esterni (dare un segno evidente dell’impegno dell’Ente).
La contenuta quota associativa consente il rispetto della clausola dell’invarianza di bilancio propria della Legge n. 190/2012 potendo esser sostenuta con risorse finanziarie disponibili.
Tempo: adesione a rinnovo annuale.
Azione 4 (riferita a obiettivo 4)
– Protocollo d’intesa con Ufficio Scolastico Territoriale e altre Istituzioni (Forze dell’ordine, Sindacati, Associazioni di categoria) per organizzare una giornata di educazione alla democrazia e alla legalità per avviare un percorso attivo che accompagni i giovani nello studio e nell’acquisizione dei concetti di cittadinanza, legalità e democrazia.
– Ai docenti delle scuole superiori verrà poi chiesto di proseguire successivamente il lavoro nelle classi quarte nell’ambito dell’insegnamento di educazione civica approfondendo con i propri studenti le tematiche che sono state oggetto della giornata di formazione.
– A completamento del percorso sarà infine proposto ai ragazzi, per stimolare la creatività sul tema, di partecipare ad un concorso con invito a produrre lavori fotografici e/o video di impegno civile. Pubblicazione dei migliori lavori sui canali social dell’Ente.
– Prevedere un percorso per le competenze trasversali e per l’orientamento – PCTO (ex alternanza scuola-lavoro) all’interno dell’Ente incentrato su tematiche di anticorruzione.- Questa risposta è stata modificata 1 anno, 6 mesi fa da Rosangela Villella.
Anch’io non sono convinta che il PIAO nel breve periodo apporterà valore aggiunto in materia di anticorruzione poiché, per quanto ne so, nessuna modifica è stata prevista per le modalità di redazione del piano anticorruzione se non quella di inserirlo nella sezione 2 del nuovo piano.
Sicuramente apprezzo del PIAO il ruolo di semplificazione della visione della governance dell’Ente con l’accorpamento in un “Testo unico strategico dell’Ente” di tutti i piani non finanziari che ogni ente deve periodicamente predisporre.
E’ prevista un’unica scadenza per un piano unico che permette di avere dell’Ente una visione d’insieme su uno scenario di medio periodo (triennio). Per essere efficace dovrebbe diventare un vero piano di lavoro, meglio se allineato col PEG nell’ottica di unire visione e risorse disponibili, e non restare solo un esercizio stilistico/adempimento burocratico fine a se stesso.
Trovo interessante l’azione n. 2 che vedo come un’evoluzione di quanto ANAC ha abbozzato con la creazione del Registro dei Responsabili della prevenzione della corruzione e della trasparenza (rif. Delibera 19/1/2022 n. 27).
Per ANAC il registro, oltre che finalizzato a potenziare i canali di comunicazione tra l’Autorità e gli RPCT, è funzionale alla creazione di una rete nazionale dei Responsabili stessi.
Fare rete sembra essere la giusta strada da percorrere per raggiungere soluzioni efficaci.
Proprio qualche giorno fa il presidente di ANAC nel commentare la sua nomina a vicepresidente di una rete sovranazionale di autorità anticorruzione (Network for Integrity) dichiarava che “ … la corruzione non conosce confini e la sua incredibile capacità di rinnovarsi e assumere nuove forme ci motiva a lavorare insieme. La lotta alla corruzione e la lotta per una democrazia più trasparente e aperta sono sfide complesse e globali che nessuna singola istituzione può affrontare da sola. Non dobbiamo isolarci ma confrontarci per capire se stiamo andando nella giusta direzione o, al contrario, se dobbiamo aggiornare le nostre strategie”.
Sono parole riferite a un livello più alto dei nostri enti ed alla dimensione sovranazionale ma credo si adattino perfettamente anche alla nostra realtà.maggio 4, 2023 alle 10:36 am in risposta a: RISCHIO DI CORRUZIONE NEGLI AFFIDAMENTI DIRETTI SOCIETà IN HOUSE #2708Il tuo piano creativo pone l’attenzione sull’in house providing, istituto potenzialmente molto esposto a fenomeni corruttivi non considerato negli altri piani creativi, probabilmente perché redatti da dipendenti di Enti di tipo differente rispetto al tuo e quindi poco avvezzi all’utilizzo di detta possibilità di affidamento.
