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  • in risposta a: Master SEIIC – 2024 – IX edizione – Presentiamoci! #2879

    Caterina Navach
    Partecipante

    Mi chiamo Caterina Navach, donna, meridionale con la vocazione a girar l’Italia per lavoro, avvocato in un mondo di tecnici.
    Mi sono laureata in giurisprudenza a metà degli anni 90, nel periodo in cui si è cercato per la prima volta di dar ordine alla frammentarietà e disorganicità degli interventi normativi succedutisi in materia dalla metà degli anni ’60, con la codificazione della Legge Merloni. Ho visto e vissuto lavorativamente la Merloni bis, ter e quater, il Delise ed i suoi tre correttivi, il Codice 50 e tutti i suoi correttivi, lo Sbloccacantieri, le deroghe Covid ed ora il Codice 36.
    E tutte le Plenarie, le Linee guida, le circolari ed i regolamenti.
    Insomma 26 anni di Pubblica Amministrazione e 34 di studi giuridici continui, a vivere ogni giorno la balcanizzazione di una materia fondamentale per il rispetto del sacro principio di Buon Andamento.
    Eppure è l’unico campo della PA e del diritto in genere che mi appassiona davvero, perché ogni novità mi fa esplodere dentro un “lo sapevo, me lo aspettavo”; perché occuparsi degli appalti pubblici significa leggere i bisogni del territorio, delle imprese, degli enti, e predittare, intuire, ipotizzare, presagire, pronosticare, supporre quella che sarà la prossima massima giurisprudenziale o novità normativa.
    Eppure è l’unico campo della PA e del diritto in genere che mi fa vedere che le “carte” che tratto diventano strade, posti in asilo nido, software, alberi potati e fotocopiatori; perché è davvero l’unico modo che ho per curare di più mio figlio, la mia città, la mia Nazione, per proteggere l’ambiente in cui vivo.
    Eppure è l’unico campo della PA e del diritto in genere stancante, frustrante, che mi fa “gastimare” per l’incompetenza e la supponenza dei colleghi e per la lentezza con cui affrontano le cose; perché nessuno studia davvero, e i pochi che hanno studiato non si rendono conto che dopo tre mesi tutto quel lavoro è inutile e va ribaltato e ripartito.
    Eppure è l’unico campo della PA e del diritto in genere che sembra la sinestesia della corruzione, che sale ai disonori delle cronache e dove anche solo lo strepitus fori fa bloccare ferrovie e scuole per anni; perché solo negli appalti pubblici la vera differenza la fa chi firma e non chi ferma, e soprattutto chi firma con competenza e consapevolezza, e con regole morali e giuridiche che ci insegnano a fare la nostra parte nella società.
    Ecco perché sono qui: perché sono certa che questo corso mi darà approfondimenti su temi del nuovo Codice come analisi della fase di affidamento dalla decisione di contrarre all’aggiudicazione; analisi delle questioni più problematiche quali l’indicazione dei contratti collettivi di lavoro e il costo della manodopera; equo compenso e gare; stato di attuazione della riforma della digitalizzazione; conservazione dell’equilibrio contrattuale; la nuova disciplina della revisione prezzi: la nuova disciplina; analisi dell’art. 120 del Codice con particolare attenzione alla nuova disciplina della proroga.
    Ed in particolare su quello che per me è il “tema” che segue la mia firma ogni giorno: Responsabilità alla luce dello “scudo erariale” e dell’art. 2 comma 3 del Codice

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