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  • in risposta a: Innovazione sostenibile #2814

    Barbara Roncarolo
    Partecipante

    Cara Marzia,
    Nel tuo intervento hai toccato tre punti fondamentali che mi pare si possano ben interrelare tra loro: digitalizzazione, formazione di alto livello e valorizzazione delle iniziative bottom up.
    Mi trovo particolarmente d’accordo con te per quanto riguarda l’idea di trasformare l’errore in opportunità di crescita e miglioramento.
    Purtroppo nella PA italiana storicamente c’è sempre stata una sorta di diffidenza nei confronti della cultura della valutazione.
    Credo che questo sia in parte connesso al fatto che la valutazione personale è spesso legata all’ incentivazione economica.
    Consentire agli “errori” di emergere, senza che questo comporti necessariamente uno svantaggio economico, potrebbe generare interessanti occasioni di crescita e miglioramento.
    Anche la creazione di reti informali, in cui sia consentito un confronto aperto e non giudicante tra pari, può offrire importanti spunti e occasioni di miglioramento continuo.

    in risposta a: “perché si è sempre fatto così”…..finora #2813

    Barbara Roncarolo
    Partecipante

    Dorotea,
    Ho letto con interesse il tuo intervento e in particolare ho trovato molto utile la relazione circolare che si instaura grazie al rapporto tra enti e attraverso meccanismi bottom up e top down per quanto riguarda la condivisione delle best practices.
    Ho trovato interessante e indubbiamente fruttuosa l’idea di coinvolgere i giovani e le scuole: credo che l’abitudine alla legalità sia un tratto culturale che si può radicare in maniera sentita e profonda, se compreso e condiviso anche nei gruppi sociali dei quali fanno parte i giovani. La loro consapevolezza è fondamentale per arricchiere la società di cittadini in grado di orientare le politiche pubbliche grazie a una partecipazione attenta e responsabile. D’altra parte il futuro inizia nel presente!

    in risposta a: PIANO CREATIVO ANTICORRUZIONE CREMONE #2812

    Barbara Roncarolo
    Partecipante

    Alfonso, credo tu abbia sottolineato un aspetto che spesso è sottovalutati: la distanza tra norma e realtà.
    A partire dal livello europeo, l’attenzione alla promozione della concorrenza, intesa come strumento capace di promuovere efficienza ed economicità, è alta; ma nei fatti non sempre si riesce a realizzare.
    Ecco che proposte come la tua, che riescono a dare il giusto risalto alle pratiche concrete, armonizzandole con aspetti di carattere generale, possono costituire un aiuto reale alla diffusione di azioni efficaci.
    Un altro aspetto sul quale a parer mio si dovrebbe porre attenzione è la valutazione dell’impatto (ex ante ed ex post) un intervento pertinente quale quello da te proposto

    in risposta a: Domanda qualificata e aggregata VS Maladministration #2787

    Barbara Roncarolo
    Partecipante

    Giorgio,
    Il tuo contributo chiaro e lineare mi trova completamente d’accordo.
    In particolar modo concordo con te sull’opportunità di creare piani di formazione che consentano anche il dialogo tra dipendenti di realtà differenti: dal confronto tra colleghi che operano in settori differenti, ma nella stessa area operativa (appalti pubblici), possono derivare contributi utili, originali e innovativi.

    Sento grande affinità anche con il punto tre: l’idea del “rating di qualità” è esattamente l’esigenza che ho sottolineato anche io nel mio intervento “nell’azione tre”. Se hai l’opportunità di leggerlo, mi piacerebbe attivare un ulteriore confronto con te.

    Infatti anche gli acquisti che possono apparire marginali, perché non si spingono oltre la soglia comunitaria, hanno in realtà grande importanza, perché spesso sono proprio quelli che riguardano l’area “organizzazione e funzionamento” che ha una funzione trasversale e di supporto alle attività dell’intero Ente in questione.


    Barbara Roncarolo
    Partecipante

    Sebastiano,
    Trovo molto interessante e completo il tuo piano, basato sapientemente sulla diffusione della conoscenza.
    Il mio suggerimento si colloca in una fase che precede l’intero processo, ossia in fase di progettazione.
    L’attività di sensibilizzazione potrebbe partire da un questionario (anch’esso il più possibile coinvolgente) su “Corruzione: quanto ne sai?”.
    Il questionario può dare come risultato un punteggio, ma deve essere totalmente anonimo, perché l’obiettivo non è giudicare il singolo dipendente, quanto utilizzare il suo livello di conoscenza per proporre una campagna di sensibilizzazione più personalizzato.
    Al termine della campagna, lo stesso questionario può essere riproposto, per dare al dipendente l’opportunità di misurare se il suo punteggio è migliorato. In quel caso, si può pensare un premio simbolico (coccardine, badge) che sottolinei l’obiettivo raggiunto.

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