Il mio Ente (provincia di Asti) non utilizza questa opportunità di internalizzazione dei servi pertanto io ne ho una conoscenza meramente scolastica.
Mi pare chiaro comunque che i rischi (rif. Obiettivo n. 1 e 3 e azioni corrispondenti) siano analoghi a quelli evidenziati da altri corsisti in relazione agli affidamenti diretti cui la normativa di recente ha dato forte impulso.
Condivido le tue proposte (azioni 1 e 3) connesse al potenziamento tanto della fase di MOTIVAZIONE che di quella di PUBBLICITÀ/TRASPARENZA della stessa.
Sono entrambe fasi delicate perché il ricorso all’in house può nascondere un’elusione della concorrenza a discapito di un ottimale impiego di risorse pubbliche.
L’onere motivazionale aggravato posto dalla normativa deve essere soddisfatto con una concreta valutazione sulla congruità economica e sociale della scelta effettuata a monte e non mera esercitazione di stile. Per questo è fondamentale la formazione degli operatori su normativa, raccomandazioni e linee guida anac per orientarne l’azione verso comportamenti legittimi e tra loro uniformi, nonché per favorire la diffusione di best practices.
Come raccomandato da ANAC dovrebbe essere la determina a contrarre a contenere l’effettiva e preventiva valutazione della congruità economica e dei benefici per la collettività del ricorso all’in house.
Utile sarebbe al RUP avvalersi, all’occorrenza, di una struttura di supporto laddove tale processo valutativo sia molto complesso e richieda competenze trasversali.
Massimo impulso andrebbe dato, come hai ben evidenziato nell’azione 3, ad ogni forma di pubblicità e trasparenza andando se possibile anche oltre rispetto al livello minimo richiesto dalla norma.
Se non ho capito male il nuovo codice ha soppresso l’elenco il registro dell’in house gestito da ANAC.
Sul sito di ANAC tra i rilievi del Presidente Busia sul nuovo codice è riportato:
“La soppressione del registro dell’in-house gestito da Anac nel nuovo Codice è sbagliata. E’ un vulnus per le imprese e il mercato, è una finta semplificazione. Avere una verifica preventiva per controllare se il soggetto che acquisisce al di fuori dal mercato una commessa pubblica possiede i requisiti necessari è essenziale, anche per non creare concorrenza sleale alle imprese.
Nel nostro lavoro di verifica, basato su requisiti richiesti dalla Corte europea di Giustizia, due terzi dei casi riguardano amministrazioni che non hanno i requisiti. Dirglielo prima serve ad evitare responsabilità nei confronti degli enti locali, ed evitare che si allunghino i tempi, con moltiplicazione del contenzioso. Serve inoltre, ad evitare sacche di inefficienza, che esistono, dovute al fatto che non si opera nel mercato sottraendosi a una concorrenza aperta.”
Alla luce di questa novità, a maggior ragione la pubblicità relativa agli affidamenti gestiti in house dovrà essere attentamente curata.febbraio 5, 2023 alle 1:07 pm in risposta a: TUTTI PER UNO, UNO PER TUTTI! Integrità da condividere #2655Trovo molto interessante la sperimentazione da voi condotta per la revisione dello statuto o bilancio partecipato, in effetti nel caso del Piao basterebbe ricorrere allo stesso strumento.
L’ente metterebbe a disposizione lo strumento telematico ed i dipendenti il contributo umano con le loro proposte ed idee.- Questa risposta è stata modificata 1 anno, 9 mesi fa da Rosangela Villella.
febbraio 4, 2023 alle 6:27 pm in risposta a: Le fasi del processo approvvigionativo: queste sconosciute. #2650Sono d’accordo sul privilegiare quali strumenti per conferire integrità all’attività delle pubbliche amministrazioni formazione, condivisione delle conoscenze e delle informazioni, rotazione di incarichi per acquisire conoscenze multidisciplinari e digitalizzazione.
