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novembre 27, 2018 alle 9:55 pm in risposta a: Università e prevenzione della corruzione: il reclutamento dei docenti #629
Il progetto è molto “di settore” ed è caratterizzato da un notevole grado di dettaglio ed approfondimento.
Non sono in grado di contribuire con spunti personali in merito ai temi critici, individuati proprio da Marco, legati alla creazione del sistema degli indicatori ed al coordinamento dei numerosi soggetti coinvolti.novembre 27, 2018 alle 9:34 pm in risposta a: I LIMITI DELL'INDIRIZZO POLITICO NELLE PROCEDURE DI APPALTO #628L’amministratore dovrebbe dare gli obiettivi, le linee guida dell’attività ed il tecnico dovrebbe individuare gli strumenti più idonei ed adeguati per attuarli in modo pienamente legittimo, nel tempo strettamente necessario. Il problema messo a fuoco dal progetto evidenzia una degenerazione del rapporto sopra sommariamente delineato tra amministratori della cosa pubblica e tecnici: l’amministratore tende richiedere di percorrere vie che facciano conseguire risultati nel breve, brevissimo periodo per poter “riscuotere” un nuovo consenso; talvolta il tecnico sacrifica un po’ del suo ruolo, pur rimanendo entro i confini della legittimità, a tutela della sua stabilità.
Mi chiedo se, oltre alle pregevoli iniziative di formazione delineate dal progetto, sia possibile individuare altri strumenti per rigenerare il rapporto fiduciario tra amministratori e tecnici.novembre 27, 2018 alle 9:21 pm in risposta a: Marisa Audi Grivetta – " Dipendenti pubblici più consapevoli" #627Rispetto all’azione 2, relativa alla restituzione dei risultati rilevati, propongo di valutare se sia possibile, esaminate ed identificate le più comuni cause di illegittimità degli atti, arrivare a predisporre un formulario, una sorta di guida pratica per la stesura dei provvedimenti dirigenziali e deliberativi, con l’indicazione per ciascuno, ad esempio, degli adempimenti di pubblicazione, di pubblicazione nella sezione “Amministrazione trasparente” ed altri eventuali. Quanto ai procedimenti, la certificazione di qualità rappresenta senz’altro un valido strumento di analisi e di miglioramento in ottica di standardizzazione.
novembre 27, 2018 alle 9:20 pm in risposta a: GIUSEPPE FAVORE – : La responsabilità etico – amministrativa #626Trovo particolarmente interessante la prospettiva dell’azione 2.2 “individuare strumenti di valutazione dei dirigenti che tengano conto dei comportamenti eticamente censurabili” …. un rating di legalità della performance? Quali gli indici di valutazione?
novembre 27, 2018 alle 9:18 pm in risposta a: Paola semeraro – PIANO CREATIVO ANTICORRUZIONE PER LA SANITA' #625Azione 1 dell’obiettivo “conoscenza”: oltre alla storia ed ai dati del nostro SSN, come strumento di ulteriore conoscenza, aggiungerei i servizi offerti (carta dei servizi) ed i diritti dell’utenza.
Quanto all’azione 3, legata all’obiettivo “sensibilizzazione e coinvolgimento”, propongo di evidenziare nella formazione degli operatori che i comportamenti richiesti sono veri e propri doveri professionali, espressamente previsti dai codici di comportamento, e non atti di cittadinanza modello o di eroismo.Con riferimento all’azione 2 (“raccolta informazioni”), ampiamente in sintonia con le previsioni normative in materia di whistleblowing, potrebbe essere utile precisare gli elementi di potenziamento e/o innovazione dell’esistente.
A proposito della mancanza di consapevolezza da parte del dipendente pubblico del carattere corruttivo, in senso ampio, di taluni loro comportamenti, propongo di introdurre in uno dei percorsi formativi delineati dal progetto, la presentazione del ruolo e dei contenuti del Codice di comportamento proprio dell’amministrazione interessata. Il codice di comportamento, infatti, riveste l’importante ruolo di tradurre in regole di comportamento orientate alla migliore cura dell’interesse pubblico gli obiettivi di prevenzione e contrasto del rischio corruttivo perseguiti dal PRPC mediante misure di tipo organizzativo relative alle procedure ed all’organizzazione degli uffici.
novembre 27, 2018 alle 9:12 pm in risposta a: Sandro Franchi: Gara ad evidenza publlica: tra norme ed informatica…. #622Il progetto è molto operativo e concreto.
