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Come indicato anche nel mio piano, in attesa di una qualificazione e riduzione delle Stazioni Appaltanti, anche io condivido la necessità di una maggiore qualificazione delle professionalità inserite negli uffici. La selezione delle professionalità più idonee, da affiancare a chi ha già maturato comprovata esperienza nel settore, unita a una puntuale formazione pratica e allo scambio di informazioni e condivisione delle buone pratiche anche tra le diverse Stazioni Appaltanti, può essere un buon punto di partenza per ovviare a carenze che in certi ambiti non sono ammissibili.
Amaramente condivisibile la riflessione sulla mentalità tutta italiana del saperci fare del male mettendo in evidenza quello che non funziona e di far passare sotto silenzio le buone pratiche, come l’uso del whistleblowing, guardato ancora con scetticismo se non addirittura in modo negativo. È chiaro che questa mentalità non può debellata dall’oggi al domani, ma a tal fine è indispensabile l’apporto che può e deve ogni Ente nella educazione all’istituto attraverso una specifica formazione sulla sua portata, sul suo funzionamento, sul suo significato, sulle tutele e le garanzie che assistono (o che dovrebbero assistere sempre meglio) il segnalante.
febbraio 6, 2022 alle 2:39 pm in risposta a: Misure per stimolare la partecipazione dei dipendenti pubblici #2393Anche io vedo necessaria una formazione di tipo diverso per sensibilizzare sui rischi corruttivi nel senso ampio del termine, temo sconosciuti ai più.
Una formazione concreta e continua, aperta al confronto e alla discussione, con simulazioni di casi concreti, permetterebbe di portare alla luce i comportamenti corruttivi che si possono manifestare in maniera non immediatamente riconoscibile.
Queste occasioni di scambio e discussione tra colleghi, oltre ad essere meno sterili e più formative, darebbero a tutti gli stessi strumenti per poter valutare e riconoscere il disvalore dei comportamenti altrui agendo di conseguenza per bloccarne gli effetti (whistleblowing).Apprezzo l’idea di diffondere la più ampia portata del significato di corruzione anche attraverso frequenti comunicazioni interne brevi sugli apparentemente “semplici” casi di maladministration segnalati da ANAC. Bisogna sicuramente puntare sulla sintesi per una maggiore efficacia del messaggio, perché non ne sia disincentivata la lettura e sia di immediata comprensione il disvalore del caso esposto e le sue conseguenze.
E’ sicuramente efficace anche la formazione di team multidiplisciplinari di comprovata esperienza per la predisposizione dei piani anticorruzione, i cui componenti dovrebbero, in vista dell’aggiornamento dello stesso, incontrare i membri del proprio settore per un confronto sullo stato dell’arte del piano vigente, più costruttivo e stimolante per ciascuno ai fini della formulazione delle successive osservazioni.Condivido appieno i problemi individuati, sia sul versante esterno dei cittadini che su quello interno dei dipendenti della PA.
Come evidenziato nelle azioni su obiettivi 2 e 3, senza un’adeguata informazione, avvalendosi di mezzi quali la stampa, la televisione, vademecum che potrebbero essere inviati ai cittadini (così come i Comuni inviano gli avvisi pagamento TARI!), un cittadino non ha la coscienza di avere facoltà – oltre che diritto – di accedere agli atti detenuti dalla PA, né la curiosità di addentrarsi sul sito e quindi nella Sezione Trasparenza dell’Ente. Aggiungo che anche il cittadino che volesse curiosare tra le Sezioni Trasparenza di Enti diversi potrebbe rimanere disorientato e scoraggiato nel vedere come le regole non siano rispettate in maniera uniforme (a volte su alcuni siti è anche difficile scovare la stessa Sezione Trasparenza).
La stessa sensazione di disorientamento è vissuta anche dai dipendenti a cui spesso manca una formazione sistematica sulla collocazione di ogni atto nella Sezione Trasparenza.
Condivido quindi anche la necessità di implementare i sistemi di digitalizzazione degli Enti a favore di una interoperabilità dei dati oltre che di automatismo nell’inserimento dei provvedimenti nella corretta Sezione Trasparenza (per es. contestualmente alle pubblicazioni in albo pretorio), evitando quanto più possibile il caricamento manuale, che rischia, per negligenza, mancanza di istruzioni precise o coordinamento di uffici – per cui non si sa chi debba fare che cosa – o di non essere effettuato correttamente o di non avvenire.
Bisognerebbe conseguentemente anche incoraggiare il confronto interno tra i vari uffici per un miglioramento del sistema nell’interesse della chiarezza e trasparenza dell’attività svolta.Buongiorno a tutti,
Mi chiamo Viviana Arena, mi sono laureata in Giurisprudenza a Torino nel 2020 e lavoro da quasi un anno presso la Stazione Unica Appaltante della Provincia di Piacenza; mi occupo dei diversi aspetti delle gare pubbliche, dalla stesura dei provvedimenti e documenti propedeutici alle stesse fino alla fase dell’aggiudicazione.
Vedo nella partecipazione al Master SEIIC una grande opportunità formativa grazie anche alla possibilità di confronto con i colleghi di corso ben più esperti di me.
Buon lavoro a tutti e a presto.Viviana Arena
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