Ritengo interessante la proposta dell’azione 3 di istituire un’attività di controllo affidata a team esterni all’area funzionale oggetto di esame. La terzietà del soggetto controllante può essere molto utile ad individuare rischi corruttivi nei procedimenti che gli addetti ai lavori potrebbero in buona fede non aver notato o sottovalutato.febbraio 4, 2023 alle 6:10 pm in risposta a: AFFIDAMENTI DIRETTI – RUP FUNAMBULI IN CERCA DI UNA RETE #2648Argomento di grande attualità quello qui affrontato che preoccupa tutte le stazioni appaltanti e carica il RUP di una rilevante responsabilità.
La stessa ANAC evidenzia come laffidamento diretto sia caratterizzato dalla strutturale assenza di confronto competitivo nell’individuazione dell’assegnatario, il che rende necessario garantire che la scelta dell’appaltatore avvenga senza condizionamenti impropri.
La maggior discrezionalità e la minor trasparenza proprie dell’affidamento diretto da un lato favoriscono rapidi affidamenti a vantaggio di un efficiente impiego degli investimenti (indispensabile in periodo di PNRR) ma dall’altro costituiscono un’insidia pericolosa per i RUP consentendo distorsioni consapevolmente o inconsapevolmente causate.
Apprezzabili e condivisibili tutti gli accorgimenti suggeriti, volti in particolare a restringere il più possibile il ricorso all’affidamento diretto con acquisizione di un solo preventivo.
Condivido in particolare le azioni 1 e 2.- Questa risposta è stata modificata 1 anno, 9 mesi fa da Rosangela Villella.
Si parla sempre di rischio corruttivo connesso alla fase dell’aggiudicazione ma l’analisi qui fatta sul ruolo del D.E.C. evidenzia come anche quella esecutiva possa nascondere insidie se non affrontata nel modo corretto.
Al DEC sono conferite funzioni di coordinamento, direzione e controllo tecnico-contabile dell’esecuzione del contratto. Gli viene attribuita una competenza molto vasta che implica conoscenze trasversali di cui raramente un dipendente dispone nel complesso.
Sono d’accordo nel prevedere una struttura di supporto al DEC perché possa in effetti assolvere al meglio il suo compito utilizzando tutti gli strumenti contrattuali di cui dispone.
La verifica dei contratti, specialmente i più complessi, viene trascurata o effettuata come l’ennesimo adempimento burocratico consentendo agli operatori economici di ridurre la qualità promessa in sede di gara con danno all’intera collettività.
Ho notato negli anni una generale riluttanza ad applicare lo strumento delle penali per indirizzare l’operatore verso la corretta esecuzione del contratto come anche la generalizzata presenza di lacune contrattuali nelle parti relative alla previsione di casistiche collegate all’applicazione delle penali.
L’arma delle penali perde così l’efficacia attribuitale.
Occorre ex ante potenziare i testi contrattuali per agevolare i controlli del DEC e favorire una collaborazione tra diverse professionalità a sostegno di questa figura perché possa diventare al pari del RUP una figura centrale per l’efficienza del processo di approvvigionamento.febbraio 4, 2023 alle 3:53 pm in risposta a: Qualificazione ed efficienza a contrasto dei molteplici aspetti del fenomeno cor #2646Sono d’accordo con te nel ritenere opportuno premiare i dipendenti meritevoli per mantenere sufficientemente alto il livello di entusiasmo e voglia di fare. Premi stipendiali eviterebbero l’appiattimento verso il basso che spesso si nota nel pubblico impiego.
Condivido però l’analisi di Davide Rosso sulla realtà di scarse risorse disponibili e di difficoltà di trovare modalità eque di distribuzione. Si potrebbe pensare in effetti, come evidenziato dal collega, di riconoscere in alternativa dei benefits diversi dalle erogazioni economiche come segnale di apprezzamento.
Condivido l’opportunità di inserire nuova forza lavoro dotata del necessario bagaglio di conoscenze informatiche e del necessario entusiasmo per metterle a frutto nella ricorca di soluzioni operative più efficienti e trasparenti.