Proporrei semplicemente di prevedere, in esito agli incontri tra il personale coinvolto, modalità di più ampia socializzazione degli spunti propositivi e critici emersi negli incontri stessi.novembre 27, 2018 alle 9:11 pm in risposta a: Anna Petruzzi Contro la corruzione una squadra competente è un forte deterrente #621Grazie alla vicinanza del Progetto alla mia concreta realtà lavorativa apprezzo particolarmente la sua portata innovativa e le sue potenziali ricadute positive sulla qualità del lavoro.
Propongo:
– di prevedere iniziative di formazione che favoriscano la diffusione di una nuova cultura organizzativa che dia ai dirigenti ed ai funzionari gli strumenti per rispondere ad una domanda sempre più eterogenea e complessa e riconosca, tra l’altro, l’efficacia della cooperazione multidisciplinare.Progetto molto approfondito, elaborato e complesso.
Rispetto all’azione 4, propongo di approfondire l’interessante tema della codificazione di una “messaggistica di evento” standardizzata per superare il rischio che si traduca in una eccessiva “ingessatura” delle segnalazioni dei fenomeni corruttivi, per loro natura estremamente eterogenei e difficilmente tipizzabili.novembre 27, 2018 alle 9:03 pm in risposta a: TITOLO: IL PTPC: DA ADEMPIMENTO A STRUMENTO DI CAMBIAMENTO DELLA PA-SCARCIOFALO #619Azione 3 dell’obiettivo specifico: garantire l’efficacia delle misure obbligatorie previste dal PTPC.
Sono particolarmente sensibile al tema della rotazione del personale in funzione di misura di prevenzione e contrasto della corruzione perché, pur riconoscendone l’efficacia, rilevo nella mia realtà lavorativa che l’attuazione di tale misura porta con sé un costo decisamente elevato in termini di perdita di know how e, tutto sommato, di efficienza.
Proporrei un approfondimento sugli strumenti di organizzazione del lavoro che potrebbero attenuare le ripercussioni negative della rotazione.La lettura di questo progetto mi ha acceso un alert: “maneggiare con cura”, siamo nel campo dei diritti e doveri dei cittadini previsti dalla nostra Costituzione (art. 21) e mi ha interrogato sul delicato confine tra la regolamentazione e la censura (specialmente l’azione 2) e sul tema dei contenuti etici della professione di giornalista.
D’altra parte concordo che la riforma culturale finalizzata all’acquisizione di consapevolezza del proprio ruolo politico da parte della cittadinanza, auspicata dal Progetto all’azione 3, tradizionalmente inquadrata nell’ambito dell’educazione civica, è molto trascurata e sarebbe, invece, un ottimo investimento.Il mio preferito! Perché valorizza le esperienze positive.
“Fa più rumore un albero che cade che un’intera foresta che cresce”: la consapevolezza di quanto di buono accade intorno innesca un circuito virtuoso di azioni e comportamenti con effetto moltiplicatore. Senza contare il significativo impatto educativo e di sensibilizzazione.L’approccio delineato dall’azione 3 (finalizzata al miglioramento del processo di selezione delle figure apicali) è molto interessante ed innovativo. Propongo un approfondimento metodologico per declinare gli ambiti di rilevanza proposti (capacità acquisite, responsabilità assunte e risultati conseguiti) in modo da metterli al riparo dalla discrezionalità pura.
Relativamente alle capacità, ad esempio, a chi è demandata la scelta delle competenze rilevanti e la valutazione delle competenze acquisite? Ad un ente certificatore esterno?, al direttore del personale, al dirigente di area? Parimenti, quali contenuti si pensa di dare al criterio “risultati conseguiti”?sono Katya Finardi. lavoro per la Città di Torino, presso la Divisione Urbanistica e Territorio. mi occupo di varianti al PRG e strumenti di attuazione del PRG. relativamente a questi ultimi, in particolare, della predisposizione di convenzioni urbanistiche nelle quali i temi della progettazione, realizzazione e collaudo delle opere di urbanizzazione “incrociano” le materie del master.
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