Nel mio Ente dopo anni di riduzione di personale frutto di pensionamenti e mobilità in massa, indotte dal “terrore” di soppressione delle Province, di recente sono stati assunti giovani laureati, tutti dotati di buone conoscenze informatiche, che hanno contribuito a migliorare la produttività degli uffici.L’idea da cui parte il tuo piano, quella cioè dell’appartenenza di ciascun dipendente pubblico alla medesima comunità di cui è a servizio, di per sé è di grande semplicità ma racchiude una verità che fa riflettere.
Nel nostro agire quotidiano al lavoro stiamo soddisfacendo le esigenze ed i bisogni non solo dei cittadini che stanno fuori dal “palazzo” ma anche nostri. Il buon funzionamento dei servizi (scuole, trasporti….) portano benefici anche a noi così come i comportamenti lesivi dei diritti e le condotte di maladministration ci danneggiano.
Basterebbe interiorizzare questa consapevolezza per operare nel rispetto dei principi di buona amministrazione e legalità, null’altro.
Condivido ed ho sviluppato anch’io l’idea della necessità di un percorso di educazione alla cittadinanza nelle scuole perché credo che spargere buone idee nelle giovani generazioni possa portare frutti a lungo termine nei cittadini di domani.
Mi piace molto la tua proposta di creare una sorta di Trip Advisor della PA come vetrina delle buone pratiche e sono d’accordo con la necessità di gratificare con equità chi si impegna nel proprio lavoro con benefici a favore dell’intera collettività.
Gli incentivi conferiscono entusiasmo e innescano processi di reiterazione delle buone pratiche nonchè miglioramenti.febbraio 4, 2023 alle 2:44 pm in risposta a: Giuseppe SILVESTRO – Piano creativo "Qualification o Information" #2644Visto che la condivisone della conoscenza e delle informazioni costituisce un’efficace arma contro la corruzione non posso che aderire al tuo piano indirizzato a promuovere la formazione nonché la condivisione dei principi e dei valori della legalità a 360 gradi.
La CONDIVISIONE ed il fare RETE potenzia l’efficacia della formazione e fa sentire il dipendente pubblico parte di un gruppo responsabile del buon andamento dell’azione amministrativa incoraggiandone, all’occorrenza, iniziative di segnalazione di episodi di maladministration.
Gli Enti devono erogare la formazione obbligatoria in tema di anticorruzione, trasparenza ed etica pubblica nelle Pubbliche Amministrazioni rispetto della normativa anticorruzione contenuta nella Legge 190/12 e nei successivi decreti attuativi nonché nelle norme inerenti il PNRR (D.L. 36/2022 c.d. Decreto PNRR 2).
È auspicabile quindi che ogni amministrazione preveda accanto ad una formazione di tipo generale, rivolta a tutti i dipendenti, mirata all’aggiornamento delle competenze e dei comportamenti in materia di etica e della legalità, anche iniziative formative differenziate, per contenuti e livello di approfondimento, in relazione ai diversi ruoli che i dipendenti svolgono e in relazione alle aree in cui operano.
Sarebbe opportuno che ogni Ente non si limitasse a fornire un percorso formativo standard ma predisponesse iniziative formative prediligendo i linguaggi e le modalità più adatti al proprio personale ed al proprio contesto.
Ho letto che in questi giorni la Provincia di Varese ha promosso con il patrocinio dell’Autorità Nazionale Anticorruzione e Anci un’iniziativa di formazione mediante un dramma interattivo sulle insidie della buona fede dal titolo “Gli errori degli altri”, (https://www.vareseinforma.it/gli-errori-degli-altri-uno-spettacolo-teatrale-sullanticorruzione-come-momento-formativo-per-la-pubblica-amministrazione/ ). La ritengo un’apprezzabile iniziativa creativa per trasmettere il messaggio.febbraio 4, 2023 alle 1:54 pm in risposta a: Titolo: “La correttezza: l'ordinarietà dà risultati straordinari” #2643Il tuo piano, ben articolato e ricco di spunti interessanti, si contraddistingue dagli altri per l’indirizzarsi ai destinatari e fruitori dell’azione pubblica (siano essi cittadini od operatori economici) anzicchè agli attori protagonisti (pubblici dipendenti).
Cambia il punto di vista da cui si affronta il medesimo problema: il rischio corruttivo.
Il tuo intento è di potenziare la conoscenza dei processi amministrativi nei non addetti ai lavori in modo tale da dotarli di strumenti in grado di riconoscere e smascherare i casi di maladministration, eventualmente celati negli adempimenti burocratici che li riguardano, e di renderli consapevoli di avere a disposizione strumenti efficaci per far valere i propri diritti.
Il tema conduttore è la TRASPARENZA, uno dei più formidabili antidoti per contrastare la corruzione e l’illegalità: trasparenza in senso lato per il primo obiettivo e trasparenza in un campo d’azione specifico come il SUAV, tua area di competenza.
Gli efficaci metodi e strumenti che suggerisci possono essere ugualmente applicabili, con gli opportuni adattamenti, anche per altri settori dell’attività pubblica (appalti, concessioni di contributi…).
“Anticorruzione” e “Trasparenza” sono concetti strettamente correlati. L’uno implica avversione alle pratiche di violazione dei doveri collegati alle funzioni pubbliche con pregiudizio degli interessi generali, l’altro denota chiarezza, pubblicità dell’agire della P.A.
L’obiettivo del tuo progetto coincide con l’ambizioso disegno cui ogni politica anticorruzione tende: rendere l’Amministrazione una “casa di vetro”.
Aggiungerei a completamento del processo di trasparenza suggerito , un impegno da parte dei dipendenti a prestare attenzione massima all’aspetto formale degli atti soprattutto in relazione a quanto dispone l’art. 3 della L. n.241/1990 che
esige che ogni provvedimento della P.A. indichi “presupposti di fatto e le ragioni giuridiche che hanno
determinato la decisione dell’amministrazione, in relazione alle risultanza dell’istruttoria”.
Al fine della massima trasparenza è necessario che le premesse di fatto degli atti e l’illustrazione delle
ragioni giuridiche – specie in quelli aventi riflessi economici come quelli inerenti l’ambito di attività del SUAV – siano completi al fine di rendere conoscibile il percorso seguito dalla P.A. L’esposizione dovrebbe essere quanto più possibile chiara, non ambigua, perchè è noto che un testo involuto, prolisso e non chiaro contribuisce a tentativi di corruzione.febbraio 4, 2023 alle 1:49 pm in risposta a: Educare all’acquisto, promuovere Buona Amministrazione #2641Quello in cui opero è un contesto che riflette esattamente, seppur forse in una dimensione più ridotta di quella in cui operi tu, quello da te descritto.
I problemi operativi degli addetti al servizio Supporto Appalti in cui opero, che si occupa anche di tutti gli affidamenti superiori ai 5000 euro, “combatte” quotidianamente con le “pretese” dei vari servizi dell’Ente che spesso richiedono forniture immediate senza tollerare l’attesa dei tempi minimi di legge e senza fornire progetti di affidamento approvati e previsti negli strumenti di programmazione.
Risulta difficile soddisfare i bisogni segnalati senza incorrere in rimostranze varie.
L’emergenza diviene via via normalità con i conseguenti rischi di maladministration.
Molto arduo poi è far passare il messaggio del divieto di rotazione in inviti ed affidamenti!
Il motivo di questa situazione, in effetti, è da collegarsi, tra l’altro, nelle diverse professionalità che operano nell’ente prive di nozioni “trasversali” quali possono considerarsi le regole base degli affidamenti. Tecnici ed amministrativi, salvo casi eccezionali, sembrano parlare linguaggi diversi.
Pur condividendo in toto il progetto, apprezzo particolarmente l’obiettivo 2 (Linee guida per gli acquisti destinato ai richiedenti) indirizzato a tutto il personale.- Questa risposta è stata modificata 1 anno, 9 mesi fa da Rosangela Villella.
febbraio 3, 2023 alle 4:13 pm in risposta a: TUTTI PER UNO, UNO PER TUTTI! Integrità da condividere #2625In effetti i nostri piani partono da un punto di vista comune.
La sensazione che ho è che il problema legato alla mancata condivisione ed alla mancata interiorizzazione delle misure anticorruzione tra i diversi soggetti coinvolti non conosce distinzioni sulla base delle dimensioni dell’Ente.
Forse la causa non risiede nella diversa disponibilità di mezzi ma in un comune ostacolo legato alla “mentalità diffusa”.febbraio 3, 2023 alle 4:02 pm in risposta a: P.T.P.C.(ORA P.I.A.O.?). QUALI VANTAGGI PER L'ENTE? #2624Come te ho rilevato come lo strumento di pianificazione delle misure anticorruzione sono concepite per lo più come “distanti” dalla realtà degli operatori e vissuti dall’Ente come mero adempimento burocratico.
Occorre inculcare nel pubblico dipendente e nella società civile la consapevolezza dell’importanza dell’integrità dell’azione amministrativa: andrebbero rafforzate tutte le iniziative di formazione per il personale e di condivisione con la società civile dell’impegno della macchina pubblica per rendere un giusto servizio ai cittadini nel rispetto dei diritti di tutti.
Il Piano Anticorruzione da “carta morta” dovrebbe diventare “faro” orientativo del lavoro pubblico.
La trasformazione è certo ardua soprattutto in Enti come i nostri, la cui normalità è l’emergenza a causa del sovraccarico di adempimenti obbligatori e limitate risorse finanziarie e umane.
Ad essere tralasciati sono sempre quei compiti che sembrano avere meno risonanza esterna.
Condivido con te l’opportunità di puntare l’attenzione anche sul momento del monitoraggio anzicchè al solo momento pianificatorio delle misure anticorruzione, l’opportunità di condividere strumenti utili e buone pratiche mediante forum sia interni all’Ente che tra Enti diversi.
Sono misure a costo zero (o quasi). Spesso non è necessario ricorrere a costosi esperti esterni per risolvere qualche dubbio operativo: risultano spesso più preziosi le dritte forniteci da chi, nostro pari, ha già affrontato situazioni analoghe nel proprio ente.
Canali di comunicazione tra operatori sarebbero molto utili a tutti soprattutto in forum settoriali come quello degli appalti pubblici ove il rischio corruttivo si insinua in diverse fasi dei procedimenti.
Nell’obiettivo 2 ho visto che hai fatto cenno alla c.d. corruzione delle norme (farraginose, spesso incomprensibili e fuorvianti…), sarebbe auspicabile effettuare, in seno a eventuali gruppi di lavoro, una revisione dei regolamenti interni per eliminare sovrapposizioni di norme, contraddizioni e per conferire loro chiarezza e semplicità di linguaggio.Buongiorno a tutti,
sono Rosangela Villella, funzionario amministrativo con posizione organizzativa del Servizio Supporto Appalti – Stazione Appaltante della Provincia di Asti.
La struttura in cui lavoro si occupa di procedure di affidamento sotto e sopra soglia di lavori, forniture e servizi per conto della Provincia di Asti ed, occasionalmente, in ausilio ai Comuni della Provincia come Stazione Unica Appaltante e Centrale di Committenza.
Attualmente ci stiamo organizzando per diventare una struttura in grado di fornire un ausilio permanente ai Comuni, alle prese con le assegnazioni di fondi PNRR.
Dopo parecchi anni dalla conclusione dei miei studi universitari (Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di a Torino), con entusiasmo ritorno a rivestire i panni di studente per assecondare la mia curiosità ed il desiderio di approfondire le tematiche con le quali mi confronto ogni giorno.
Mi aspetto di ricavare nuovi stimoli da un insegnamento di più ampio respiro rispetto ai corsi di taglio strettamente pratico, frequentati finora, e dal confronto con operatori di realtà diverse dalla mia.
Credo inoltre che questo corso possa essermi utile per trovare soluzioni di affidamento alternative con ottimizzazione di tempo e risorse.
Auguro buon percorso ai miei compagni di avventura. -
AutoreArticoli